Paul
Berman
Terrore
e liberalismo
Perché la guerra al fondamentalismo
è una guerra antifascista
Contro
i luoghi comuni del pensiero e la Storia ridotta a slogan, uno studioso
americano di sinistra spiega un apparente paradosso: perché la «war on
terror», nonostante Bush e Rumsfeld, è il proseguimento in altre forme
della Seconda guerra mondiale, combattuta per sconfiggere il nazifascismo.
Una lucida, serena opposizione a ogni culto moderno della morte.
Einaudi. Stile libero/Big
pp. 256 € 13,50
Traduzione di
Lorenzo Lilli
Il terrorismo
islamico è figlio dei peggiori vizi dell'Occidente, sostiene Berman in
questo libro scomodo, che prima di esser tradotto ha già provocato
discussioni sulla stampa italiana.
Al terrorismo Berman, che pur criticando Bush ha appoggiato la guerra in
Iraq, oppone il «liberalismo»: e precisa che con tale termine non
intende «la filosofia del capitalismo sregolato» ma «la filosofia della
libertà, e la pratica della libertà». In questo senso il suo Terrore
e liberalismo è il manifesto di una decisa risposta «liberale» al
terrorismo. La guerra al terrore secondo Berman non è uno scontro tra
civiltà, tra Occidente e islam. L'islam non è la causa del terrorismo,
ma l'arena dove continua oggi, in una nuova versione, la guerra che per
tutto il secolo scorso ha infiammato l'Europa, provocando milioni di
morti: la guerra tra totalitarismo e libertà. Sconfitto in Occidente con
la Seconda guerra mondiale, il totalitarismo rimane figlio dell'Occidente
e della sua cultura romantica e nichilista, che non disprezza certo il
culto del suicidio e di ciò che è «sinistro»- come Berman
implacabilmente dimostra, in una serrata, affascinante analisi che arruola
Dostoevskij e Baudelaire, Conrad e Camus. E se riemerge oggi a sorpresa
sotto la bandiera fondamentalista di Bin Laden, è lo stesso di prima, e
merita uguale sconfitta.
«Siamo in una situazione assurda, in uno di quei tipi di confusione
oscura che in passato hanno permesso a regimi e movimenti totalitari di
svilupparsi. L'èra totalitaria è stata anche l'èra della cecità
liberale. Era il passato in cui stiamo vivendo ancora oggi, e non solo
quando i disastri ci capitano davanti agli occhi».
Paul
Berman
Paul
Berman, saggista brillante considerato uno dei piú acuti analisti di
sinistra negli Usa, è un osservatore politico e un critico culturale che
scrive su «The New Republic», «The New York Times Magazine», «The New
York Times Book Review». Fa parte della redazione di «Dissent»,
principale rivista della Sinistra Usa. Ha pubblicato il saggio A Tale
of Two Utopias. The Political Journey of the Generation of 1968.