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«COFFERATI VUOLE IMPEDIRE A PARLAMENTO ED ESECUTIVO DI ESERCITARE IL MANDATO
DEGLI ELETTORI»
Martino: quella piazza, pericolo per la democrazia
Domani l´incontro governo-sindacati. Si va verso il muro contro muro
ROMA «La manifestazione di sabato della Cgil un risultato l´ha certamente ottenuto: convincere anche
i più dubbiosi del pericolo enorme che tutto ciò rappresenta per le libere istituzioni della nostra
democrazia». E´ un attacco durissimo quello che il ministro della Difesa, Antonio Martino, sferra al
sindacalismo e alla cgil in particolare, all´indomani della manifestazione di quest´ultima a Roma.
Martino scrive - in un articolo che appare oggi sul quotidiano «La Sicilia» - che il sindacato, munito di
grandi finanziamenti, sta travalicando il suo ruolo fino al punto di minacciare l´ordine costituzionale,
impedendo all´esecutivo legittimamente eletto di governare il paese. «Prima o poi - dice il ministro -
bisognerà ripristinare la legalità, dando attuazione al dettato costituzionale; non farlo significherebbe
venir meno al primo dei doveri di un governo: garantire la legalità costituzionale». «L'intera piazza -
aggiunge con riferimento alla manifestazione di sabato - era fatta soprattutto a beneficio di una sola
persona, serviva a fare da sfondo alla figura di un leader. Era "ad majorem Cofferatianam gloriam" ».
Senza dire - aggiunge Martino - «che la presenza massiccia» di manifestanti «conferma la potenza
finanziaria e organizzativa della Cgil» ed è «preoccupante che nessuno rilevi o si stupisca del fatto che
Cofferati riesca a destinare una cinquantina di miliardi non suoi ad uno scopo sostanzialmente futile: il
soddisfacimento della propria vanità». Quanto è accaduto sabato è, secondo Martino, «un fenomeno
che non ha uguali in nessun Paese del mondo: una organizzazione sindacale privata che "mostra i
muscoli" presumibilmente per ricordare alle istituzioni democratiche che non è loro consentito di
svolgere i compiti previsti dalla Costituzione e che sono stati loro assegnati dalla maggioranza degli
elettori». «La vera anomalia italiana - conclude Martino - consiste nell'aver consentito la creazione di un
potere sindacale smisurato sottratto a qualsiasi disciplina legislativa, dotato di risorse finanziarie
ingenti, rispetto alle quali è immune dagli obblighi che valgono per tutti gli altri, che si pone come
dichiarato obiettivo quello di impedire al Parlamento di fare leggi non di suo gradimento e al governo di
esercitare il mandato ricevuto dagli elettori». Queste accuse di fuoco giungono alla vigilia dell´incontro
che il governo avrà con i sindacati domani a Palazzo Chigi, per tentare di ricucire un´ipotesi di dialogo.
L´idea di Cisl e Uil è che si possa riprendere un confronto a iniziare dal «libro bianco» sul lavoro cui
collaborò lo stesso Marco Biagi. Anche la Cgil siederà a quel tavolo ma - forte del consenso della base
manifestato sabato scorso - pretenderà che l´articolo 18 sia stralciato dall´agenda. Un invito a dare un
segno di disponibilità verso il mondo sindacale e a considerare le ipotesi proposte come base di
discussione, viene al governo anche da esponenti della maggioranza, come gli ex ministri Raffaele
Costa e Giorgio La Malfa, ma le sollecitazioni del ministro Martino e quelle del sottosegretario Sacconi
perché il governo resti sulle sue posizioni, non sembrano disporre gli animi a un dialogo sereno. Ieri al
ministro Tremonti, che aveva definito la manifestazione di sabato come «una operazione di forza tutta
interna alla sinistra», ha replicato ieri il presidente dei Ds Massimo D´Alema: «Le parole di Tremonti
sono assolutamente irresponsabili. Mi pare che il ministro si caratterizzi sempre di più come l'ala
oltranzista di questo governo. È l' uomo dello scontro. Non hanno capito, né Tremonti né quelli che
hanno fatto tutta questa dietrologia sul centrosinistra, che in questa battaglia siamo tutti uniti nel
ritenere che la pretesa di cancellare fondamentali diritti dei lavoratori e il metodo di un governo basato
sul conflitto sono inaccettabili. E l'obiettivo del movimento sindacale non è quello di far cadere il
governo ma di difendere i diritti dei lavoratori». Tremonti ha tenuto il punto, e ha ribadito alla «Stampa»
la sua opinione: «A me sembra che non ci sia più il centrosinistra, ma la sinistra e basta. Abbiamo
assistito a una mutazione genetica: basta guardare le immagini della manifestazione di sabato,
c´erano solo bandiere rosse. Il centro, nel centrosinistra, ormai non si vede più». «Niente di più falso -
ha risposto Francesco Rutelli dal congresso della Margherita - in quella piazza c'erano molti di più, io a
Roma c'ero e decine di persone mi hanno fermato per dirmi che erano della Margherita... e c´erano
anche i miei figli, il più piccolo, 14 anni, è andato con alcuni compagni di scuola e il più grande con un
suo ex insegnante di religione. Tutti noi - ha detto ancora Rutelli - dobbiamo ringraziare chi ha
organizzato la grande manifestazione di sabato, in cui noi ci riconosciamo insieme a tutto il
centrosinistra, e alla quale intendiamo dare tutto il nostro convinto appoggio».
Raffaello Masci