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in L'Espresso 18.10.2001
In
queste settimane si parla molto del fondamentalismo musulmano. Tanto da
dimenticare che esiste anche un fondamentalismo cristiano, specie in America.
Ma, si dirà, i fondamentalisti cristiani fanno spettacolo nelle televisioni
domenicali mentre i fondamentalisti musulmani fanno crollare le due torri, e
quindi è di loro che ci preoccupiamo. Tuttavia, fanno quello che fanno in
quanto fondamentalisti? O perché sono integristi? O perché sono terroristi? E,
così come ci sono musulmani non arabi e arabi non musulmani, ci sono
fondamentalisti che non sono terroristi? O che non sono integristi?
Di solito si considerano fondamentalismo e integrismo come concetti strettamente
legati, e come due forme d'intolleranza. Ciò che ci spinge a pensare che tutti
i fondamentalismi siano integristi e dunque intolleranti, e dunque terroristi.
Ma anche se ciò fosse vero non ne deriverebbe che tutti gli intolleranti siano
fondamentalisti e integristi, né che tutti i terroristi siano fondamentalisti
(non lo erano le Brigate rosse e non lo sono i terroristi baschi).
In termini storici il fondamentalismo è legato all'interpretazione di un Libro
Sacro. Il fondamentalismo protestante degli Stati Uniti del XIX secolo (che
sopravvive ancora oggi) è caratterizzato dalla decisione d'interpretare
letteralmente le Scritture, specie per quanto riguarda quelle nozioni di
cosmologia, da cui il rifiuto di ogni forma di educazione che tenti di minare la
fiducia nel testo biblico, come accade con il darwinismo. Del pari legato alla
lettera del libro sacro è il fondamentalismo musulmano.
Il fondamentalismo è necessariamente intollerante? Si può immaginare una setta
fondamentalista che assume che i propri eletti abbiano il privilegio della retta
interpretazione del libro sacro, senza peraltro sostenere alcuna forma di
proselitismo e voler pertanto obbligare gli altri a condividere quelle credenze,
o battersi per realizzare una società politica che si basi su di esse. Si
intende invece con integrismo una posizione religiosa e politica per la quale i
propri principi religiosi debbono diventare al tempo stesso modello di vita
politica e fonte delle leggi dello Stato.
Se il fondamentalismo è in linea di principio conservatore, ci sono degli
integrismi che si vogliono progressisti e rivoluzionari. Ci sono movimenti
cattolici integristi che non sono fondamentalisti, che si battono per una società
totalmente ispirata ai principi religiosi senza peraltro imporre una
interpretazione letterale delle Scritture, e magari pronti ad accettare una
teologia alla Teilhard de Chardin. Ci sono però forme estreme di integrismo che
diventano regime teocratico, e magari si innestano sul fondamentalismo. Tale
sembra essere il regime dei talebani con le sue scuole coraniche. In ogni forma
di integrismo vi è una certa dose di intolleranza per chi non condivide le
proprie idee, ma questa dose raggiunge punte massime nei fondamentalismi e
integrismi teocratici. Un regime teocratico è fatalmente totalitario, ma non
tutti i regimi totalitari sono teocratici (se non nel senso che sostituiscono a
una religione una filosofia dominante, come il nazismo o il comunismo
sovietico).
E il razzismo? Parrà curioso, ma gran parte dell'integralismo islamico, benché
antioccidentale e antisemita, non si può dire razzista nel senso del nazismo,
perché odia una sola razza (gli ebrei) o uno stato che non rappresenta una
razza (gli Usa), ma non si riconosce in una razza eletta, bensì accetta come
eletti gli adepti della stessa religione, anche se di razza diversa. Il razzismo
nazista era certamente totalitario, ma non c'era nulla di fondamentalistico
nella dottrina della razza (esso sostituiva al libro sacro la pseudo-scienza
ariana).
E l'intolleranza? Si riduce a queste differenze e parentele tra fondamentalismo,
integrismo, razzismo, teocrazia e totalitarismo? Ci sono state forme
d'intolleranza non razziste (come la persecuzione degli eretici o l'intolleranza
delle dittature contro i loro oppositori), ci sono forme di razzismo non
intollerante («non ho nulla contro i neri, se lavorano e stanno al loro posto
possono stare da noi, però non vorrei che mia figlia sposasse uno di loro»), e
ci sono forme di intolleranza e razzismo diffuso anche tra persone che si
giudicherebbero non teocratiche, non fondamentaliste, non integriste - e ne
abbiamo la prova in questi giorni.
Fondamentalismo, integrismo, razzismo pseudo-scientifico sono posizioni teoriche
che presuppongono una Dottrina. L'intolleranza e il razzismo popolare si pongono
prima di ogni dottrina. Hanno radici biologiche, si manifestano tra gli animali
come territorialità, si fondano su reazioni emotive (non sopportiamo coloro che
sono diversi da noi).
Si potrà dire che con queste poche note non ho contribuito a chiarire le idee,
bensì a confonderle. Ma non sono io che confondo le idee, è che ci accade di
discutere su idee confuse, ed è meglio capire che sono così, per ragionarci
meglio sopra.