Sta facendosi strada, anche se suggerita da motivazioni pseudo umanitarie, la teoria che, oltre certi limiti dovuti a dolore, malattia, disabilità, età, non vale più la pena di vivere e far vivere.

Noi sosteniamo la tesi opposta: anche quando il ritorno positivo non è possibile (punto zero) vale la pena di vivere.

Se infatti si mettono in relazione gli interventi sanitari e sociali con i risultati, i confini del lecito e del conveniente si allentano a tal punto che la vita delle persone dipende da motivi esterni alla loro dignità.

Il problema vero nelle situazioni gravi di disabilità e di malattia è l’abbandono: senza una grande solidarietà (di servizi, di risorse e di presenze) il peso diventa insopportabile.

Si fa un gran parlare di nuovo welfare: possono essere inventate mille soluzioni. Il dato sicuro è che il sostegno è tanto più necessario quanto più le condizioni delle persone sono fragili.

Solo così si garantiscono a tutti diritti, parità e dignità.

Introduce: don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco

Conduce: Marco Damilano, giornalista de L’Espresso

- don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco

- Saturnino Di Ruscio, sindaco di Fermo