PAOLO CONTE
Verona 26 luglio 2006
Concerto di Paolo Conte
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Live Arena di Verona
Dopo un album di novità, "Elegia" (2004), giunto al termine di un decennio speso all'insegna di concerti registrati e progetti non strettamente legati alla forma-canzone ("Razmataz", 2000), Paolo Conte torna nuovamente alle incisioni dal vivo: "Arena di Verona" (2 CD - Atlantic), proposto pure in versione dvd, è il quinto disco live del nostro, dopo "Concerti" (1986), "Live" (1988), "Tournée" (1993) e "Tournée 2" (1998).
Dato per scontato che ci sarà sicuramente qualcuno deciso a battere ancora sul tasto della crisi creativa, agli altri non resta che godersi questa bella performance dell'ex-avvocato di Asti: ventidue canzoni, otto delle quali mai incise dal vivo, più il bis, in chiusura, di "Via con me" (già eseguita nella prima parte del concerto) e l'inedita "Cuanta pasion" - registrata in studio con il contributo del chitarrista Mario Reyes della Gypsy King Family e della cantante iberica Carmen Amor - a far da ciliegina sulla torta.
Assieme ai consueti musicisti del suo gruppo (Daniele di Gregorio, Jino Touche, Daniele dall'Omo, Massimo Pitzianti, Claudio Chiara, Luca Velotti e Lucio Caliendo), Conte propone delle novità sia nell'orchestrazione - più ritmica, pensata per adattarsi agli spazi di un'arena in luogo dell'intimità dei piccoli teatri - sia nel repertorio, che pesca a piene mani dal recente "Elegia".
Da lì provengono, infatti, ben sei brani ("Elegia", "Sandwich man", "Molto lontano", "Bamboolah", "Chissà" e "La vecchia giacca nuova"), mentre gli altri abbracciano praticamente l'intero arco della sua carriera: si parte da "Genova per noi" del 1975, per proseguire con "La donna d'inverno" e "Bartali" (dall'album "Un gelato al limon", 1979), "Alle prese con una verde milonga", "Via con me" e "Madeleine" (da "Paris milonga", 1981), "Lo zio", "Gioco d'azzardo" e "Diavolo rosso" (da "Appunti di viaggio", 1982), "Sparring partner", "Come di" e "Sotto le stelle del jazz" (da "Paolo Conte", 1984), "Max" (da "Aguaplano", 1987), "Lupi spelacchiati" e "Eden" (da "Parole d'amore scritte a macchina", 1990), per giungere a "Schiava del Politeama" (da "Novecento", 1992). Conte ha detto di aver molto lavorato per adattare la sua musica agli ampi spazi dell'Arena di Verona: "ho imparato a sfidare le distanze con le luci, un'amplificazione adeguata, la nitidezza dei suoni. Allora la dialettica tra piano e forte, le timbriche, in definitiva le atmosfere non ne soffrono, anche se lo spazio non è quello, raccolto, di un teatro". Il risultato gli dà pienamente ragione: "Arena di Verona" è esito apprezzabile che testimonia d'un artista in piena forma, capace di spaziare a meraviglia tra il proprio repertorio "classico" e quello più recente.
Francesco Troiano
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Questa canzone mi ricorda sempre mio padre. La fine della Seconda Guerra Mondiale, la prigionia a Napoli, gli americani, la cassa di 78 giri portata al Nord come una reliquia religosa ...
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