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10/07/2005 Nonluoghi e resilienza (una gran bella parola)di Antonio Sofi, alle 19:26
Gabriele
Romagnoli su Repubblica di oggi, in un lungo pezzo dal titolo “La
nostra paura quotidiana” accenna al fatto che i nonluoghi, sui quali
scrivevo nei giorni
scorsi, sono i
posti nel quale la paura del terrorismo alberga. Ovviamente concordo
(forte dei distinguo già fatti) e cito:
Non muoversi per sentirsi al sicuro. Ilvo Diamanti, sempre su La Repubblica, scrive qualcosa di simile:
Seguo un mio personale persorso mentale. Specie in situazioni tragiche, le parole possono essere incredibilmente
lenitive: a patto, però, di trovare la parola opportuna, di dire la
cosa giusta. Il che è l’esatto opposto del parlare a vanvera, o tirare
parole compunte a casaccio sperando che qualcuna di queste vada a colpire
delle corde emotive nascoste. Resilience (tra gli altri, hanno usato nei loro discorsi questa parola - anche nome di un apposito ufficio governativo per le emergenze nazionali - Tony Blair e il Principe Carlo) vuol dire, in italiano, la capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi. In inglese il termine è meno desueto, e più complesso: è indice di una capacità insieme di reazione, di resistenza e di ripresa. Lo stesso Diamanti, riferendosi - in buona compagnia in questi giorni - proprio alla resilienza britannica fatta di dolore composto, voci basse e poche polemiche, orgoglio e sentimento, scrive (grassetto mio):
Diamanti conclude dicendo di non saper dire se questa capacità di resilienza al terrorismo sia un prodotto tipicamente britannico e quindi non esportabile; nemmeno se sia un male (ovvero l’effetto perverso e congiunto di abitudine e indifferenza) o un bene (il segno felice di una avvenuta metabolizzazione). Ovviamente non lo so neanche io. Ma se il terrorismo colpisce un nonluoghi (e non un politico o un monumento) perchè sa, chissà quanto consapevolmente, che è lì il centro di gravità simbolici e insieme il punto debole dell’identità occidentale, e lo fa proprio per iniettare in essi la paura di stare al mondo, allora la resilienza, oltre che una gran bella parola, è anche una risposta. |