Negli ultimi decenni, in tutti
i paesi industrializzati, le donne hanno progredito enormemente,
riducendo in quasi tutti i campi il divario che le separava
dagli uomini. Pure, le differenze rimangono e sono
particolarmente vistose nei settori piu’ importanti, e nelle
posizioni piu’ pagate. Perche’?
Le ragioni della differenza
Molte sono le ragioni addotte
per spiegare la persistenza di questo divario. Per esempio, una
spiegazione naturale e’ che le pratiche di discriminazione
rimangono, anche se ora sono meno evidenti, piu’ sottili. Una
seconda spiegazione e’ che le donne preferiscono (o devono)
posporre o addirittura non fare investimenti sulle proprie
capacità per ragioni familiari. Senza voler nulla
togliere a queste possibili spiegazioni, è stata avanzata
recentemente una nuova ipotesi secondo la quale la differenza
persistente tra uomini e donne potrebbe essere spiegata dal
diverso atteggiamento assunto in contesti competitivi: gli
uomini avrebbero una spinta più forte delle donne a raggiungere
prestazioni superiori. Questa ipotesi e’stata sottoposta a
una verifica sperimentale.
Esperimenti
In un primo esperimento,
soggetti di eta’ intorno ai 22 anni, studenti al
Technion (Haifa, Israele) sono stati invitati a risolvere
semplici problemi al computer (trovare il sentiero in un
labirinto) in gruppi di sei persone. Nei diversi trattamenti
cambiava il modo in cui i soggetti venivano pagati e la
composizione per sesso del gruppo dei partecipanti.
In un primo trattamento
i soggetti venivano pagati in proporzione al numero di problemi
risolti correttamente, indipendentemente dalla prestazione degli
altri. In questo caso la prestazione media, sia in gruppi misti
che omogenei, e’ stata di circa dieci problemi risolti per
ogni soggetto, con una lieve differenza a favore dei maschi. Il secondo
trattamento era competitivo: il pagamento per ogni labirinto
era di sei volte superiore, ma veniva corrisposto solo a chi
avesse risolto il maggior numero di problemi. Il numero medio di
problemi risolti qui e’ passato da dieci a quindici per gli
uomini, ma e’ rimasto invariato per le donne. Terzo
trattamento: il pagamento e’ come nel secondo (solo il
migliore viene pagato) ma i gruppi ora sono omogenei. La
prestazione degli uomini non cambia rispetto alla precedente,
quella delle donne migliora di poco.
In un secondo esperimento,
bambini intorno ai sei anni di età hanno corso in una
pista, prima da soli, ad una velocita’ circa uguale per uomini
e donne. In un secondo tempo, i bambini che hanno corso a una
velocita’ uguale sono stati fatti correre in coppia, e la
velocita’ dei maschi e’ migliorata notevolmente, mentre
quella delle femmine e’ rimasta invariata o e’ peggiorata.
Cosa si può tentare di
concludere? Da questi esperimenti parrebbe che uomini e donne,
anche non della stessa eta’ , reagiscono diversamente di
fronte alla competizione, e che gli uomini hanno, per una
qualche ragione, maggiori stimoli delle donne. Le ragioni
per spiegare queste differenze possono essere diverse:intanto
due possibili spiegazioni (che la differenza sia basata sul
processo di socializzazione già avviato in bambini di nove
anni, o che sia invece piu’ profonda) sono possibili. Comunque
la differenza sembra esserci ed e’ importante.
Possibili conseguenze
Che cosa può discendere da
questi risultati? Una prima conseguenza può essere ravvisata
nelle politiche di selezione del personale. Se per
ottenere un determinato posto sono necessarie qualita’
diverse, un processo di selezione basato su meccanismi
competitivi inevitabilmente porterà a scegliere persone
sbagliate.
E’ questa una base per
difendere l’"azione positiva’’ (affirmative
action), favorendo di fatto la discriminazione sessuale?
Niente affatto. Ma è evidente che ogni istituzione o contratto
dovra’ tenere conto di questa differenza, e non assumere che
essa non esista.
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