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Sempre più
dura la polemica sull´aborto. L´Udc presenta la sua proposta d´inchiesta
parlamentare. Interruzione di gravidanza, una su 4 è straniera
Offensiva di Storace: "Vigilare sui consultori"
SEGUE A PAGINA 2
Formalizzata la richiesta centrista di indagine parlamentare, divisioni nel
centrodestra. L´Unione: il ministro si dimetta
Aborto, Storace all´attacco
"Controllare i consultori"
L´Osservatore: fanno solo certificati per fermare la gravidanza
Bertinotti: ogni tentativo di modificare la legge 194 deve essere stroncato
MARIO REGGIO
ROMA
- La polemica politica sull´applicazione della legge sull´aborto e sulla
gestione dei consultori infuoca il confronto tra i partiti a fine legislatura.
Come anticipato due giorni fa, il capogruppo dell´Udc alla Camera Luca Volontè
ha formalizzato la richiesta di un´indagine parlamentare sull´applicazione della
194. E il ministro Storace annuncia una proposta alle Regioni per monitorare e
vigilare sull´attività dei consultori, in primo luogo sulle pratiche di
prevenzione dell´aborto. L´offensiva è sostenuta dall´Osservatore Romano: la
«legge 194 è stata mal applicata, fino ad ora, nella sua integrità», ne è stato
violato «lo spirito». «Si è ritenuto che l´unica forma di prevenzione
all´interruzione volontaria della gravidanza fosse la contraccezione. E in tal
senso i consultori familiari invece che centri di vita, sono stati, in gran
parte, purtroppo meri dispensatori di certificati per l´aborto».
Con l´Udc anche il ministro della Salute Francesco Storace, il primo a parlare
della presenza dei volontari del Movimento per la vita nei consultori pubblici.
Il centro-destra si premura di ripetere: «Non vogliamo modificare la legge 194»,
ma l´opposizione non si fida. Il segretario di Rifondazione Comunista, Fausto
Bertinotti, avverte: «giù le mani dalla 194, ogni tentativo di modificarla va
stroncato sul nascere». E Roberto Villetti, dello Sdi, attribuisce al cardinale
Camillo Ruini il tentativo di «scassinare» il funzionamento della legge. Mentre
un´indagine, per il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, andrebbe
fatta sulla «malasanità» e le conseguenze dei tagli.
E Barbara Pollastrini, dei Ds, reclama come Marco Rizzo del Pdci le dimissioni
di Storace. Un ministro della sanità «che nega salute e benessere alle donne -
osserva la responsabile donne dei Ds - dovrebbe solo chiedere scusa e
dimettersi». Pollastrini chiede a Stefania Prestigiacomo, ministro delle Pari
opportunità, di prendere una posizione chiara di fronte a quello che considera
un «attacco alla libertà e alla responsabilità» delle donne. Ma anche fra i
cattolici dell´Unione, l´iniziativa non sembra trovare consensi: Giuseppe
Fioroni, della Margherita, ricorda che l´indagine «fu già fatta dal governo di
centrosinistra, promossa dall´allora ministro Bindi»; mentre l´Udeur ritiene che
il discorso vada affrontato «il primo giorno della prossima legislatura».
Un parere che, dal fronte opposto, coincide con quello del radicale Daniele
Capezzone, che chiede di parlarne dopo il voto per evitare di fare propaganda
elettorale. Nel centrodestra, se la Lega, con Francesca Martini, è favorevole ad
una commissione sull´applicazione della legge, il partito che presenta le
posizioni più articolate è Forza Italia. Il vice coordinatore Fabrizio Cicchitto
giudica «ragionevole» la richiesta dell´Udc, ma precisa che a suo parere la
legge «ha funzionato»; mentre Grazia Sestini, sottosegretario al Welfare,
afferma che quello che c´era da sapere si sa, visto che ogni anno il ministro
della Salute deve presentare la relazione sul funzionamento dei consultori. E il
ministro Storace l´ha illustrata il 19 ottobre del 2005. Cicchitto boccia la
proposta di aprire i consultori al Movimento per la vita, sostenuta da Storace e
attorno alla quale, invece, fa quadrato An. Il portavoce Andrea Ronchi ribadisce
che non è in gioco la legge in quanto tale, ma la possibilità di un «pluralismo»
nei consultori.
IL
CASO
La scelta dei tecnici del ministero. La casa produttrice chiederà la
registrazione del farmaco in Italia
E sugli acquisti della pillola abortiva decide il
Consiglio superiore di Sanità
ROMA
- L´annunciato summit tra i tecnici del ministero della Salute sulla 194 e la
pillola abortiva Ru486 si è concluso ieri sera. Cosa ne è uscito fuori, al di là
del comunicato ufficiale? In primo luogo la decisione di affidare al Consiglio
superiore di Sanità «le questioni relative all´acquisto all´estero della pillola
abortiva», che non è ancora commercializzata in Italia. A prima vista sembra
un´ulteriore «scoglio» alla sperimentazione del farmaco iniziata al Sant´Anna di
Torino. In realtà il Consiglio dovrà valutare se la procedura adottata, vale a
dire l´uso di un dosaggio tradizionale o dimezzato, può avere effetti positivi
sulla terapia. L´obiettivo è capire se l´uso ridotto porta a una diminuzione
degli effetti collaterali per la donna.
Sempre a proposito della Ru486, ieri mattina dai microfoni di Radio Radicale, il
sottosegretario alla Salute Domenico Di Virgilio, ha annunciato che «la casa
farmaceutica Exelgyn, produttrice della Ru486 sarebbe in procinto di presentare
all´Agenzia italiana del farmaco la richiesta di registrazione del prodotto». Se
lo farà, come ha annunciato nei giorni scorsi l´amministratore delegato
dell´azienda, sarà la fine di tutte le polemiche. Assieme alla richiesta
presenterà i risultati delle sperimentazioni scientifiche approvate nella
stragrande maggioranza dei paesi europei dove è già in vendita da anni, per
avere sicuramente il via definitivo dall´Aifa.
L´altro terreno di scontro è la procedura seguita dall´ospedale toscano di
Pontedera che ha chiesto l´importazione diretta dall´estero della Ru486. Ieri, i
farmaci destinati a quattro donne che avevano deciso di sottoporsi all´aborto
farmacologico, si erano smarrite in giro per l´Italia. Sono state trovate in
serata a Roma, e saranno disponibili solo oggi, ma è troppo tardi. Le quattro
donne dovranno sottoporsi all´aborto chirurgico. Nella riunione tecnica del
ministero, presieduta dal ministro Storace, la seconda decisione riguarda la
preparazione di una bozza d´accordo, da proporre alle Regioni per monitorare
l´attuazione di alcuni articoli della 194, tra i quali quello che prevede la
possibilità del coinvolgimento delle associazioni di volontariato nei
consultori.
(ma. re.)