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Liquidazione: da oggi si cambia! (08/01/2007 )
Da quest’anno scatta il cosiddetto silenzio assenso: chi non si esprimerà entro sei mesi sulla destinazione del suo Tfr, lo vedrà versato nel fondo pensione di categoria. Ecco qui tutte le informazioni su cosa accadrà. Le nuove regole sul Tfr (la vecchia liquidazione) · Se siete lavoratori dipendenti avete tempo fino alla fine del mese di giugno per dire esplicitamente alla vostra azienda se intendete far confluire il Tfr che state maturando a partire dallo scorso 1° gennaio (quello maturato fino al 31 dicembre 2006 resta lì dov'è) nella pensione integrativa, o se preferite che vi venga messo da parte in attesa del momento in cui cesserete di lavorare per la vostra azienda. Attenzione se non dite nulla il vostro Tfr confluirà automaticamente nella pensione integrativa. · Dal punto di vista pratico la scelta di farlo confluire alla pensione integrativa (così come la scelta di non dire nulla, che avrà identico effetto) comporta che il vostro Tfr sarà versato nel vostro fondo pensione di categoria (ad esempio, se lavorate nel settore chimico il vostro Tfr finirà in Fonchim) o, nel raro caso in cui non ve ne siano, in una apposita gestione che dovrebbe essere creata presso l'Inps. In tal caso non rivedrete mai più quei soldi (salvo eccezioni, vedi riquadro Qualche eccezione proprio eccezionale) fino alla pensione e, anche in quel caso, per la maggior parte li incasserete poco per volta sotto forma di rendita vitalizia e non tutti d'un colpo come avviene oggi con la liquidazione. · Se invece scegliete (esplicitamente) che il vostro Tfr vi venga messo da parte in attesa del momento in cui cesserete di lavorare per il vostro attuale datore di lavoro (quando lo riceverete sotto forma di liquidazione) per voi non cambia nulla rispetto alle regole in vigore fino allo scorso dicembre. L'unica novità prevista dalle nuove leggi è dove verranno custoditi i vostri soldi. Se l'azienda per cui lavorate ha meno di 50 dipendenti, resteranno in azienda come accaduto fin qui; se ha più di 50 dipendenti, verrà invece versato in un apposito fondo dell'Inps che lo userà per costruire opere pubbliche. In ogni caso è comunque garantito che, alla cessazione del vostro rapporto di lavoro, questi soldi torneranno nelle vostre tasche.
Qualche eccezione proprio eccezionale Il datore di lavoro può sempre farvi un anticipo sulla liquidazione. È però obbligato a concedervelo se concorrono i seguenti requisiti: lavorate nell’azienda da più di 8 anni, non chiedete più del 70%, vi serve per spese sanitarie, terapie e interventi straordinari o per l’acquisto della prima casa per voi o i figli, quell’anno non più del 10% dei dipendenti aventi diritto lo richiedono e non più 4% del totale l’ha mai ottenuto. Se però il Tfr è conferito alla previdenza complementare: gli anticipi per spese sanitarie possono essere richiesti in qualsiasi momento e il limite sale al 75%. Dopo 8 anni di contributi si possono chiedere anticipi per la prima casa (fino al 75% di quanto accantonato) e altre esigenze (fino al 30%). Ma il fondo si mangia proprio tutto il Tfr? · Se avete iniziato a lavorare dal 29 aprile del 1993 in caso di adesione al fondo pensione, al fondo andrà tutto il Tfr che state accumulando dal 1° gennaio scorso. · Se avete iniziato a lavorare prima del 29 aprile 1993 la quota minima è invece pari a solo una parte del Tfr che varia da una categoria di lavoratori all'altra (ad esempio è il 40% per Cometa, il 33% per Fonchim, o il 50% per Fonchim). Per sapere quanto andate sul sito del vostro fondo pensione (vedi tabella). Nel caso in cui non vi sia un fondo di categoria, il versamento minimo è del 50%.
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