«E’
un provocatore, il premier valuti se tenerlo»
Bossi: Ruggiero è un burocrate con un’attrazione fatale
per la sinistra. Non l’ha eletto il popolo, per me non conta
MILANO - «Il mio collega Renato
Ruggiero ha ragione su una sola cosa: che nel governo esiste una forte
contrapposizione fra due modi di intendere l’Europa. La mia Europa è
un’Europa dei popoli, un’Europa democratica che riconosce e
rappresenta le diversità, che si fonda sugli Stati-nazione, l’Europa
della devoluzione verso il basso, un’Europa cristiana. La sua Europa è
un’Europa di burocrati, un’Europa dispotica e tirannica, un’Europa
con i poteri concentrati nelle mani di pochi eletti non eletti, quel
gruppo di signori che occupa i posti di responsabilità senza essere
passato dal giudizio delle urne. Un mondo al servizio della grande
finanza. Ruggiero è uno di loro». Umberto Bossi risponde così al
titolare della Farnesina che ieri sul Corriere della Sera ha
duramente criticato lo «scetticismo» europeista sia dello stesso leader
della Lega sia del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Sull’Europa
due linee nel governo. Ci saranno ripercussioni nella maggioranza?
«Io guardo la sostanza. E la sostanza è che Ruggiero è un signore che
non ha ricevuto alcuna investitura dal popolo, che non è stato eletto.
Alle sue spalle non c’è una forza politica. Dunque quello che dice per
me non ha importanza, nel senso che non rappresenta alcuna componente
della maggioranza. Ben diverso sarebbe il discorso se le stesse posizioni
di Ruggiero venissero espresse da Berlusconi, da Fini e da Buttiglione».
Ma Ruggiero è ministro degli Esteri e lei ministro delle Riforme dello
stesso governo. Un problema c’è.
«Indubbiamente un problema c’è e va valutato oltre che affrontato. Il
nostro ministro degli Esteri, il burocrate Ruggiero, dimostra malanimo
crescente nei confronti di chi, nell’esecutivo di cui egli stesso è
parte, si batte per un’Europa democratica. Dunque mi chiedo qual è il
suo gioco? Io credo che la sua irritazione e la sua crociata nascano dalla
paura che accompagna certi circoli che vedono arrivare la devoluzione, che
vedono avvicinarsi il trasferimento dei poteri dall’alto verso il basso.
Mi chiedo anche: le posizioni di Ruggiero rafforzano il governo Berlusconi?
Sono estemporanee dichiarazioni? O sono vere e proprie provocazioni che
hanno lo scopo di indebolirci? Un’idea me la sono fatta».
Il ministro Ruggiero ha espresso amarezza per le posizioni di forte
diffidenza da lei assunta in occasione del battesimo dell’euro.
«Io non sono contro l’euro. Anzi dico che il processo che ha
portato alla moneta unica è stato per certi versi positivo. Ma aggiungo
che adesso la forza o la debolezza dell’euro dipendono dal tipo di Stato
e di Europa che costruiremo dietro alla moneta unica. Se dietro all’euro
ci sarà il SuperStato dei burocrati, dei massoni, dei circoli finanziari
allora avremo un’Europa conflittuale perché i popoli si ribelleranno e
la moneta sarà debolissima. Sarà un’Europa in cui la grande finanza
ucciderà per sempre la piccola e media impresa, la piccola e media
borghesia. Se dietro all’euro ci sarà l’Europa democratica, la
Confederazione di Stati-nazione, allora l’Europa sarà forte e
condivisa. E forte sarà pure la sua moneta. Questo è il mio
ragionamento. C’è da essere tristi per queste semplici considerazioni?
La verità è che Ruggiero mi ha denigrato e che è lui a porre i problemi
non io. Del resto è un po’ che osservo certe cosine».
A che cosa si riferisce?
«In linea generale vedo che Ruggiero sta subendo o addirittura ha già
subito un’attrazione fatale per la sinistra».
Il ministro degli Esteri rivendica un programma e una politica
bipartisan in Europa.
«Mi pare che la sua sia una politica partisan. Mi giro attorno e
sento che le ambasciate sono piene di comunisti o ex comunisti messi lì
da Ruggiero, sento che prima di compiere qualsiasi passo il ministro degli
Esteri mostra una attenzione eccessiva se non esclusiva per la sinistra.
Dulcis in fundo nel giorno in cui il Corriere della Sera pubblica
l’intervista a Ruggiero l’Unità titola in prima pagina: euro,
tutti i nemici da Bossi a Martino. E’ un caso? Una pura coincidenza?
Credo di no. L’ Unità è la bacchetta magica che dà voce
a Ruggiero».
Ci sarà crisi?
«Berlusconi dovrà valutare se un ministro lavora bene, se informa tutti
i suoi colleghi delle mosse che compie, se rafforza o indebolisce
l’esecutivo».
Si riferisce al suo collega Ruggiero?
« Fuori da ogni indecisione e da ogni paura è necessario dire le
cose come stanno. Se quelle di Ruggiero sono gravi provocazioni, se quella
di Ruggiero è una crociata contro di me in nome e per conto di
superpoteri burocratici e finanziari, se come credo il malanimo crescerà,
allora Berlusconi dovrà porsi il problema: è giusto tenere un ministro
che indebolisce il governo? La soluzione è semplicissima perché via un
ministro se ne fa un altro».
Lei crede che le dichiarazioni del ministro Ruggiero indeboliscano il
governo Berlusconi?
«Se quelle che ha espresso non sono dichiarazioni superficiali rilasciate
per errore o per fretta, se quelle dichiarazioni sono provocazioni belle e
buone, se è un passo compiuto in sintonia con la sinistra per attaccare
chi si batte per la devoluzione allora penso proprio che Ruggiero stia
oggettivamente indebolendo il nostro governo agli occhi dell’Europa e
del mondo. Berlusconi deve allora valutare se restare in balia di certe
posizioni oppure no».
E’ singolare che un ministro accusi un altro ministro di essere in
sintonia con la sinistra. Perché Ruggiero starebbe indebolendo il
governo?
«E’ semmai singolare che un ministro degli Esteri con un crescendo di
toni si dimostri triste per le posizioni espresse dal governo di cui egli
stesso è parte per giunta in concomitanza con i ragionamenti e i titoli
espressi dall’ Unità . Le parole dell’ Unità sono le
stesse di Ruggiero. Se un ministro degli Esteri, se un Ruggiero qualsiasi
attacca i colleghi dell’esecutivo è chiaro che i governi europei sono
autorizzati a pensare che il governo Berlusconi è debole in quanto non è
in grado di risolvere la questione e di porre fine a queste strategie di
lenta e progressiva consunzione».
E’ possibile conciliare le sue posizioni con quelle del ministro
degli Esteri?
« Indubbiamente apparteniamo a mondi diversi e non so se sarà
possibile. Ma so e lo ripeto che i problemi li crea il ministro Ruggiero.
Lui appartiene al mondo dei superburocrati allineati alla grande finanza,
gli eletti non eletti. Lui sale in cattedra senza avere la cattedra».
Che cosa intende?
«La cattedra per fare certi discorsi te la danno solo gli elettori. Chi
ha eletto Ruggiero? Dove ha preso i voti? Dov’è la legittimazione
popolare alle sue posizioni? Io vado nell’urna e rispondo ai cittadini.
Lui no. In nome di chi parla? Io sono un buono e posso pure soprassedere
ma se vedo che qualcuno lancia una sfida per bloccare il processo di
cambiamento e per incrinare da dentro la strada che porta alla riforma
dello Stato allora ritorno in battaglia. Non mi piace che attraverso
l’enfatizzazione mirata di certi discorsi si compia o si tenti di
compiere un’operazione di distruzione nei miei confronti».
Più che enfatizzazione è un dato di fatto la sua avversione
all’Europa espressa ancora in questi giorni di avvio della moneta unica.
«Ruggiero ha enfatizzato un ragionamento che non è contro l’Europa e
contro l’euro ma è semmai contro un certo tipo di Europa
antidemocratica, l’Europa giacobina, l’Europa in cui il reddito non è
più legato alla produzione e al lavoro, un’Europa che arricchisce chi
comanda senza avere la delega dal popolo, un’Europa in cui fa soldi chi
non lavora e dai salotti muove enormi capitali con l’obiettivo di
sterminare i lavoratori, la piccola e media borghesia, la piccola e media
impresa del Nord. Io non sono contro l’euro. Metto solo in guardia che
con l’euro non sarà tutto facile, non sarà un paradiso. E’
cominciato lo scontro decisivo fra chi vuole una moneta espressione di
un’Europa che rispetta i suoi popoli, di una Confederazione di
Stati-nazione, e chi vuole un’Europa di tecnocrati. Io non sono
euro-scettico. Esprimo una legittima preoccupazione che è la
preoccupazione della mia gente. Se Ruggiero sta dall’altra parte sono
problemi suoi».
Lei spinge per un rimpasto del governo?
«Non decido io. Valuterà Berlusconi. Certo che più si resta ostaggio di
certe posizioni e peggio è».
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