BIOGRAFIA |
Umberto Eco
Umberto Eco è nato ad Alessandria nel 1932. Laureato in filosofia nel
1954 a Torino, ha lavorato dal 1954 al 1958 alla Rai, poi sino al 1975
alla casa editrice Bompiani, per la quale cura ancora la direzione
scientifica delle collane Studi. Il campo semiotico e Strumenti.
Dal 1975 è Ordinario di Semiotica all'università di Bologna.
Ha insegnato come visiting professor in diverse università straniere
[New York University, Columbia, Yale, San Diego, Cambridge, Oxford, Saõ
Paulo, Rio de Janeiro, La Plata e Buenos Aires) e ha tenuto brevi corsi e
conferenze in varie altre istituzioni universitarie. Nell'anno accademico
1992-1993 è stato professore straniero al Collège de France di Parigi e
norton lecturer alla Harvard University. Appartiene al consiglio
scientifico dell'università di San Marino. È presidente della Scuola
superiore di studi umanistici, da lui fondata nel 1999, dell'università di
Bologna.
Ha collaborato a quotidiani italiani e stranieri e tiene regolarmente
la rubrica La bustina di Minerva sul settimanale L'Espresso.
Bibliografia:
Ha pubblicato libri di carattere saggistico, tradotti
in varie lingue. I più noti, per i tipi Bompiani, sono:
- Opera aperta 1962
- Apocalittici e integrati 1964
- La struttura assente 1968
- Trattato di semiotica generale 1975
- Lector in fabula 1979
- Semiotica e filosofia del linguaggio 1984
- I limiti dell'interpretazione 1990
- Sei passeggiate nei boschi narrativi 1994
- Cinque scritti morali 1997
- Kant e l'ornitorinco 1997
- Tra menzogna e ironia 1998
- La bustina di Minerva 2000.
Tra le opere letterarie, sempre per i
tipi Bompiani:
- Diario minimo 1963
- Il nome della rosa 1980, premio Strega
1981
- Il pendolo di Foucault 1988
- Il secondo diario minimo 1991
- L'isola del giorno prima 1994
- Baudolino
2000
Fonte:
http://www.educational.rai.it/mat/bio/bieco.asp |
ROMANZI |
-
Umberto
Eco, La misteriosa fiamma della regina
Loana, Bompiani
Questo romanzo, benché
illustrato a colori, è dominato dalla nebbia. Nella nebbia si risveglia
Yambo, dopo un incidente che gli ha fatto perdere
la memoria. Non la memoria che i neurologi chiamano ‘semantica’
(Yambo ricorda tutto di Giulio Cesare e sa
recitare tutte le poesie che ha letto in vita sua), bensì la memoria ‘autobiografica’:
non sa più il proprio nome, non riconosce la moglie e le figlie, non ricorda
nulla dei genitori e della sua infanzia. Accompagnandolo nel lento ricupero di
se stesso, la moglie lo convince a tornare nella casa di campagna dove ha
conservato i libri e i giornalini letti da ragazzo, i quaderni di scuola, i
dischi che ascoltava allora.
Così in un immenso solaio tra Langhe e Monferrato
Yambo rivive la storia della propria generazione,
tra Giovinezza e Pippo non lo sa, tra Mussolini,
Salgari, Flash Gordon
e i suoi temi scolastici di piccolo balilla. Si arresta di fronte a due vuoti
ancora nebbiosi, le tracce di un’esperienza forse atroce vissuta negli anni
della resistenza e l’immagine vaga di una ragazza amata a sedici anni e poi
perduta.
Interviene un secondo incidente. Yambo è ora in
coma, ma rivive a spirale, tra folate di nebbia intermittente, ogni momento
degli anni tra infanzia e adolescenza, sino a quando, in una sorta di
Apocalisse benevola, tra il trentatreesimo canto del Paradiso,
Bing Crosby, don Bosco
e le scale di Wanda Osiris, sta per avere la visione finale. Ma…
|