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7 Luglio 2003

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MOBILITAZIONI. TRE INCONTRI PER LA LIBERTÀ
Il regime arresta, censura e taglia internet

Ecco perché il 9 luglio saremo tutti iraniani,

in Il Riformista 7 luglio 2003


Scusate se a ogni frase ricorderemo la data del 9 luglio. Ma è solo perché quel giorno ci saranno tante ottime ragioni per stare accanto ai giovani riformisti iraniani. Proveremo a riassumerne qualcuna.
Il 9 luglio è l
' anniversario della prima grande manifestazione degli studenti di Teheran, duramente repressa nel ' 99, e in cui un giovane dimostrante venne ucciso. Per quella data il movimento ha annunciato una grande commemorazione, che si trasformerà in una nuova manifestazione di protesta e chiederà la liberazione delle migliaia di studenti arrestati (ma sarebbe meglio dire sequestrati) proprio per tentare di fermare le contestazioni.
Grazie alla mobilitazione degli studenti per il 9 luglio, in Iran stanno cadendo anche i tabù più temibili. Per le strade delle maggiori città, gli insulti contro il leader supremo sono ormai quotidiani. Non si tratta di mere offese, l
' insulto viene utilizzato come arma politica. Per comprenderne la portata, bisogna infatti ricordare che nella cultura persiana l ' insulto viene considerato un atto gravissimo.
Temendo il 9 luglio, le forze dell
' ordine hanno ripreso a confiscare le parabole, vietate ma a volte tollerate. I guardiani armati setacciano le case, controllano tetti e cortili, confiscano le parabole e le buttano per strada. Atti di prepotenza, questi, che conosciamo soltanto grazie agli studenti: in poche ore, le immagini digitali delle razzie finiscono puntualmente sui blog. Sempre gli studenti stanno fornendo istruzioni su come contattare le radio iraniane di Los Angeles senza essere intercettati, e su come muoversi in città evitando di cadere nelle mani dei temibili miliziani di regime.
Per contrastare il 9 luglio, i mullah cercano di impedire le comunicazioni via cellulare nelle zone calde vicino alle università e nei quartieri abitati dai ribelli. A queste zone, secondo una prassi consolidata nelle scorse settimane, verrà presto tagliata anche l
' energia elettrica, soprattutto per impedire alle radio e tv di Los Angeles di gestire la logistica delle manifestazioni.
Il 9 luglio è importante anche perché si scoprirà da che parte stanno le forze armate regolari. Con un background saldamente monarchico, esse vengono storicamente viste con grande sospetto dai mullah, che per questo hanno privilegiato i rapporti con pasdaran e miliziani, creando però molto rancore tra i soldati regolari. Anche la polizia ha diversi e antichi risentimento verso i miliziani. Il ruolo che svolgerà nel mantenimento dell
' ordine e la sua reazione alla manifestazione degli studenti sarà la chiave di volta per capire se in Iran qualcosa cambierà a breve. Considerando, anche, che ci sono già stati pesanti battibecchi pesanti con i miliziani a seguito dei raid anti-studenti dei giorni scorsi. Tanto è vero che a Teheran girano voci sulla possibile caduta di alcune teste nelle forze armate, per evitare ogni minima tentazione di schierarsi dalla parte dei dimostranti. Infatti, alcuni capi militari hanno già annunciato che non andranno contro la volontà del popolo.
Per evitare che la gente scenda in strada il 9 luglio, i mullah spargono notizie su possibili esecuzioni dei dimostranti, chiamati mohareb, cioè «colui che combatte Dio», accusa per cui è prevista la pena di morte. Il regime sa infatti che la situazione è molto più pericolosa rispetto al
' 99, perché le proteste godono del supporto ideale della gente.
Il 9 luglio bisogna stare accanto agli studenti perché in Rete c
' è un loro appello in cinque lingue, con il quale chiedono aiuto al mondo: «Il ministero degli Interni, che è sotto il controllo dei cosiddetti "riformisti", sta bloccando l ' accesso a internet. Con questo gesto Khatami e il suo governo dimostrano di non essere migliori degli oltranzisti. Noi iraniani chiediamo solidarietà ed aiuto ai cittadini liberi e consapevoli del mondo per la nostra lotta contro il regime dittatoriale di Teheran».
In Iran molti credono che il prossimo 9 luglio possa diventare la fine della teocrazia, o che almeno possa rappresentare il penultimo capitolo prima dell
' epilogo. Ecco perché, nonostante la repressione, gli studenti sono decisi ad andare fino in fondo. L ' Occidente, l ' Europa, l ' Italia in generale, e la sinistra in particolare, devono aiutare chi combatte per i propri diritti e la propria libertà. Gli studenti e i giovani iraniani si stanno ribellando a un regime teocratico e anacronistico che è rimasto in piedi grazie ad un miscuglio di convenienze commerciali all ' estero e di repressione violenta all ' interno. Per di più, la stragrande maggioranza del popolo iraniano è costituita da giovanissimi che sono ancora più occidentalizzati dei loro coetanei del ' 79, grazie anche a internet e alle televisioni satellitari.
Per queste e altre ragioni, il 9 luglio il Riformista dedicherà un
' intera giornata per l ' affermazione della libertà e della democrazia in Iran. Cominceremo alle 8.10 su La7, con il rotocalco Omnibus che - ospite il nostro direttore Antonio Polito - dedicherà uno spazio di approfondimento alla nostra mobilitazione. Dalle 10 alle 16 saremo invece all ' ambasciata iraniana di Roma, in via Nomentana 361, dove sfileremo in rigoroso silenzio. Infine, dalle 19 a tarda sera, l ' appuntamento è in piazza Campo de ' Fiori, sempre a Roma, dove politici, artisti e semplici cittadini si alterneranno nella lettura di messaggi degli studenti iraniani, lettere dei perseguitati dal regime, testimonianze letterarie e politiche della lotta per la libertà, in ogni tempo e in ogni luogo. Quel giorno con noi ci saranno centinaia di persone, celebri o meno, di ogni parte politica, credo religioso, sesso, o appartenenza ideale.
Il 9 luglio saremo tutti iraniani.