SOSTIENE PIRANI. FEDERALISMO, L'ULIVO HA LE SUE COLPE
Patto con An contro Bossi
Salvare l'unità d'Italia. Lo devono fare le forze politiche del
centrosinistra. Lo possono fare insieme alla destra di Alleanza
nazionale. La devolution apre scenari nuovi, per molti aspetti
inediti, alla discussione politica. E obbliga tutti, a sinistra, al
centro e a destra, a ritrovare la propria identità storica e
culturale. Di federalismo e devolution il Riformista ha parlato con
Mario Pirani, editorialista de la Repubblica, intellettuale capace
di andare controcorrente, poco incline a rassicurare le ansie della
sinistra con analisi tanto confortanti quanto, spesso, scontate. La
sinistra - dice Pirani - ha sbagliato quando ha imboccato la strada
del federalismo. Da qui si deve partire.
Seguiamo, allora, Pirani, ponendo una prima domanda: il federalismo
è di destra o di sinistra? «Non ha alcun senso attribuire
un'etichetta al federalismo che non è né di sinistra, né di
destra. Ma è stato il centrosinistra, quando era al governo, che ha
commesso un gravissimo, miope, errore politico: quello di modificare
il Titolo V della Costituzione, che riguarda le Regioni, le Province
e i Comuni. La potestà legislativa concorrente (Stato-Regioni) già
c'era, l'Italia non era la Francia. Si poteva perfezionare,
migliorare quella parte della Costituzione. Si poteva, dall'altra
parte, accentuare l'autonomia dei Comuni, la questione probabilmente
più sentita dai cittadini nel rapporto con le strutture della
pubblica amministrazione. Il tutto in linea con la storia d'Italia.
Invece si è scelta un'altra strada inseguendo la Lega, cercandone
il consenso, sopravvalutandone la forza. Il risultato è lo sfascio
del paese. Il risultato è l'apertura delle porte alla devolution di
Bossi. E' per questa via che si può rischiare in futuro di avere 20
sistemi sanitari, 20 sistemi scolastici e altrettanti di polizia: un
delirio». Pirani, impietoso, affonda sulla fragilità culturale
della sinistra: «Ha tradito la sua storia affidando ad un gruppo di
professori la riscrittura di una parte della Carta costituzionale.
La sinistra e il movimento operaio sono sempre stati ancorati al
valore dell'unità d'Italia, all'unione tra nord e sud,
all'unitarietà del welfare state. Non a caso Giuseppe Garibaldi è
stato l'eroe-simbolo della sinistra».
Si può tornare indietro? «Almeno in parte si deve tornare indietro
per limitare i danni; ammettendo, innanzitutto, di aver commesso uno
sbaglio». Poi si può aprire un «discorso» con la destra di
Alleanza nazionale. Il partito di Fini sta perdendo identità
politica. Se si eccettua il grido di dolore che ha più riprese ha
lanciato sul federalismo, il vicepresidente del Senato Domenico
Fisichella, per il resto ci si sta affidando ad uno smaccato
equilibrismo politico. «Alleanza nazionale - ragiona Pirani - sta
perdendo completamente le radici della sua identità storica e
culturale come partito che aveva in sé "un'idea
nazionale". Per questa via rischia di diventare una brutta
copia di Forza Italia, senza idee, senza ideologia. Appunto come
Berlusconi, espressione per eccellenza dell'antipolitica. Per
Berlusconi la politica è l'andata al potere e la soluzione di
alcuni suoi problemi. Alleanza nazionale è altro». E sta qui la
sfida che le forze del centrosinistra possono lanciare alla destra
perché insieme arginino i danni che provocherebbe la devolution. «Le
forze del centrosinistra dovrebbero essere disposte a ricercare con
An la definizione di alcuni emendamenti comuni al disegno di legge
costituzionale presentato da Bossi con l'obiettivo di svuotarlo il
più possibile dei suoi contenuti eversivi. Senza escludere, in
seguito, il ricorso al referendum costituzionale».
Dunque, Bossi va preso sul serio. Altrimenti non avrebbe senso
ipotizzare un confronto così impegnativo tra la destra (al governo)
e il centrosinistra (all'opposizione). «E' naturale - osserva
Pirani .- che Bossi vada preso sul serio. La Lega è una presenza
molto condizionante per l'alleanza di governo. Insisto: Berlusconi
non ha un progetto politico-ideologico. Bossi, viceversa, è un vero
animale politico, nel senso che ha un disegno politico che persegue
con determinazione. Un disegno suffragato dalle ultime
interpretazioni che ha offerto il ministro Giulio Tremonti il quale,
rispolverando il protezionismo economico, ha proposto un'idea di
Europa come fortezza, chiusa e protetta. Un modo per promuovere il
localismo bossiano a livello continentale. Nella coalizione
governativa ci sono solo due progetti politici in senso ideologico:
quello di Bossi e quello cattolico di tipo integralista, con i vari
Baget Bozzo, Formigoni e Antonio Socci. Forza Italia non ha nulla di
ideologico, Alleanza nazionale può ritrovare la sua componente
nazionalista. Contro lo sfascio della devolution, insieme a una
sinistra rinsavita dall'illusione federalista».
|