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LEGA NORD

Soggetto: COMUNICAZIONE LINGUA ITALIANA

Fonte: www.ilnuovo.it, 2002

La Lega apre un altro fronte: quello dell'italiano. Insorge la Lega alla proposta di An e Ulivo di inserire

nella Costituzione il principio che "l'italiano è la lingua ufficiale della Repubblica".

ROMA - Prima la devolution, poi l'immigrazione col no alla sanatoria delle colf, infine la poltrona nel cda

della Rai. E ora la Lega apre un nuovo fronte: quello della lingua italiana. Il Carroccio dice no

all'introduzione nella Costituzione dell'italiano come lingua ufficiale della Repubblica.Teatro dello

scontro che, come tutte le battaglie leghiste rischia di deflagrare, la commissione Affari costituzionali

della Camera che oggi ha avviato l'esame di tre disegni di legge (due di An ed uno dell'Ulivo) di identico

contenuto, che aggiungono un comma all'articolo 12 della Carta fondamentale: ''La lingua italiana è la

lingua ufficiale della Repubblica''. Sì, perché i Costituenti non previdero che l'italico idioma,

sovrappostosi alle mille lingue parlate nel Paese e impostosi più per la televisione che per merito di

Alessandro Manzoni, sia la "lingua di Stato".Figurarsi le reazioni della Lega, fautrice dell'Europa dei

popoli e dell'Italia delle regioni, all'idea-minaccia che il padano (anche se sul termine bisognerebbe

intendersi: di comune, per esempio, fra il dialetto bergamasco di accento sassoni e l'emiliano di

cadenza celtica non c'è praticamente nulla) venga ulteriormente massacrato. Magari da quell'italiano

venato di cadenze "romolette" che la televisione (quella sì di Stato e romanocentrica) ha imposto in

quasi 50 anni di quiz e varietà.Roba da "lingue tagliate", da genocidio della razza. Ed è pressappoco

con questi toni che la Lega ha motivato il suo no netto, radicale, pronta a salire sulle barricate in nome

della diversità culturale. Pietro Fontanini, depitato capogruppo del Carroccio, è un'onda di piena mentre

tuona letteralmente contro il dispositivo costituzionale sottoposto al vaglio del Parlamento. Questo

nuovo comma - ha sostenuto - potrebbe essere in contrasto con altri articoli della Costituzioni, il 3 e il

6, che prevedono la tutela delle minoranze linguistiche storiche e ''l'uguaglianza dei cittadini senza

distinzioni, tra l'altro, di lingua''. E poi, prosegue l'esponente leghista, la costituzione spagnola ''prevede

come ufficiali in ambito locale lingue diverse dal castigliano''. E a nulla sono valse le rassicurazioni dei

deputati degli altri partiti e della relatrice sul fatto che la legge di tutela della minoranze linguistiche,

approvata nel 1999, non viene intaccata: Fontanini ha infatti preannunciato la presentazione di

emendamenti. ''Più che una contrarietà netta da parte della Lega - ha commentato la relatrice, Erminia

Mazzoni - mi sembra una contrarietà aprioristica''. La verifica ci sarà martedì prossimo, quando scadrà

il termine per la presentazione degli emendamenti. La proposta, peraltro, ha ricevuto l'appoggio di tutte

le forze politiche che hanno sottolineato l'importanza di ''costituzionalizzare'' l'italiano alla luce

dell'integrazione Europea: ''Ci sentiamo tutti cittadini europei - spiega la relatrice Erminia Mazzoni

(Ccd-Cdu), e proprio per questo è importante valorizzare quegli elementi, come la lingua, la cultura o la

bandiera che caratterizzano la nostra storia e la nostra nazione''. Antonio Soda, dei Ds, ha sottolineato

anche che la valorizzazione della cultura ''assume particolare rilievo in una fase di globalizzazione''.

Giampiero D'Alia (Ccd-Cdu), ha sottolineato l'esigenza di ''mettere le mani avanti'' per evitare che col

federalismo qualche Regione sia indotta ''a definire una propria lingua ufficiale''. (15 FEBBRAIO 2002