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In Lombardia sono 757, la più nota è la Baggina
Ipab, l'accusa di Martinazzoli
"Troppo potere alla Regione"

Proposta di Tiziana Maiolo: "Va bene, ma gli enti locali indichino i direttori generali"
I presidenti degli enti che decidono di restare pubblici saranno nominati dal Pirellone
RODOLFO SALA

 

da Repubblica - 31 ottobre 2002


Il caso Ipab arriva in consiglio regionale, dove maggioranza e opposizione si preparano a un confronto che si annuncia durissimo. Oggi comincia in commissione la discussione della proposta di legge del centrodestra, e tra una paio di settimane il provvedimento verrà portato in aula per essere votato. Le posizioni restano molto lontane: la maggioranza vuole infatti riservare alla Regione la facoltà di nomina dei presidenti di quelle Ipab che decideranno di restare pubbliche (controllate per lo più dai Comuni). In Lombardia sono 757, quella più nota è la milanese Baggina: 114 operano come asili infantili, 221 come case di riposo, 59 sono enti erogatori di beneficenza, 176 svolgono attività socio-assistenziale, 187 si occupano di istruzione, formazione e lavoro, moltissime hanno un considerevole patrimonio immobiliare.
La nuova normativa regionale sulle Ipab si rende necessaria per applicare quella nazionale - legge Turco numero 328 - che lascia ai consigli di amministrazione degli enti di assistenza e di beneficenza la possibilità di diventare privati, trasformandosi in Fondazioni. Una possibilità, accusano le opposizioni, che in Lombardia diventerebbe quasi un obbligo, dal momento che i presidenti nominati dal Pirellone non garantirebbero la necessaria autonomia delle Ipab.
Sull´argomento ieri il gruppo regionale della Margherita ha tenuto un convegno, lanciando una proposta: emendare il progetto di legge del centrodestra, in modo che i presidenti di quelle Ipab che intendono rimanere enti di diritto pubblico continui a essere nominato dai consigli di amministrazione. «Se da parte del centrodestra - spiega il consigliere Paolo Danuvola - arrivasse la disponibilità a discutere di questo aspetto fondamentale della legge, il nostro atteggiamento al momento del voto potrebbe cambiare». Del resto, aggiunge Danuvola, «Regioni di centrodestra come il Piemonte e la Liguria hanno già deciso di attribuire la completa autonomia di nomina agli amministratori delle Ipab che non intendono diventare Fondazioni». Mino Martinazzoli, che ha concluso il convegno, sembra pessimista: «Quello che è accaduto con le Asl, si sta ripetendo ora con le Ipab: la Regione ha già il potere di nomina sui direttori generali delle aziende sanitarie e adesso vuole appropriarsi anche delle Ipab, a discapito degli enti locali».
È una preoccupazione condivisa anche a Palazzo Marino, soprattutto dall´assessore ai Servizi sociali Tiziana Maiolo. Che tuttavia, dopo aver condotto una polemica furibonda contro il «centralismo del Pirellone», ora appare più cauta. «Diciamo che occorre essere realisti - corregge Maiolo - perché la riforma del titolo V della Costituzione attribuisce alle Regioni una competenza esclusiva su questa materia: però si può arrivare a un compromesso». Eccolo: «La Regione nomini pure il presidente delle Ipab che restano pubbliche, ma siano gli enti locali a indicare il direttore generale». Proposta bocciata da Danuvola: «Che il Comune di Milano sia disposto a farsi nominare il presidente della Baggina da Formigoni mi sembra davvero il massimo». Ma il dibattito è solo all´inizio.