www.segnalo.it - Politica dei servizi sociali - Saggi e Articoli
HOME PAGE |
Caleranno
del 42% i fondi per le politiche sociali e la Lombardia avrà
complessivamente 45 milioni in meno
Anziani e disabili, servizi a rischio
"Con i tagli il pericolo è abbandonare 200mila persone"
L´assessore Abelli: anche noi subiamo la decisione di Roma, dobbiamo
intervenire
I sindacati: la situazione è esplosiva I Ds: la Regione trovi i soldi da
altri settori
LAURA ASNAGHI
La finanziaria dimezza i fondi regionali per le politiche sociali e in Lombardia
è già emergenza. A dichiararla sono i sindacati confederali degli anziani che
rappresentano una delle "fasce deboli" più colpite da questo provvedimento. Con
un appello ai politici Cgil, Cisl e Uil daranno il via domani alla battaglia su
quello che sarà, per tutto il 2006, uno dei temi più caldi. Con il taglio dei
fondi che, in Lombardia, passano da 109 milioni a 64, tutte le politiche sociali
a favore degli anziani, ma anche dei disabili, dei tossicodipendenti e dei
malati psichiatrici, rischiano di essere pesantemente compromesse. La riduzione
è del 42 per cento, troppo per un settore che già faceva fatica a coprire i
bisogni essenziali. «La situazione è esplosiva - denuncia Angelo Bonalumi della
Camera del lavoro, responsabile del sindacato pensionati - e in una città come
Milano che ha perso quasi 3 milioni e mezzo di euro, passando da 12 milioni e
300 mila euro a 8 milioni e 600 mila, è facile prevedere la chiusura di molti
servizi». Ma proprio per scongiurare questa ipotesi, i sindacati confederali
scendono in campo per aprire un confronto con i politici. «Se non si trovano dei
correttivi - avverte Emilio Didoné della Cisl - andremo incontro a situazioni
scandalose, con anziani e handicappati abbandonati a se stessi. A Milano, le
persone che hanno bisogno di essere sostenute sono almeno 200mila, e senza soldi
si creeranno drammi e disagi a catena». Anche la Uil lancia l´Sos: «I tagli sono
inaccettabili - ricorda Pier Luigi Paolini, segretario della Uil di Milano -
migliaia di famiglie rischiano di finire in ginocchio». Per capire chi pagherà e
come per questi tagli, basta attendere i "piani di zona" che le Asl di tutta la
Lombardia dovranno preparare entro il 20 e poi discuterli con i comuni. Lì si
vedrà dove cadrà la mannaia e chi dovrà dire addio ai contributi economici, pur
minimi, garantiti fino allo scorso anno.
Il quadro è preoccupante e lo stesso assessore regionale alla Famiglia e
solidarietà sociale, Giancarlo Abelli, ammette: «Di fronte ai casi più clamorosi
dovremo sicuramente intervenire». Però ribadisce: «Noi siamo stati i destinatari
passivi di un taglio che non abbiamo condiviso e abbiamo cercato di contrastare
in ogni modo. Ora la questione passa nelle mani dei comuni. I quali dovranno
anche verificare come sono stati spesi i soldi finora. Il caso di Vigevano, dove
una infermiera ausiliaria veniva usata anche come donna di servizio, è la
dimostrazione che qualcosa non va». Il Pirellone conferma l´integrazione, con
soldi regionali, circa cento milioni, del fondo per le politiche sociali, ma il
taglio in bilancio non si sana affatto. «Mi stupisce la compostezza con cui
Abelli ha accolto i tagli della Finanziaria - denuncia Ardemia Oriani,
consigliere regionale diessina - . Dire che la "patata bollente" è nelle mani
dei comuni non serve a niente. Abelli sa bene che i comuni da soli non ce la
possono fare. E allora, prima che la questione esploda in tutta la sua
drammaticità, diamoci da fare». E visto che il problema è quello di reperire
fondi, Ardemia Oriani propone di cercarli. Ma come? «Si tratta di dirottare
sulle politiche sociali soldi destinati a settori che meno sentono la crisi».