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IL REGNO SEGRETO DI NINA SIMONE
di Riccardo Bertoncelli
in La Repubblica Musica, 2003
E’ stata
una sorpresa, nelle settimane passate, lo spazio dedicato dai media italiani
alla morte di Nina Simone.
Perfino mezze pagine
di quotidiani; per un
'
artista che in fondo non aveva mai avuto un
brano forte da classifica, che aveva passato la camera a stentare da un
'
etichetta all
'
altra e, particolare forse decisivo, non era mai
stata collocata precisamente né di qua (il jazz) né di là (il soul, il
R&B ) - un suo felice tratto distintivo ma anche un limite.
L
'
unico incontro ravvicinato con il grande pubblico delle nostre parti la
signora Eunice Waymon (questo il vero nome) l
'
aveva avuto anni fa, fornendo una stringante colonna sonora a una campagna
promozionale automobilistica. Un bel colpo, che però spiega poco; neanche i più
scatenati ultra dei jingles, ritengono che basti uno spot fortunato per dare un
sigillo di gloria a una carriera e suscitare il rispettoso affetto che si è
potuto cogliere nell
'
occasione.
Certo,
si può spiegare tutto in termini ridutttvi: era un periodo senza grandi
notizie di spettacolo, avanzava spazio e poi, si sa, la stampa ha sempre i
suoi amorini strani, fissazioni "di culto*. Ma forse la spiegazione sta
da un
'
altra parte.
Forse è vero che esistono ancora artisti, e neanche pochi,
che non vanno in classifica, non si vedono in TV, non fanno le prime pagine ma
riempiono la vita a tante persone con le loro canzoni fuori tempo e fuori
schema; conosciute magari per caso, per un fortunato incontro radiofonico, per
il consiglio di un amico, seguendo il tam tam sotterraneo di quella rete che non
è Internet ma funziona anche meglio, e da più tempo, usando l
'
antico sistema del passaparola. Robert Kirk, un ministro al culto
scozzese,
si divertì quattro secoli fa a spiegare e catalogare il mondo delle fate e
degli spiriti invisibili, e lo chiamò
il Regno Segreto.
Ecco, c
'
è un Regno Segreto anche nella musica: «esseri che si dice siano di una
natura intermedia fra l
'
uomo e l
'
angelo, con una mentalità intelligente e appassionata», non visibili
a tutti ma vivi e operosi, capaci di coinvolgerci e darci emozioni.
Nina Simone era di
quella specie, e per quello è stata salutata con tanta intensità e, a guardare
le nude cifre del "mercato", così smodatamente.