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3 Novembre 2005
Pacco bomba a Cofferati. La solidarietà dei Ds



Era potenzialmente pericoloso il pacco bomba arrivato oggi alla segreteria del sindaco di Bologna Sergio Cofferati. La busta di cellophane blu che ha fatto scattare l'allarme ne conteneva un'altra gialla, nella quale e' stata trovata una videocassetta che nascondeva 60 grammi di polvere pirica, una molletta, fili elettrici, e un foglio a quadretti con la firma del Fai, Federazione Anarchica Informale.

Numerosissimi i messaggi di solidarietà arrivati a Cofferati nelle ore successive all’attentato da tutto il mondo politico e sindacale. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha espresso la solidarietà sua e di tutta la Quercia al sindaco di Bologna - con cui il Segretario dei Ds ha avuto una conversazione telefonica - con queste parole: “Ti siamo tutti vicini nel respingere la vile aggressione che ha cercato di colpirti. E ti sosteniamo tutti nell’azione difficile che ti impegna ogni giorno”.

Sempre oggi, nelle serre del Palazzo Ducale di Parma, sopra i tubi del gas, e a poca distanza dalla sede del Ris dei Carabinieri, e' stato trovato un involucro con alcuni candelotti di esplosivo collegati tra loro. E’ di ieri, invece, l’inquietante episodio di Genova: la telefonata, poi rivelatasi infondata, alla compagna di Cofferati che annunciava un'autobomba sotto casa.

Come avevano promesso qualche giorno fa in una lettera inviata alla sede de la Repubblica a Bologna le sigle della galassia anarco-insurrezionalista sono tornate a farsi sentire. E di colpo la citta' rischia di ripiombare nell'incubo della scia di pacchi bomba che segno' la fine del 2003 e i primi giorni del 2004. Nel mirino allora c'era Romano Prodi. Era il 22 dicembre 2004, le 22,10 di sera un ordigno rudimentale, realizzato con una pentola a pressione e una bomboletta di gas da campeggio scoppio' in un cassonetto della spazzatura all'angolo fra Strada Maggiore e Via Gerusalemme, in pieno centro storico a Bologna, nelle vicinanze dell'abitazione del leader del centrosinistra. A distanza di venti minuti nel cassonetto accanto un'altra fiammata.

Il giorno dopo, un altro pacco bomba, contenente il libro di Gabriele D'Annunzio 'Il Piacere', esplose nell'abitazione del presidente della Commissione europea. Fu lo stesso Prodi ad aprire il pacco, indirizzato alla moglie Flavia Franzoni.

Passarono pochi giorni e un altro plico bomba, spedito da Bologna, arrivo' al presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet. Ma il pacco fu intercettato e neutralizzato prima di essere recapitato al destinatario. Il plico conteneva il ''Fu Mattia Pascal'' di Luigi Pirandello, e venne individuato durante un controllo postale nella sede della Bce a Francoforte.

Il 2003 si chiuse con il plico bomba inviato al direttore di Europol, Juergen Storbek, all'Aja: dentro ancora una volta un libro, ''La chimera'' di Sebastiano Vassalli. Un plico arrivo' il 30 dicembre, anche alla sede di Eurojust, indirizzato al responsabile Michael Kennedy della ''superprocura'' europea all'Aja. Dentro il volume di Lucrezio, 'De rerum natura'.

Il 5 gennaio 2004 una lettera esplosiva, indirizzata al capogruppo del Ppe Hans-Gert Poettering, esplose al Parlamento europeo di Bruxelles senza provocare feriti. Ma da questi attentati il Fai e la Cooperativa Fuochi e Affini, ricomparse oggi a Bologna, presero le distanze.

La Fai (Federazione anarchica informale), che ha firmato il plico inviato oggi a Cofferati, e' una organizzazione priva di centro decisionale, con struttura orizzontale, ramificata in maniera diffusa e alla quale possono partecipare gruppi, altre organizzazioni o singoli. E' anarchica e il suo obiettivo dichiarato e' 'annientare lo Stato e il capitale per creare 'un mondo dove domini la liberta' e l'autogestione''. Pratica la lotta armata, ma rifiuta le concezioni basate su monolitiche organizzazioni, strutturate in maniera 'classica'.

Nella galassia anarco-insurrezionalista nota e' anche la 'Cooperativa artigiana fuoco e affini', che ha rivendicato l'ordigno di questa mattina a Parma. La sigla compare durante il G8 di Genova con plichi bomba. Considerata tra i gruppi anarchici meno strutturati compare per la prima volta insieme al Fai nel documento di rivendicazione degli ordigni esplosi nei cassonetti a Bologna nel 2003.