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04 Gennaio, 2005
La Destra spara contro il
poeta Mario Luzi. Ma mira a Ciampi
Per il terzo giorno a fila nel centrodestra si continua a cavalcare
l’onda dell’aggressione al premier. Tutto serve, anche una intervista
rilasciata da Mario Luzi, novantenne senatore a vita, uno dei più grandi
poeti del ‘900 ........ (da L'Unità)
Per il terzo giorno a fila nel centrodestra si continua a cavalcare l’onda dell’aggressione al premier. Tutto serve, anche una intervista rilasciata da Mario Luzi, novantenne senatore a vita, uno dei più grandi poeti del ‘900, sul quale si scarica una valanga di ingiurie. È soprattutto An a dilatare e gonfiare mediaticamente l’episodio del treppiede. Ma anche Fi dà il suo contributo. Mentre la Lega con Calderoli continua a sostenere l’opportunità di una ispezione ai magistrati che hanno scarcerato l’aggressore Roberto Dal Bosco. Poco importa che il centrosinistra abbia condannato il gesto. Poco importa che financo l’avvocato del premier Roberto Ghedini sostenga che il carcere preventivo è spesso un errore. Ogni occasione è buona per dare addosso ai magistrati. Del resto, ognuno nella Cdl fa la sua parte. An, ad esempio, ha preso subito la palla al balzo per dare un giro di vite. L’onorevole Gennaro Coronella ha annunciato che mercoledì prossimo, quando la Camera riaprirà i battenti, presenterà una proposta di legge per punire con l’ergastolo chi attenta alla vita del presidente del Consiglio, integrando gli articoli 276,277 e 278 del codice penale che già prevede questa misura per gli attentati contro il Capo dello Stato. Con dovizia di particolari Coronella illustra il testo in un unico articolo che introduce i reati di attentato, offesa alla libertà e al prestigio nei confronti del presidente del Consiglio. La proposta è a titolo personale, ma non è escluso che An la faccia sua.
An, come il resto della Cdl, è stata soprattutto impegnata a dare addosso a Mario Luzi. Il senatore a vita aveva detto che episodi come quello del treppiede «sono cose che possono accadere in un clima così eccitato». Eccitato «anche da Berlusconi», che «è molto bravo a fare la vittima». Il gesto dell’aggressore? «Io lo condanno. Ma non facciamola troppo lunga». Perchè «il ragazzo di Mantova è un po’ esaltato, ma non sopravvaluterei l’episodio». Il vistoso cerotto al collo di Berlusconi? «Anche Mussolini si mise un cerotto sul naso» quando fu colpito da un proiettile». E poi «speculò sul colpo ricevuto». «Per certi aspetti si somigliano» Berlusconi e Mussolini. «Berlusconi è un propagandista, proprio come Mussolini». Infine: «Berlusconi un po’ se l’è cercata . Sta esagerando, provoca. Ed è naturale che i risultati siano questi». Provoca, a differenza di «Fini, Casini, Follini» che sono «persone di parte, ma misurate».
Su Luzi si è riversato un fuoco ad alzo zero. Che è arrivato fino al Quirinale. Fino a Ciampi, reo di averlo nominato senatore a vita. «Un linciaggio» l’ha definito il vicepresidente dei senatori diessini Massimo Brutti. Che pure considera «discutibili» le opinioni espresse dal senatore a vita.
Comincia il forzista Fabrizio Cicchitto: Luzi sarebbe un «irresponsabile» che «scherza con i paragoni storici». L’aennino Gustavo Selva vorrebbe mandarlo a fare «un corso di approfondimento storico-politico». Il suo collega Maurizio Gasparri lo accusa di «gettare fango sulle istituzioni», di «giustificare i violenti», di « legittimare nuove aggressioni». Le sue «dichiarazioni irresponsabili», tuona, pongono un problema «a chi ha concesso a Luzi il laticlavio» (lèggi Ciampi ndr). Ma non basta. «L’età avanzata - conclude Gasparri - può essere addotta a giustificazione». Mario Landolfi, a ruota, afferma che «se esitesse l’istituto della revoca» Luzi «andrebbe destituito» da senatore a vita. Gli fa eco il forzista Schifani: si deve «rivedere l’istituzione dei senatori a vita» perché «fa male alla democrazia concedere una totale irresponsabilità a chi, come Luzi, manifesta tutt’altro che alta statura morale». Secondo Schifani le parole di Luzi «sono gravi come l’aggressione fisica a piazza Navona».
Luzi alimentatore d’odio, indegno, evocatore di «barbarie», privo di «coscienza democratica» (il Guardasigilli Castelli). Nonché rimbambito. Per il sottosegretario al lavoro Maurizio Sacconi Luzi è infatti «come quel nonno che, persi i freni inibitori, dice quello che tutta la famiglia pensa»: «Ed è proprio questa l’anomalia italiana, quella di una sinistra di radice marxista che considera l’avversario un nemico e dalla quale non a caso si sprigiona la patologia del terrorismo». Dal lancio del treppiede alle Brigate rosse. È l’apoteosi. Staffilate che costruiscono il caso montandolo a panna. È un ping pong nella Cdl. Uno dichiara, l’altro si associa, l’altro ancora rilancia. Luzi dovrebbe essere allontanato, anzi, si dovrebbe dimettere (Fragalà, An). Ma come si fa ad allontanarlo?Calderoli dopo aver fatto sfoggio di ignoranza («Luzi? Disconoscevo finora che esistesse al mondo»), dice di condividere la proposta di Landolfi di destituirlo, ma ahimé, aggiunge, «non esiste lo strumento». Anche l’udiccino Maurizio Ronconi spiega che le «gravissime dichiarazioni» di Luzi «non hanno reso un servizio al presidente della Repubblica» e che «i senatori a vita non hanno più senso». Sullo sfondo, la santificazione del premier offeso che, a detta dell’inossidabile forzista Isabella Bertolini, «si è comportato con grande responsabilità e senso dello Stato».
In questo bailamme arriva l’esortazione del capogruppo diellino Pierluigi Castagnetti: «Il pensiero di Luzi può essere condiviso o contrastato ma merita rispetto. La democrazia ha bisogno sempre, chiunque governi, di uomini liberi e scomodi». E Luzi, appunto,«è uno dei maggiori poeti, cioé dei maggiori spiriti liberi e coraggiosi sulla scena europea». Il Pdci trova giusto il paragone Berlusconi-Mussolini. Mentre il verde Pecoraro Scanio chiede che «si metta fine all’escalation tragicomica». A sera Luzi fa sentire la sua voce dalla sua casa di Firenze, confermando sostanzialmente la sua analisi: «L’episodio in sé è deprecabile» ma «il clima di contrapposizione faziosa che si è sostituito alla normale dialettica politica favorisce questi scatti».
di Luana Benini
da www.unita.it
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