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Programma del
centrodestra Insoddisfatti due italiani su tre
di RENATO
MANNHEIMER
Secondo le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto, la distanza tra
centrodestra e centrosinistra rimane relativamente modesta, sebbene resti
confermato il vantaggio (di circa il 3-4%) delle forze di opposizione. Al tempo
stesso, si accresce l'incertezza e, in certi casi, la confusione in ordine alla
scelta di voto e persino al pronostico su chi potrebbe vincere le prossime
consultazioni: più di un quarto della popolazione si dichiara incapace di
formulare una qualsiasi previsione. La campagna elettorale si preannuncia dunque
ancora una volta decisiva. Ma, sino a questo momento, i contenuti proposti dalla
comunicazione del presidente del Consiglio non sembrano avere convinto gli
italiani. In particolare, l'affermazione del Cavaliere riguardo all'avvenuto
adempimento di gran parte degli impegni presi all'inizio del mandato
governativo, suscita dubbi e perplessità. Tanto che di fronte al quesito
diretto: «Il governo ha realizzato il programma presentato nel 2001?», due
elettori su tre rispondono negativamente. È un responso netto: non a caso,
contrariamente al solito, le risposte «non so» sono pochissime. Peraltro, già
all'epoca del varo del Berlusconi bis, qualche mese fa, il 65% dell'elettorato
riteneva che il Cavaliere non avrebbe realizzato il programma enunciato. La
lamentela principale è riferita, come accade ormai da diverso tempo, alla
percezione di una mancata diminuzione significativa della pressione fiscale. Ma
vengono citate anche le opere pubbliche, l'economia in generale, le pensioni,
ecc..
L'insoddisfazione non si concentra esclusivamente tra i votanti per
l'opposizione. Essa si estende, sia pure in misura diversa, tra tutte le fasce
di elettorato. E si rileva con frequenza relativamente maggiore tra quanti
dichiarano di avere votato per una forza di centrodestra alle Europee del 2004 e
affermano di non avere più intenzione di rinnovare questa scelta. Ma, anche tra
chi oggi preannuncia il proprio voto per la Cdl, una percentuale consistente —
mediamente il 28% — ritiene incompiuti la maggior parte degli impegni assunti a
suo tempo dal governo. Con variazioni significative tra i vari partiti. È il 15%
tra l'elettorato attuale di FI, ma si eleva al 36% tra chi vota An, al 43% tra
l'elettorato della Lega, sino al 44% tra gli elettori dell'Udc.
Naturalmente, il fatto che l'affermazione «abbiamo realizzato tutto o quasi il
programma» non trovi riscontro non comporta necessariamente un rifiuto a
rivotare il centrodestra. Sia perché la scelta elettorale è, nella gran parte
dei casi, più orientata al futuro che al passato, più influenzata dalla promesse
che dai ricordi. Sia perché la presenza delle «tre punte» permette all'elettore
potenziale del centrodestra di optare per la Cdl, anche senza ridare la fiducia
al Cavaliere, considerato dai più, a torto o a ragione, il maggiore responsabile
della insufficiente realizzazione del programma. Ma è certo che la scarsa
credibilità riscontrata sin qui dalla campagna di comunicazione del presidente
del Consiglio rende ancora più arduo l'eventuale recupero del centrodestra nei
mesi a venire.