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Ragioni
e problemi dello “spoils system” |
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La locuzione "spoils
system" ha avuto origine nei sistemi anglosassoni e indica la
facoltà riconosciuta alla parte politica vincitrice nella competizione
elettorale di collocare persone di fiducia nei posti chiave
dell’apparato burocratico: da qui il nome, che evoca la presa delle
spoglie da parte del vincitore. All’inizio degli anni novanta, poi,
l’espressione è entrata nel nostro linguaggio politico , contemporaneamente
con l’affermarsi dei sistemi elettorali maggioritari. Essa
sintetizza il complesso dei poteri che consentono agli organi politici
(Ministro, Consiglio dei Ministri, Presidente della Regione, Presidente
della Provincia e Sindaco) di scegliere, di norma fra soggetti già
dipendenti dell’amministrazione, le figure di "vertice"
(segretari generali, capi dipartimento, direttori generali, segretari
comunali ecc.). Il sistema è generalmente congegnato
in modo che i tempi dell’incarico dei prescelti non ecceda la durata
in carica dell’organo politico che li ha designati. Ciò non vuol dire
però che, a seguito del cambio di maggioranza politica,
l’amministrazione licenzi questi soggetti: essi sono posti a
disposizione per altri incarichi. Solo per quei soggetti scelti
all’esterno dell’amministrazione e assunti a tempo determinato (ad
esempio il direttore generale del Comune) la cessazione dalla carica
dell’organo politico segna anche la fine del rapporto di lavoro. La nuova Legge Tali perplessità sono in larga misura
dettate dalla mancata lettura d’insieme delle riforme degli ultimi
anni, in primis della distinzione fra attività di indirizzo
riservata agli organi politici e attività gestionale riservata ai
dirigenti: questi ultimi sono "responsabili in via esclusiva
dell’attività amministrativa, della gestione e dei relativi
risultati" e hanno poteri analoghi a quelli del privato datore di
lavoro nell’organizzazione dei loro uffici (artt. 4 e 5 del decreto
legislativo n. 165/2001). In un simile contesto il
"politico" non assume più alcuna decisione concreta. Gli
organi politici sono eletti dai cittadini per l’attuazione di un certo
indirizzo politico e di questo rispondono davanti agli organi
rappresentativi (ad es. l’art. 95 della Costituzione stabilisce che il
Ministro risponda innanzi al Parlamento) e ai cittadini stessi.I
politici, tuttavia, non avendo alcun potere gestionale concreto, possono
garantire l’attuazione dell’indirizzo solo con la scelta
fiduciaria dei vertici delle amministrazioni. Una scelta
completamente sottratta agli organi politici, per un verso, violerebbe
il principio democratico - perché si avrebbe un’amministrazione priva
di investitura popolare e che non risponde ad alcuno del proprio operato
- e, per altro verso, svuoterebbe completamente di significato la
responsabilità politica. D’altro canto la scelta fiduciaria
non esclude, ma anzi presuppone, una valutazione delle capacità del
dirigente: l’organo politico risponde dell’andamento
dell’amministrazione. La scelta fiduciaria del resto non implica
un "asservimento" del dirigente agli organi politici, poiché
egli conserva per legge una forte autonomia gestionale e resta il
responsabile dell’amministrazione. L’attuale sistema, peraltro, non
penalizza in maniera eccessiva i dirigenti "sostituiti", i
quali, in attesa di un nuovo incarico, conservano il rapporto di lavoro
e in qualche caso anche il trattamento economico maturato. Certo, nel concreto sono possibili
alcune distorsioni. Gli organi politici potrebbero intromettersi nella
gestione riservata ai dirigenti o incaricare alcuni soggetti,
caratterizzati da una certa appartenenza politica, a prescindere dalle
effettive capacità. Si tratta però, a ben vedere, di
problemi che non sono nati con lo "spoils system", ma che
esistevano già in passato e avevano anzi, in quel contesto, raggiunto
stadi fortemente patologici. Proprio il tentativo di sottrarre ai
politici le scelte gestionali, senza per questo abdicare al principio
democratico, ha reso necessario un sistema in cui gli organi politici
potessero scegliere i vertici burocratici delle amministrazioni. Inoltre la formazione dei dirigenti
pubblici dovrebbe oggi favorire la diffusione di capacità gestionali
che, se correttamente interiorizzate, escludono la possibilità di
un’eccessiva invadenza politica. |
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