PIANO D'AZIONE DEL GOVERNO PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA 1997/1998 Piano d'azione del Governo per l'infanzia e l'adolescenza Parte prima
Il Governo e le istituzioni italiane debbono compiere un
deciso salto di qualità rispetto alle politiche per l'infanzia e l'adolescenza assumendo
alcuni presupposti fondamentali come guida del proprio agire.
Il processo politico che si avvierà è per queste ragioni difficilmente limitabile al nostro paese. Esso richiede, al contrario, una forte condivisione di strategie a livello europeo ed internazionale. In questo senso politica nazionale e politica internazionale debbono sempre più configurarsi come piani interattivi. Del resto le cronache evidenziano la dimensione mondiale di alcuni fenomeni che colpiscono l'infanzia : i flussi migratori di intere famiglie, le odissee dei profughi di guerra, le economie fondate sullo sfruttamento del lavoro minorile, lo sfruttamento sessuale dell'infanzia. Questi fenomeni non possono affrontarsi se non in una prospettiva di sempre maggiore cooperazione internazionale. Inoltre le politiche sociali nazionali dovranno collocarsi all'interno dell'asse d'azione delle politiche dell'Unione Europea. E' per questo motivo che l'Italia si candida ad avere un forte ruolo di richiamo nei confronti delle istituzioni europee sulla necessità che il Trattato istitutivo dell'Unione consideri prioritari i diritti di cittadinanza, dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, degli adolescenti e delle adolescenti. Le riflessioni aperte, anche nel nostro paese, sui grandi temi dello sviluppo della persona, dei legami intergenerazionali e delle scelte pedagogiche di fondo richiedono che si passi subito alla fase delle scelte politiche concrete. Il Rapporto sulla Condizione dei Minori in Italia - curato dal Centro Nazionale per l'Infanzia del Dipartimento per gli Affari Sociali sotto la supervisione scientifica del Prof. Alfredo Carlo Moro- evidenzia con grande nettezza che le complesse questioni, alle quali si lega il livello di qualità della vita dei bambini e degli adolescenti, devono essere affrontate con una strategia politica ampia e coordinata. Questo approccio globale, che non può considerarsi esclusivamente come intervento normativo, richiede l'attivazione di una pluralità di strumenti . Il Piano d'Azione governativo per l'infanzia e l'adolescenza è, quindi, l'insieme coordinato degli interventi necessari a far uscire il sistema politico italiano dalla logica di sottovalutazione dei bisogni dei cittadini e delle cittadine nella fase della crescita. Deve inoltre consentire il superamento della ripetuta rincorsa delle emergenze. Con esso si intendono avviare nuovi processi istituzionali che, nel rafforzare l'attenzione verso i temi dell'infanzia e dell'adolescenza, la rendano produttiva di concrete scelte normative, amministrative e culturali. Una politica per l'infanzia sollecita, con urgenza, alcune grandi riforme: i sistemi formativi, la legge quadro sui servizi sociali, il sostegno alle responsabilità familiari, la modulazione del tempo di lavoro per favorirne la riconciliazione con quello della cura e della famiglia. Promuovere i diritti dell'infanzia, dell'adolescenza e dei giovani, significa realizzare una profonda riforma della spesa sociale e dei sistemi di protezione sociale e favorire una più equa distribuzione delle risorse e delle opportunità tra le generazioni e lungo l'arco della vita. Inoltre, perché si avviino questi necessari processi di cambiamento e di promozione, è necessaria una nuova valorizzazione del "territorio". Il che significa dare attenzione alla vita quotidiana di bambini e bambine, alla concretezza dei loro bisogni, agli spazi e alle forme in cui è organizzata la vita. Per questi motivi non è rinviabile quella riforma della Pubblica Amministrazione che porti a un rafforzamento e a una maggiore e più trasparente responsabilizzazione delle istituzioni locali e regionali. Infatti le istituzioni più vicine all'infanzia giocano un ruolo decisivo. Non è pertanto eludibile la scelta di valorizzare pienamente l'ente locale, conferendogli strumenti e risorse in grado di far sviluppare pienamente il quadro delle sue competenze in materia di politiche sociali, già definito dalla Costituzione, dal D.P.R. 616/77 e dalla legge 142/). E' ampiamente dimostrato che che là dove i servizi
pubblici locali sono consistenti e competenti, capaci di rapportarsi con le risorse del
volontariato, del privato sociale e della società civile, migliora complessivamente la
qualità della vita sociale e della sua organizzazione. Il criterio fondamentale è quello di ricostruire una politica dei bambini/e , degli adolescenti e dei giovani, non segmentata e parcellizzata, ma ricondotta ad unità a partire dalla considerazione della vita come un 'unicum', scandito dalle varie fasi evolutive della crescita e formazione personale. Dell'infanzia e dell'adolescenza occorre valorizzare la presenza, l'autonomia, il senso critico e la capacità creativa. infatti:
E' di grande importanza che i centri
urbani, in modo particolare, si conformino per riconoscere la cittadinanza dei più
piccoli. Per crescere bene, infatti, è necessario che vi sia tempo per i rapporti e spazi
dove vivere la propria età. Vi debbono essere occasioni, da condividere anche con gli
adulti, per sperimentarsi e formarsi alla vita della comunità civica, costituita da
approcci, confronti ed integrazioni di persone diverse per età, sesso ed etnia. In questa
prospettiva è opportuno prevedere organismi di partecipazione diretta dei ragazzi,
finalizzati all'individuazione e alla soluzione dei problemi loro e della comunità.
Possiamo concludere quindi che, per
assicurare un adeguato sviluppo umano dei soggetti in età evolutiva, sulla base delle
linee sopra indicate, è indispensabile una mobilitazione non solo degli organi
istituzionali ma anche della società civile, che va sollecitata a prestare una maggiore
attenzione alle esigenze dell'infanzia e dell'adolescenza. Per questo il Piano di azione propone alcune linee guida
che tendono a realizzare alcuni fondamentali obiettivi:
Il piano d'azione governativo per l'infanzia e l'adolescenza è, dunque, il programma di lavoro concertato tra le istituzioni centrali dello Stato, le Regioni e le Municipalità per la realizzazione di interventi sul piano culturale, normativo ed amministrativo a favore dell'infanzia e dell'adolescenza da realizzarsi con la partecipazione attiva delle forze del privato-sociale, del volontariato, dell'associazionismo, delle Ong e della società civile in stretto raccordo con le istituzioni dell'Unione Europea. Il piano d'azione è postulato dalla Convenzione Internazionale di New York sui diritti del fanciullo, ratificata in Italia con la legge n.176 del 27 maggio 1991. Attraverso di esso la Repubblica Italiana si impegna solennemente al raggiungimento degli scopi dallo stesso previsti. E' per questa ragione che il PDA deve essere adottato formalmente dal Governo e dal Parlamento. Il Piano d'Azione viene elaborato sulla base delle acquisizioni cui perviene il Ministro della Solidarietà Sociale attraverso il periodico Rapporto sulla condizione del minore in Italia realizzato dal Centro Nazionale di documentazione ed analisi del Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed approvato in sede di Osservatorio Nazionale sulla condizione dei minori in Italia. Il PDA avrà una configurazione essenzialmente modulare in cui ciascun modulo copre un campo o materia di intervento. L'approccio del Piano d'Azione deve essere, di conseguenza, il più completo ed integrato possibile (anche se sarà realizzato con gradualità) perché l'oggetto di questo intervento a favore dei bambini e degli adolescenti riguarda la loro vita, la qualità delle loro relazioni familiari ed extra familiari, la possibilità di partecipare ad alcuni processi decisionali o anche semplicemente di essere correttamente informati su quanto accade intorno a loro. Le amministrazioni impegnate nel P.D.A. debbono dotarsi di uffici referenti per tutte le questioni di loro competenza che abbiano rilevanza per l'infanzia anche attraverso l'istituzione di uffici per la difesa dei diritti dei minori. Le ricadute sulla vita dei bambini, infatti, non rilevano solo per i settori dell'amministrazione tradizionalmente deputati ad occuparsi di loro come ad es. : la scuola o la sanità, ma per tutti quei soggetti istituzionali dal cui operato dipende essenzialmente la qualità della vita quotidiana. Si pensi ai settori del trasporto, dell'ambiente, delle infrastrutture urbane, del lavoro, della sicurezza, della giustizia, dell'informazione, dello sport e del tempo libero. Per questa ragione tutti i soggetti istituzionali protagonisti degli interventi dovranno attenersi opportunamente al criterio della cooperazione e del coordinamento degli interventi. L'obiettivo di fondo è quindi quello di
elaborare una politica minorile che da un lato tenga conto dei bisogni e dall'altro
sviluppi pienamente il principio secondo cui l'infanzia è il cardine dello sviluppo
attuale e futuro della società la sua risorsa più preziosa e decisiva. Nel pieno
rispetto delle autonomie regionali e locali le azioni debbono essere verificabili ed
i problemi di percorso affrontati con forme, anche innovative, di cooperazione tra i
livelli statale, regionale e municipale.
Piano d'azione del Governo per l'infanzia e l'adolescenza Parte seconda Interventi di piano ed istituzioni responsabili
LE INIZIATIVE LEGISLATIVE
Tutto il sistema degli interventi di
politica minorile deve poter fare riferimento ad un sistema certo e coordinato di
conoscenze della reale condizione dell'infanzia e dell'adolescenza. Per questo motivo è
di grande importanza che il Parlamento approvi rapidamente la proposta di legge Calzolaio
ed altri che istituisce l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e che
disciplina il funzionamento del Centro Nazionale di documentazione ed analisi sulla
condizione minorile nonchè il raccordo di tali organismi con analoghe istituzioni
regionali. Del resto l'Osservatorio ed il Centro sono già stati istituiti con decreto
ministeriale evidenziando con il loro operato l'importanza che essi rivestono ai fini del
lavoro di analisi, confronto e proposta che deve svilupparsi tra le istituzioni centrali,
regionali, locali e le organizzazioni del volontariato e del privato sociale.
Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo raccomandava agli stati membri di garantire, alle politiche per l'infanzia e l'adolescenza, stanziamenti progressivamente maggiori anno dopo anno ed in ogni caso di consistenza tale da poter, significativamente, migliorare le condizioni di vita e di sviluppo delle nuove generazioni. In Italia l'insufficiente diffusione della conoscenza dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, la inadeguatezza degli assetti organizzativi per la gestione dei tempi e degli spazi della vita quotidiana dei bambini e delle bambine, gli squilibri nella dislocazione dei servizi socio educativi e socio assistenziali tra il Nord ed il Sud del Paese ed una preoccupante concentrazione di bambine e bambini poveri nel Mezzogiorno postulano un investimento finanziario significativo e strutturale. Con il presente Piano d'azione le varie istituzioni pubbliche si sono impegnate a garantire adeguata copertura per gli interventi di loro competenza destinati all'infanzia. E' per questo motivo che il Ministero per la Solidarietà- Sociale intende utilizzare l'accantonamento di 880 mld per un intervento di sistema che garantisca alcuni orientamenti e servizi:
A venticinque anni dall'emanazione della
legge nazionale sugli asili nido, e anche a fronte di proposte di legge di iniziativa
popolare, che sottolineano l'esigenza di un intervento in questo campo, si rende
necessaria l'adozione di un provvedimento che ridefinisca e regolamenti in modo innovativo
l'intero settore. Da un lato infatti occorre togliere i servizi di nido dall'alveo dei
servizi socio assistenziali per collocarli a pieno titolo tra quelli socio-educativi,
dall'altro è necessario porre immediatamente le premesse per lo sviluppo di un modello
organizzativo ed operativo che risponda alle caratteristiche specifiche dell'utenza.
Diversamente, infatti, dagli altri servizi scolastici il nido si caratterizza per una
diversa autonomia del bambino/a e per la particolarità delle relazioni che in questa fase
della sua vita (0-3 anni) legano i genitori ai figli. Finora poi è stata prevalentemente
considerata l'utilità sociale del nido come supporto alle esigenze organizzative dei
genitori lavoratori ma molto di più si potrà fare per far sì che vengano,
contestualmente, rispettate le esigenze dell'utenza in termini di qualità del servizio,
di prossimità ai luoghi di vita e di lavoro, di flessibilità ed economicità.
Per la vita dei bambini/e e dei ragazzi/e
è fondamentale l'organizzazione della vita quotidiana. Non può esservi nessun rispetto
per il diritto dei figli/e e dei genitori alle relazioni sociali e familiari se non verrà
ripensata molto profondamente la disciplina giuridica del tempo di lavoro per gli uomini e
le donne. Su questo processo di adeguamento normativo il Governo si impegna a presentare
al Parlamento un disegno di legge.
Il Governo è impegnato in uno sforzo di
riqualificazione e di riorganizzazione di tutto il sistema scolastico. Superata una logica
che scaricava sulla scuola ogni aspettativa di socializzazione, di educazione oltreché
ovviamente di formazione, è necessario restituire al sistema certezza di compiti
oltreché un organizzazione in grado di sviluppare percorsi formativi e didattici
adeguati.
La Magistratura minorile ha meriti di
grandissimo rilievo nello sviluppo dato alla tutela dei bambini e degli adolescenti.
Tuttavia l'ordinamento giudiziario minorile risale al 1934 ed appare per molti aspetti
inadeguato ad affrontare i bisogni per la loro attuale configurazione. Proprio per questa
ragione è opportuno che si avvii un processo di approfondimento delle ipotesi di
miglioramento e razionalizzazione del sistema in grado di dar vita a strumenti
d'intervento che siano, ad esempio, in grado di gestire correttamente le conflittualità
intrafamiliari attraverso l'istituto della mediazione familiare e ad organi di tutela che
riescano ad essere più vicini ai luoghi di vita dei bambini/e e dei ragazzi/e. Inoltre
appare quanto mai opportuno che si prevedano meccanismi di reale specializzazione di tutti
gli organi giudiziari minorili per tutti i gradi di giudizio. Da ultimo non può non
sottolinearsi l'importanza che avrebbe l'istituzione del difensore civico dei bambini che
potrebbe correttamente sviluppare le funzioni di tutela extragiudiziale degli interessi
diffusi dell'infanzia e dell'adolescenza. Per queste ragioni il Governo si impegna a
presentare al Parlamento un testo di disegno di legge.
La legislazione italiana per l'infanzia e l'adolescenza appare caratterizzarsi non per difetto di norme quanto piuttosto per carenza di organicità. Essa infatti appare disseminata in una molteplicità di provvedimenti legislativi non riferiti specificatamente all'infanzia ed emessi in periodi diversi ed in situazioni storiche non omogenee. E' pertanto necessario che il Governo assuma l'iniziativa per un lavoro di razionalizzazione ed armonizzazione delle norme in materia. Per quanto attiene la materia delle adozioni internazionali il Governo presenterà un DDL per la ratifica della Convenzione dell'Aia. Infatti l'Italia ha visto negli ultimi anni crescere esponenzialmente il numero delle domande di adozione internazionale ed è per questa ragione che appare quanto mai importante aderire pienamente a questo strumento che appare complessivamente soddisfacente sia per una più compiuta garanzia degli interessi dell'adottato/a sia per disciplinare l'intera materia delle adozioni internazionali collocandola tra gli interventi di cooperazione internazionale. Inoltre le misure previste a sostegno degli adottanti e per la semplificazione e razionalizzazione di tutto il sistema contribuiranno a rendere più equo e trasparente l'intero sistema. Alcune recenti Convenzioni europee hanno
definito più compiutamente il quadro regolativo di aspetti importanti della politica
europea in materia minorile così ad esempio la Convenzione Europea sull'esercizio dei
diritti dei minori (Strasburgo 25/1/96) e la Convenzione Internazionale sulla protezione
dei minori (Aja 19/10/96). Lo sviluppo di una rete giuridica interordinamentale appare
essere un fattore fondamentale di aggiornamento del nostro sistema giuridico. In
particolare la Convenzione Europea sull'esercizio dei diritti del minore sarà l'occasione
per una migliore disciplina del diritto dei minori ad esprimere e far valere il proprio
punto di vista in tutti i procedimenti (giurisdizionali ed amministrativi) che li
riguardano.
Il nostro ordinamento penale è ancora
profondamente connotato da una scarsa considerazione della gravità del danno che si
produce nell'intera società quando si attenta all'incolumità fisica e psichica dei
bambini. Il nostro codice, pertanto, ha bisogno di modifiche che completino efficacemente
il sistema di tutela. Il Governo, pertanto, si impegna a presentare al Parlamento un
disegno di legge di modifica del codice penale.
Si è molto invocato, negli ultimi anni, un
processo di revisione della legge sull'affidamento e le adozioni, il Governo, a partire
dalla considerazione del fatto che, grazie a questa legge, l'Italia è stata per anni un
paese all'avanguardia nella tutela dell'infanzia, intende fornire al Parlamento un quadro
completo degli interventi miranti a migliorarne la funzionalità e ad adeguarne i principi
alla luce dell'esperienza della sua applicazione. Per questo scopo si costituirà in seno
all'Osservatorio nazionale una Commissione di studio ed indagine sull'applicazione della
legge 184/83.
La legge 216/91 ha il merito di aver
rilanciato nelle aree più a rischio del nostro paese lo sforzo di offrire servizi e spazi
di aggregazione sociale in grado di contrastare le derive della solitudine e della
devianza. Alla luce di cinque anni di gestione e in correlazione con il disegno di legge
di spesa della finanziaria 1997 (cfr. par.b) è necessario che la legge 216 si modifichi
affinchè corrisponda ancor meglio ai suoi scopi. E' urgente, infatti, destinare risorse
per quei minori che già hanno fatto ingresso nell'area penale. Il problema in Italia
appare rilevante e tocca in modo crescente i preadolescenti e gli stranieri. A fronte di
ciò, del dibattito aperto su una profonda revisione dei carceri minorili e sul
contestuale sviluppo di comunità alternative ad essi, appare necessario non disperdere le
risorse e finalizzare ulteriormente le risorse a valere sulla 216. Inoltre le Regioni
hanno più volte chiesto allo Stato di poter concorrere alla programmazione degli
interventi attivati con questa norma al fine di rendere più coerente e coordinato
l'intero sistema regionale di interventi a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. Per
questi motivi il Governo si impegna a presentare al Parlamento un disegno di legge di
modifica della legge 216.
Sempre più spesso, purtroppo, si ha
notizia di episodi agghiaccianti che riguardano lo sfruttamento sessuale di bambini/e e
ragazzi/e. Il Parlamento ha in esame una proposta di legge che inasprisce le sanzioni per
quanti si macchino di reati di tale genere. Il Governo esprime tutto il suo appoggio a
tale iniziativa in coerenza con quanto si impegna a produrre al Parlamento in materia di
modifiche al Codice Penale e di coordinamento amministrativo delle azioni di prevenzione,
riabilitazione e repressione. Il corretto esercizio della sessualità, tuttavia, non si
improvvisa. Il numero impressionante di cittadini adulti italiani che intraprendono le
tristi rotte del turismo sessuale a danno dell'infanzia più povera ne è la prova più
certa. Per questo motivo il Governo auspica che il Parlamento approvi sollecitamente la
legge sull'educazione sessuale nella convinzione si tratti di un investimento culturale di
valore incalcolabile per il benessere relazionale e per la crescita personale e sociale
delle nuove generazioni di cittadini e cittadine. LE AZIONI DI COORDINAMENTO AMMINISTRATIVO
Servizi Sanitari alla maternità, prima infanzia ed adolescenza INIZIATIVA: Ministero della Sanità Ministero della Solidarietà Sociale Ministero Pari Opportunità Ministero per la Pubblica Istruzione Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome Conferenza Stato - Città STRUMENTO: Atto di indirizzo e coordinamento OGGETTO: Riqualificazione dei servizi socio-sanitari
rivolti alla maternità, infanzia ed adolescenza. Nel riaffermare il ruolo della Regione
quale soggetto primario della programmazione sanitaria ed in considerazione dei diversi
modelli adottati per l'organizzazione della rete ospedaliera delle Aziende Sanitarie
Locali e dei Distretti, si richiama l'attenzione degli organi preposti sulle seguenti
linee di intervento:
- legiferare a livello regionale in merito agli interventi sociali a rilievo sanitario, riclassificandoli come componente qualificante dell'offerta e garanzia di efficacia terapeutica. - Sviluppare intese operative organiche e permanenti tra pediatria di base, Distretto di base, Consultorio Familiare, Unità dell'Età Evolutiva, Unità di Neuropsichiatria Infantile, Unità Handicap, Dipartimenti Ospedalieri di Pediatria e Neonatalità per creare un insieme coerente di servizi ed assicurare la continuità terapeutica, accompagnando la crescita del soggetto nelle varie fasi della vita. - Diffondere i Servizi di Inserimento Lavorativo (SIL) rivolti ad adolescenti e giovani affetti da disturbi della mente, handicap fisici e sensoriali, tossicodipendenza (assistiti dal Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento Handicap, SERT). -Assicurare per l'adolescente con handicap la continuità degli interventi oltre i diciotto anni (coordinamento tra area materno-infantile ed area handicap-adulti; integrazione con i servizi di orientamento scolastico e lavorativo). -Formare gli operatori sanitari e strutturare gli interventi in modo da dare continuità di cura ed assistenza nei passaggi da un servizi all'altro. -Favorire i gruppi di lavoro integrati tra
servizi socio-sanitari delle ASL regionali e servizi sociali degli Enti Locali per le
problematiche inerenti la tutela psicosociale dei minori e delle famiglie. 2. TERRITORIALITA' DEGLI INTERVENTI. Occorre de-ospedalizzare gli interventi pediatrici avvicinandoli all'ambiente di vita della madre e del nucleo familiare secondo le modalità proprie della medicina comunitaria. Si tratta a tal fine di: - riconvertire le strutture pediatriche di ricovero di pediatria generale in strutture specialistiche per terapie intensive protratte, attrezzate con servizi che consentono ai bambini, adolescenti ed alle loro famiglie di continuare alcune attività indispensabili per la crescita quali la formazione e la socializzazione (scuola a distanza, spazi giochi, etc.). - Riconvertire, ove possibile, gli interventi ospedalieri per bambini attualmente svolti in regime di ricovero in interventi ambulatoriali. - Favorire la sperimentazione di parto a domicilio e di parto in ospedale con dimissioni rapide accompagnate da assistenza domiciliare alla madre, al bambino ed ai conviventi. - Riqualificare la rete dei consultori familiari, sviluppando nuove modalità operative, per rispondere ai bisogni di tutte le donne e le coppie, anche psicologico alle famiglie multiproblematiche, alle famiglie adottive, alle coppie in crisi e/o conflittuali. - Sostenere e diffondere la sperimentazione di consultori
per adolescenti. 3. GESTAZIONE E PARTO. Occorre dedicare una formazione specifica per tutti gli operatori sanitari che intervengono in alcuni momenti critici, che possono incidere in modo rilevante sullo sviluppo del rapporto madre-bambino. - Gestazione: garantire la salute ed il benessere psicofisico della gestante come premessa per il benessere del neonato e dei figli futuri. - Parto: ampliare le opzioni offerte alle donne sulle modalità di svolgimento del parto (parto dolce, parto a domicilio); rispettare le diverse culture delle donne immigrate (operatrici della mediazione); facilitare la partecipazione del padre (accesso alla sala parto e flessibilità degli orari dei reparti di ostetricia e neonatalità); garantire alla madre il diritto di non riconoscere il figlio e rimanere anonima. - Comunicazione di una diagnosi negativa: assicurare un valido sostegno psicologico alla madre ed alla coppia per rielaborare eventi sanitari infausti (morte del neonato, malformazioni, insuccesso terapeutico). - Procreazione assistita: garantire alla
donna ed alla coppia il diritto a ricevere una corretta ed esauriente informazione su
opportunità, conseguenze, rischi e costi delle diverse opzioni terapeutiche. Estensione del servizio della scuola
materna e dell'infanzia nel sistema pubblico integrato. INIZIATIVA: Ministero Pubblica Istruzione Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano Conferenza Stato - Città OGGETTO: Estendere il servizio della scuola
dell'infanzia nella prospettiva del sistema pubblico integrato al fine di soddisfare le
esigenze dell'utenza in tutto il territorio nazionale. Rilancio e sviluppo delle finalità di
socializzazione e formazione della scuola. Lotta al fenomeno della dispersione scolastica.
INIZIATIVA: Ministero della Pubblica Istruzione Ministero Solidarietà Sociale Ministero di Grazia e Giustizia Ministero del lavoro Ministero dell'Ambiente Ministero per i Beni Culturali Conferenza Stato Regioni Conferenza Stato Città OGGETTO :
In questo contesto si inserisce l'attività del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, che prevede alcune inizitive che si inseriscono in tale programma:
Si segnala inoltre che altre due iniziative : "itinerari didattici negli archivi" ed "itinerari didattici nei musei", sono in fase di avanzata elaborazione.
- autonomia scolastica; - riordinamento del sistema formativo; - elevamento dell'obbligo scolastico; - sistema nazionale di valutazione; - riforma degli organi collegiali è quella di dare risposte hic et nunc attraverso una migliore gestione di tutte le risorse umane e materiali disponibili. Gli spazi per una più efficace azione formativa della scuola devono prioritariamente essere finalizzati all'affermazione della centralità dell'alunno, valorizzando "la cultura di cui sono portatori i giovani" (Direttiva 133/96), ed alla promozione di un ambiente educativo di apprendimento in cui il potenziamento dell'intelligenza di tutti e di ciascuno costituisca la priorità irrinunciabile di qualsiasi progetto educativo. Investire nella formazione dei giovani significa capitalizzare un patrimonio di inestimabile valore da investire nello sviluppo della società futura. 5. Va ribadito che l'evasione scolastica nel nostro Paese è fortemente diversificata sul territorio: in alcune aree del sud si manifesta già in età precoce; al nord è rinviata ad anni successivi, in modo particolare nel passaggio scuola media - biennio. Un ulteriore punteggiatura riguardante l'abbandono scolastico può essere ricondotta alle seguenti cause: - socio-economiche nelle aree a maggior degrado sociale; - culturali (atteggiamenti, percezioni della famiglia...); - nuove forme di disagio presenti in contesti di ricchezza materiale; - personali; - scolastiche. Le famiglie sono una componente determinante nella lotta
all'insuccesso scolastico ed un coinvolgimento prettamente formale è oggi decisamente
insufficiente rispetto alla complessità delle responsabilità richieste. L'autonomia
scolastica comprensiva anche della riforma degli organi collegiali, dovrà determinare le
premesse per un protagonismo più significativo dei genitori nella scuola, soprattutto
negli ordini scolastici "più deboli" (media e superiore). Le città a misura delle bambine e dei
bambini INIZIATIVA: Ministero dell'Ambiente Ministero degli Affari Esteri Ministero della Pubblica Istruzione Ministero Solidarietà Sociale Ministero Pari Opportunità Conferenza Stato-Regioni Conferenza Stato-Città OGGETTO: Lo sviluppo dell'ambiente urbano e del territorio antropizzato si è realizzato mediante la separazione e la specializzazione degli spazi, delle funzioni, delle competenze. Gli insediamenti umani sono stati in molti casi via via privati della cura e dell'attenzione dei propri abitanti: i centri storici perché quasi del tutto disabitati e le periferie perché dormitori privi di strutture di socializzazione. La città diventa enorme e pericolosa per il traffico, l'inquinamento, l'accumulo dei rifiuti, la microcriminalità, non riesce a creare nuove identità e nuove appartenenze. La possibilità di intervenire in questo tipo di assetto richiede un cambiamento radicale nella progettazione e nella gestione dell'ecosistema urbano (sviluppo sostenibile) perché occorre passare dalla frammentazione alla integrazione degli spazi progettati con l'ambiente, dalla specializzazione alla coesistenza delle funzioni, dal degrado legato all'abbandono alla possibilità di riconoscere il proprio ambiente, di riconoscersi in esso e di prenderne cura tutelandolo. Il progetto del Ministero dell'Ambiente per città sostenibili delle bambine e dei bambini nasce dalla considerazione della necessità di modificare la filosofia di gestione dell'ecosistema urbano assumendo i bambini e le bambine come indicatori della qualità urbana, e le esigenze e gli spazi per l'infanzia, come parametri per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Rendere protagonista il "soggetto infanzia", che oggi pesa poco, non ha tempo né spazi e soprattutto non ha voce, significa non solo considerare i bambini e le bambine come semplici indicatori ma protagonisti, in quanto "soggetti in età evolutiva" adulti e cittadini di domani, dei cambiamenti possibili. Nel Piano d'azione del Governo è dunque inserita l'"azione" di rendere le città più "amiche dell'infanzia". Non servono solo maggiori iniziative "per" i bambini e le bambine, ma è necessario modificare la politica di governo della città, quando una città sarà adatta ai bambini sarà più adatta a tutti i cittadini e più democratica. Si tratta quindi di avviare una nuova stagione della pianificazione urbana non-quantitativa ma legata anche a parametri e modelli, non-espansiva ma capace di accrescere occasioni e opportunità, non-somma di interessi individuali ma democratica e partecipativa, non puramente architettonica ma riferita ad un "sostenibile" legame città-territorio-risorse. Appare evidente la necessità di strategie locali per un modello urbano sostenibile. Ogni città ha la sua specificità e pertanto occorre che ciascuna trovi la propria via alla sostenibilità, integrandone i principi nelle rispettive politiche e partendo dalle proprie risorse per costruire appropriate strategie locali. Non si tratta di intervenire su singole patologie ambientali delle città ma di studiare soluzioni per una gestione sostenibile dell' "ecosistema urbano" volte a:
I bambini e le bambine sono un soggetto a rischio ("vulnerabile group") dell'attuale insostenibilità urbana. Così i diritti e il benessere dell'infanzia possono essere un indicatore "ecologico" di buon governo, di buona amministrazione, di società sana, di qualità degli insediamenti, di futuro migliore. Nel periodo della formazione del nuovo governo, le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio hanno sottolineato sia il rilievo di una iniziativa economico-sociale in favore dello sviluppo sostenibile a livello interno e internazionale sia la necessità di prestare maggiore attenzione alla difesa e valorizzazione dei diritti dei bambini e delle bambine. Inoltre, sulla base delle indicazioni e degli impegni della Conferenza ONU a Rio (1992) e Istanbul (1996), le Agende XXI locali, che molte città stanno avviando, intervengono sulla qualità della sostenibilità urbana. Il Ministero dell'Ambiente, si sta
occupando del coordinamento delle attività dei comuni italiani per le Agende XXI locali e
del coordinamento centrale riguardo l'attuazione di Habitat II, verificando anche le
opportunità operative per l'attuazione di città sostenibili delle bambine e dei bambini. OBIETTIVO: Il Ministero dell'Ambiente, in collaborazione con il Ministero per gli Affari Sociali, il Ministero degli Affari Esteri, l'UNICEF, ed il Comune di Roma, istituisce sperimentalmente in Italia un marchio di qualità infantile delle città "città amica dell'infanzia", assegnato ed aggiornato annualmente, a cominciare dal 1997 (collegandosi anche al progetto dell'UNICEF "towards child friendly cities"). Sulla base di parametri misurabili relativi alla sostenibilità urbana "infantile", individuati ragionando su criteri oggettivi e soggettivi, urbanistico-ambientali e generazionali-democratici, le città più amiche dell'infanzia dovranno:
Il Ministero dell'Ambiente organizzerà
nella prima metà del 1997 un Forum Internazionale sulle città sostenibili delle bambine
e dei bambini in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e l'Unicef, e
successivi seminari dedicati ai temi dello sviluppo sostenibile, con particolare
riferimento agli effetti sulla qualità di vita delle bambine e dei bambini, derivanti
dalle indicazioni e dagli impegni in particolare delle Conferenze internazionali di Rio e
di Instambul. L'integrazione del minore con handicap
INIZIATIVA: Ministero della Solidarietà Sociale Ministero della Pubblica Istruzione Ministero della Sanità Ministero del lavoro Conferenza Stato- Regioni OGGETTO: La sfida del futuro: l'integrazione degli
interventi e dei servizi territoriali Le problematiche dei bambini handicappati non possono essere considerate separatamente dalle condizioni dell'infanzia nel suo complesso. Il bambino handicappato non è un bambino diverso, ma soltanto un bambino con una difficoltà in più che può aver bisogno di interventi specifici, ma prima di tutto necessita degli stessi servizi rivolti a tutta l'infanzia. Molti servizi territoriali (trasporti, centri sociali, palestre, piscine, spazi verdi) non devono essere organizzati per i minori disabili, ma anche per loro. A livello territoriale occorre compiere un salto qualitativo nel campo delle politiche sociali superando la visione dei bisogni sociali per categorie attraverso un diverso e innovativo impegno di sostegno alla famiglia. Al fine di contrastare forme di disabilità
con le conseguenti situazioni di handicap e di predisporre una rete di servizi e di
interventi che migliorino le condizioni di integrazione evitando processi di emarginazione
sociale si individuano di seguito le azioni prioritarie da svolgere nell'ambito del
presente piano :
In particolare si forniranno indirizzi per le Regioni e gli Enti locali in materia:
L'integrazione del bambino straniero e
della sua famiglia INIZIATIVA : Ministero della Solidarietà Sociale Ministero della Pubblica Istruzione Ministero della Sanità Ministero dell'interno Ministero degli Affari Esteri Ministero Pari Opportunità Conferenza Stato-Regioni Conferenza Stato-Città OGGETTO : Favorire i processi generali e locali di integrazione dei bambini e delle bambine stranieri in Italia attraverso forme innovative di coinvolgimento delle comunità territoriali nelle dinamiche tra famiglie italiane e straniere. Questi sono gli ambiti in cui il Dipartimento Affari Sociali ritiene prioritario agire:
INIZIATIVA DEL MINISTERO DELL'INTERNO Il processo inarrestabile di trasformazione della società italiana in entità multiculturale mette inevitabilmente in moto meccanismi collettivi del "diverso" che possono degenerare in gravi atti di intolleranza verso gli stranieri e, quindi, in forti tensioni sociali. Il Ministero dell'Interno è ben consapevole che in tale epoca di transizione è indispensabile rivolgere la massima attenzione ai figli degli immigrati che rischiano di essere discriminati due volte in quanto stranieri ed in quanto minori. In quest'ottica, è stato elaborato un
progetto, denominato "CIVIS - Verso una società multirazziale", da realizzare
in collaborazione con la RAI TV, sulla base di un'apposita convenzione. OBIETTIVO: Gli obiettivi del citato progetto sono sinteticamente i seguenti:
Per raggiungere il primo obiettivo occorrerà: A) formare gli immigrati attraverso specifici rapporti multimediali, che forniranno loro quegli strumenti necessari per migliorare la qualità della loro vita nel nostro Paese; B) coinvolgere gli immigrati, così da farli sentire parte integrante della vita del Paese, attraverso il mezzo radio televisivo, che costituisce senza dubbio una modalità di comunicazione di rilevante impatto sul pubblico, soprattutto quello minorile. Per quanto attiene al secondo obiettivo (sensibilizzazione dei cittadini italiani) sarà necessario: A) veicolare un'immagine complessiva del mondo degli extracomunitari che permetta ai cittadini di capire gli aspetti della loro cultura, delle loro idee, del loro modo di vivere ed intendere; B) riposizionare presso il pubblico la figura dell'extracomunitario esponendone il contributo in termini lavorativi, così da far capire l'importanza della loro presenza nel nostro Paese. I due destinatari di questo progetto:
STRUMENTI: Per la realizzazione dell'obiettivo 1 (aiutare gli extracomunitari ad integrarsi nel nostro Paese), si prevede l'adozione delle seguenti iniziative: - iniziative multimediali, cioè una serie di cassette audio e video realizzate nelle lingue dei sei più popolosi gruppi etnici presenti sul territorio italiano. La struttura narrativa sarà sostanzialmente quella del documentario di servizio, con piccole esemplificazione di finction; - iniziative editoriali, aventi lo scopo di promuovere negli immigrati la conoscenza dell'Italia nei suoi vari aspetti per facilitare la loro rapida integrazione nel tessuto sociale del nostro Paese. Il programma "Conoscere Italia" è articolato in cinque fascicoli in varie lingue di trentadue pagine ciascuno, caratterizzati da un linguaggio semplice e dalla presenza di molte illustrazioni e dedicati ai seguenti argomenti: la lingua, la cultura, le Istituzioni, i servizi, il tempo libero; - iniziative speciali radiotelevisive, inserendo le tematiche prescelte all'interno della normale programmazione televisiva e radiofonica. Il giornalista o il presentatore, cui il telespettatore riconosce autorevolezza ed obiettività diventeranno i testimonials del progetto presentando con il giusto risalto i temi oggetto dell'iniziativa. Per la realizzazione dell'obiettivo 2 (sensibilizzare i cittadini italiani), si prevedono strategie mirate di comunicazione, inserendo le tematiche di volta in volta prescelte all'interno di una trasmissione, oppure con servizi o spazi in programmi di provato interesse per il pubblico. Verrà dato inoltre ampio spazio all'azione
sociale promossa dal Ministero dell'Interno, Direzione Generale dei Servizi Civili,
attraverso conferenze stampa ed informative tramite i mass media. RISORSE: Tenuto conto della particolare importanza dell'azione, della capillarità degli interventi e della complessità tecnico - gestionale dell'intero progetto, si ritiene che lo stesso debba avere una durata triennale. Per la sua realizzazione, si stima un
fabbisogno complessivo di lire 3.800 milioni, che potrebbe essere finanziato con i fondi
destinati al Piano d'azione governativo 1996-1997. Il dialogo tra le generazioni INIZIATIVA: Ministero della Pubblica Istruzione Ministero della Solidarietà Sociale Ministero dell'Ambiente OGGETTO: Promozione e monitoraggio delle iniziative svolte a
favorire il dialogo tra le generazioni, ed in modo particolare tra i minori e gli anziani. Le politiche sociali Verifica stato di realizzazione delle Linee Guida adottate dalla Conferenza Stato-Regioni nel 1995 Politiche della
deistituzionalizzazione, del sostegno alle famiglie in difficoltà, della promozione
dell'affidamento familiare e della condizione del minore straniero. INIZIATIVA: Ministero della Solidarietà Sociale Ministero di Grazia e Giustizia Ministero Pari Opportunità Ministero della Sanità Ministero dell'Interno Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano Conferenza Stato-Città OGGETTO: Il Dipartimento Affari Sociali procederà, in accordo con le altre amministrazioni centrali competenti, ad una ricognizione in sede di Conferenza Stato-Regioni e Stato-Città della situazione concreta delle politiche sociali minorili regionali e locali.
Interventi di prevenzione della
criminalità minorile e di recupero del minore deviante INIZIATIVA : Ministero di Grazia e Giustizia Ministero per la Solidarietà Sociale Ministero Pari Opportunità Ministero della Pubblica Istruzione Ministero dell'Interno Conferenza Stato-Regioni Conferenza Stato-Città OGGETTO : Il Dipartimento per gli Affari Sociali
procederà ad un potenziamento dell'attività di coordinamento degli interventi previsti e
finanziati con la legge n. 216/91. Si attiverà affinché siano migliorate le condizioni
di vita dei minorenni all'interno delle carceri. Si dia vita ad un nuovo sviluppo di
alternative alla carcerazione mediante la creazione, anche in forma sperimentale, di
modelli di intervento da attivarsi all'interno di comunità alloggio. INIZIATIVA DEL MINISTERO DELL'INTERNO Il Ministero dell'Interno ha avviato in tempi relativamente recenti la sua azione in favore dei minori, precisamente dal 1991 in base alla legge 19 luglio 1991, n. 216 recante primi interventi in favore di minori soggetti a rischio di coinvolgimento in attività criminose. Tale legge ha finora consentito al Ministero dell'Interno di sostenere, mediante l'erogazione di contributi, l'attività degli enti, sia pubblici che privati, che operano in questo delicato settore. Data la relativa limitatezza del Fondo investimenti sociali, è stato necessario compiere finora un'accurata selezione dei progetti presentati, privilegiando le province delle Regioni meridionali, dove è notoriamente più elevato il rischio che i minori appartenenti a famiglie deprivate, sia dal punto di vista economico che culturale, si trovino a sperimentare sin dalla tenera età l'abbandono e l'indifferenza degli adulti, vengano sollecitati ad una crescita repentina e deviante e divengano di conseguenza facile preda di organizzazioni malavitose. La citata legge 216/91, disciplinando interventi di natura straordinaria, ha validità limitata nel tempo. Essa, infatti ha esplicato i suoi effetti nel triennio 1991-1993, è stata poi rifinanziata per il triennio 1994-1996 con la legge n. 465/94 e necessità per il prossimo triennio di un ulteriore rifinanziamento. E' evidente come il carattere temporaneo di
tale strumento normativo sia in conflitto con l'esigenza, di stabilità e continuità
degli interventi in favore dei minori. Pertanto è auspicabile che l'azione dello Stato in
tale ambito sociale assuma la configurazione di un impegno costante e durevole. OBIETTIVO: L'Obiettivo a breve termine è il rilancio degli interventi locali di rete. Il rifinanziamento della legge n. 216/91 permetterà di dare un seguito all'innovazione introdotta con il piano contributi 1996, ossia i progetti di rete, e di consolidarne i risultati. Avviati per il momento in via sperimentale, essi potrebbero divenire a regime la tipologia dell'intervento statale. Infatti la caratteristica di tali progetti è quella di creare sul territorio una rete di interventi interconnessi in un unico schema progettuale e rispondente ad una unica strategia. All'interno di tale schema, la sinergia che
viene a crearsi fra i diversi operatori può agire da moltiplicatore dell'efficacia degli
interventi stessi. E' giocoforza che la regia di progetti così concepiti venga affidata
al Comune che, come ente pubblico territoriale, è in grado di valutare come e dove
operare per il benessere dei minori e della collettività tutta, evitando inutili
duplicazioni e discrasie. STRUMENTI E RISORSE: Attualmente, il disegno di legge finanziaria in discussione al Parlamento prevede alla Tab. B, relativa agli importi da iscrivere nel fondo speciale di conto capitale, lire sessanta miliardi per ciascun anno del triennio 1997-1999 quale accantonamento preordinato al rifinanziamento della legge n. 216/91. Pertanto, assicurata la copertura
finanziaria, sarà necessario che venga emanato a breve un nuovo provvedimento legislativo
che consenta di proseguire l'attività in favore dei minori a rischio. INIZIATIVA DEL MINISTERO DELL'INTERNO La Direzione Generale dei Servizi Civile del Ministero dell'Interno ha avviato all'inizio del corrente anno un progetto globale di valorizzazione delle azioni svolte dalle Prefetture in ambito sociale. In un incontro tra il Direttore Generale dei Servizi Civili ed i Prefetti in sede, tenutosi lo scorso gennaio presso questo Ministero, è emerso che l'ampia ed articolata attività sociale che in sede periferica fa capo al Prefetto non sempre riceve il dovuto risalto in sede centrale. Ripresa dagli organi di informazione locale, tale attività è però quasi sconosciuta sul piano nazionale. Pertanto, appare doveroso contribuire alla diffusione ed alla conoscenza di uno tra i più importanti aspetti della complessa azione politico-amministrativa svolta dall'organo prefettizio, perché questi possa essere sempre meglio un punto di riferimento per la comunità locale. Inoltre, in considerazione dell'importanza e delicatezza del settore sociale, è indispensabile investire nella formazione del personale chiamato a supportare il Prefetto nell'espletamento delle sue funzioni. STRUMENTI: Si è ritenuto necessario istituire intanto una rete di collegamento tra centro e periferia che in prospettiva consenta la trasmissione di informazioni immediate tra i due poli. Tale rete è stata realizzata attraverso l'individuazione dei cosiddetti funzionari referenti, uno più per ciascuna Prefettura quali interlocutori periferici del Ministero dell'Interno per ogni questione di carattere specificatamente sociale o che abbia riflessi sociali. Inoltre, per dare conoscibilità all'attività sociale delle Prefetture è stata commissionata un'apposita indagine, in corso di pubblicazione, alla Fondazione CENSIS; ciò ha permesso di monitorare, per la prima volta in maniera puntuale, le iniziative adottate in periferia dal Prefetto sia come organo monocratico sia come presidente del Comitato Provinciale e Metropolitano della Pubblica Amministrazione che, come è noto, ha compiti di coordinamento delle attività statali in ambito provinciale, nonché di informazione e consulenza del Prefetto stesso. Inoltre, è stata rilanciata la formazione dei componenti (funzionari prefettizi ed assistenti sociali) dei Nuclei Operativi Tossicodipendenze presenti in ciascuna Prefettura per l'assolvimento dei compiti connessi all'applicazione del D.P.R. 309/90. Nell'arco di due anni (1995-96) sono stati organizzati, con la collaborazione del LABOS, dieci corsi seminariali di formazione ed aggiornamento che hanno consentito ai partecipanti di approfondire le problematiche inerenti alle loro funzioni oltreché di compiere un positivo interscambio su modalità operative ed esperienze rilevanti. In prospettiva, la formazione degli operatori dovrebbe arricchirsi ed ampliarsi in relazione all'estensione dei compiti dei N.O.T. che di fatto hanno assunto anche altre competenze nel campo del sociale (immigrati, minori, anziani, etc.). Inoltre, nell'attività di formazione mirata dovrebbero
essere inclusi anche i funzionari referenti che, per la delicatezza delle funzioni che
sono chiamati a svolgere necessitano di una conoscenza approfondita delle tematiche di
natura sociale. RISORSE: Le risorse impiegate sino ad oggi sono state reperite all'interno dei capitoli di bilancio gestiti dalla Direzione Generale dei Servizi Civili. Nello specifico, per la formazione, lo stanziamento per il 1996 ammonta a lire 58.050.000 sul capitolo 4242 destinato a spese di gestione inerente progetti tossicodipendenza; inoltre, gli oneri relativi all'organizzazione tecnico-logistica sono generalmente assunti dalla Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno presso la cui sede si tengono i corsi di formazione e le giornate di studio. L'eventuale incremento del medesimo capitolo consentirebbe di ampliare e differenziare le iniziative di formazione nel senso sopra indicato, approfondendo anche le problematiche rilevanti in ambito sociale e coinvolgendo anche i funzionari referenti. Inoltre, si potrebbero moltiplicare le occasioni di formazione ed aggiornamento professionale con l'organizzazione dei seminari, oltre che presso la citata Scuola Superiore, anche in sede decentrata, ad esempio raggruppando il personale per regione. Per quanto riguarda, invece, la diffusione
della conoscenza delle iniziative sociali delle Prefetture, nell'ambito dei capito
di bilancio assegnati a questa Direzione Generale è previsto il capitolo 4237 (spese
connesse con attività a carattere promozionale e di sperimentazione: studi, ricerche,
convegni, etc.) che, pur avendo per il 1996 uno stanziamento apparentemente cospicuo (lire
376 milioni), è destinato a coprire le diverse attività di tutti gli uffici e servizi
della Direzione Generale stessa. Azioni di contrasto contro lo
sfruttamento, la violenza ed il maltrattamento dei bambini. INIZIATIVA : Ministero dell'Interno Ministero Pari Opportunità Ministero degli Affari Esteri Conferenza Stato Regioni Conferenza Stato Città OGGETTO : Qualificare le iniziative del Governo nel campo della lotta
alla violenza ed allo sfruttamento a danno dei minori. INIZIATIVA DEL MINISTERO DELL'INTERNO PROGETTO ARCOBALENO La rilevata accentuazione quali-quantitativa delle fenomenologie criminose inerenti ai minori - sia come autori che come soggetti passivi - ha posto l'esigenza di migliorare ed intensificare la pertinente azione di polizia. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha, quindi, elaborato e dato avvio ad un progetto, denominato "Arcobaleno", volto a rimodulare e potenziare gli interventi svolti dalle Questure sia sul piano della prevenzione e soccorso pubblico che su quello di contrasto. Il momento territoriale di tale progetto si incentra nella costituzione, presso tutte le Questure, in base alla direttiva dell'8 maggio 1996, di "Uffici Minori" nell'ambito delle Divisioni Anticrimine, allo scopo di creare un polo permanente di riferimento per una coordinata mobilitazione di tutte le risorse di carattere informativo ed operativo utili all'espletamento degli specifici compiti di istituto. Il numero di soccorso pubblico "113" rappresenta, poi, un rapido mezzo per l'attivazione delle procedure di intervento, specie di carattere emergenziale, in favore del minore, con i qualificanti apporti dei suddetti Uffici. Le nuove strutture, logisticamente idonea ad accogliere i minori vittime di violenza, sono incaricate, altresì, di raccordarsi efficacemente con tutti gli altri Enti pubblici e privati che nella medesima area territoriale operano nel settore minorile, in modo da concorrere a realizzare quella sinergia necessaria ad una più rispondente azione complessiva di tutela. La sensibilizzazione e la qualificazione del personale addetto agli Uffici Minori costituiscono un punto focale del progetto. I funzionari designati a dirigere tali uffici, unitamente ai Medici della Polizia di Stato che concorrono all'attuazione dell'iniziativa in ragione dei loro compiti e professionalità, sono stati pertanto chiamati a turno, a partire dal 27 maggio e sino al 12 luglio 1996, a frequentare presso l'Istituto Superiore di Polizia appositi seminari di aggiornamento, della durata di una settimana, sulle fenomenologie criminose coinvolgenti i minori e sugli interventi di tutela nei vari campi. Alle attività seminariali hanno partecipato, come relatori, magistrati, dirigenti della Polizia di Stato e dell'Amministrazione Civile dell'Interno, docenti universitari, funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione, psicologi, criminologi ed altri esperti della materia. In ciascun seminario si sono realizzati incontri di orientamento organizzativo ed operativo tra i frequentatori ed i rappresentanti di Enti pubblici e privati e di organismi internazionali (UNICEF, ECPAT, U.N.I.C.R.I.) operanti nel settore della tutela dei minori. Il progetto prevedeper tutto il personale chiamato ad operare nelle strutture in questione, una azione di sensibilizzazione, improntata alla più ampia conoscenza della Convenzione O.N.U. sui diritti dell'infanzia, ed attività di aggiornamento volte ad adeguare le competenze operative specifiche. I Questori hanno provveduto per la costituzione e l'organizzazione degli Uffici e già risultano rafforzati, in molte sedi, i contatti ed i rapporti di collaborazione con gli Enti locali ed i Servizi socio-assistenziali, i Tribunali dei Minori, i Centri per la Giustizia Minorile, le Associazioni di volontariato e gli Assessati alla Pubblica Istruzione; si opererà nella fondamentale prospettiva di agevolare e migliorare innanzitutto la circolarità delle informazioni - attualmente troppo parcellizzate - allo scopo di contribuire ad una più proficua applicazione della metodologia del coordinamento. Di particolare rilievo sono i rapporti di collaborazione con gli uffici delle Prefetture che si occupano del "sociale". A livello centrale, il progetto è gestito dal Servizio Anticrimine della Direzione Centrale della Polizia Criminale quale ufficio referente del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nella materia. Nel suo ambito è stata costituita un'apposita unità organizzativa che rappresenta un permanente punto di riferimento per i Questori nella loro veste di Autorità provinciali di pubblica sicurezza. Verrà, in particolare, realizzato un articolato sistema di monitoraggio delle fenomenologie delittuose inerenti ai minori nelle varie realtà territoriali. Tale sistema di "intelligence" dovrà, in particolare, migliorare l'attuale disponibilità di dati sul versante di minori vittime di reato (con particolare riguardo allo sfruttamento sessuale nelle sue varie espressioni, pornografia e prostituzione incluse), in sintonia con gli analoghi sforzi che si stanno svolgendo in altri Paesi ed a livello internazionale, soprattutto nell'ambito del sistema di cooperazione Interpol. La forte condivisione, a livello europeo ed internazionale, delle strategie di lotta ai gruppi delinquenziali dediti alla tratta ed allo sfruttamento dei minori costituisce una pregnante direttrice della specifica azione di polizia. Tale impegno si estrinseca nella più
attiva partecipazione ai vari fori di cooperazione (O.I.P.C. - Interpol, Europol ed intese
a livello bilaterale e multilaterale) per migliorare l'interscambio informativo di
carattere strategico e per gli interventi operativi in relazione ai singoli casi. INIZIATIVA MINISTERO AFFARI ESTERI E MINISTERO DEL
LAVORO Il Ministero degli Affari Esteri si impegna a:
Politica ed interventi di cooperazione
allo sviluppo. INIZIATIVA : Ministero degli Affari Esteri Ministero Solidarietà Sociale Ministero Ambiente Ministero Sanità Ministero Pubblica Istruzione Regioni ed Enti Locali OGGETTO : Promozione di progetti ed iniziative di cooperazione allo sviluppo a favore dell'infanzia nei Paesi in via di sviluppo. Il Ministero degli Affari Esteri si impegna a promuovere, attraverso lo strumento della Cooperazione allo sviluppo, le seguenti iniziative:
Su questi temi si attiveranno programmi mirati al recupero della loro identità culturale e alla tutela dei valori morali fondamentali, come ad esempio del diritto alla famiglia e all'integrazione nelle comunità locali.
Da parte italiana si considereranno tali programmi come prioritari nel quadro di possibili cofinanziamenti.
Attività di negoziazione in ambito bilaterale e multilaterale in materia minorile
INIZIATIVA : Ministero degli Affari Esteri Ministero per la Solidarietà Sociale Ministero Grazia e Giustizia OGGETTO : Nello svolgimento delle sue competenze specifiche il Ministero degli Affari Eesteri si impegna a :
Rilancio dell'attività negoziale internazionale già intrapresa sia a livello bilaterale che multilaterale. Elaborazione di nuovi strumenti normativi internazionali. Coordinamento tra le Amministrazioni nazionali e quelle di altri Stati soprattutto europei, partecipando attivamente a tutti i fori multilaterali promossi sul tema minorile. Ripresa dell'attività di negoziazione
internazionale in vista di intese bilaterali sull'adozione secondo i principi della
Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione
internazionale del 29 maggio 1993. Tale attività andrà rivolta alla conclusione di
accordi con i Paesi di provenienza degli adottandi che non hanno ancora ratificato la
Convenzione dell'Aja o che non siano conformati ad i principi in essa contenuti. I minori, i mass media ed i servizi
culturali. INIZIATIVA : Ministero della Pubblica Istruzione Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Ministero dell'Ambiente OGGETTO : Monitoraggio della situazione , i minori e la TV, Biblioteche, multimedialità. Sviluppo di iniziative, anche con riferimento alla scuola aperta (direttiva n.133/96). Il progetto "mediateche", che
prevede la raccolta e l'organizzazione di risorse multimediali con accesso informatico e
che permetta ai giovani di conoscere e familiarizzare con le nuove tecnologie, sarà
supportato dal Ministero dei Beni Culturali in stretta collaborazione con le regioni, gli
enti localiti ed il sistema produttivo di comunicazione. LE AZIONI DI PROMOZIONE DEL CENTRO
NAZIONALE E DEL DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI SOCIALI
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