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Programma del centrodestra Insoddisfatti due italiani su tre
di RENATO MANNHEIMER
 

  dal Corriere - 20 dicembre 2005


Secondo le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto, la distanza tra centrodestra e centrosinistra rimane relativamente modesta, sebbene resti confermato il vantaggio (di circa il 3-4%) delle forze di opposizione. Al tempo stesso, si accresce l'incertezza e, in certi casi, la confusione in ordine alla scelta di voto e persino al pronostico su chi potrebbe vincere le prossime consultazioni: più di un quarto della popolazione si dichiara incapace di formulare una qualsiasi previsione. La campagna elettorale si preannuncia dunque ancora una volta decisiva. Ma, sino a questo momento, i contenuti proposti dalla comunicazione del presidente del Consiglio non sembrano avere convinto gli italiani. In particolare, l'affermazione del Cavaliere riguardo all'avvenuto adempimento di gran parte degli impegni presi all'inizio del mandato governativo, suscita dubbi e perplessità. Tanto che di fronte al quesito diretto: «Il governo ha realizzato il programma presentato nel 2001?», due elettori su tre rispondono negativamente. È un responso netto: non a caso, contrariamente al solito, le risposte «non so» sono pochissime. Peraltro, già all'epoca del varo del Berlusconi bis, qualche mese fa, il 65% dell'elettorato riteneva che il Cavaliere non avrebbe realizzato il programma enunciato. La lamentela principale è riferita, come accade ormai da diverso tempo, alla percezione di una mancata diminuzione significativa della pressione fiscale. Ma vengono citate anche le opere pubbliche, l'economia in generale, le pensioni, ecc..
L'insoddisfazione non si concentra esclusivamente tra i votanti per l'opposizione. Essa si estende, sia pure in misura diversa, tra tutte le fasce di elettorato. E si rileva con frequenza relativamente maggiore tra quanti dichiarano di avere votato per una forza di centrodestra alle Europee del 2004 e affermano di non avere più intenzione di rinnovare questa scelta. Ma, anche tra chi oggi preannuncia il proprio voto per la Cdl, una percentuale consistente — mediamente il 28% — ritiene incompiuti la maggior parte degli impegni assunti a suo tempo dal governo. Con variazioni significative tra i vari partiti. È il 15% tra l'elettorato attuale di FI, ma si eleva al 36% tra chi vota An, al 43% tra l'elettorato della Lega, sino al 44% tra gli elettori dell'Udc.
Naturalmente, il fatto che l'affermazione «abbiamo realizzato tutto o quasi il programma» non trovi riscontro non comporta necessariamente un rifiuto a rivotare il centrodestra. Sia perché la scelta elettorale è, nella gran parte dei casi, più orientata al futuro che al passato, più influenzata dalla promesse che dai ricordi. Sia perché la presenza delle «tre punte» permette all'elettore potenziale del centrodestra di optare per la Cdl, anche senza ridare la fiducia al Cavaliere, considerato dai più, a torto o a ragione, il maggiore responsabile della insufficiente realizzazione del programma. Ma è certo che la scarsa credibilità riscontrata sin qui dalla campagna di comunicazione del presidente del Consiglio rende ancora più arduo l'eventuale recupero del centrodestra nei mesi a venire.