NEGLI
ultimi tempi stanno accadendo strane cose che ci dovrebbero far riflettere
sulla tradizionale distinzione politica fra destra e sinistra. Ma quello
che è più strano è che a queste cose si sta dando poca importanza dal
punto di vista dell'informazione, forse per nascondere le inevitabili
perplessità che esse suscitano. Penso ad esempio a quanto è successo
recentemente in Andalusia a proposito del certificato di verginità
delle figlie che alcuni padri musulmani richiedono ai medici e che,
apparentemente, pretendono che sia pagato dalla mutua. Ma perché diavolo
- si tratti di diavolo cristiano, musulmano o multiculturale - un padre può
voler disporre di un certificato che attesti che sua figlia, di sedici o
diciassette anni, è vergine, se non per poterla vendere in matrimonio a
qualche pretendente altrettanto superstizioso e maschilista di lui? Dato
che alcuni medici di buon senso si sono rifiutati di eseguire una simile
umiliante operazione, che non ha niente a che vedere con la loro funzione
di assistenza ai malati, una rappresentante del Partido Popular, partito
di destra, ha proposto nel parlamento Andaluso che i medici siano
esonerati da questo tipo di attività e che si dichiari illegale questo
genere di inquisizione discriminatoria. Ebbene, qui arriva la stranezza:
se i pochi giornali nazionali che hanno ripreso la notizia non mentono, la
proposta è stata respinta con i voti convergenti del Partido Socialista e
di Izquierda Unida. Evidentemente, hanno votato contro perché considerano
questa usanza di certificare la verginità, antica come le peggiori
pratiche patriarcali, una delle sacrosante manie religiose di quei biliosi
genitori che merita lo stesso rispetto dovuto a qualsiasi peculiarità
etnica: denunciarla come abuso contro l'intimità di quelle donne verrebbe
a configurare una specie di xenofobia, un indebito attacco contro una
cultura minoritaria. Il fatto è che adesso, nel Parlamento Andaluso, è
la destra a difendere i diritti fondamentali della persona, senza
distinzione di genere, mentre la presunta sinistra ne protegge la
violazione in nome di cannibaleschi diritti collettivi legittimati su base
religiosa. Questo si scontra frontalmente con la recente condanna da parte
del Parlamento Europeo di quelle forme di integralismo religioso che
pretendono di introdurre la discriminazione della donna nella legislazione
- una mozione approvata su proposta di una deputata del gruppo
socialista... alla quale si sono opposti, colmo dei colmi, i deputati del
Partito Popolare Europeo e, ovviamente, il Vaticano! Che attualmente vi
sia gente di sinistra disorientata su molti temi è cosa che non sfugge a
nessuno. La crescita della destra in Europa è dovuta anche a questo, e
non soltanto alla intrinseca perversità di Aznar, Berlusconi e compagnia
bella. E la cosa peggiore che può fare la sinistra, nel tentativo di
superare il proprio disorientamento su temi universali che nel ventunesimo
secolo toccheranno politicamente tutti i paesi, è ripiegare su posizioni
che in realtà, per quanto si vogliano presentare come «antisistema»,
sono etniciste e atavistiche. In questo campo, i consiglieri più nefasti
in cui ci possiamo imbattere sono quegli antropologi che vivono della
esaltazione delle differenze folkloriche e che considerano la cittadinanza
democratica come una delle tante varianti delle usanze arbitrarie che
riscontriamo nei gruppi umani. Costoro sono soliti muoverci il seguente
rimprovero: Che diritto abbiamo noi a respingere come negative usanze o
pratiche religiose che non condividiamo, quasi che noi fossimo superiori?
Il passo successivo di questo relativismo sarà contestare l'autorità
morale di quelli che pretendono sedurre il proprio partner sessuale con la
tenerezza e la gentilezza e condannano quelli che optano per lo stupro,
oppure dubitare che quelli che lavorano in una banca siano moralmente
superiori a quelli che la rapinano. Se non è lecito dare un giudizio
razionale sulle usanze culturali dei diversi gruppi umani, perché
dovrebbe esserlo valutare i comportamenti dei singoli, se non per
osservare che coincidono con la norma stabilita, o se ne discostano? La
democrazia, basata sui diritti umani individuali, è anch'essa una
cultura, ma non è una cultura come le altre. È una cultura per tutte le
persone che si considerano libere ed uguali, quali che siano le origini e
le fedi religiose, una cultura che ammette la diversità di forme di vita,
ma non qualsiasi forma di vita. È ampia, ma non vuota: quelli che la
svuotano di qualsiasi contenuto, sia per superstizioni teocratiche o per
ansia di lucro economico, non la ampliano, ma la rendono perversa. Se non
siamo capaci di difenderla ideologicamente e giuridicamente, allora
dovremmo prepararci a vederla dissolversi domani stesso, anche nei paesi
in cui sembra più radicata. E non certo per essere sostituita da qualcosa
di meglio. traduzione a cura del Gruppo LOGOS
|