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giuliano ferrara
Il mondo che non salva i ragazzini
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La tigre islamica divora la preda, noi facciamo un safari e scattiamo le foto |
Il nostro mondo non salva i ragazzini. Da tempo il
separatismo ceceno è diventato islamismo wahabi, una tigre che divora la preda,
a Mosca come a Beslan. Loro sanno perché lo fanno. Hanno un dio dalla loro
parte, e lo invocano in battaglia contro la nostra divinizzazione della vita
serena e pacifica, laica e solidale, e non fanno differenza tra le Torri, gli
autobus di Beersheba, le teste di ebrei e cristiani, la discoteca di Bali, la
stazione di Madrid-Atocha, il primo giorno di scuola in un villaggio dell’Ossezia.
Noi facciamo il safari post coloniale dei secolarizzati, scattiamo le foto e
mandiamo in onda le dirette, piangiamo le vittime innocenti. Poi l’occidente
europeo continentale, che in nessun senso è innocente, si immerge nella sua
normalità indolente, e chiacchiera. Meglio le truppe o la diplomazia? Meglio
comunicare uniti ai terroristi islamici che non prevarranno o procacciarsi un
comunicato dagli amici di Hamas nella strategia del si-salvi-chi-può? Meglio l’Onu
o l’unilateralismo? Meglio prevenire o aspettare e vedere? Meglio Bush o Michael
Moore?
Molta gente in buona fede – e che ambiguo stato del cuore sia la buona fede
dovremmo averlo imparato nel corso di tutto il Novecento – sostiene che per
salvare i ragazzini bisogna curare la disperazione e la povertà. Le piaghe del
mondo urlano contro i ricchi, e anche i ricchi piangono. Secondo il presidente
degli Stati Uniti, invece, il giovane secolo in cui ci siamo introdotti pieni
del suo terrore deve essere il secolo della libertà. Perché c’è un nemico, va
conosciuto e riconosciuto, snidato e combattuto pagando il prezzo necessario per
difendere libertà e vita dell’occidente, metafora per il mondo se il mondo deve
essere salvato anche in nome dei ragazzini.
L’America, con l’Inghilterra di Blair e un pugno di nazioni volenterose, va
nella giusta direzione, e compie molti errori. Fallujah e Samarra sono ancora
nelle mani delle bande sunnite. I sauditi, i mullah iraniani, gli alauiti di
Siria sono tutti al loro posto, e Israele è isolato nella sua autodifesa. I
profeti della pace non compiono alcun errore, perché il dialogo è un metodo
senza sostanza, ma vanno nella direzione del disonore politico, e in ultima
analisi di quella particolare forma di suicidio che è l’eutanasia, non la
soluzione pratica ma l’ideologia che tra il dolore e la morte sceglie con
baldanza razionalista la morte. I ragazzini olandesi ne sanno già qualcosa, ne
sapranno di più in futuro. Come quelli di Beslan.
(04/09/2004)