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Sgarbi rompe il Tapiro sulla testa di
Staffelli «Voi di Striscia datelo a qualcun altro»
L’ira del sottosegretario:
insulti e spintoni. «Non ti ho fatto male, è polistirolo»
BRESCIA - «Il tapiro a me? Datelo a D’Alema, a Violante, alla
Melandri. Datelo a Silvio Berlusconi. Non a me». E due. L’onorevole Vittorio
Sgarbi l’aveva rifiutato giovedì a Roma, respingendo l’inviato di Striscia
la notizia Jimmy Ghione. A Brescia, ieri sera, dove doveva partecipare a un
incontro culturale, si è limitato a tenere il Tapiro tra le mani una manciata
di secondi. Il tempo di trovare un varco tra gli agenti della Digos che lo
separavano dall’inviato di Striscia la notizia . Poi ha colpito Valerio
Staffelli spaccandogli in testa il simulacro dorato. Motivo del contendere la
partecipazione di Sgarbi alle trasmissioni di Telemarket , la tv di
Corbelli dove, secondo l’accusa, sarebbero stati venduti quadri falsi. E’
cominciato così il rovente e irriverente faccia a faccia fra i due: 25 minuti
di tensione, spintoni e insulti, in buona parte riproposti da Striscia su
Canale 5 un’ora più tardi, proprio mentre il giornalista entrava al
pronto soccorso per farsi medicare. «Lei è una persona estremamente violenta,
signor Sgarbi - dice piagnucolando Valerio Staffelli - lei mi ha fatto male, sa.
Io volevo solo parlare con lei. Invece... mi fa male la testa». E Sgarbi,
sbriciolando il piedistallo in polistirolo del Tapiro: «La testa ti fa male
perché è vuota. Guarda, è polistirolo. Guardate come recita. Morto di sonno,
addormentato, falso, bugiardo».
Attorno giornalisti e operatori tv, ma anche un gruppo di dipendenti di Telemarket
in ferie forzate dopo che la magistratura di Bari ha oscurato le
televendite. «Telemarket vuole vivere», diceva un loro cartellone posizionato
a tiro di telecamere.
Lo show del sottosegretario ai Beni culturali non ha mancato di suscitare altre
polemiche. Giuseppe Giuglietti (Ds) ha inviato il «governo a prendere le
distanze da Sgarbi. Se non se la sentono di tirar fuori il cartellino rosso
almeno mostrino quello giallo».