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Caleranno del 42% i fondi per le politiche sociali e la Lombardia avrà complessivamente 45 milioni in meno
Anziani e disabili, servizi a rischio
"Con i tagli il pericolo è abbandonare 200mila persone"
L´assessore Abelli: anche noi subiamo la decisione di Roma, dobbiamo intervenire
I sindacati: la situazione è esplosiva I Ds: la Regione trovi i soldi da altri settori
LAURA ASNAGHI
 

  da Repubblica - 8 gennaio 2006


La finanziaria dimezza i fondi regionali per le politiche sociali e in Lombardia è già emergenza. A dichiararla sono i sindacati confederali degli anziani che rappresentano una delle "fasce deboli" più colpite da questo provvedimento. Con un appello ai politici Cgil, Cisl e Uil daranno il via domani alla battaglia su quello che sarà, per tutto il 2006, uno dei temi più caldi. Con il taglio dei fondi che, in Lombardia, passano da 109 milioni a 64, tutte le politiche sociali a favore degli anziani, ma anche dei disabili, dei tossicodipendenti e dei malati psichiatrici, rischiano di essere pesantemente compromesse. La riduzione è del 42 per cento, troppo per un settore che già faceva fatica a coprire i bisogni essenziali. «La situazione è esplosiva - denuncia Angelo Bonalumi della Camera del lavoro, responsabile del sindacato pensionati - e in una città come Milano che ha perso quasi 3 milioni e mezzo di euro, passando da 12 milioni e 300 mila euro a 8 milioni e 600 mila, è facile prevedere la chiusura di molti servizi». Ma proprio per scongiurare questa ipotesi, i sindacati confederali scendono in campo per aprire un confronto con i politici. «Se non si trovano dei correttivi - avverte Emilio Didoné della Cisl - andremo incontro a situazioni scandalose, con anziani e handicappati abbandonati a se stessi. A Milano, le persone che hanno bisogno di essere sostenute sono almeno 200mila, e senza soldi si creeranno drammi e disagi a catena». Anche la Uil lancia l´Sos: «I tagli sono inaccettabili - ricorda Pier Luigi Paolini, segretario della Uil di Milano - migliaia di famiglie rischiano di finire in ginocchio». Per capire chi pagherà e come per questi tagli, basta attendere i "piani di zona" che le Asl di tutta la Lombardia dovranno preparare entro il 20 e poi discuterli con i comuni. Lì si vedrà dove cadrà la mannaia e chi dovrà dire addio ai contributi economici, pur minimi, garantiti fino allo scorso anno.
Il quadro è preoccupante e lo stesso assessore regionale alla Famiglia e solidarietà sociale, Giancarlo Abelli, ammette: «Di fronte ai casi più clamorosi dovremo sicuramente intervenire». Però ribadisce: «Noi siamo stati i destinatari passivi di un taglio che non abbiamo condiviso e abbiamo cercato di contrastare in ogni modo. Ora la questione passa nelle mani dei comuni. I quali dovranno anche verificare come sono stati spesi i soldi finora. Il caso di Vigevano, dove una infermiera ausiliaria veniva usata anche come donna di servizio, è la dimostrazione che qualcosa non va». Il Pirellone conferma l´integrazione, con soldi regionali, circa cento milioni, del fondo per le politiche sociali, ma il taglio in bilancio non si sana affatto. «Mi stupisce la compostezza con cui Abelli ha accolto i tagli della Finanziaria - denuncia Ardemia Oriani, consigliere regionale diessina - . Dire che la "patata bollente" è nelle mani dei comuni non serve a niente. Abelli sa bene che i comuni da soli non ce la possono fare. E allora, prima che la questione esploda in tutta la sua drammaticità, diamoci da fare». E visto che il problema è quello di reperire fondi, Ardemia Oriani propone di cercarli. Ma come? «Si tratta di dirottare sulle politiche sociali soldi destinati a settori che meno sentono la crisi».