Non sarà più possibile, per le coppie sterili, ricorrere a un donatore
esterno. La Camera, che ha approvato i primi sei articoli della legge
sulla fecondazione, ha infatti bocciato l’inseminazione eterologa. La
procreazione assistita sarà consentita solo all’interno della coppia.
Una decisione duramente contestata dall’opposizione, che teme i «viaggi
della speranza» all’estero. Anche le «coppie di fatto» potranno
ricorrere alle tecniche di procreazione assistita «omologa», mentre sono
esclusi i single e gli omosessuali. Per il Vaticano, il riconoscimento del
diritto dei conviventi a ricorrere alla terapia è un errore, un via
libera indiretto alla legalizzazione delle famiglie di fatto. La seconda
giornata di votazioni ha di nuovo spaccato i Poli. I cattolici hanno fatto
muro. Il ruolo di Casini. Protesta delle donne. Alle pagine 2 e 3
Accattoli, Folli,
Guerzoni Porciani, Serra e Zuccolini
No
della Camera alla fecondazione eterologa
Bocciata la
tecnica che utilizza il seme estraneo alla coppia. Via libera
all’omologa anche per le unioni di fatto. Esclusi gay e single
ROMA - «È vietato
il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo
eterologo». Tre righe appena, approvate dalla Camera dei deputati al
culmine di una giornata tra le più tormentate di questa legislatura. Dopo
il riconoscimento dei diritti del «concepito», il blocco cattolico
trasversale ai Poli ha raggiunto due obiettivi chiave. L’approvazione
(con 276 sì e 150 no) dell’articolo 4 della legge sulla fecondazione
artificiale, che vieta il ricorso a un donatore estraneo alla coppia. E
l’esclusione dei «single» dalle tecniche per la procreazione
assistita, che dovranno essere applicate con gradualità e nel modo meno
invasivo possibile. È consentita solo la fecondazione omologa, che
utilizza gameti provenienti dalla coppia: una tecnica cui si potrà
ricorrere solo quando sia stata accertata l’impossibilità di risolvere
la sterilità. Alla fecondazione omologa potranno accedere le coppie
maggiorenni, sposate o conviventi. Ma se i centri specializzati apriranno
le porte alle «coppie di fatto», dovranno dire no a quelle omosessuali.
La legge, che potrebbe essere approvata martedì alla ripresa del voto,
appare più restrittiva rispetto alle norme in vigore in altri Paesi:
l’opposizione denuncia il rischio dei «viaggi della speranza»
all’estero. Ultimo nodo cruciale, le misure di tutela dell’embrione.
LO SCONTRO - La battaglia ha visto maggioranza e opposizione dividersi
secondo coscienza (anche il governo ha lasciato libertà di voto). Otto
ore di contraddittorio appassionato, a tratti infuocato, non hanno mutato
le posizioni di partenza. Laici contro cattolici, alleanze politiche
lacerate da convinzioni etiche e religiose. La maggioranza dei Ds ha
votato a favore dell’eterologa, la componente cristiano-sociale contro.
Le donne della Margherita si sono fronteggiate a colpi di citazioni
bibliche. Unici gruppi compatti: Udc e Lega, contrari alla fecondazione
eterologa. E, sul fronte opposto, Prc e Pdci, contrari a una legge
definita «orrenda» e «oscurantista».
ETEROLOGA - Per due volte il fronte trasversale dei cattolici ha rischiato
di finire in minoranza. Tutti gli emendamenti all’articolo 4 con cui Ds,
Rifondazione, Pdci, Verdi e popolari della Margherita speravano di
consentire il ricorso alla fecondazione eterologa, sono stati respinti.
Non hanno avuto miglior fortuna alcuni emendamenti firmati da esponenti
laici della Cdl. Alessandra Mussolini di An, Bobo Craxi e Chiara Moroni
del Nuovo Psi si son visti bocciare un emendamento che avrebbe consentito
la fecondazione eterologa caso per caso, dopo il parere di una commissione
scientifica. Sottoscritto «in corsa» dai forzisti Alfredo Biondi e
Niccolò Ghedini e votato a scrutinio segreto, è stato respinto per otto
voti di scarto. Un soffio.
SOLO LE COPPIE - L’articolo 5, approvato integralmente, prevede che
possano accedere alle tecniche «coppie di maggiorenni di sesso diverso,
coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi».
Respinto invece, a larga maggioranza (356 no, 64 sì, 16 astenuti) un
emendamento del leghista Alessandro Cè, che escludeva le coppie di fatto
«in difesa della famiglia tradizionale». Contrario Ignazio La Russa, di
An: «La convivenza ha pari dignità».
ALTRI NODI - Con gli articoli 2, 3 e 6 la Camera ha detto sì a uno
stanziamento di due milioni di euro per la ricerca e sì al consenso
informato. I consultori dovranno prospettare alle coppie la possibilità
di un’adozione. Restano da discutere passaggi delicati: la possibilità
di adottare embrioni già prodotti, il numero di embrioni che possono
essere impiantati e l’aborto selettivo di gravidanze plurigemellari.
Monica Guerzoni
IL GINECOLOGO
«In Svezia la soluzione
giusta: il registro dei padri biologici»
Giuseppe Benagiano: «Nella legge ci sono incongruenze, occorre tutelare
la donna»
ROMA - In Gran
Bretagna sono stati stabiliti i princìpi generali. I casi non contemplati
dalla legge vengono sottoposti all’esame di una Commissione governativa
che decide se autorizzare le procedure richieste. Giuseppe Benagiano,
segretario della federazione mondiale dei ginecologi, ex direttore
dell’Istituto Superiore di Sanità, guarda al modello inglese sulla
procreazione medicalmente assistita come uno dei migliori in Europa.
Secondo lei il divie t o di ricorrere alle tecniche eterologhe danneggerà
le coppie sterili che saranno obbligate a rivolgersi a centri esteri?
«È un argomento che non mi convince. L’eterologa è ammessa in tutta
Europa ma ciò non significa che l’Italia non abbia il diritto di
escluderla. Certo è fatale che questo limite condurrà le coppie più
danarose all’estero. Una discriminazione, ma non è l’elemento
determinante in favore dell’eterologa».
E qual è la ragione per cui queste tecniche dovrebbero trovare asilo
anche da noi?
« Diversi studi hanno dimostrato che i figli dell’eterologa sul piano
psicologico e fisico non sono danneggiati, sono uguali ai figli
dell’omologa. Quindi trovo che queste metodiche siano compatibili con
una legge che si propone di tutelare tutti i soggetti, compreso il
concepito».
Ha delle proposte?
«Era stata ipotizzata la creazione di un’ authority che decidesse caso
per caso se permettere l’uso dell’eterologa quando altre strade
fossero impraticabili. Era una buona ipotesi . Una soluzione condivisibile
l’hanno trovata gli svedesi, non certo dei bigotti. L’eterologa è
ammessa così come il diritto del figlio a conoscere una volta maggiorenne
il genitore biologico. C’è un registro di donatori».
Come giudica la legge in discussione ?
« Temo che la formulazione iniziale risulti d’ostacolo alle coppie e
alla donna. Si dovrebbe evitare di entrare nei dettagli, come hanno scelto
gli inglesi. È una legge che segue un tipo di impostazione filosofica. E
questo a mio parere è sbagliato. I parlamentari non dovrebbero lasciarsi
guidare dalla loro etica personale ma dalla necessità di arrivare a norme
che non danneggino donna e bambino . Il testo contiene alcune incongruenze».
Quali?
«Viene permessa la diagnosi preimpianto sugli embrioni ma poi è previsto
che gli embrioni vadano comunque trasferiti in utero. E questo anche se
sono portatori di anomalie genetiche che mettono a rischio la salute del
bambino. Non ha senso procedere in questo modo. Di fronte alla prospettiva
di un figlio seriamente malato la donna potrebbe decidere di abortire. Non
le sembra una mostruosità?».
Margherita De Bac mdebac@corriere.it
L’AVVOCATO
«Stabilire i divieti e le
sanzioni: questa sarà la sfida più delicata»
Annamaria
Bernardini de Pace: «Come comportarsi con chi andrà a concepire
all’estero?»
MILANO - Da donna,
si sente sollevata. Da avvocato, si sente angosciata. Perché, in ogni
caso, l’esclusione della fecondazione eterologa dalla legge a tutela del
concepimento, che il Parlamento sta faticosamente approvando, nasconde una
serie di insidie poi difficili da gestire. Almeno in assenza di regole
lungimiranti. Proviamo a individuarle. Avvocato Annamaria Bernardini de
Pace, chiariamo anzitutto una cosa. L’embrione è giuridicamente
tutelato oppure no?
«Su questo punto è molto preciso l’articolo 1 del codice civile: la
capacità giuridica si acquista con la nascita. Non prima. Altrimenti
sarebbe impossibile abortire. Gli embrioni hanno dei limitatissimi
"diritti": la capacità di ricevere donazioni e di essere
destinatari di disposizioni testamentarie. Ma, di fatto, questi diritti si
acquisiscono con la nascita».
Passiamo alla fecondazione assistita omologa. Quali sono i limiti da un
punto di vista legislativo?
«I limiti stanno, appunto, nell’assenza di una legge. Perché finora i
giudici hanno agito in mancanza di regole precise. Bisogna, invece, poter
prevedere situazioni limite: come quello della donna che dopo la
separazione decida l’impianto di un embrione, senza il consenso del
padre. Ebbene, quella donna può intentare causa di riconoscimento e la
vincerebbe anche».
Rappresenta un vantaggio o uno svantaggio l’aver vietato la fecondazione
eterologa?
«Il tema è delicatissimo. Vietare una cosa implica sanzionarla. Che cosa
fare, allora, con quanti andranno all’estero per concepire un bambino? E
cosa fare nel caso di un padre che volesse disconoscere il figlio
concepito con lo spermatozoo di un donatore? La sua argomentazione sarebbe
inappuntabile: "Io non sono il genitore biologico e per giunta il
bambino è nato illegalmente". Ora, è chiaro che si tratta di
ipotesi fantascientifiche. Ma il senso è che bisogna adeguare la
legislazione».
Ipotizziamo che una coppia vada all’estero. Il donatore può arrogarsi
qualche diritto sul nascituro?
«Lo escludo. La donazione dello sperma è anonima e il principio vigente
è lo stesso delle adozioni, che sono anonime».
La legge in discussione alla Camera non contempla l’utero in affitto.
«E per fortuna. Solo una volta, nel 2000, il tribunale di Roma ha
autorizzato l’affitto dell’utero, come "manifestazione di
solidarietà tra donne". Ma il nostro codice civile considera madre
colei che partorisce il bambino. Inoltre, la madre biologica che non
partorisce e comunque riconosce il figlio, commette un reato: quello
dell’alterazione di stato».
Elvira Serra
Solo una ventina le strutture pubbliche che, per ora,
offrono gratuitamente le tecniche più sofisticate. Liste d’attesa di
due anni
I costi dell’intervento? Da
650 a 3.500 euro nelle cliniche private
MILANO - Una
ventina, non di più. Sono gli ospedali pubblici in grado di offrire alla
donna le tecniche di fecondazione assistita più sofisticate, purché con
ovuli e spermatozoi della coppia (fecondazione omologa). Con un costo zero
- situazione messa ora in pericolo dalla nuova legge - e una lista di
attesa che oscilla da uno a due anni. Fornisce questa stima Eleonora Porcu,
che dirige il centro di cura della sterilità e fecondazione assistita
dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il grande business , comunque,
avviene nel privato. Con quali costi? «Un vero e proprio listino prezzi
non c’è - risponde Elisabetta Chelo, già presidente dei Cecos Italia,
responsabile del Tecnolab di Milano, centro privato di fecondazione
assistita - perché le tariffe anche fra i centri aderenti al Cecos, 23,
oscillano di circa mille euro. Esiste, comunque, un prezzo di riferimento».
Inseminazione artificiale: con il seme del partner (detta omologa) costa
650 euro, con il seme di un donatore (definita eterologa) costa 750 euro.
Si tratta del metodo più semplice: il seme dell’uomo viene iniettato in
utero.
Fivet (dopo avere stimolato la produzione di ovuli, questi vengono
prelevati e messi in provetta con gli spermatozoi e poi gli embrioni
vengono trasferiti in utero): 3.000 euro, tutto compreso, dalla
stimolazione ormonale fino al test di gravidanza. Oggi il 40% delle
nascite da fecondazione assistita avviene con questa metodica.
Icsi (la microiniezione di un singolo spermatozoo all’interno di un
ovulo; il procedimento avviene in provetta e, una volta fecondato,
l’ovulo viene trasferito in utero): 3.500 euro. Questa tecnica, che
sembra garantire la più alta percentuale di successi, viene oggi adottata
nel 60% dei casi.
Congelamento di embrioni: 250 euro; il loro scongelamento e trasferimento
in utero 750 euro.
Franca Porciani
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