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AL QAEDA E
HAMAS
I DUE
TERRORISMI
di MAGDI ALLAM
Di primo acchito può
lasciarci increduli il fatto che un notissimo leader del terrorismo globalizzato
quale Al Zawahiri, che si è auto-attribuito la missione di riesumare il
califfato islamico nel mondo, si scagli contro un personaggio poco conosciuto
all'estero, e che tutt'al più aspira alla Padania come il nostro Calderoli.
Non si può scegliere tra due terrorismi
Così
come lascia perplessi la drastica scelta tra due terrorismi a cui vorrebbe
costringerci Al Zawahiri, quasi dovessimo in definitiva schierarci con i
massacratori di israeliani di Hamas perché sarebbero il male minore rispetto
agli stragisti di Al Qaeda che seminano morte indiscriminatamente ovunque nel
mondo.
Sono due aspetti significativi dell'ultimo discorso del vice di Osama bin Laden
che delineano una nuova strategia di Al Qaeda. Che, da un lato, si pone in modo
spregiudicato come soggetto politico internazionale rispetto alle tematiche che
di volta in volta si prestano alla strumentalizzazione ideologica e, dall'altro,
si pone in modo inflessibile come soggetto terroristico globale al punto da
mirare a egemonizzare la «guerra santa islamica» contro Israele per colmare il
vuoto che Hamas lascerebbe qualora sottoscrivesse una tregua.
L'obiettivo dichiarato di Al Qaeda è di aprire un nuovo fronte del terrore in
Israele, individuato insieme all'Iraq e all'Afghanistan come «la principale
linea difensiva dell'islam e dei musulmani». «Dobbiamo espellere il nemico
crociato-sionista dai Paesi dell'islam in particolare l'Iraq, l'Afghanistan e la
Palestina», ha tuonato Al Zawahiri, «le forze che hanno invaso l'islam devono
pagare un prezzo esorbitante, devono andarsene sconfitte, devono crollare le
loro economie affinché noi si possa edificare sul nostro suolo lo Stato del
Califfato islamico se lo vorrà Allah».
Negli scorsi giorni, per la prima volta, il presidente palestinese Abu Mazen ha
rivelato la scoperta di un piano di Al Qaeda per compiere attentati terroristici
contro Israele a partire dal territorio palestinese. Mentre in passato i
responsabili per la sicurezza palestinesi erano arrivati a denunciare che lo
Shin Bet israeliano si inventava la presenza di Al Qaeda per poter raccogliere
il sostegno internazionale alla lotta contro il terrorismo palestinese. Per un
altro verso colpiscono la similitudine e la sintonia nella percezione
dell'Occidente come «civiltà degenere», che accomuna Al Qaeda e i leader
spirituali dei Fratelli Musulmani.
«Il più nobile dei profeti (Maometto) e nostro Signore Gesù non sono più sacri,
mentre il semitismo, l'Olocausto e la perversione sessuale sono diventati
sacri», questo è il ritratto fatto da Al Zawahiri dell'Occidente. Lo scorso 3
febbraio nel sermone tenuto nella moschea di Doha, lo sheikh
Youssef Qaradawi, guida giuridica dei Fratelli Musulmani d'Europa, disse: «I
danesi e i loro simili non sono né cristiani né Gente del Libro. La gran parte
di loro è senza Dio, la loro religione è rincorrere i piaceri sensuali e fare
una vita peccaminosa, a partire dal vizio dell'omosessualità».
La predicazione d'odio contro la civiltà occidentale è la stessa. L'obiettivo
dello Stato islamico è lo stesso. Cambiano talvolta i mezzi per mera
opportunità, anche se non sempre come insegna Hamas. Eppure l'Occidente combatte
Al Qaeda e promuove l'ascesa al potere dei Fratelli Musulmani. Loro sanno
sfruttare al meglio un caso minuto come l'esibizione della maglietta di
Calderoli per ricattare e minacciare l'Occidente. Noi ci cacciamo per ignoranza,
viltà e collusione ideologica nella trappola di quelli che consideriamo il «male
minore». Questo nostro Occidente rassomiglia alla definizione data da Churchill
di una persona conciliante: «Uno che nutre un coccodrillo nella speranza che
questo lo mangi per ultimo».