Presentazione
al gruppo interaziendale del 22 aprile 2008
ATTO DI
INTESA - BOZZA
PERCORSO CONDIVISO PER
GARANTIRE LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE TRA OSPEDALE E TERRITORIO
DEL PAZIENTE RICOVERATO
(dimissioni protette)
Documento elaborato e
condiviso da:
- ASL Provincia di Milano 3
- A.O SAN GERARDO
- A.O. VIMERCATE
- CLINICA ZUCCHI
- MULTIMEDICA
- MEDICI DI MEDICINA GENERALE
- ENTI LOCALI
Atto
d’intesa tra ASL3 di Monza, Medici di Medicina Generale, Strutture Ospedaliere
pubbliche e private accreditate afferenti al territorio dell’ASL Provincia di
Milano 3 ed i Comuni per la attuazione di percorsi di DIMISSIONI PROTETTE .
La dimissione protetta
è una sequenza integrata di interventi volti a facilitare la continuità delle
cure tra l’ambito specialistico ospedaliero e l’ambito dell’assistenza sanitaria
e socio-assistenziale territoriale, entro cui si collocano le cure domiciliari.
La dimissione protetta è
rivolta in particolare ai pazienti che siano giudicati clinicamente dimissibili,
ma che necessitino di un supporto dopo la dimissione, che può essere sia a
domicilio che presso struttura protetta, perché incapaci di gestire in autonomia
le cure e le funzioni primarie quotidiane.
Le parti consapevoli della
necessità, di condividere indirizzi comuni per l’attuazione delle dimissioni
protette su tutto l’ambito territoriale, che garantiscano uniformità di
comportamenti nel rispetto dei singoli contesti locali, concordano le procedure
di seguito descritte che costituiscono modello di riferimento per l’ attuazione
dei percorsi di dimissioni protette a livello dei singoli Distretti/Presidi
Ospedalieri/Comuni su tutto il territorio dell’ASL.
In riferimento alle condizioni
socio sanitarie della persona possono essere individuati tre tipologie di
percorsi di dimissioni protette:
- attivazione per cure sanitarie o
socio-sanitarie integrate non differibili - segnalazione al distretto che
garantisce la continuità delle cure sanitarie ed attiva, se necessario, il
servizio sociale comunale
- segnalazione per cure sanitarie differibili
(segnalazione ADI) in assenza di criticità sanitarie o sociali
- segnalazione per bisogni socio-assistenziali
in situazione di fragilità sociale – segnalazione al servizio sociale del
Comune di residenza.
Considerato che:
- la responsabilità clinica della dimissione
è del Direttore di unità operativa ospedaliera
- la responsabilità dell’attivazione del
percorso della dimissione è in capo alla direzione di presidio o a suo
delegato
- la responsabilità clinica del piano
assistenziale al domicilio è del medico di medicina generale
- la responsabilità del percorso
dell’attivazione delle Cure Domiciliari è dell’ASL e dei Comuni (ciascuno
per le parti di competenza) che garantiscono la continuità delle cure
favorendo l’integrazione tra i diversi livelli assistenziali e le differenti
unità d’offerta.
Le Aziende ospedaliere
si impegnano a:
- Promuovere le dimissioni protette, per le
persone assistite che necessitano di un supporto a domicilio perché incapaci
di autogestire le cure e le proprie funzioni quotidiane, attraverso le
seguenti azioni:
- segnalare al referente delle dimissioni
protette del distretto l’eventualità di attivare un percorso di
dimissione protetta concordando modalità e tempi di dimissione
- contribuire per quanto di competenza
alla definizione del piano clinico/assistenziale globale applicabile a
domicilio, con indicazione sulle necessità terapeutiche, di assistenza
sanitaria e di supporto sociale, nonché i tempi e i modi per il
monitoraggio e la rivalutazione del piano clinico/assistenziale
- identificare e prescrivere (mod. 03)
presidi ed ausili necessari per l’accettabilità al domicilio,
concordandoli con il referente delle dimissioni protette del distretto
- educare il (*)care giver sulle modalità
di assistenza al paziente ivi compreso l’utilizzo di presidi/ausili
- collaborare con il distretto, con il
medico di medicina generale, con il servizio sociale comunale nella
individuazione di soluzioni alternative nel caso di impossibilità
dell’assistito al rientro a domicilio attivando i propri servizi sociali
se presenti,
- individuare e favorire percorsi per
l’accesso al consulto degli specialisti che hanno avuto in cura il
paziente da parte del MMG e degli operatori sanitari coinvolti
nell’assistenza del paziente
- Identificare in ciascun presidio e reparto
un referente per le dimissioni protette e comunicarlo all’ASL3
- utilizzare gli strumenti di comunicazione
previsti nei percorsi applicativi, favorendone l’applicazione anche
attraverso specifici corsi di formazione/informazione per il personale
coinvolto.
I Medici di Medicina
Generale si impegnano a:
- Interagire con i Presidi Ospedalieri e con
il Distretto al fine di promuovere le dimissioni protette, per gli assistiti
che necessitano di un supporto a domicilio perché incapaci ad autogestire le
cure e le proprie funzioni quotidiane, assicurando le seguenti azioni:
- valutare con il referente del Distretto e
l’assistente sociale referente per territorio l’accettabilità al domicilio
del paziente, concordando modalità e tempi della dimissione
- definire con il referente del Distretto, con
l’assistente sociale comunale e la consulenza del medico dell’unità
operativa ospedaliera il piano clinico/assistenziale applicabile al
domicilio, contente le indicazioni terapeutiche e di assistenza sanitaria e
sociale, consultando per quanto di competenza il medico dell’unità operativa
ospedaliera
- educare il care giver sulle modalità di
assistenza domiciliare al paziente ivi compreso l’utilizzo di presidi/ausili
- garantire gli accessi domiciliari necessari
alla definizione e al monitoraggio del PAI ( Piano Assistenziale
Individualizzato) e avviare, se necessario,le pratiche per l’accertamento
dello stato di invalidità, redigendo una certificazione medica.
- collaborare con il Distretto, con
l’assistente sociale comunale referente per territorio e con il medico
dell’unità operativa ospedaliera nella individuazione di soluzioni
alternative, nel caso d’impossibilità di rientro a domicilio dell’assistito
L’ASL si impegna a:
- Promuovere le dimissioni protette, per gli
assistiti che necessitano di un supporto a domicilio perché incapaci ad
autogestire le cure e le proprie funzioni quotidiane, garantendo che ogni
Distretto attui le seguenti azioni:
- individuare un referente delle
dimissioni protette e comunicarlo ai presidi ospedalieri, ai medici di
medicina generale, ai Servizi Sociali Comunali
- concordare modalità e tempi della
dimissione con il medico di medicina generale e il medico curante
dell’unità operativa ospedaliera, valutando l’accettabilità al domicilio
del paziente (disponibilità della famiglia e/o del care giver,
definizione delle necessità socio-assistenziali e dei relativi presidi e
ausili)
- educare il care giver sulle modalità di
assistenza domiciliare al paziente ivi compreso l’utilizzo di
presidi/ausili
- definire il piano
clinico/assistenziale applicabile al domicilio
contente le indicazioni terapeutiche e di
assistenza sanitaria e sociale,
in accordo con il medico di medicina
generale ed il Servizio Sociale Comunale, sentito per quanto di
competenza il medico dell’unità
operativa ospedaliera
- definire con il medico di medicina
generale ed il Servizio Sociale Comunale gli obiettivi del PAI ( Piano
Assistenziale Individualizzato), concordando anche i tempi e i modi per
il monitoraggio e la rivalutazione
- assicurare l’erogazione dei presidi e
ausili necessari per il rientro a domicilio
- collaborare con il MMG e con il medico
dell’unità operativa ospedaliera ed il Servizio Sociale Comunale nella
individuazione di soluzioni alternative nel caso di impossibilità di
rientro a domicilio dell’assistito,
I Comuni si impegnano a:
- Promuovere le dimissioni protette, per le
persone residenti sul territorio comunale che necessitano di un supporto
socio-assistenziale a domicilio per le funzioni primarie quotidiane,
garantendo che ogni Servizio Sociale Comunale attui le seguenti azioni:
- individuare un referente delle
dimissioni protette per il territorio comunale e comunicarlo ai presidi
ospedalieri, ai medici di medicina generale, ai referenti dei Distretti
- segnalare le criticità sulla
dimissione al MMG, al medico referente dell’unità operativa ospedaliera
ed al Servizio Sociale Ospedaliero se presente, valutando
l’accettabilità al domicilio del paziente
- erogare direttamente con propri
operatori o attraverso agenzie accreditate interventi diretti di
supporto alla persona, al mantenimento della qualità dell’ambiente nel
rispetto dei regolamenti e dei criteri vigenti per la presa in carico
- educare il care giver sulle modalità di
assistenza domiciliare al paziente ivi compreso l’utilizzo di
presidi/ausili a carattere socio-assistenziale in dotazione alla persona
- definire con il medico di medicina
generale ed il Distretto gli obiettivi del PAI ( Piano Assistenziale
Individualizzato), sentito per quanto di competenza il medico dell’unità
operativa ospedaliera ed il Servizio
Sociale del Presidio Ospedaliero se presente,
concordando anche i tempi e i modi per
il monitoraggio e la rivalutazione
- collaborare con il MMG, il Distretto,
con il medico referente dell’unità operativa ospedaliera ed il Servizio
Sociale del Presidio ospedaliero nella individuazione di soluzioni
alternative nel caso di impossibilità di rientro a domicilio
dell’assistito,
Impegni per tutti i
Soggetti
L’ASL3, i Medici di
Medicina Generale, le Aziende Ospedaliere ed i Comuni nel sottoscrivere il
presente documento, che costituisce atto di intesa tra le parti, si impegnano a
rispettare le linee di indirizzo in esso definite ed a garantire il monitoraggio
del processo in corso attraverso una Commissione Tecnica (Tavolo Interaziendale
Permanente) coordinata dall’ASL, composta da referenti individuati da Medici di
medicina generale, Aziende Ospedaliere, ASL e Comuni con il compito di:
- definire percorsi/eventi formativi che
coinvolgono le figure professionali delle Aziende e Strutture implicate
nelle dimissioni protette,
- identificare e perfezionare gli strumenti di
comunicazione in atto tra i diversi attori implicati nel percorso delle
dimissioni protette,
- monitorare periodicamente il livello di
applicazione della presente procedura nelle diverse realtà locali,
- monitorare l’omogeneità e la rapidità
nell’erogazione dei presidi,
- recepire le criticità e proporre i possibili
percorsi di miglioramento.