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"Chi mi insulta sui lavavetri aiuta la destra e i reazionari"
Cofferati: la legalità è una battaglia progressista
Gli irregolari ai semafori, i rapporti con alleati e avversari e il
governo della città. Parla il sindaco di Bologna
riformismo Quando si mettono in discussione privilegi, si scatenano le
reazioni Si dovrebbe galleggiare per non averne...
lone wolf Io come lo sceriffo solitario? No, resto fedele al Tex Willer
che difende gli indiani Navajo dall´ingiustizia
rispetto delle regole Senza legalità, senza il rispetto delle regole, il
prezzo lo pagano i più deboli. E´ l´illecito che va a vantaggio dei più
forti. E questo crea odio verso gli stranieri
LUCIANO NIGRO
BOLOGNA - La Lega Nord e il centrodestra applaudono il sindaco che invia i
vigili contro i lavavetri. Rifondazione, Margherita, sindacati e mondo cattolico
protestano. I partiti della sua coalizione parlano di verifica e il sindaco
Sergio Cofferati dice non c´è nessun problema nella maggioranza.
Che succede a Bologna, Cofferati? Il suo eroe non è più Tex Willer, ma Lone Wolf?
Il ranger della sinistra è diventato sceriffo solitario che piace alla destra?
Il sindaco di Bologna in bretelle e maniche di camicia osserva la statua del
Nettuno davanti alla sua finestra e sorride. «Se stiamo ai fumetti - dice -
ricordo che Tex Willer difende gli indiani Navajo. Le reazioni? Le trovo
inevitabili di fronte all´azione riformatrice».
Non è la prima volta sotto le Due Torri che va in onda il film "Cofferati contro
tutti". Cinque mesi fa per l´abbattimento di un capanno abusivo e il braccio di
ferro con i sindacati. Oggi per lavavetri.
«Viene in mente Federico Caffè e la sua "La solitudine del riformista". Quando
il cambiamento mette in discussione privilegi e rendite di posizione, o tocca
nervi sensibili, le reazioni sono inevitabili. Per non averne bisognerebbe non
far nulla, galleggiare. E´ il segno che l´azione dell´amministrazione sta
andando in profondità».
In questo caso l´accusa è insidiosa. Dicono che se la prende con i più deboli.
Ieri la legalità, oggi i tergicristalli dai semafori.
«E´ chiaro che qui c´è un nervo scoperto. Se un tema diventa oggetto di
discussione così vasto, anche al netto delle strumentalizzazioni politiche, del
polo che si schiera con me per bruciarmi e di chi vuol distinguersi, significa
che c´è qualcosa di non affrontato che improvvisamente viene a galla».
Che cosa glielo fa pensare?
«Di fronte all´evidenza di un fenomeno in crescita avevo detto una cosa ovvia,
persino banale: "Aumenterò i controlli". Non ho chiesto provvedimenti speciali».
Per Rifondazione lei si comporta come Berlusconi.
«Non è un argomento, è un´invettiva, e nemmeno spiegano perché».
Dicono che a rimetterci saranno i più poveri.
«Io sono determinatissimo ad aiutare la parte più debole. Ma, l´ho già detto,
senza legalità senza il rispetto delle regole il prezzo lo pagano i più deboli.
E´ l´illecito che va a vantaggio dei più forti».
Ritiene davvero che dietro i lavavetri ci sia il racket?
«Non voglio sopravvalutare il fenomeno, ma nemmeno possiamo ignorarlo, sia nelle
forme che possono essere spontanee, sia in forme organizzate di racket, che non
sono le stesse della prostituzione, ma esistono. E legato a questo c´è qualcosa
che mi preoccupa».
Sarebbe?
«Questi fenomeni producono tensione tra le persone. E tutto questo crea odio
verso lo straniero. Ignorarne l´effetto ai danni dei più deboli è un errore».
Non teme, invece, di alimentare il pregiudizio?
«Al contrario, la tensione esiste ed è forte. Di fronte ai casi di ostilità,
matura un´irritazione che offre argomenti alla destra e alla reazione verso gli
immigrati. Chi vuole aiutare gli stranieri non deve dire "poveretto". Se
amministra deve dare risposte. E questa, per me, è un´azione progressista e di
sinistra».
Concretamente che cosa farà di diverso dall´invocazione dell´ordine da parte
della destra?
«Ciò che è nelle mie possibilità e competenze. Manderò i vigili. E, nel caso di
denunce con nome e cognome da parte di persone sfruttate, posso chiedere allo
Stato la protezione, secondo le procedure di legge, come avviene per la
prostituzione. La stessa cosa sono pronto a fare anche contro altre forme di
illegalità e di sfruttamento, per esempio del lavoro nero. A patto però che a
presentarsi qui siano le persone interessate, non un avvocato o un´associazione».
Perché a sinistra si arrabbiano?
«C´è un atteggiamento sbagliato. A volte si comportano come se si trattasse di
argomenti della conservazione. E invece è un grande tema delle società moderne
da affrontare senza reticenze nell´interesse della comunità».
Per questo ha bacchettato anche i suoi assessori? Ultimo caso la vicesindaco
Adriana Scaramuzzino.
«Io non bacchetto nessuno. Nella giunta ci sono opinioni diverse. Trovo ovvio
che vengano esplicitate, sono per il massimo della trasparenza. Va da sé che
difendo con convinzione le mie idee».
E spesso i partiti si arrabbiano.
«Le reazioni, osservo, sono a geometria variabile. Non protestano tutti insieme,
ogni volta».
Le proteste "alternate" la preoccupano meno?
«Sono normali. L´importante è che l´amministrazione e il sindaco stiano al
centro della coalizione e attuino il programma».
Al centro, Cofferati? Da sindacalista e grande capo di una parte non lo avrebbe
mai detto.
«Fare il sindaco è molto bello e impegnativo. Ma in comune con l´attività di un
sindacalista non c´è nulla. Richiede la pazienza di ascoltare tutti, ma anche di
assumersi la responsabilità di scegliere. E´ fatica decidere, ma dobbiamo farlo
ogni giorno».