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ORIANA FALLACI: L'ITALIA DIVISA E L'AMERICA
«È un paese così diviso l’Italia,
così fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche
all’interno dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno
quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo, perdio! Gelosi,
biliosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali.
Alla propria carrieruccia, alla propria gloriuccia, alla propria popolarità
di periferia. Per i propri interessi personali si fanno i dispetti, si
tradiscono, si accusano, si sputtanano... Io sono assolutamente convinta
che, se Usama Bin Laden facesse saltare in aria la torre di Giotto o la
torre di Pisa, l’opposizione darebbe la colpa al governo. E il governo
darebbe la colpa all’opposizione. I capoccia del governo e i capoccia
dell’opposizione, ai propri compagni e ai propri camerati. E detto ciò,
lasciami spiegare da che cosa nasce la capacità di unirsi che caratterizza
gli americani. Nasce dal loro patriottismo».
«Io sono italiana. Sbagliano gli sciocchi che mi credono ormai americana. Io
la cittadinanza americana non l’ho mai chiesta. Anni fa un ambasciatore
americano me la offrì sul Celebrity Status, e dopo averlo ringraziato gli
risposi: “ Sir, io all’America sono assai legata. Ci litigo sempre, la
rimprovero sempre, eppure le sono profondamente legata. L’America per me é
un amante anzi un marito al quale restrò sempre fedele. Ammesso che non mi
faccia le corna. Voglio bene a questo marito. E non dimentico mai che se non
si fosse scomodato a fare la guerra a Hitler e Mussolini, oggi parlerei
tedesco. Non dimentico mai che se non avesse tenuto testa all’Unione
Sovietica, oggi parlerei russo. Gli voglio bene e m’è simpatico. Mi piace ad
esempio il fatto che quando arrivo a New York e porgo il passaporto col
certificato di residenza, il doganiere mi dica con un gran sorriso: “Welcome
home, benvenuta a casa”. Mi sembra un gesto così generoso, così affettuoso.
Inoltre mi ricorda che l’America è sempre stata il Rifugium Peccatorum della
gente senza patria. Ma io la patria ce l’ho già, Sir. La mia patria è
l’Italia, e l’ Italia è la mia mamma».
Il fatto è che l'America è un paese speciale, caro mio. Un paese da
invidiare, di cui esser gelosi, per cose che non hanno nulla a che fare con
la ricchezza eccetera. Lo è perché è nato da un bisogno dell'anima, il
bisogno d'avere una patria, e dall'idea più sublime che l'Uomo abbia mai
concepito: l'idea della Libertà, anzi della libertà sposata all'idea di
uguaglianza. Lo è anche perché a quel tempo l'idea di libertà non era di
moda. L'idea di uguaglianza, nemmeno. Non ne parlavano che certi filosofi
detti Illuministi, di queste cose. Non li trovavi che in un costosissimo
librone a puntate detto l'Encyclopedie, questi concetti. E a parte gli
scrittori o gli altri intellettuali, a parte i principi e i signori che
avevano i soldi per comprare il librone o i libri che avevano ispirato il
librone, chi ne sapeva nulla dell'Illuminismo? Non era mica roba da
mangiare, l'Illuminismo! Non ne parlavan neppure i rivoluzionari della
Rivoluzione Francese, visto che la Rivoluzione Francese sarebbe incominciata
nel 1789 ossia tredici anni dopo la Rivoluzione Americana che scoppiò nel
1776. (Altro particolare che gli antiamericani del
bene-agli-americani-gli-sta-bene ignorano o fingono di dimenticare. Razza di
ipocriti).
È un paese speciale, un paese da invidiare, inoltre, perché quell'idea venne
capita da contadini spesso analfabeti o comunque ineducati. I contadini
delle colonie americane. E perché venne materializzata da un piccolo gruppo
di leader straordinari: da uomini di grande cultura, di gran qualità. The
Founding Fathers, i Padri Fondatori. Ma hai idea di chi fossero i Padri
Fondatori, i Benjamin Franklin e i Thomas Jefferson e i Thomas Paine e i
John Adams e i George Washington eccetera? Altro che gli avvocaticchi (come
giustamente li chiamava Vittorio Alfieri) della Rivoluzione Francese! Altro
che i cupi e isterici boia del Terrore, i Marat e i Danton e i Saint Just e
i Robespierre! Erano tipi, i Padri Fondatori, che il greco e il latino lo
conoscevano come gli insegnanti italiani di greco e di latino (ammesso che
ne esistano ancora) non lo conosceranno mai. Tipi che in greco s'eran letti
Aristotele e Platone, che in latino s'eran letti Seneca e Cicerone, e che i
principii della democrazia greca se l'eran studiati come nemmeno i marxisti
del mio tempo studiavano la teoria del plusvalore. (Ammesso che la
studiassero davvero). Jefferson conosceva anche l'italiano. (Lui diceva
«toscano»). In italiano parlava e leggeva con gran speditezza. Infatti con
le duemila piantine di vite e le mille piantine di olivo e la carta da
musica che in Virginia scarseggiava, nel 1774 il fiorentino Filippo Mazzei
gli aveva portato varie copie d'un libro scritto da un certo Cesare Beccaria
e intitolato «Dei Delitti e delle Pene». Quanto all'autodidatta Franklin,
era un genio. Scienziato, stampatore, editore, scrittore, giornalista,
politico, inventore. Nel 1752 aveva scoperto la natura elettrica del fulmine
e aveva inventato il parafulmine. Scusa se è poco. E fu con questi leader
straordinari, questi uomini di gran qualità, che nel 1776 i contadini spesso
analfabeti e comunque ineducati si ribellarono all'Inghilterra. Fecero la
guerra d'indipendenza, la Rivoluzione Americana.
Bè... Nonostante i fucili e la polvere da sparo, nonostante i morti che ogni
guerra costa, non la fecero coi fiumi di sangue della futura Rivoluzione
Francese. Non la fecero con la ghigliottina e coi massacri della Vandea. La
fecero con un foglio che insieme al bisogno dell'anima, il bisogno d'avere
una patria, concretizzava la sublime idea della libertà anzi della libertà
sposata all'uguaglianza. La Dichiarazione d'Indipendenza. «We hold these
Truths to be self-evident... Noi riteniamo evidenti queste verità. Che tutti
gli Uomini sono creati uguali. Che sono dotati dal Creatore di certi
inalienabili Diritti. Che tra questi Diritti v'è il diritto alla Vita, alla
Libertà, alla Ricerca della Felicità. Che per assicurare questi Diritti gli
Uomini devono istituire i governi...». E quel foglio che dalla Rivoluzione
Francese in poi tutti gli abbiamo bene o male copiato, o al quale ci siamo
ispirati, costituisce ancora la spina dorsale dell'America. La linfa vitale
di questa nazione. Sai perché? Perché trasforma i sudditi in cittadini.
Perché trasforma la plebe in Popolo. Perché la invita anzi le ordina di
governarsi, d'esprimere le proprie individualità, di cercare la propria
felicità. Tutto il contrario di ciò che il comunismo faceva proibendo alla
gente di ribellarsi, governarsi, esprimersi, arricchirsi, e mettendo Sua
Maestà lo Stato al posto dei soliti re. «Il comunismo è un regime
monarchico, una monarchia di vecchio stampo. In quanto tale taglia le palle
agli uomini. E quando a un uomo gli tagli le palle non è più un uomo» diceva
mio padre. Diceva anche che invece di riscattare la plebe il comunismo
trasformava tutti in plebe. Rendeva tutti morti di fame.
Bè, secondo me l'America riscatta la plebe. Sono tutti plebei, in America.
Bianchi, neri, gialli, marroni, viola, stupidi, intelligenti, poveri,
ricchi. Anzi i più plebei sono proprio i ricchi. Nella maggioranza dei casi,
certi piercoli! Rozzi, maleducati. Lo vedi subito che non hanno mai letto
Monsignor della Casa, che non hanno mai avuto nulla a che fare con la
raffinatezza e il buon gusto e la sophistication. Nonostante i soldi che
sprecano nel vestirsi, ad esempio, son così ineleganti che in paragone la
regina d'Inghilterra sembra chic. Però sono riscattati, perdio. E a questo
mondo non c'è nulla di più forte, di più potente, della plebe riscattata. Ti
rompi sempre le corna con la Plebe Riscattata. E con l'America le corna se
le sono sempre rotte tutti. Inglesi, tedeschi, messicani, russi, nazisti,
fascisti, comunisti. Da ultimo se le son rotte perfino i vietnamiti che dopo
la vittoria son dovuti scendere a patti con loro sicché quando un ex
presidente degli Stati Uniti va a fargli una visitina toccano il cielo con
un dito. «Bienvenu, Monsieur le President, bienvenu!». Il guaio è che i
vietnamiti non pregano Allah. E con i figli di Allah la faccenda sarà dura.
Molto lunga e molto dura. Ammenoché il resto dell'Occidente non smetta di
farsela addosso. E ragioni un po' e gli dia una mano.