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LEGA NORD

Soggetto: MIGRAZIONI RAZZISMO TERRITORIALE

Fonte: La repubblica, 2002

MILANO-Lasignora Olga, figlia di un falegname della Brianza, ha una vocina dolce, da bambina

vecchia.

Ma l'anima è guerriera, e spara:«Una bella cannonata, ci vuole.

Pum, e affondarli tutti!». «Altrimenti ci buggerano anche stavolta - incalza Emesto, da Bergamo, voce

da baritono - mi sa proprio che ci stanno prendendo per i fondelli. Sai cosa ti dico? Che se il Beriusca

non tira fuori gli attributi, è meglio che facciamo come nel '94, che ce ne andiamo via da/sto governo».

 

Fuoco contro gli Immigrati (delinquenti»), contro gli alleati di governo («paurosi ed incapaci»), contro

lasinistra («imbecilli»), contro la Chiesa («fai sa»).Non si salva nessuno (a parte la Lega, è logico) dalla

tempesta dell'etere padano. Ne Berlusconi, ne Fini, ne Scajola, ne Martino, ne Buttigliene, ne Casini,

ne Fassino, e tantomeno il cardinal Ruini.

Per nove ore, dalle nove e mezza del mattino alle sei e mezza della sera, va in onda m diretta dai

microfoni di «Radio Padania Libera», la protesta del popolo leghista contro gli immigrati, i clandestini e

chi«nonfanienteper fermarli». Pochi dubbi, anzi nessuno, e tanta rabbia.

Un'onda d'odio contro «l'orda» che assale le coste italiane, e che fanno fatica a contenere i vari leaders

de lCarroccio che si alternano per tutta la giornata a rispondere dai loro telefonili agli ascoltatori, da

Enrico Speroni a Roberto Calderoli, da Giancarlo Giorgetti a Giampaolo Gobbo, da Alessandro Cè a

Pietro Fontanini. «Non siamo assolutamente razzisti» si affannano a spiegare, e illustrano la linea della

Lega, che è quella di «aiutare questi poveri disperati in casa loro».

Ma, è durissima. Persino uno vivace come Mario Borghezio sembra un moderato davanti al fuoco di fila

aperto dai miliziani del Carroccio, che chiamano in continuazione (700 telefonate) e costringono il

direttore della radio, Matteo Salvi-

ni, a sospendere un'edificante trasmissione dei «Cattolici padani» sul mistero della paternità di San

Giuseppe, per dare spazio a una nuova ondata di proteste. «Non ce ne frega niente di aiutarli, ne in

casa loro ne qui» taglia corto Paolo, da Varse. «Il governo deve dare ordine -di sparare contro quelle

carrette, altro

che balle - s'infuria Ettore, da Como - vedrai che quando gliene affondi una, e poi un'altra, e dopo

ancora un'altra, quelli non si fanno più vedere!».

 

La signora Maria, da Broscia, spezza un altro tabù: «Sono sempre più razzista. E incazzata. Sono

diventata razzista da quando sono stata aggredita da un extracomuntario, un'esperienza che non

auguro a nessuno, e ora non riesco più a dormire neanche coi calmanti. Prima sono stata male quando

ho visto

alla tivù altre dieci carrette del male in arrivo. Perché questi vengono a rubare nelle nostre case, mica

vanno in Vaticano». Eugenio, da Bergamo, vorrebbe invece mandarli davvero in Vaticano «così li

mettono tutti col cul in aria egli fanno il ramadàn», mentre Giuseppe preferirebbe inviarli in seminario

«dato che c'è la crisi delle vocazioni, chissà che qualcuno si converta».

Sono in molti a criticare il Papa e il Vaticano, «Da cattolico sono scandalizzato per l'atteggiarnento del

cardinal Ruini attacca Oscar da Bergamo. E il signor Miro propone di togliere alla Chiesa il 18 per

mille, "-«cosi imparano». Ce n'n'è anche per i «falsi umanitari» Casini e Buttiglione: «Mandiamoli in

crociera coi

clandestini su queste carrette per almeno 15 giorni. Vedrai come saranno accolti cristianamente!».

Ne è certo il popolo leghista, il pericolo viene dall'Islam,che è«il cancro del mondo». «Sono bande di

delinquenti che vogliono mettere in crisi la nostra società con la droga e a prostituzione, un attacco in

piena regola» dice Fiera. «Importiamo solo magnaccia e disgraziati, mica geometri e ragionieri»

brontola

Marco. «La sinistra, che ormai ha senso di esistere solo se c'è la miseria nera, li vuole per averne i voti

C'è qualcuno che li paga perché vengano qui» tuona Roberto, da Varese. «Hanno occupato tutti i

capannoni dismessi di Milano» grida Aldo, da Monza. «Non solo le città, anche le carceri ormai sono

piene di immi-

grati» mugugna Elis^ da Venezia., «Mandiamoti almeno a scontare la pena nelle prigioni dei loro

paesi» propone Pietro. Andrea si spinge | anche più il là; «È Bin Laden che ce li ha mandati .Tra poco

vivremo in un mondo pieno di musulmani-fanno figli come conogli questi" e Francesco, da Lodi -

andate via dall'Italia, quii stiamo noi. Alzeranno la bandiera turca al posto del tricolore e noi saremo

schiavi in casa nostra, chiusi negli scantinati e loro a comandare - incalza Giuseppe Leoni - ci faranno

fare la fine degli indiani.

«E poi.perché chiamarli disperati questi - si sfoga Luigia, da Varese- I veri disperati siamo noi, e siamo

stufi, arcistufi. Noi pensionati italiani. Che non abbiamo di che vivere a sufficienza, che siamo costretti

adandarci a prendere la frutta che al mercato buttano via, se vogliamo sopravvivere...». Un antidoto,

Andrea ce l'avrebbe: «Allora ' andiamocene via noi. Chiediamo i asilo politico a Lugano, ci danno il

permesso di soggiorno, mille franchi al mese, e.. .vaffanculo».

 

In La Repubblica 20/3/2002