PRESENTAZIONE
L’Università degli studi di Milano Bicocca, istituendo il Corso di
laurea specialistica in programmazione e gestione delle politiche e dei servizi
sociali, innovativo nel panorama universitario italiano, intende preparare
figure professionali esperte capaci di operare con un elevato grado di
autonomia e di svolgere funzioni di direzione, di management e di coordinamento
di programmi di servizi sociali e di politiche sociali in vari settori quali
l’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, servizi alla persona e alle famiglie,
migrazioni e relazioni interculturali, esclusione e marginalità
sociale, soggetti deboli e politiche di welfare in genere.
Queste
competenze specialistiche sono collegate al nuovo contesto dei servizi e degli
interventi che vede un forte sviluppo del terzo settore e delle connessioni tra
quest’ultimo e il settore pubblico, sia sul piano dell’erogazione
che su quello della pianificazione, progettazione e valutazione dei servizi. Si è ritenuto
quindi opportuno che il profilo professionale di riferimento comprenda la
dirigenza e il management del settore pubblico e del terzo settore, assumendo
e favorendo, già nell’ambito formativo, forme di cooperazione nel rispetto
dei diversi ruoli e funzioni. Il corso di studi ha durata biennale e si
articola in due curricula formativi: management dei servizi sociali e relazioni
interculturali.
Esso è organizzato per moduli didattici caratterizzati da
specifiche aree tematiche, con un approccio multidisciplinare. Accanto ai
moduli sono previsti inoltre seminari, laboratori, gruppi di lavoro, tirocini
di ricerca.
La frequenza non è obbligatoria, ma è opportuna e vivamente consigliata, dato il
livello di sperimentazione che il corso di laurea intende esprimere, favorendo
l’apprendimento attivo delle competenze e il continuo confronto con le
esperienze formative e lavorative dei partecipanti, e proponendo, inoltre,
laboratori esperienziali che possono essere utilmente fruiti solo attraverso
comportamenti agiti direttamente. Per questo è richiesto ai frequentanti di
iscriversi ai diversi moduli.
Per quest’anno accademico 2002/2003 tutte le attività didattiche,
seminariali e di laboratorio saranno concentrate in tre giorni alla settimana, (mattino
e pomeriggio) e precisamente giovedì, venerdì e sabato (di regola solo
al mattino); le verifiche/esami/prove avverranno, oltre che nella consueta
forma orale, attraverso la redazione di paper al termine di ogni modulo
e/o di gruppi di moduli oppure anche attraverso lavori in classe.
.Nel primo anno il percorso formativo è in sostanza comune ai due
curricula (management dei servizi sociali e relazioni interculturali)
sulla base della considerazione che la dimensione interculturale nella
società attuale è riferimento imprescindibile sia per la lettura del contesto
che per
la programmazione e gestione degli interventi a qualsiasi livello.
Per facilitare la comprensione della proposta formativa i moduli
didattici sono raggruppati facendo riferimento ad aree tematiche: da un lato le
aree relative alle specifiche competenze funzionali di programmazione e
gestione dei servizi, dall’altro lato le grandi trasformazioni socio-economicheculturali
e normative che costituiscono il quadro di sfondo in cui tali competenze si
collocano e da cui vengono influenzate.
Nel secondo anno il percorso formativo è in parte curriculare. Si
ritiene infatti che l’acquisizione di competenze vada anche radicata rispetto alla
specificità dell’area e della materia in cui si lavora o s’intende lavorare a
un livello specialistico, sia essa area funzionale oppure legata a fasce
problematiche/aree di intervento.
In questa
prospettiva il secondo anno potrà essere organizzato in modo da sostenere il
lavoro di approfondimento su aree tematiche che troverà sbocco nella tesi finale. Sono anche
previsti cinque laboratori sulle relazioni interpersonali..
Il coordinatore del corso
di laurea Alberto Giasanti
INDICE |
PRIMO ANNO
1. Le grandi trasformazioni socio-economiche e
culturali come quadro di sfondo 1.Sistemi di welfare comparati ( Docente:Enzo
Mingione) 2.Nuove forme di identità collettive (Docente:Mariuccia Giacomini) 3.I
sistemi di solidarietà familiari (Docente:Carla Facchini) 4.L’integrazione tra
le politiche sociali (Docente:Ota De Leonardis)
2.. Le
trasformazioni istituzionali e normative
1.Le politiche sanitarie (Docente: Mara Tognetti)
2.Le
politiche globali per la salute (Docente: Eduardo Missoni) 3. La
legislazione sociale e sanitaria (Docente: Paolo Ferrario) 4. La gestione
delle politiche sociali (Docente: Cristiano Gori)
3. La
programmazione e la progettazione in ambito sociale
1.La programmazione sociale (Docente:Giuliana Carabelli)
2.La
costruzione e la valutazione di progetti (Docente: Lavinia Bifulco) 3. La
dimensione della progettazione (Docente: Maria Cacioppo)
4. La gestione
dei servizi sociali
1.La gestione e la valutazione di qualità (Docente: Antonella
Pagliarani)
2.La gestione dei gruppi di lavoro -curriculum
management-(Docente:Gianni Del Rio)
5. La gestione
delle relazioni e dei processi comunicativi
1.Le forme della mediazione (Docente: Adolfo Ceretti)
2.La comunicazione interculturale (Docente:Ida Castiglioni)
3.La comunicazione nell’organizzazione (Docente:
Franca Olivetti Manoukian)
4.Lo
spirito della mediazione (Docente: Jacqueline Morineau)
5.La gestione
della differenza culturale -curriculum relazioni
interculturali( Docente: Milton Bennett)
SECONDO ANNO
Moduli comuni
1. Le trasformazioni
istituzionali e normative
1. I diritti di
cittadinanza ( Docente: Alberto Giasanti)
2. Le riforme
della Pubblica Amministrazione (Docente: Alberto Zucchetti) 2. La
programmazione e la progettazione in ambito sociale 1. La
dimensione della programmazione (Docente: Pia May)
3. La gestione dei servizi
sociali
1.Il management
dei servizi (Docente: Federico Butera) 2. Il controllo di
gestione (Docente: Francesco Silva)
Curriculum management
1. Servizio sociale in
Europa (Docente: Raffaella Puccio)
2. Il
management dei servizi -corso progredito- (Docente: Donatella Barberis) 3. La
gestione delle risorse umane (Docente:Grazia Gacci) Curriculum relazioni
interculturali
1. La comunicazione interculturale
-corso progredito - (Docente: Ida Castiglioni) 2. La competenza
interculturale nelle relazioni (Docente: Milton Bennett) 3 La pedagogia
dell’altro (Docente: Elisabetta Nigris)
4 La salute
dell’altro (Docente: Mariella Pandolfi)
Laboratori
sulle relazioni interpersonali
1. Il sorriso di Narciso:
dal corpo alla parola (Docente: Attilio Gardino)
2. La (de)costruzione
dell’ “Altro” (Docente: Simone Ghezzi)
3. Il sé corporeo nella
relazione interpersonale (Docente: Luciano Marchino)
4. Il clima relazionale in
una professione d’aiuto efficace: l’approccio centrato sulla persona di Carl Rogers
(Docente: Emilia Ugolotti)
5. Storie
d’ombre (Docente: Alberto Giasanti)
PROGRAMMI DEI MODULI DIDATTICI
PRIMO ANNO
1.Le trasformazioni socio-economiche e culturali come
quadro di sfondo
Sistemi di welfare comparati
Docente: Enzo
Mingione. Tutor: Alberta Andreotti, Barbara Da Roit
Enzo Mingione è docente di
sociologia e vicepreside della Facoltà di Sociologia dell’Università di
Milano-Bicocca. E’ il coordinatore del Dottorato Europeo European Local and
Urban Studies consorziato con la London School of Economics a Londra, la
Humboldt University a Berlino e la Fondation Nazionale de Sciences Politiques a
Parigi. I suoi principali interessi di ricerca sono: welfare comparato, mercato
del lavoro, povertà, sociologia urbana.
Obiettivi
Il modulo si
propone di presentare le trasformazioni, le tensioni e le riforme che
attraversano oggi i sistemi di protezione sociale europei, assumendo un’ottica comparativa. Contenuti
Il modulo si articola in
tre parti:
1) Analisi della
costruzione storica differenziata dei sistemi di welfare, con particolare
attenzione al significato che hanno assunto le differenze in un’ottica
comparata. Analisi dei modelli di welfare capitalism in riferimento a
tre principali aree: mercato del lavoro, famiglia e reti sociali, politiche
sociali. All’interno di questa analisi saranno analizzate le caratteristiche
comuni e le divergenze dei regimi di breadwinner; il differente grado di
defamilizzazione e lo sviluppo dei programmi pubblici di protezione sociale
con il conseguente impatto socio-economico.
2) Le attuali trasformazioni demografiche, economiche
e politiche hanno messo in crisi i precedenti equilibri raggiunti dai modelli
di breadwinner. In questa parte del modulo si analizzeranno le attuali
tensioni nelle tre aree precedenti – mercato del lavoro, famiglia e reti sociali,
politiche sociali – con particolare riferimento ad alcune tematiche: questione
migratoria in Europa, esclusione sociale e povertà urbana nei diversi contesti
europei e in Italia con la divisione tra Nord e Sud del paese. Prendendo come esempio
l’Italia vedremo la centralità dei nuovi programmi assistenziali, e
l’importanza della dimensione locale sia per la costruzione dei
sistemi che per l’attuazione delle politiche.
3) Analisi delle riforme e
dei cambiamenti del welfare in Italia in prospettiva comparata: persistenza
delle diversità e/o convergenza europea. La configurazione istituzionale tra
Unione Europea, stato nazionale e enti locali (dialettica tra quadro regionale
e pratiche municipali).
Valutazione
La prova
consiste in un esame scritto articolato in due domande sui testi indicati.
Esiste la possibilità, per gli studenti che lo desiderino, di redigere una
tesina di 5/6 cartelle su un argomento da concordare con il
docente in sostituzione di una delle due domande.. Bibliografia
1) Enzo Mingione, 1997, Sociologia
della vita economica, Carocci (capitolo 2)
Gosta Esping Andersen,
2000, I fondamenti sociali delle economie post-industriali, Il Mulino
(pp. 33-85)
2) Enzo Mingione, 1997, Sociologia della vita
economica, Carocci (capitolo 4) II parte Gosta Esping Andersen, 2000, I
fondamenti sociali delle economie post-industriali, Il Mulino (pp. 241-
304)
Enzo,
Mingione; Alberta Andreotti, 2001 “Esclusione urbana e sistemi locali di
welfare in Europa”, in Argomenti, 2, pp. 23-44.
3) David Benassi, Enzo Mingione, 2002, La sperimentazione
del reddito minimo d’inserimento nel sistema di welfare
italiano, rapporto preparato per l’International Labour Organisation. Enzo Mingione,
2002, Il lato oscuro del welfare, Trasformazioni delle biografie e strategie familiari e
sistemi di garanzia”, in Atti del Convegno Tecnologia e Società 2, Accademia dei
Lincei, Roma.
Ulteriori articoli e
materiali didattici saranno segnalati durante il corso.
Nuove forme di identità collettive
Docente:
Mariuccia Giacomini
Mariuccia Giacomini insegna
antropologia culturale nella formazione delle professioni sociali presso la
Scuola Regionale per Operatori Sociali del Comune di Milano, la Facoltà di
Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e la Facoltà di
Medicina dell’Università degli studi di Milano. Ha svolto ricerche sui temi
della differenza di genere e delle migrazioni in una prospettiva interculturale.
Obiettivi
1. Acquisire strumenti interpretativi relativamente
ai processi di costruzione delle identità in connessione ai fenomeni
migratori e alle realtà culturali “in movimento”.
2. Sviluppare capacità relazionali orientate a
pratiche di socialità e aggregazione aperte alla comunicazione e alle
ibridazioni.
Contenuti
Il
“discorso sull’identità” ha suscitato negli ultimi anni un’esplosione di
interessi e un ampio ventaglio di interpretazioni. Oggetto della ricerca
antropologica non sono più tanto le diversità tra culture lontane, ma piuttosto
i nuovi nomadismi che percorrono le società, l’emergere di forme sincretiche, le
questioni legate alle identità collettive e alla continuità/discontinuità
culturale.
Il “catalogo”
delle identità muta, cresce, si sviluppa, in rapporto alle scelte suggerite dalla dinamica
del locale e del globale e non solo dai modelli della cultura alla quale si
“appartiene”. Esperienze
ripetute di “sradicamento”, coesistenza di molte
affiliazioni, collettività svincolate dall’appartenenza a un luogo fisico,
culture della dislocazione e del trapianto, pongono oggi nuove sfide e dilemmi,
così come il continuo riemergere di identità comunitarie sospese tra
innovazione e “ritorno dell’etnicità”.
L’attenzione a questo campo complesso, attraverso l’analisi concreta di
soggetti, di pratiche, di casi significativi, costituirà il filo conduttore
per una riflessione più ampia intorno agli scenari del mondo in via di
globalizzazione e delle forze che vi si oppongono.
Valutazione
La prova di esame consisterà in una relazione scritta ( di 4/5 pagine
per i frequentanti e di 6/7 pagine per i non frequentanti), con la possibilità
di una integrazione orale al momento della restituzione.
Bibliografia (per gli
studenti non frequentanti)
Bauman Z., Dentro la
globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Laterza, Roma-Bari, 2001.
Bauman Z., Voglia di
comunità, Laterza, Roma-Bari, 2001.
Fabietti U., Il traffico delle culture in Fabietti U.,
Malighetti R., Matera V., Dal tribale al globale, Bruno
Mondadori, Milano, 2000, pp. 165-232.
Remotti F., Contro
l’identità, Laterza, Roma-Bari, 1996
Ulteriori indicazioni
bibliografiche saranno fornite durante il corso.
I sistemi di solidarietà familiari
Docente: Carla
Facchini
Carla Facchini insegna sociologia della famiglia ed è coordinatrice del
corso di laurea triennale in servizio sociale della Facoltà di sociologia.
Obiettivi
Il primo
obiettivo del corso è quello di analizzare i principali mutamenti in atto nelle
strutture e nelle reti di solidarietà familiari; il secondo è quello di
cogliere l’intreccio tra tali mutamenti e le politiche pubbliche
Contenuti
Negli ultimi
decenni, in tutti i paesi industrializzati, le famiglie sono state coinvolte in
importanti mutamenti, sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto
riguarda le modalità di funzionamento, sia infine per quanto riguarda il
rapporto con il sistema socio-economico e col sistema dei servizi.
Anzitutto
si è assistito ad un processo di transizione demografica, segnato da un forte
aumento della speranza di vita e da una forte diminuzione dei tassi di natalità.
Altrettanto importanti i mutamenti sul versante della nuzialità, sintetizzabili in
una diminuzione dei quozienti, in un aumento dell’età al matrimonio, in
un aumento di matrimoni ‘misti’ e di convivenze, in aumento dell’instabilità
coniugale e di secondi matrimoni. Infine, sono mutati ruoli e relazioni
all’interno delle famiglie e,
dunque, i suoi modi di funzionamento (da modelli
basati su rigide differenziazioni per sesso e su valori quali il ‘rispetto’, a
modelli basati su differenziazioni per generazioni e su di una centralità della
dimensione amorosa-affettiva).
Questi
mutamenti hanno portato, da un lato, ad un processo di differenziazione delle
tipologie familiari, dall’altro ad una trasformazione dei modelli di solidarietà.
Nel modulo ne saranno
analizzati gli elementi portanti:
1. rilievo
crescente acquisito dal tema della cura e della vicinanza affettiva e
ridimensionamento del vettore economico;
2.
trasformazione dei modelli di solidarietà nella coppia e ridimensionamento
(anche a seguito
dell’affermazione di un
modello di ‘doppia presenza’ femminile), di un’impostazione basata
su nette dipendenze
reciproche e su aspettative fortemente normate;
3.
‘verticalizzazione’ delle relazioni e delle solidarietà familiari, effetto
della coesistenza di più
generazioni e
del ridotto numero di soggetti appartenenti ad ogni generazione; 4.
‘femminilizzazione’ della solidarietà tra le generazioni;
5. mutamento
del modo di porsi rispetto ai Servizi sociali, sia per quanto riguarda la loro esistenza, sia
per quanto riguarda la loro ‘qualità’.
Valutazione
La
valutazione avviene in base a due possibili modalità. La prima è una prova
scritta; la seconda modalità prevede invece una prova orale e la presentazione
di una tesina su di un tema concordato con la docente.
Bibliografia (per i non
frequentanti)
C.Saraceno, E.Naldini,
Sociologia della famiglia, Il Mulino, Bologna, 2001,
C.Saraceno, Mutamenti
della famiglia e politiche sociali in Italia, Il Mulino, Bologna, 1998.
L’integrazione tra le politiche sociali
Docente: Ota de
Leonardis
Ota de
Leonardis è docente di Sociologia dei processi culturali e coordinatore del
Master in Sviluppo Locale e Qualità Sociale della Facoltà di Sociologia.
Obiettivi
Il
modulo è organizzato in tre giornate dedicate al tema delle politiche sociali
di nuova generazione che, anche sotto la spinta dei programmi europei, sono
orientate a superare la tradizionale impalcatura categoriale dei servizi e
delle competenze e a disegnare in varie forme interventi integrati.
Contenuti
Le tre giornate saranno
dedicate ciascuna al seguente argomento:
1. L’integrazione tra le
politiche a livello locale.
Questa giornata sarà
dedicata all’analisi ai programmi d’intervento in contesti urbani e all’integrazione
tra politiche urbane e politiche sociali.
2.
L’integrazione tra gli attori delle politiche.
Questa
giornata sarà dedicata all’analisi delle forme di cooperazione tra attori
pubblici, mercato e terzo settore nella costruzione di progetti di impresa sociale.
3. Scelte
pubbliche, pratiche di giustizia sociale e variabili organizzative: il rapporto
tra integrazione
tra le politiche e integrazione sociale.
Questa giornata sarà dedicata a mettere a fuoco
le responsabilità pubbliche che la funzione dirigente comporta in materia di
scelte di giustizia sociale, e il ruolo che svolge la configurazione
organizzativa dei servizi nel tradurre e realizzare queste scelte.
Il percorso di ogni
giornata prevede, dopo un inquadramento delle tendenze in corso, analisi di caso
di progetti o servizi e
momenti esercitativi.
Valutazione
La
prova di modulo consisterà nella elaborazione di una tesina sul seguente
argomento: “Come configurare servizi sociali coerenti, nelle logiche di azione
e nei loro risultati, con politiche sociali integrate a livello locale?”. La
tesina, di un massimo di 4 pagine dattiloscritte, dovrà essere consegnata in
forma cartacea entro una settimana prima della data fissata per la
registrazione. In quella occasione si potrà avere, su richiesta da parte
dello studente, un colloquio sulla tesina stessa. L’elaborazione
della tesina deve basarsi sui materiali compresi nella dispensa disponibile
presso la copisteria Fronteretro. La tesina verrà valutata in base ai seguenti
criteri: I) corretta comprensione del quesito; II) applicazione appropriata dei
concetti per impostare la risposta; III) un linguaggio appropriato per sviluppare
l’argomentazione.
2. Le trasformazioni istituzionali e normative
Le politiche sanitarie
Docente:Mara
Tognetti
Mara
Tognetti docente di politica
sanitaria esperta di temi della salute e in particolare della salute straniera.
Ha svolto numerose ricerche nel campo, e ha rivestito numerosi incarichi di
consulenza per enti pubblici sia sul tema delle politiche migratorie che delle
politiche sanitarie
Obiettivi
Il modulo è finalizzato a discutere e a mettere
a confronto, secondo l’approccio comparativo, i grandi cambiamenti delle
politiche sanitarie e i suoi intrecci con le politiche sociali negli ultimi
decenni, sia per quanto riguarda il contesto italiano che quello europeo.Si
tratterà di individuare
alcuni
nodi principali e di esaminarli cercando di evidenziarne i limiti e le
potenzialità, nonché le tendenze future.
Contenuti
1) Nuovi e vecchi attori
nelle trasformazioni delle politiche sanitarie, innovazione e continuità.
Un’analisi comparata. Dopo un’introduzione sul metodo comparato in politica
sociale, saranno analizzate le principali riforme che hanno interessato il
Servizio Sanitario Nazionale e i sistemi sanitari di alcuni paesi europei.
Sarà dato spazio agli elementi di specificità e di continuità, nonché di
innovazione.
2) Sistemi sanitari in
Europa: modelli e spesa per la salute, a partire dai dati di ricerca Saranno
messi a confronto alcuni sistemi sanitari europei con particolare attenzione
alla comprensione dei meccanismi di spesa. Saranno descritti i principali
meccanismi di costruzione e di riparto della spesa sanitaria. Le forme di
partecipazione diretta e indiretta dei cittadini.
3) Il processo di
privatizzazione nelle politiche sanitarie, con particolare attenzione ai temi della qualità
e dell’equità, si cercherà di individuare anche degli indicatori compatibili con la materia
sociale. Saranno analizzati i principali fattori che stanno alla base del
processo di privatizzazione dei sistemi sanitari, i diversi modelli di mercato
in sanità, le applicazioni italiane ed europee. Particolare attenzione sarà
dedicata alla Lombardia.
4) I sistemi sanitari e di
cura di fronte all’utenza che cambia: gli utenti immigrati Saranno delineate le
principali tendenze future e i nodi problematici , derivanti da una sempre più
elevata presenza di utenti immigrati e di culture sanitarie articolate e
complesse. Saranno analizzate alcune realtà operative al fine di delineare
possibili strategie, sono previste simulazioni in aula
Il modulo di 24
ore sarà articolato in tre incontri di otto ore ciascuno. In ogni incontro
saranno analizzate le tendenze in atto e le principali posizioni teoriche ed
operative, cioè ciò che è stato possibili implementare e perché. Si tratterà di
individuare i punti di forza e i punti di debolezza di ogni questione
affrontata, coinvolgendo i frequentanti, con attività di gruppo, anche per
delineare linee operative utili. Lo sforzo sarà quello di fornire un quadro il più
possibile completo e sempre in chiave comparata e applicativa. Il docente sarà
affiancato da testimonianze di esperti Valutazione:
Per i
frequentanti le modalità saranno definite in aula. Per i non frequentanti
l’esame si svolgerà in forma orale.
Bibliografia
(nel corso degli incontri
saranno indicati i capitoli utili ai fini didattici) Un testo a scelta tra:
G.Giarelli, Sistemi sanitari. Per una
sociologia comparata, Angeli, Milano, 1998 F.Maino, La politica
sanitaria, Il Mulino, Bologna, 2001
M.Tognetti Bordogna, Lineamenti di politica
sociale, Angeli, Milano, 2002 ( aggiornato e ampliato)
G.Vicarelli, Alle
radici della politica sanitaria in Italia, Il Mulino, Bologna, 1997 Un testo
a scelta tra:
P.Calza Bini (a cura di), Lo stato sociale in
Italia:rapporto annuale Iridiss-Cnr 200-2001, Donzelli , Roma, 2002 G.Corio
et al., Mutamenti nella politica sanitaria. Le prospettive in alcuni paesi
europei, Donzelli Editore, Roma, 1999
N.Falcitelli,
M.Trabucchi, F.Vanara, Rapporto sanità, Il Mulino, Bologna 2002
G.Fiorentini, ( a cura di), I servizi sanitari in Italia, Il Mulino,
Bologna 2001 V.Mapelli, Il sistema sanitario italiano, Il Mulino,
Bologna, 1999
Un testo a scelta tra:
M. Tognetti
Bordogna, Organizzare i servizi per tutti:l’esperienza degli Spazi per donne
immigrate e i loro bambini, nell’ambito dei consultori familiari della Regione
Emilia Romagna, in “Quaderni di Servizi Sociali” , Fondazione Zancan,
Padova, 1998
M.
Tognetti Bordogna, Politiche sanitarie e transcultura, relazione al
convegno Internazionale: Cultura, salute, Migrazioni, Roma, 29-30-31 ottobre
2001, Roma , Istituto San Gallicano M.Tognetti Bordogna, La relazione tra immigrati
e servizi socio sanitari: da servizi speciali a
servizi per tutti, in A.
Campanili, “Il servizio sociale nella società multiculturale”, Unicopli,
Milano,
2002, pp.150-184.
Le politiche globali per la salute
Docente:
Eduardo Missoni
Eduardo Missoni, medico, è docente di politiche e
strategie globali per la salute presso l’Università di Milano-Bicocca e presso
la SDA-Bocconi, dove insegna anche politiche e management nei Paesi in via di
sviluppo. Collabora come docente con numerosi altri istituti accademici e di
formazione. Ha lavorato come volontario medico in Nicaragua e come funzionario
dell’UNICEF in Messico, quindi, per sedici anni, presso la Direzione Generale
per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, come
esperto responsabile delle iniziative di cooperazione sociosanitaria con
l'America Latina e gran parte dell'Africa Subsahariana, nonché come liaison
officer per le relazioni con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Obiettivi
L’obiettivo
principale di questo modulo è di acquisire la conoscenza dell’evolversi dello
scenario internazionale in relazione alle politiche per la salute, nonché la
capacità di leggerne criticamente gli effetti sui sistemi sanitari dei paesi
più poveri e conoscere strumenti e significato della cooperazione
internazionale nel settore, anche con riferimento alle modalità adottate
dall’Italia. Contenuti
1.L’evoluzione
delle politiche per la salute nel quadro delle politiche per lo sviluppo
1. Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo alla Dichiarazione di Alma Ata 2. Dall’approccio integrato
all’approccio selettivo: gli anni ‘80
3. Gli Organismi Finanziari Internazionali, i Piani di Aggiustamento
Strutturale e la
Riforma dei Sistemi
sanitari: gli anni ‘90
4. La salute
nei negoziati sul commercio e l’avvento delle Partnership Globali PubblicoPrivato:
l’agenda globale all’alba del nuovo millennio
5. La situazione sanitaria mondiale attuale e le nuove sfide
2. Le strategie globali
per la salute: gli attori
1. OMS e il Sistema delle Nazioni Unite
2. La Banca Mondiale
3. L’OMC e il settore privato corporate
4. Il no-profit
5. Le GPPP
6. L’Unione Europea e le agenzie bilaterali
3. Le strategie a livello
Paese
1.
La salute nei piani di lotta alla povertà. Gli approcci di settore. 2. La questione
dell’ownership
3. Casi Paese
4. L’Aiuto
Pubblico allo Sviluppo. Nozioni Generali
5. La Cooperazione
italiana allo sviluppo nel settore socio-sanitario
1. Principi guida e
strategie
2. Esperienze
3. Situazione e
prospettive
Valutazione
La valutazione consiste
nella scrittura di un elaborato finale su uno dei temi trattati.
Bibliografia
Berlinguer, G., Bioetica
Quotidiana, Giunti ed., Firenze, 2000
Stefanini, A.,
Salute e Mercato, EMI ed., Bologna, 1997
Brauman, R. (a
cura di), Utopie Sanitarie, Feltrinelli, Milano 2002
siti web delle
principali organizzazioni internazionali (WHO; UNICEF; WTO; World Bank; UE)
Missoni, E., La
Cooperazione internazionale per la salute, Salute e territorio, n.127,
luglio-agosto 2001, pp.198-202 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)
Missoni, E., Il
Fondo Globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria, Salute e
Sviluppo, n. 3/2001, pp.33-37 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)
Berlinguer, G., Missoni,
E., I G8 e la sfida della salute globale, Qualità Equità, 2001, n.23-24, pp.
74-90
Missoni, E., Il fondo
globale contro Aids, tubercolosi e malaria, Qualità Equità, 2001, n.23-24, pp.
91-96 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)
Missoni, E., La
Cooperazione italiana allo sviluppo in sanità al bivio, Tendenze, n.3/2002 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)
Aggiornamenti
e indicazioni bibliografiche forniti dal docente
La legislazione sociale e sanitaria
Docente: Paolo
Ferrario
Paolo
Ferrario, sociologo, attualmente
svolge attività di formazione, consulenza e ricerca nel settore dei servizi
socio-sanitari
Obiettivi
Il modulo didattico ha i
seguenti obiettivi:
1.esplorare,
con riferimento ad alcuni temi-chiave, i processi di regolazione del sistema
dei servizi sociali e sanitari nel nuovo quadro istituzionale;
2.rendere disponibili
alcune tecniche e metodologie per l’analisi delle regole normative. Contenuti
Le lezioni ed
i materiali di studio tratteranno i seguenti punti:
1. assetti normativi dello
stato italiano dagli anni ’90 e sistema dei servizi socio-sanitari: i fattori
del mutamento; gli attori; le riforme amministrative; l’analisi
inter-istituzionale e le connessioni fra stato, regioni e soggetti locali; gli
effetti della riforma costituzionale; la transizione in atto;
2. il sistema sanitario
italiano e le Aziende sanitarie locali: contenuti e tendenze della
legislazione; processi decisionali; le norme sull’integrazione sociosanitaria e
sull’accreditamento;
tendenze e tensioni nella sanità regionalizzata;
3. i processi di riforma
del sistema dei servizi sociali: quadro normativo; posizione istituzionale e
comportamenti dei soggetti produttori di servizi; i Comuni nella pubblica
amministrazione italiana; gli strumenti di gestione dei servizi (diretta,
indiretta, associata); fasi e processi connessi alla esternalizzazione dei
servizi; le relazioni interistituzionali;
4. analisi di un processo istituzionale ed
organizzativo: la politica di sviluppo delle “Carte dei servizi”.
Valutazione
Avviene
attraverso la stesura di una relazione scritta da sviluppare attorno ad un tema
fra quelli proposti nel corso e in ogni caso centrata sulle modalità di
regolazione normativa dei servizi sociosanitari. In alternativa
è possibile effettuare un esame orale relativo agli argomenti trattati nel corso ed
allo studio dei testi indicati in bibliografia. Sul sito www.segnalo.it curato
dal docente sarà possibile reperire informazioni relative al corso ed
altre fonti bibliografiche sugli argomenti trattati. Bibliografia
I materiali di studio sono
costituiti da:
1)Dossier formativo elaborato
dal docente per il corso
2) Paolo
Ferrario, Politica dei servizi sociali – strutture, trasformazioni,
legislazione, Carocci editore, Roma 2001, p. 498 (capitoli 4° e 5° e
un’area problematica a scelta fra quelle dei capitoli dal 6° al 10°)
3)Paolo
Ferrario, Marisa Bianchi, Luciana Quaia, Lo sviluppo della qualità nei servizi
sociosanitari: processi di costruzione della Carta dei servizi in una RSA, Carocci
editore, Roma 2002 (una delle tre parti, a scelta)
4)Altri riferimenti
bibliografici proposti durante le lezioni.
La gestione delle politiche sociali
Docente:
Cristiano Gori
Cristiano Gori
insegna e svolge attività di ricerca presso l’Università di Milano Bicocca, il
Politecnico di Milano e l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS). I suoi
principali interessi di ricerca sono i servizi sociali e le politiche per gli
anziani
Obiettivi
Il
modulo si propone di esaminare e confrontare le alternative disponibili al fine
di affrontare le sfide cui i servizi sociali sono oggi chiamati. Per ogni
soluzione ed ipotesi presentata si analizzeranno i principali punti di forza e
punti di debolezza della sua applicazione. Sì intende così
costruire
un insieme di strumenti conoscitivi utili al fine di valutare le diverse scelte
che si possono oggi compiere nei servizi sociali.
Contenuti
Il
modulo si dividerà in sei parti, ognuna organizzata con una struttura simile:
si inizierà con un’analisi delle tendenze in atto, per poi passare ad esaminare le
principali posizioni e proposte che oggi si confrontano. Lo sforzo principale
consisterà nel mettere in evidenza e discutere aspetti di forza ed aspetti di
debolezza di ognuna di queste. Così facendo, si intende offrire ai partecipanti
un quadro il più possibile completo, in cui siano considerati molteplici punti
di vista. I temi delle singole parti saranno:
1. La spesa pubblica per
le politiche sociali.
2. Universalismo,
selettività, diritti.
3. Programmazione e
livelli di governo.
4. Gli interventi
preventivi.
5. L’ integrazione tra
servizi e tra prestazioni.
6. Mercati, competizione,
libertà di scelta.
Valutazione
Gli studenti
frequentanti potranno scegliere tra redigere una relazione di 7/8 cartelle o
svolgere un colloquio orale. Gli studenti non frequentanti svolgeranno un colloquio
orale. Bibliografia
Bimbi, F, Bosi, P,
Ferrera, M e Saraceno, C, 1997, La spesa per l’assistenza, Documento di
base della Commissione per le compatibilità macroeconomiche dello stato
sociale.
Battistella, A, 2001,
“L’accreditamento istituzionale: una sfida difficile”, in Prospettive
sociali e sanitarie, 21, pp 1-6.
Breda, MG, Micucci, D e
Santanera, F, 2001, La riforma dell’assistenza e dei servizi sociali, Torino:
UTET, capitoli 1 (pp 5-12), 7 (pp 29-34), 10-13 (45-57).
Gori, C, 2001, “I dilemmi
della selettività”, paper non pubblicato.
Gori, C, 2001a,
“Libertà di scelta e competizione nei servizi che cambiano. La diffusione di
voucher ed assegni di cura in Italia”, in L’assistenza sociale, 4, pp
105-126. Lombardi, A, 2001, “Programmazione sociale di territorio”, in Prospettive
sociali e sanitarie, 22, pp 1-7.
Longo,
F, 2000, “Logiche e strumenti manageriali per l’integrazione tra settore
socio-assistenziale, socio-sanitario e sanitario”, Paper presentato al workshop
nazionale dell’Associazione Italiana Economisti Sanitari, Padova, 13-14
ottobre.
Piva, P, 1999, “Comprare
servizi sociali: se e quando conviene passare dal regime di convenzione
all’accreditamento”, in Forum, 4, pp 9-14.
Ranci Ortigosa, E, 1998,
“Servizi sociali e servizi sanitari: quale integrazione?”, in Prospettive
sociali e sanitarie, 9, pp1-2.
Regoliosi, L, 1994, La
prevenzione del disagio giovanile, Roma: NIS, capitoli 2, 4 e 6.
Vernò,
F, 2001, “I ‘piani di zona’: prime indicazioni”, in Autonomie locali e
servizi sociali, 2, pp 295-30.
3. La programmazione e la progettazione in ambito
sociale
La programmazione sociale
Docente:
Giuliana Carabelli
Giuliana Carabelli, sociologa, si occupa di
organizzazione, programmazione e valutazione di servizi nell’ambito della
formazione degli operatori, della ricerca e della consulenza. Ha avuto anche
un’esperienza diretta di gestione.
Obiettivi
Il modulo si propone da un
lato di delineare i nuovi e anche contraddittori modelli di
programmazione
che seguono alla messa in crisi del modello razional-comprensivo tipico degli
anni ’70, dall’altro di fornire un impianto metodologico che sostenga lo
svolgimento delle funzioni di programmazione ai diversi livelli della
programmazione sociale. Contenuti
A questo fine
i punti trattati nei sei incontri saranno:
1) Programmare
oggi: punti di forza e elementi di criticità.
La
costruzione di nuove teorie, modelli, metodi e pratiche di programmazione a
partire dal superamento dell’approccio razional-sinottico. I cambiamenti nel
rapporto tra programmazione e mercato. Le tappe cruciali della programmazione in
Italia. 2) La programmazione sociale a livello nazionale e regionale: compiti
e strumenti. Gli attori e l’assetto istituzionale della programmazione del
sistema sociale secondo la legge quadro 328/2000 e le modifiche costituzionali
al titolo V: innovazioni e criticità. La rete di “servizi alla persona”
all’interno dei diritti di cittadinanza.
3) La programmazione
sociale a confronto con la programmazione sanitaria: specificità e differenze.
I rapporti tra i diversi livelli della
programmazione in un sistema federale. I rapporti tra i diversi soggetti: forme
di governo e modelli di funzionamento ipotizzabili. Il nodo dell’integrazione.
4) L’impianto
metodologico della programmazione a livello regionale.
Gli
elementi fondamentali per la costruzione di un Piano. In particolare le fasi
del processo programmatorio. La loro declinazione in diversi modelli di
programmazione a livello regionale in riferimento ai concetti di government e
governance. 5) L’impianto metodologico della programmazione a livello locale. I fattori
costitutivi del processo programmatorio locale: soggetti, fasi, processo. Piano
sociale di zona e Piano per la salute. Come sviluppare le azioni e le relazioni
capaci di indirizzare le scelte che si pongono nell’ambito di un processo
programmatorio a livello territoriale.
6) Il Piano
socio-sanitario della Regione Lombardia
A confronto con il Piano Socio-sanitario della
Regione Lombardia come strumento di programmazione. Le specificità per quanto
riguarda l’ambito e per quanto riguarda l’impianto, i compiti e
gli strumenti di programmazione.
Ogni incontro è strutturato in modo simile:
nella prima parte si terrà la lezione/esposizione della/del docente; seguirà un
lavoro di gruppo per far emergere quesiti e riscontri dei partecipanti anche
con riferimento ad esperienze dirette; infine, esiti e quesiti del lavoro di
gruppo verranno posti a confronto tra loro e con la/il docente. Per quattro
unità didattiche è prevista la presenza di un esperto qualificato che
fornirà un apporto sia sul piano teorico che metodologico, ancorato alla esperienza
diretta di funzioni di programmazione nell’ambito e nel livello specifico.
Valutazione
Prova scritta per i
frequentanti prova scritta; per i non frequentanti scelta tra prova scritta
integrata da colloquio oppure solo prova orale.
Bibliografia
(va intesa come provvisoria. La bibliografia
definitiva verrà indicata a inizio corso e sarà differenziata per
frequentanti e non, sia dal punto di vista quantitativo che del tipo di
materiali) BALDUCCI A., Disegnare il futuro. Il problema dell’efficacia nella
pianificazione urbanistica, Bologna, Il Mulino, 1991, Introduzione e Cap.
I-IV.
BERTELLI B. (a cura), La pianificazione sociale.
Teoria, metodi e campi di applicazione, Milano, F. Angeli, 1998.
BERTIN G., Decidere nel
pubblico, Etas libri, Milano, 1989
FAZZI L., Quasi mercati nei servizi sociali, in Prospettive
sociali e sanitarie, 4/2000, pp. 2-5. KHAN A.J., Teoria
e pratica della pianificazione sociale, Fondazione Zancan, Padova, 1974.
MAGGIAN R., Il sistema integrato dell’assistenza. Guida alla legge 328/2000,
Roma, Carocci, 2001.
VERNO’ F., Piani di zona,
in Studi Zancan – Politiche e servizi alle persone n° 2/2001, Fondazione
E. Zancan, Padova.
IL PIANO SOCIO SANITARIO
REGIONALE 2002-2004 della REGIONE LOMBARDIA, in Sito www/ RegioneLombardia.it oppure BURL (EURO
16.52)
La costruzione e la valutazione di progetti nel
sociale
Docente:
Lavinia Bifulco
Lavinia Bifulco è ricercatrice presso il Dipartimento
di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano - Bicocca e insegna
Politica Sociale presso la Facoltà di Sociologia Si occupa di politiche e
servizi sociali, amministrazioni pubbliche, processi di governance nei sistemi
locali di welfare.
Obiettivi
Il modulo ha l’obiettivo principale di
approfondire e fissare i criteri relativi alla costruzione e alla valutazione
di progetti nel campo delle politiche sociali e di precisare un repertorio di
base di strumenti di governo dei processi applicabile alle differenti
articolazioni di questo campo.
Contenuti
La prima fase del lavoro sarà incentrata sui seguenti temi e problemi:
1.
i differenti approcci alla progettazione: dall’approccio razionale all’approccio
partecipato;
2. le
differenti fasi della progettazione: dalla progettazione ex-ante alla
valutazione dei progetti;
3. finalità, problemi e
possibilità della progettazione partecipata;
4. gli snodi critici della
progettazione: la definizione dei problemi e dei destinatari, la
precisazione degli
obiettivi e risorse, l’individuazione degli strumenti di governo dei
processi;
5. le linee di
finanziamento europeo alla progettazione in campo sociale.
La seconda fase
si concentrerà sui temi e problemi relativi alla valutazione con la seguente
scansione:
1. i differenti approcci alla valutazione: dal
modello positivista alla valutazione come apprendimento e come processi
sociali;
2. le tipologie della valutazione: valutazione
ex ante, valutazione in itinere, valutazione ex post;
3. gli snodi della
valutazione: gli attori; perché, cosa e come valutare
Nell’insieme il
modulo dedica una grande attenzione alle pratiche concrete della progettazione
e della valutazione in corso oggi in Italia nell’ambito delle “nuove” politiche
sociali, soprattutto al livello locale, e alle esperienze che i frequentanti
fanno in questo campo. La metodologia didattica punta, perciò, a facilitare la
possibilità di discutere e vagliare gli argomenti trattati
attraverso esercitazioni di gruppo.
Valutazione
Modalità d’esame: un
elaborato scritto, sia per i frequentanti che per i non frequentanti. Bibliografia
L. Leone, M. Prezza, Costruire
e valutare i progetti nel sociale, Milano, Angeli, 2002
(parti scelte) Altre letture saranno indicate nel corso del modulo.
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La dimensione conoscitiva della progettazione
Docente: Maria
Cacioppo
Maria Cacioppo, sociologa, si occupa di metodologia e tecniche della
ricerca sociale con particolare riferimento al rapporto tra forme di intervento
(servizi e professioni sociali) e bisogni sociali. Svolge attività di insegnamento
e di ricerca presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e la Scuola
regionale per Operatori sociali del Comune di Milano.
Obiettivi
La dimensione
conoscitiva interviene in diverse forme e con diverse funzioni nel lavoro di
progettazione (le conoscenze preliminari che fondano la promozione del
progetto, i saperi professionali e non degli attori coinvolti, la raccolta di
informazioni come azione strumentale e/o come obiettivo), che rimandano alla
questione del rapporto tra conoscenza ed intervento, nelle fasi di un progetto
come nei diversi modelli di progettazione.
Contenuti
I
diversi temi verranno considerati soprattutto sul piano metodologico, con
attenzione in particolare alla rilevazione e all’analisi dei bisogni e delle
risorse nei luoghi dell’intervento sociale, e agli approcci e ai metodi sia
qualitativi che quantitativi.
L’evoluzione dei modelli interpretativi, attraverso la
riflessione sui concetti rilevanti, i riferimenti teorici, le esperienze
significative (bisogni e diritti, domanda e offerta di servizi, bisogni
soggettivi e bisogni oggettivi, unità di offerta e reti informali, ecc).
Lo
strumento dell’analisi secondaria per la lettura e la costruzione di ipotesi e
di indicatori rilevanti a livello locale. Si prenderanno in considerazione a)
rapporti sociali, indagini ad hoc, documentazione e piani di zona; b)
informazioni prodotte dai soggetti erogatori di servizi/interventi.
- Le rilevazioni dirette,
nelle loro forme standard ma anche non-standard. Ci si occuperà
quindi di ricerche a breve
e medio raggio, di integrazione e sinergia di rilevazioni
quantitative e
qualitative, di predisposizione di strumenti e di prodotti ad hoc.
Il corso
utilizzerà la presentazione di esperienze significative, oltre a momenti di
esercitazione guidata. Il modulo è organizzato in 6 incontri di 4 ore.
Ogni incontro è organizzato in tre tempi:
- una presentazione
dell’argomento da parte della docente - una esercitazione in piccolo gruppo
- un momento di
conclusione/discussione/sistematizzazione
L’esercitazione
sui temi del giorno può essere svolta sia sui materiali distribuiti dalla
docente, sia sul progetto scelto per l’esame. Quindi i frequentanti hanno a
disposizione i tempi di esercitazione per lavorare in vista della prova di
esame, individualmente o in piccolo gruppo – con l’avvertenza che il commento
deve risultare in ogni caso individuale.
Valutazione
La prova d’esame consiste in:
a) una parte scritta
comune a frequentanti e non frequentanti:
1) schedatura (max 3
cartelle/pagine) di un progetto, seguendo le indicazioni (griglia con le voci
che evidenziano gli aspetti metodologici connessi alla dimensione conoscitiva)
che saranno fornite dalla docente entro la fine del modulo
2) commento
critico (max 5 cartelle)
E’ quindi necessario
individuare un progetto su cui condurre il lavoro.
Il
progetto può essere scelto dagli iscritti in base alla propria
esperienza/conoscenza diretta e/o ai propri interessi – in questo caso deve
comunque essere concordato con la docente prima dell’appello d’esame;
oppure può essere proposto dalla docente stessa. I requisiti minimi del
progetto sono relativi alla disponibilità di materiali / documentazione o
almeno informazioni sufficienti sulle fasi di avvio e di realizzazione (anche
se non deve essere necessariamente concluso) Per la schedatura ed il
commento si può fare riferimento a:
- i temi trattati in aula
- le sintesi ed i
materiali distribuiti in aula
- le indicazioni
bibliografiche “di supporto”
b) per coloro che non
hanno frequentato o sono stati presenti per meno di tre incontri
l’esame prevede
una integrazione orale che consiste in una breve presentazione del
lavoro svolto. c)per coloro che sono stati presenti ad almeno tre incontri la
verbalizzazione del voto avverrà contestualmente ad una restituzione commentata
del lavoro da parte della docente. Bibliografia
Presso
la copisteria Fronte Retro di V.le Sarca sarà disponibile e aggiornata
periodicamente fino al termine del corso una cartelletta con i materiali del
modulo: programma generale e dei singoli incontri, materiali
distribuiti e indicazioni bibliografiche, indicazioni per la prova
di esame, ecc.
4. La gestione dei servizi sociali
La gestione e la valutazione di qualità
Docente:
Antonella Pagliarani
Antonella Pagliarani, laureata in Lingue e Letterature Straniere e
diplomata in Master in Business Administration presso la Scuola di
Amministrazione Aziendale di Torino, dal 1989 si occupa di
formazione
mirata a soddisfare le esigenze aziendali; in particolare: di progettazione e
di docenza nell’area dei comportamenti organizzativi e delle tematiche
afferenti alla qualità. Dal 1996 opera
nella
progettazione ed implementazione di sistemi organizzativi conformi alla Norma
UNI EN ISO 9001. Svolge inoltre attività di valutazione di parte terza, per
conto di un organismo di
certificazione. E’ socia
dell’AICQ (Associazione Italiana Cultura Qualità).
Obiettivi
Il
modulo si propone di mettere in grado i partecipanti di acquisire le logiche in
merito agli orientamenti/approcci alla qualità nonché di fornire metodologie e
strumenti che, opportunamente tarati, possano essere applicati alla realtà
operativa dei partecipanti.
Contenuti
I temi trattati saranno:
1. Le logiche della
Qualità: concetti base del Total Quality Management – TQM
2.La
Qualità nei servizi: le caratteristiche, la definizione, la misurazione della
qualità del servizio, l’orientamento al cliente. Il processo di Customer
Satisfaction: identificazione del sistema cliente, la qualità misurata dal
cliente, la pianificazione del monitoraggio della soddisfazione del cliente,
tecniche/strumenti di rilevazione dei dati.
3.Riferimenti legislativi
concernenti l’istituto dell’accreditamento.
4.La famiglia
di Norme UNI EN ISO 9000:2000: quadro normativo di riferimento, definizioni,
principi ed evoluzione, la coppia coerente. Analisi dei requisiti della Norma
UNI EN ISO 9001:2000. La certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità:
obiettivi e iter. Lo stato dell’arte della certificazione in Italia nei Servizi
Sociali.
5.Approcci alla
valutazione della qualità nel settore dei servizi sociali: accreditamento,
certificazione, bilancio sociale, carta dei servizi. La Carta dei Servizi: la
valutazione della qualità dei servizi, analisi dell’approccio adottato in ambito
socio-assistenziale. 6.La qualità etico-sociale: la “Responsabilità Sociale”
dell’organizzazione/impresa. Le unità didattiche prevedono, oltre
all’inquadramento teorico, attività di confronto e di esercitazioni di gruppo.
Valutazione
La prova
d’esame consisterà in una prova scritta e sarà strutturata sotto forma di test
composto da domande aperte.
Bibliografia
Per la prova
d’esame, è stata predisposta una raccolta di articoli e sezioni di testi che
fornisce il supporto teorico e documentale all’amplia panoramica delle
tematiche trattate e risulta comprensiva di tutti gli argomenti
sviluppati nel corso (sia per i frequentanti che per coloro che non
frequentano).
La gestione dei gruppi di lavoro
Docente:
Gianni Del Rio
Gianni Del Rio, psicologo psicoterapeuta. è docente nel Corso di Laurea
in servizio sociale della Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di
Milano-Bicocca e nel Corso di laurea in Educatore Professionale della Facoltà
di Medicina dell’Università degli studi di Milano. Oltre al lavoro terapeutico,
svolge attività di formazione e supervisione di gruppi di lavoro nei servizi
alle persone. Da trent’anni circa si occupa di temi connessi agli aspetti
psicologici del lavoro d’aiuto su cui ha pubblicato numerosi contributi.
Obiettivi
Scopo del
contributo formativo è l’acquisizione di un atteggiamento più consapevole
attorno alle strutture e ai processi che determinano lo sviluppo e il
funzionamento di un gruppo di lavoro e le relazioni tra i partecipanti alla
situazione, teso alla produzione e alla manutenzione di una condizione di
gruppo adeguata. Si ritiene, in tal senso, che l’attenzione debba centrarsi
sulla necessaria integrazione tra dimensione relazionale e dimensione
operativa del gruppo di lavoro. Contenuti
Il
discorso proposto poggia su alcune acquisizioni di base a proposito dei gruppi:
la loro imprescindibilità, sia come dimensione dell’esistenza di ciascuno in
tutte le sue fasi, sia in particolare come ambito e come strumento di lavoro.
Come luogo di produzione e di fruizione di culture da parte dei membri, con
esiti di segno diverso. Come possibile fonte di sostegno ma anche
di
importanti vissuti di sofferenza individuali e collettivi. La riflessione e la
ricerca sui gruppi suggeriscono inoltre che, attraverso un’adeguata
comprensione delle dinamiche in atto, è possibile indurre e gestire nel
gruppo opportuni processi finalizzati al cambiamento. Si indicano i focus su cui
verterà la riflessione:
·
Il processo di formazione di un gruppo di lavoro.
·
Ruoli e relazioni; la leadership.
·
Scopi, bisogni e risorse; la definizione
dell’obiettivo.
·
La gestione del conflitto.
·
Vita privata e vita lavorativa; il gruppo tra compito
e cura di sé.
·
Stress e mobbing.
Il modulo è strutturato
come un Workshop: input teorico, lavoro in gruppo e discussione. Valutazione
La procedura di valutazione è differenziata per i frequentanti e i non
frequentanti.
I
frequentanti possono optare tra la stesura di un elaborato scritto (da
due a quattro cartelle pari a 6000 – 12000 battute) su un tema relativo agli
argomenti trattati nel corso e concordato col docente, o l’esame orale previsto
per i non frequentanti.
I non frequentanti sosterranno un
esame orale sulla bibliografia sottoindicata. Bibliografia
Del
Rio,G. (1995), Percorsi di vita, percorsi di stress, percorsi di lavoro.
Stress, soddisfazione lavorativa e qualità dei servizi, in “Rassegna di
Servizio Sociale”, (4), 26-40; e in: “Prospettive Sociali e Sanitarie”, (19),
1-6.
Del Rio,G. (2002), Il gruppo tra compito e cura di sé, in: M.
Tognetti Bordogna (a cura), “Promuovere i gruppi di self help”, Angeli, Milano.
Del Rio,G.,
Giorgetti,E. (2001), Il gruppo vuoto. Osservazione dell’assunto di base di
Meità in un’équipe, in: “Prospettive Sociali e Sanitarie”, (31) 12, 8-13.
Quaglino,G.P.,
Casagrande,S., Castellano,A. (1992), Gruppo di lavoro, lavoro
di gruppo, Cortina, Milano.
5. La gestione delle relazioni e dei processi
comunicativi
Le forme della mediazione
Docente: Adolfo
Ceretti. Tutor: Federica Brunelli , Francesco Di Ciò
Adolfo Ceretti è docente di Criminologia presso la
Facoltà di Giurisprudenza, Università di Milano-Bicocca. Dal 1992 al 2001 è
stato Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano. Dal 1998
è Coordinatore Scientifico dell’Ufficio di Mediazione Penale di Milano. E’
Segretario Generale Aggiunto della Società Internazionale di Prevenzione e
Difesa Sociale.
Obiettivi
Consentire
agli studenti di in-contrare le teorie e le prassi della mediazione penale e sociale. Contenuti
La parola mediazione
ha ormai conquistato uno spazio rilevante nel lessico degli operatori
sociali, anche se la plurivocità dei suoi significati rinvia a campi di
applicazione che attendono ancora, almeno in Italia, di essere definiti
nel loro intreccio istituzionale. Il corso intende avvicinare, far conoscere e
approfondire gli ambiti teorici e pratici di due forme di mediazione: quella penale
e quella sociale, mediazioni che negli ultimi anni hanno provato a
ergersi quali forme alternative alla risoluzione dei conflitti che nascono in
seguito alla commissione di un reato o all’interno della vita sociale
quotidiana. Ma che cosa è un conflitto ? E quali conflitti possono essere mediati ?
E ancora, con quali forme e con quali procedure la mediazione penale pone
autore di reato e vittima l’uno di fronte all’altra in spazi che si collocano a
margine della sfera della giustizia penale ? E infine, con quali
forme e con quali procedure la mediazione sociale fa appello a modalità
di risoluzione consensualmente affrontate, basate sulla esplicitazione dei
processi di comunicazione ?
Il corso
affronterà questi temi proponendo ai partecipanti di entrare nello spirito
della mediazione anche attraverso un coinvolgimento diretto, attraverso
“giochi di ruolo”. Programma d’esame per gli studenti frequentanti
La preparazione dell’esame
dovrà essere effettuata su almeno tre dei seguenti testi a
scelta del candidato:
1) Scaparro F. Il
coraggio di mediare, Guerini e Associati, Milano, 2001
2) Morineau J.,
Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano, 1999.
3) Ceretti A., Mediazione
penale e giustizia. In-contrare una norma, in Ceretti A. (a
cura di), Studi
in ricordo di GianDomenico Pisapia, Volume III, “Criminologia”,
fotocopie in
segreteria.
4) Mazzucato C., L’esperienza dell’Ufficio per la
mediazione a Milano, in AA.VV., La mediazione
penale in ambito minorile: applicazioni e prospettive, Franco angeli,
Milano, 1999, fotocopie in segreteria.
5) Brunelli F.,
Le tecniche della mediazione, in Picotti L. (a cura di), La
mediazione nel sistema penale minorile, Cedam, Padova, 1998, fotocopie in
segreteria. Modalità di valutazione per l’esame
Relazione
scritta fatta di almeno n. 5 pagine di 30 righe per 60 battute a partire dai
testi scelti e dagli appunti delle lezioni.
Programma d’esame per gli
studenti non frequentanti
La preparazione dell’esame dovrà essere
effettuata sul seguente testo: 1)Scaparro F. Il coraggio di mediare, Guerini
e Associati, Milano, 2001; oppure su tre dei seguenti testi:
1) Morineau J.,
Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano, 1999.
2) Ceretti A., Mediazione
penale e giustizia. In-contrare una norma, in Ceretti A. (a cura di), Studi
in ricordo di GianDomenico Pisapia, Volume III, “Criminologia”, fotocopie
in segreteria.
3) Mazzucato C., L’esperienza
dell’Ufficio per la mediazione a Milano, in AA.VV., La mediazione
penale in ambito minorile: applicazioni e prospettive, Franco angeli,
Milano, 1999, fotocopie in segreteria.
4)
Brunelli F., Le tecniche della mediazione, in Picotti L. (a cura di), La
mediazione nel sistema penale minorile, Cedam, Padova, 1998, fotocopie in
segreteria. Modalità di valutazione per l’esame
Relazione
scritta di almeno n. 8 pagine di 30 righe per 60 battute a partire dai
testi scelti. Eventuale integrazione orale.
La comunicazione interculturale
Docente:
Ida Castiglioni
Ida Castiglioni è docente di comunicazione interculturale presso la
Facoltà di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca e presso l’Istituto di
comunicazione interculturale di Portland, Oregon. Insegna inoltre presso la
Facoltà di Medicina dell’Università di Milano e nel Master interuniversitario
in analisi e gestione di progetti di sviluppo. E’ consulente di formazione e
progettazione interculturale per vari enti profit e non-profit in Italia e
all’estero.
Obiettivi
L’obiettivo
principale di questo modulo è acquisire la capacità di prendere prospettiva da
un punto di vista interculturale: pertanto il corso intende fornire i concetti
di base della comunicazione interculturale e gli adeguati strumenti di
osservazione e rielaborazione delle variabili culturali di ogni contesto.
Contenuti
Il modulo di
base di comunicazione interculturale passa in rassegna i concetti principali
che consentono la comprensione di un contesto culturale, dai modelli di
percezione, alla descrizione delle dimensioni e variabili, all’analisi
dell’interazione comunicativa, allo shock culturale e al modello dinamico di
sensibilità interculturale. Il modulo intende inoltre fornire una prospettiva
storica dell’evoluzione degli studi di comunicazione interculturale e
un’impostazione di base secondo i principali filoni teorici.
La metodologia
didattica prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti nelle discussioni e
nelle esercitazioni pratiche che completano le spiegazioni teoriche. Pertanto
si consiglia vivamente la partecipazione attiva al corso.
Valutazione
La valutazione degli
studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale
concordato in aula. La valutazione degli studenti non frequentanti consiste in una
prova d’esame orale. Bibliografia
Milton
Bennett (a cura di), Principi di comunicazione interculturale, Franco
Angeli, 2002 Paolo Balboni, Parole comuni culture diverse, Marsilio,
1999
Edward T. Hall, La
dimensione nascosta, Bompiani, 1991
Pierre-Andrè Taguieff, La
forza del pregiudizio, Il M
Mulino, 1994
Dispense
fornite dalla docente
La comunicazione nell’organizzazione
Docente: Franca
Olivetti Manoukian
Franca Olivetti Manoukian da circa trent’anni svolge attività di
formazione, consulenza organizzativa e ricerca in particolare presso
organizzazioni che producono servizi. E’ socia e presidente dello Studio APS,
società di consulenza che opera presso aziende sanitarie locali, enti pubblici,
aziende private. Ha pubblicato vari articoli e testi sui servizi.
Obiettivi
Nel
funzionamento dei Servizi pubblici e privati e nella produzione di servizi alle
persone si sviluppano una pluralità di comunicazioni spesso non congruenti con
le esigenze di realizzazione efficace delle attività e con le attese di chi
lavora. Il modulo si propone di : - offrire dei riferimenti concettuali che
permettano di cogliere la centralità dei processi di
comunicazione
per la produzione di servizi e di leggere alcuni modelli culturali che tendono
ad orientarli e
caratterizzarli;
- affrontare la questione della gestione delle
comunicazioni nell’esercizio di ruoli di responsabilità nelle organizzazioni
dei Servizi;
- presentare alcune
strumentazioni che possono sostenere e facilitare comunicazioni. Contenuti
Nel modulo saranno trattati alcuni temi/problemi
centrali per la gestione di interazioni e comunicazioni nei Servizi, attraverso
presentazioni di analisi e di ipotesi ricollegabili ad un quadro di riferimento
psico-sociologico:
- I processi di
comunicazione tra Servizi e contesto territoriale indispensabili per
individuare obiettivi pertinenti e condivisi e promuovere integrazioni tra
diverse istituzioni e organizzazioni pubbliche e private
- Evoluzioni e
modificazioni possibili rispetto a modalità tradizionali di comunicare
all’interno dei Servizi, ancorate a impostazioni amministrative e/o
professionali, con frequenti scissioni tra dimensioni formali e informali
- La gestione delle comunicazioni da parte di
ruoli di direzione e di coordinamento (che svolgono funzioni di
progettazione e gestione) e l'acquisizione di competenze per l’ascolto e
l’elaborazione di elementi assai vari , anche impliciti , carichi di ambivalenze
- Diversi tipi di gruppi e
di riunioni e diverse modalità di conduzione e preparazione
- Letture e strategie di
azione nelle situazioni conflittuali che inevitabilmente si manifestano nelle
relazioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione e che vanno gestiti,
piuttosto che rinviati o esportati.
Valutazione
Agli studenti
frequentanti sarà richiesto di predisporre un breve elaborato scritto, in cui
siano presentati alcuni interrogativi o alcune riflessioni che colleghino i
contenuti trattati nel modulo con alcuni aspetti dell’esperienza lavorativa .
Per chi non ha possibilità di frequentare la valutazione avverrà attraverso un
esame in cui sarà richiesto di esporre analisi ed ipotesi sulla comunicazione nelle
organizzazioni, proposte in uno dei testi indicati nella bibliografia. Bibliografia
A.A.V.V. La
progettazione sociale, Quaderni di Animazione sociale, Torino 2000
A.G.Gargani,
L’organizzazione condivisa, Guerini, Milano 1994
C.Kaneklin, F. Olivetti Manoukian, Conoscere l’organizzazione,
Carocci, Roma 1999 (prima parte) F.Olivetti Manoukian, Produrre servizi, il
Mulino, Bologna, 1999
Lo spirito della mediazione (tre
edizioni, per un massimo di 15 persone ciascuna, denominate rispettivamente lo spirito della mediazione/le forme della mediazione
penale/la mediazione dei conflitti) Docente:
Jacqueline Morineau
Jacqueline Morineau ha fondato e dirige il Centro di
mediazione e di formazione alla mediazione di Parigi che lavora in stretto
contatto con il Tribunale di Parigi. La passione per la mediazione l’ha portata
ad elaborare nel corso degli anni un metodo originale, attingendo alla sua
formazione classica con particolare attenzione alla tragedia greca, per formare
mediatori in vari paesi del mondo.
“La mediazione accoglie il
disordine. E’ un momento e un luogo in cui è possibile esprimere le nostre
differenze e riconoscere quelle degli altri”
Obiettivi
Il
modulo intende favorire l’esperienza di un luogo di incontro durante il quale capire
i meccanismi che stanno all’origine dei conflitti interpersonali e scoprire come essi
possano essere anche generatori di un nuovo rapporto.. E’ un lavoro di
autoresponsabilizzazione che permette agli attori del conflitto di trovare
loro stessi soluzioni e riparazioni adeguate.
Contenuti
1.
La mediazione. Il conflitto perenne. Il rifiuto del disordine. Sapere
accogliere il disordine. 2. Le fasi della mediazione: la teoria, la krisis, la
catarsi.
3.
Il ruolo del mediatore e le sue virtù: lo specchio, il silenzio, l’umiltà 4. La
mediazione: un rito di trasformazione
5. Esercitazioni pratiche
e giochi di ruolo.
6. Esposizione dello
sviluppo di una mediazione (quattro fasi):
a) l’accoglienza:
spiegazione alle parti in conflitto della procedura di mediazione, delle regole
comuni
di comportamento da tenere, del carattere confidenziale della mediazione;
b) l’esposizione da parte
di ciascun attore del conflitto del suo punto di vista e sintesi da parte di un mediatore
di tutto quello che è stato detto;
c) il percorso delle parti
in conflitto per arrivare a dialogare: presa di coscienza di una nuova visione del
conflitto e scoperta dei punti comuni e di un possibile accordo;
d) la
valutazione del pregiudizio: riparazione materiale o simbolica. Valutazione
I partecipanti devono seguire interamente il modulo
(24 ore), alla fine del quale conseguiranno l’idoneità di partecipazione.
Bibliografia
J. Morineau,
Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano 1999.
La gestione della differenza culturale
Docente: Milton
Bennett
Milton J. Bennett ha fondato e dirige l’Istituto di
Comunicazione interculturale di Portland in Oregon; è stato volontario per il
Peace Corps in Micronesia e professore di comunicazione alla Portland State
University in Oregon. Tiene corsi e conferenze sulla comunicazione
interculturale in tutto il mondo.
Obiettivi:
1. Approfondire
il modello di sensibilità interculturale.
2. Apprendere
in che misura la competenza interculturale è correlata alla sensibilità
interculturale.
3. Partecipare
a esercitazioni che sviluppano diversi aspetti del modello di sensibilità
interculturale.
4. Mettere in
pratica le competenze acquisite.
Contenuti
Il
modulo si basa sul modello dinamico di sensibilità interculturale (MDSI), che è
ritenuto a livello internazionale uno dei migliori approcci per capire e
migliorare la competenza interculturale. Approfondire questo modello significa
comprenderne i fondamenti teorici basati su una prospettiva costruttivista,
capire il significato dell’esperienza interculturale e la differenza tra
visioni del mondo etnocentriche e etnorelative. Esercitazioni strutturate
forniscono l’opportunità di “fare esperienza” di ogni stadio evolutivo:
l’esperienza di percepire la differenza culturale; l’esperienza di creare
categorie; l’esperienza del contesto culturale; l’esperienza di frames culturali
alternativi; l’esperienza del cambiamento di frame. Inoltre i
partecipanti esploreranno il loro vissuto di identità culturale.
La metodologia
didattica del corso prevede alcune presentazioni e discussioni iniziali,
seguite da una serie di esercitazioni strutturate. Ogni esercitazione crea
l’opportunità di mettere in pratica una diversa competenza e di
discuterne le sue implicazioni sia a livello personale che professionale. Valutazione
I partecipanti
devono seguire interamente il modulo (24 ore), alla fine del quale
conseguiranno l’idoneità di partecipazione.
Bibliografia
La bibliografia di
riferimento sarà fornita durante il corso.
Limite di
partecipanti: 25
PROGRAMMI DEI MODULI DIDATTICI
SECONDO
ANNO
1. Le trasformazioni istituzionali e normative
I
diritti di cittadinanza Docente: Alberto Giasanti
Alberto Giasanti, sociologo del
diritto,insegna sociologia dei processi culturali presso la Facoltà di
Sociologia dell'Università degli studi di Milano-Bicocca. E’ segretario
scientifico del Centro interuniversitario di studi su la giustizia e la
cittadinanza. Relazioni interculturali. I suoi interessi attuali di ricerca
riguardano: le forme del controllo sociale, gli aspetti culturali e simbolici
delle migrazioni, i rapporti tra società civile, forme di devianza e
istituzioni carcerarie.
Obiettivi
Il modulo
intende analizzare in che modo la crisi dello Stato nazione abbia modificato il
concetto stesso di cittadinanza e come oggi si possa declinare il tema della
cittadinanza come processo sociale nel quale ridefinire i nuovi legami
comunitari.
Contenuti
Verranno
affrontati i temi della compresenza di sistemi culturali e normativi diversi
sia in termini di riflessioni teorico-pratiche sui conflitti che sorgono sia con
l’analisi di casi concreti in cui l’ottemperanza ad una regola di un dato
sistema normativo implica la violazione di un’altra regola afferente ad
altro ordinamento normativo compresente al primo.
Si darà conto,
esaminando le normative in materia e tenendo presente le dinamiche
istituzionali in corso, dei processi reali e simbolici di costruzione
dei diritti a partire dai contatti tra culture diverse nella
considerazione che anche le società europee sono il prodotto di commistioni
etniche e di apporti culturali differenziati.
Valutazione
Per
gli studenti frequentanti la valutazione riguarda i lavori d’aula su
“diritti di cittadinanza e alcune comunità straniere”. Per gli studenti semi
frequentanti la valutazione riguarderà la stesura di un paper di 4/5 pagine
sul tema “I diritti di cittadinanza alla luce delle riflessioni che emergono
dal
testo di A.
Sayad, La doppia assenza (in particolare dal 7° al 13° capitolo)” con eventuale
integrazione orale. Per gli studenti non frequentanti la valutazione
sarà solo orale. Bibliografia
J.
Kristeva, Stranieri a se stessi, trad.it.,
Milano:Feltrinelli, 1990 (testo di lettura). A. Sayad, La doppia
assenza, Milano: Cortina 2002 (testo d’esame).
Materiali presso la
copisteria Fronteretro (testi di lettura):
T. Pitch, “L’antropologia
dei diritti umani” in I diritti nascosti a cura di A.Giasanti e
G.Maggioni, Milano: Cortina, 1996.
La dichiarazione
universale dei diritti umani.
I diritti di cittadinanza
europea.
La normativa riguardante
l’attribuzione della cittadinanza in Italia (legge n.91 del 1992).
Le riforme della pubblica amministrazione
Docente:Alberto
Zucchetti.
Alberto Zucchetti è avvocato cassazionista, professore
a contratto di diritto pubblico e di diritto degli enti locali presso il corso
di laurea in servizio sociale della Facoltà di Sociologia dell’Università degli
Studi di Milano-Bicocca e docente in numerosi corsi di formazione di personale
della pubblica amministrazione. Autore di articoli e monografie in materia di
diritto amministrativo ed in materia di enti locali
Obiettivi
Il corso è
diretto ad operatori che quotidianamente svolgono la propria attività
nell’ambito delle pubbliche amministrazioni. Di conseguenza, proprio in considerazione
che i partecipanti sono già a conoscenza di nozioni e di problemi di base quali
i principi che disciplinano il diritto amministrativo e gli
istituti di tale disciplina, le tematiche che verranno affrontate non seguiranno il nesso
sistematico che si rinviene nei tradizionali manuali di diritto amministrativo.
Il
corso, difatti, è caratterizzato dalla peculiarità di essere diretto ad
approfondire aspetti specifici e problemi nuovi che emergono dall’introduzione,
nel nostro sistema giuridico, di recenti leggi. I partecipanti al corso,
pur avendo un certo livello di preparazione giuridica, possono incontrare
numerose difficoltà di fronte alle nuove leggi amministrative: è necessario,
quindi, un approfondimento, con gli orientamenti emersi dalla dottrina e dalla
giurisprudenza, delle nuove tematiche che emergono dalla più recente legislazione.
Contenuti
Gli argomenti, che
verranno trattati con un taglio teorico-pratico ed in modo da agevolare la
discussione tra i partecipanti, saranno i seguenti:
1. La nuova
disciplina sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso ai
documenti (l. 241/1990, con le modifiche in via d’approvazione).
2. La
disciplina della “privacy” (l. 675/1996, con le successive modifiche e con le
decisioni del Garante).
3.
La riforma dei servizi pubblici locali (art. 35 l. finanziaria 2002). I
rapporti tra Stato – Regione – enti locali nella riforma costituzionale
(l.cost. 3/2001 e ddl “La Loggia” ,atti Senato,n.1545).
4. I regolamenti
di disciplina dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi. La posizione
dei regolamenti nel nuovo sistema delle fonti del diritto alla luce della
riforma costituzionale La nuova disciplina del pubblico impiego (l.
145/2002).
Valutazione
L’esame consisterà in una
prova scritta e in un colloquio orale. La prova scritta consisterà in un quiz a risposta
multipla ed in alcune domande aperte sugli specifici argomenti trattati. Bibliografia
1. In argomento
vedasi AA.VV.,Procedimento amministrativo e diritto d’accesso,Milano,1995
2. In argomento
vedasi AA.VV., Privacy ed accesso ai documenti
amministrativi, Milano,1999; AA.VV., Dati sensibili e soggetti
pubblici, Milano,2000
3.
In argomento vedasi AA.VV. I servizi pubblici locali, Milano, 2002
4. In
argomento, oltre alla monografia di V.Italia, I regolamenti dell’Ente
Locale,
Milano,2000, è in
preparazione una monografia nella collana Giuffrè “Le nuove leggi
amministrative”.
2.La programmazione e la progettazione in ambito
sociale
La dimensione della programmazione
Docente:
Maria Pia May
Maria Pia May, sociologa, docente di Metodologia della ricerca sociale, ha lavorato
alla messa a punto di sistemi informativi e banche dati nell'ambito dei servizi
sociali. Ha condotto ricerche su famiglie, operatori, servizi, anche in relazioni a specifiche fasce
d'utenza.
Obiettivi
Per
supportare adeguatamente sul piano conoscitivo l’attività di programmazione
sono sempre più necessarie competenze ed abilità che permettano di sfruttare
appieno l’ampliarsi della disponibilità di informazioni e di tecnologie che ne
facilitano l’accesso e l’elaborazione. Il modulo intende pertanto potenziare,
anche attraverso momenti esercitativi, le capacità logiche ed operative
necessarie ad individuare, selezionare, costruire strumenti efficaci da
utilizzare nel proprio ambito di programmazione.
Contenuti
Il programma di lavoro
ruota intorno a tre fuochi:
- la ricerca e
l’individuazione delle fonti dei dati di interesse sociale, intese non solo come statistiche
ufficiali, ma come sedi di produzione e di accumulo, non sempre consapevole, di informazioni
a livello locale;
- la costruzione di panieri di indicatori
sociali relativi ai diversi livelli e ambiti della programmazione;
- l’analisi
delle strutture e delle potenzialità di banche-dati, osservatori, sistemi informativi.
Valutazione
La valutazione
prevede la presentazione scritta dei risultati delle esercitazioni proposte nel
corso e una discussione orale in merito. Per i non frequentanti è necessario
contattare la docente per la messa a punto dei contenuti delle esercitazioni
che verranno pubblicati nell’apposito sito di facoltà Bibliografia
La bibliografia di
riferimento sarà fornita durante il corso.
3.La gestione dei servizi sociali Il management dei
servizi
Docente:
Federico Butera
Federico Butera insegna Sociologia dell’organizzazione
presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca. E’
presidente dell’Irso (Istituto di ricerca intervento sui sistemi organizzativi)
e della Butera e Partners (società di consulenza di direzione). E’ direttore
della rivista Studi Organizzativi. E’ autore di 21 libri e di oltre 100
articoli sui temi dell’organizzazione, del lavoro e delle
professioni.
Al corso prenderanno parte come docenti anche:
Maurizio Catino (docente di Sociologia dell’impresa e delle Professioni,
Milano-Bicocca); Bruno Coppola (esperto di Service Mangement); Maurizio Carbognin
(esperto di Servizi e Organizzazioni Pubbliche) Marco Tottoli (esperto di
pianificazione e controllo); Sara Albolino, (esperta
di metodologie di user driver design).
Obiettivi
L’obiettivo
principale di questo modulo è di far acquisire ai partecipanti la capacità di
analizzare e di progettare un sistema di servizi, sia sotto il profilo delle
attività da realizzare sia sotto il profilo dell’organizzazione nelle sue
componenti principali (persone, tecnologie, strutture, processi). I contenuti
presentati e le diverse attività didattiche (esercitazioni, studi di caso,
testimonianze professionali) svolte in aula saranno infatti finalizzati
all’acquisizione da parte dei partecipanti: delle conoscenze teoriche
di base necessarie per concepire e gestire i servizi: cosa è un servizio; la
“service idea”; i fattori strategici del servizio, i modelli di
rappresentazione del ciclo di servizio; la rilevanza della qualità del
servizio; i fattori determinanti la qualità del servizio; la centralità del cliente, i
processi e metodi di gestione dei servizi, i metodi e gli strumenti di
progettazione; delle capacità operative di base per analizzare e progettare un servizio
o un sistema di servizi: saper elaborare la concezione di un servizio a partire dalle
esigenze dell’utente; saper progettare la relazione erogatore-cliente in una
modalità “user centred” in un’ottica multicanale (Customer Relationship
Management).
Contenuti
Il modulo
affronterà in particolare i seguenti temi: a) idea di servizio e valore
economico e sociale del servizio; b) i processi del service management: metodi
e strumenti; c) la qualità nelle
organizzazioni di servizio: metodi e strumenti; d) la
gestione della conoscenza nei servizi: tecnologia, organizzazione e competenze;
e) il caso di un’impresa sociale eccellente; f) le organizzazioni a rete e le
reti di organizzazione di servizio; g) il controllo di gestione ed il
monitoraggio nelle organizzazioni di servizio, h) il tema del valore nei
servizi e l’attivazione della “doppia catena del valore”; organizzazioni di
servizio come organizzazioni “attorno al cliente” (customer centric).
Caratteristica
fondamentale del corso è l’utilizzo di un metodo didattico attivo che richiede
una frequenza assidua alle lezioni; una partecipazione alle esercitazione e ai
lavori d’aula, alle discussioni e alle simulazioni di situazioni di lavoro
professionale. In particolare il corso prevede: lezioni frontali d’aula;
esercitazioni e lavori in sottogruppo; studio individuale; discussione di casi. Valutazione
La
valutazione degli studenti frequentanti sarà operata sulla base di una prova
che consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula. La
valutazione degli studenti non frequentanti sarà basata su una prova d’esame
orale.
Bibliografia
I testi d’esame
saranno specificati all’inizio del modulo e una selezione reading sarà fornita
dal docente
assieme ai lucidi didattici delle lezioni.
Il controllo di gestione
Docente:
Francesco Silva
Obiettivi:
Gli obiettivi previsti per
il modulo in oggetto sono i seguenti:
·
consentire ai partecipanti di acquisire la conoscenza
dei principali strumenti di Controllo di Gestione,
·
avviare un processo di sviluppo delle competenze
acquisite, attraverso l’analisi di una realtà
di servizi sociali per la
quale verrà studiato ed elaborato un sistema di Controllo di Gestione,
·
favorire il lavoro in team ed il confronto costruttivo
tra i partecipanti.
Contenuti:
Nel modulo verranno
presentate le principali fasi che conducono allo studio, definizione ed implementazione
di un sistema di Controllo di Gestione.
Particolare
attenzione verrà inoltre data all’approfondimento degli elementi peculiari di simili modelli di gestione,
ovvero alla loro funzione:
·
informativa,
·
di valutazione delle determinanti dei risultati
ottenuti,
·
di orientamento dei comportamenti.
La metodologia
didattica prescelta tende a favorire la partecipazione attiva dei presenti
attraverso la discussione di casi pratici, nonché il lavoro in team per la
predisposizione dell’elaborato finale che verrà presentato in sede di
valutazione.
Valutazione:
Agli
studenti frequentanti sarà richiesto di predisporre un breve elaborato scritto,
frutto di un lavoro di gruppo svolto principalmente in aula, che verrà
presentato al termine del corso. L’elaborato consiste nella
progettazione e definizione di un sistema di Controllo di Gestione. Gli studenti
non frequentanti dovranno predisporre autonomamente e singolarmente un
elaborato scritto senza però avere la possibilità di presentarlo.
Bibliografia:
La bibliografia di
riferimento sarà fornita durante il corso.
Collaborano alle attività
didattiche: Alberto Poli e Susanna Colombo.
Curriculum: Management
Il servizio sociale in Europa
Docente:
Raffaella Puccio
Raffaella Puccio, assistente sociale iscritta all’Albo
degli assistenti sociali e membro eletto del Consiglio Regionale degli
assistenti sociali della Regione Lombardia, è docente di Servizio Sociale
presso la Scuola Regionale per operatori sociali di Milano e docente di metodi
e tecniche del servizio sociale e tirocinio presso il Corso di Laurea in
servizio sociale dell’Università degli studi di Milano-Bicocca. Svolge inoltre
attività di formazione permanente, di consulenza e di supervisione di
assistenti sociali.
Obiettivi:
Il
modulo intende fornire una prospettiva storica dell’evoluzione del servizio
sociale in alcune delle sue differenti forme europee per esaminarne le relative
diversità nazionali, sia all’interno della UE che dell’Est Europa. La
conoscenza di tali realtà, accanto a quella italiana, può sollecitare
interrogativi e accrescere la capacità strategica degli operatori sociali nel
far fronte ai dilemmi che riguardano il loro ruolo e la loro operatività
concreta.
Contenuti
Verranno
presentati studi e analisi, prodotti in questi anni a livello europeo, del
servizio sociale in una prospettiva comparata e verranno approfondite le
esperienze di alcuni paesi. Da questi primi studi emerge quanto lo sviluppo del
servizio sociale, fortemente incardinato nelle realtà dei diversi paesi, abbia
per sua natura prodotto esperienze e forme organizzative profondamente
differenziate, anche sul fronte specificamente professionale, con differenti
configurazioni professionali di social worker.
Il modulo è
articolato in 6 incontri di 4 ore ciascuno, strutturati in comunicazione,
lavoro di gruppo e dibattito.
Il docente
responsabile del modulo sarà affiancato da studiosi e formatori, esperti delle
tematiche relative ai paesi considerati.
Valutazione
La valutazione
dei frequentanti avverrà attraverso la produzione di una tesina/paper
(da 3 a 5 cartelle) con eventuale integrazione orale. I non frequentanti
sosterranno un esame orale. Bibliografia
Benvenuti Pierangela,
Segatori Roberto (2000), Professione e genere nel lavoro sociale, Franco
Angeli, Milano, 2000.
Lorenz Walter (1994), Il
servizio sociale e la nuova Europa, ECIG, Genova, 1995.
Il management dei servizi - corso progredito
Docente:
Donatella Barberis
Donatella Barberis collabora con lo Sudio Aps Analisi
psicosociologica di Milano svolgendo attività di consulenza , ricerca e
formazione presso organizzazioni di servizi sia pubbliche che private. In
particolare si è occupata negli ultimi anni di progetti di formazione/ricerca e
progettazione organizzativa in ambito socio-sanitario e ospedaliero sui temi
dell’integrazione organizzativa; più in generale sui temi del lavoro in rete e
delle connessioni organizzative nella produzione di servizi e/o in casi di
riprogettazione o di avvio di nuovi servizi Svolge attività di docenza sul tema
di “ Psicosociologia dell’organizzazione” nei corsi avanzati per operatori del
settore socio-sanitario presso Enaip di Bergamo. Ha ricoperto ruolo di
responsabile della Formazione e dello Sviluppo Organizzativo presso
multinazionali di servizi.
Obiettivi
L’obiettivo
del modulo in oggetto sarà quello di favorire nei partecipanti l’attivazione di
un processo di rielaborazione e riflessione della loro pratica lavorativa
attraverso chiavi di lettura e spunti collocabili all’interno della prospettiva
psicosociologica; uno dei risultati attesi sarà quello di sviluppare processi
conoscitivi e di ri-conoscimento degli elementi e delle principali connessioni
presenti nella produzione di servizi.
La
metodologia didattica prevede di poter contare sulla attiva partecipazione dei
presenti e di poter lavorare su materiale tratto dall’esperienza per procedere
a rielaborazioni integrate da sistematizzazioni teoriche.
Contenuti
Il modulo affronterà in
particolare i seguenti temi:
a)
il prodotto , gli esiti della produzione di servizi, il lavoro con oggetti immateriali
b)
la rappresentazione dell’oggetto di lavoro
c) la valutazione in
ottica dialogica
d) l’approccio ai problemi
e al loro trattamento
e) la complessità
organizzativa nell’erogazione dei servizi
Valutazione
La valutazione
degli studenti frequentanti avverrà in sede di colloquio individuale e verterà
principalmente sulla discussione di un elaborato che sarà realizzato durante il
percorso formativo.
La valutazione degli studenti non frequentanti
sarà basata su una prova d’esame orale. Bibliografia
I testi d’esame saranno
concordati in modo differenziato per il gruppo di iscritti frequentanti e
quello dei non frequentanti
Ciò che segue è
una prima indicazione bibliografica , eventualmente da integrare sulla base degli interessi e
delle elaborazioni che avverranno durante il percorso formativo:
D’Angella F. e
Orsenigo A. (a cura di), La progettazione sociale , Quaderni di Animazione
sociale edizioni Gruppo Abele Torino, 1999.
Olivetti Manoukian Franca
, Produrre servizi , Il Mulino Bologna, 1998.
Gargani
Aldo G., L’organizzazione condivisa , Guerini e Associati Milano, 1994 .
Fabbri Donata , La memoria della regina , Guerini e
Associati Milano, 1990.
Kaneklin C. e Olivetti
Manoukian F. , Conoscere l’organizzazione, La Nuova Italia , Roma , 1990.
La gestione delle risorse umane
Docente:
Grazia Gacci
Grazia Gacci è socia dello Studio APS (Analisi PsicoSociologica) di
Milano presso cui svolge attività di consulenza, formazione e ricerca
nell’ambito dei servizi sociali, educativi e sanitari del pubblico e del
privato.
Obiettivi
Questo modulo
ha l’obiettivo di favorire l’acquisizione di alcune competenze cruciali per la gestione dei
processi di lavoro nelle organizzazioni che producono servizi. Il modulo, in
particolare, favorirà:
l’acquisizione
e le padronanza di modalità di lettura dei microcontesti organizzativi e relazionali
più
articolate e adeguate, in funzione del fatto che tali contesti richiedono
ridefinizioni e modificazioni significative dei comportamenti lavorativi;
lo sviluppo di competenze
per formulare e proporre obiettivi lavorativi realistici;
la verifica e
l’affinamento di orientamenti e stili gestionali attraverso i quali promuovere
la partecipazione da parte delle persone rispetto agli obiettivi e accompagnare
il perseguimento dei risultati.
Contenuti
Il modulo offre
a ciascun partecipante la possibilità di rielaborare creativamente diversi
elementi che provengono dalla propria esperienza, da quella di altri
partecipanti, da quadri di riferimento teorico e da indicazioni metodologiche
presentate dalla docente; ciò al fine di mettere a punto una propria
capacità di lettura delle problematiche connesse alla gestione delle risorse
umane pertinente rispetto della complessità delle questioni che la
realizzazione di cambiamenti lavorativi richiede di affrontare.
Nel
percorso è data particolare attenzione a tre temi:la lettura e la
comprensione dei contesti organizzativi per sviluppare azioni progettuali, l’uso
dei dati come strumenti per orientare gli interventi, per monitorare le
evoluzioni dei processi di lavoro e verificare i risultati raggiunti, la
conduzione di riunioni e gruppi di lavoro come strumenti
interessanti ma anche problematici per la gestione delle relazioni
e per il coinvolgimento sugli obiettivi e sui risultati. La metodologia
proposta richiede una partecipazione attiva sia rispetto ai contributi teorici
che verranno
presentati che ai momenti di discussione.
Valutazione
La valutazione dei partecipanti consiste nella
scrittura di un elaborato finale concordato in aula e in un colloquio
di approfondimento sulle tematiche trattate nell’elaborato. Bibliografia
La bibliografia di
riferimento sarà fornita all’inizio del corso.
Curriculum: relazioni interculturali La comunicazione interculturale- corso progredito
Docente:Ida Castiglioni
Ida Castiglioni è docente di comunicazione interculturale presso la
Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi Milano-Bicocca e presso
l’Istituto di comunicazione interculturale di Portland, Oregon. Insegna inoltre
presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano e nel
Master interuniversitario di cooperazione internazionale. E’ consulente di
formazione e progettazione interculturale per vari enti profit e non-profit in
Italia e all’estero.
Obiettivi
Fornire
una conoscenza teorica approfondita della comunicazione interculturale, delle
pratiche e dei problemi relativi alla ricerca interculturale. Fare acquisire
una competenza di analisi e di intervento di tipo interculturale
all’interno dei contesti operativi.
Contenuti
L’obiettivo principale di questo modulo è acquisire
una conoscenza approfondita delle teorie e dei modelli che spiegano come le
culture influenzano lo stile comunicativo, lo stile di apprendimento, lo stile
di conflitto e mediazione, le aspettative relazionali e i processi di
adattamento. Saranno prese in considerazione le tre prospettive teoriche
principali (neo-positivista, critica e costruttivista) che influenzano in
maniera più significativa il panorama attuale degli studi di comunicazione interculturale..
Particolare attenzione è assegnata inoltre a far acquisire ai partecipanti la capacità di creare,
all’interno dei contesti lavorativi loro pertinenti, percorsi di
sensibilizzazione interculturale e interventi di cambiamento
in favore di una maggiore diversificazione dei servizi e della loro offerta. La
metodologia didattica prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti nelle
discussioni e nelle esercitazioni pratiche che completano le spiegazioni
teoriche. Pertanto si consiglia vivamente la partecipazione attiva al corso. Si
consiglia inoltre agli studenti di partecipare al corso del Prof. Milton
Bennett, in quanto concepito come uno sviluppo del corso qui presentato. Valutazione
La valutazione degli studenti frequentanti consiste nella
scrittura di un elaborato finale concordato in aula. La valutazione
degli studenti non frequentanti consiste in una prova d’esame orale. Bibliografia
La bibliografia
sarà comunicata durante la prima lezione del corso.
La competenza interculturale - corso progredito
(Progettare e fornire interventi interculturali) Docente:Milton
Bennett
Milton J. Bennett ha fondato e dirige l’Istituto di Comunicazione
interculturale di Portland in Oregon; è stato volontario per il Peace Corps in
Micronesia e professore di comunicazione alla Portland State University
in Oregon. Tiene corsi e conferenze sulla comunicazione interculturale in tutto il
mondo.
Obiettivi
1. Approfondire
le differenze culturali negli stili di apprendimento, negli stili cognitivi e
di comunicazione
2. Partecipare
a diverse esercitazioni che dimostrano i vari stili
3. Apprendere come fare progettazione e come
erogare formazione interculturale nell’ambito di contesti culturali diversi
4. Capire il
processo di cambiamento nelle organizzazioni riguardo ai problemi
interculturali
5. Acquisire
alcune competenze di base per diventare un agente del cambiamento
interculturale Contenuti
Questo
corso avanzato è destinato a persone che saranno dei professionisti di
comunicazione interculturale. I partecipanti avranno l’opportunità di prendere
in considerazione il loro stile personale e culturale di apprendimento,
pensiero e comunicazione. In seguito apprenderanno un modello di formazione
interculturale e di progettazione educativa che si basa sulla differenza
culturale dei vari stili; inoltre i partecipanti metteranno in pratica la
capacità di riconoscere e di adattare gli interventi educativi al fine di
renderli efficaci in diversi contesti culturali. Infine il laboratorio pone
l’attenzione sull’introduzione di problematiche interculturali nelle
organizzazioni, ossia come valorizzare un potenziale di diversità culturale e
come fare fronte alle inevitabili resistenze al cambiamento.
La metodologia
didattica prevede presentazioni e discussioni, riflessione personale,
esercitazioni strutturate e la pratica di alcune competenze.
Valutazione
La
valutazione del corso consiste nell’elaborazione di uno scritto in italiano che
comprenda l’applicazione dei concetti e dei modelli passati in rassegna durante
il corso mirato all’analisi o alla creazione di un progetto di intervento.
Bibliografia
La bibliografia di
riferimento sarà fornita durante il corso.
Limite di
partecipanti: 25
La pedagogia dell’altro
Docente:
Elisabetta Nigris
Elisabetta Nigris è docente di Didattica generale presso la Facoltà di
Scienze della Formazione dell’Università di Milano Bicocca. Collabora con
Università europee e statunitensi ed è coordinatrice nazionale del Progetto
Dilemi, sulla didattica interculturale. Inoltre si occupa di formazione degli
insegnanti e degli operatori dei servizi socio-assistenziali nel campo
dell’educazione interculturale.
Obiettivi
L’obiettivo del
corso è quello di promuovere la riflessione dei partecipanti rispetto a
rappresentazioni, atteggiamenti che caratterizzano il rapporto con la
diversità, e in particolare con le minoranze etniche, allo scopo di individuare
modelli di organizzazione istituzionale e di intervento socio-educativo
che favoriscano le pari opportunità.
Contenuti
Partendo
dall’analisi del concetto di diversità, straniero e cultura, questo modulo
intende fornire strumenti di analisi delle rappresentazioni di insegnanti e
degli operatori della scuola e dei servizi socio-educativi nei
confronti delle minoranze etniche. Inoltre verranno presi in rassegna i principali
modelli di intervento adottati da istituzioni educative e sociali nei paesi di
più antica immigrazione nelle diverse. A completamento delle spiegazioni
teoriche frontali, è previsto il coinvolgimento attivo dei partecipanti
mediante attività esperienziali (simulazioni, role play, analisi di casi,...),
esercitazioni e discussioni di piccolo e grande gruppo, che permetteranno ai
corsisti di analizzare e mettere in gioco le loro rappresentazioni e le loro
competenze. Pertanto si consiglia vivamente la partecipazione attiva al corso.
Valutazione
La valutazione
degli studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale
concordato in aula, che si baserà su due dei testi della bibliografia di
riferimento (uno indicato dalla docente e uno a scelta dello studente). Gli
studenti non frequentanti svolgeranno il compito richiesto basandosi su
tre testi (due a scelta dello studente).
Bibliografia
E.Nigris, Educazione
interculturale, Bruno Mondadori, Milano, 1996
M. Giusti, Educazione
interculturale nella scuola di base, Nuova Italia, Firenze,
2002 G Giovannini Allievi in classe, stranieri in città, Franco Angeli -
Milano 1996
G. Favaro e M.
Napoli (a cura di) Come un pesce fuor d'acqua. Il disagio nascosto dei
bambini e dei ragazzi immigrati, Guerini e Associati, Milano, 2002
P. Tabet, La pelle
giusta, Einaudi, Torino
Tarozzi, La
mediazione culturale, Clueb Bologna, 1997
La salute dell’altro
Docente:
Mariella Pandolfi
Mariella Pandolfi è docente di Antropologia all’ Università di Montreal.
Visiting Professor nelle Università di Siena, Bologna, Tarragona, Harvard,
Centre National de la Recherche Scientifique e Ecole des Hautes Etudes en
Sciences Sociales di Parigi, ha introdotto in Italia l'antropologia medica
nordamericana e l'etnopsichiatria francese. E' stata consulente delle Nazioni
Unite e dell'IOM in Kosovo e Albania negli anni 1999-2001.
Obiettivi
L'obiettivo di questo modulo è di fornire
strumenti teorici e metodologici per una lettura critica e
pluridisciplinare della categoria di "salute" (antropologia medica,
etnopsichiatria, antropologia del corpo. )
Contenuti
Il
modulo introdurrà gli studenti ad una delle stagioni più fertili
dell'antropologia medica contemporanea, spazialmente localizzata in
nordamerica, ma la cui influenza si è estesa progressivamente nell'ultimo
decennio in tutta Europa e ancor più incisivamente in quei settori della
psichiatria, della medicina e dell'antropologia italiana sensibili alla
dimensione "sociopolitica" della salute e della sofferenza.
Le
diverse direttrici interpretative, che negli ultimi due decenni hanno
sviluppato la riflessione sulla salute, sulla sofferenza sulla dimensione
sociale della malattia in contesti occidentali o postcoloniali, saranno messe
a confronto con gli aspetti contemporanei e istituzionali della biomedicina,
fino ad includere lo scenario più ampio dei diritti umani e della logica degli
interventi umanitari. In particolare sarà preso in considerazione , nei mondi
contemporanei, il complesso rapporto fra cittadinanza, diritto universale alla
salute e figure dell'alterità (il rifugiato, il clandestino, l'immigrato).
Un'attenzione particolare, infine, sarà data , utilizzando la categoria del
bio-politico (da Michel Foucault a Giorgio Agamben) alle politiche dell'organizzazione
mondiale della sanità, dei diversi organismi internazionali e delle organizzazioni
non governative sui territori delle crisi umanitarie.
La metodologia
didattica prevede un' attiva partecipazione degli studenti, la visione di film
e inoltre
esercitazioni pratiche complementari agli orientamenti teorici introdotti. La
presenza degli studenti è obbligatoria.
E' consigliabile leggere i
testi suggeriti prima dell'inizio del corso
Valutazione
La valutazione del corso
sarà cosi distribuita:
1) Presenza attiva
durante il corso
2)
Esercitazioni pratiche durante il corso
3)
Bibliografia commentata (testi e ricerca su internet ) su un argomento da
scegliere con il docente durante il corso.
Bibliografia
Agamben,
Giorgio. Homo sacer. Torino: Bollati Boringhieri,1995 Agamben, Giorgio. Mezzi
senza fine. Torino: 1996
Foucault,
Michel (1975-1976) Difendere la società. Dalla guerra delle razze
al razzismo di stato. Firenze,:Ponte alle Grazie, 1990
Good, Byron
"Narrare la malattia lo sguardo antropologico sul rapporto medico
paziente" Edizioni Comunità , 2000
Losi Lino, Vite altrove -
Milano: Feltrinelli 2001
Nathan Tobie, Principi di
etnopsicanalisi Torino : Bollati Boringhieri, 1996
Pandolfi
Mariella , Perchè il corpo. Utopia, sofferenza, desiderio , Roma: Meltemi 1996
Dispense fornite dalla docente
Limite di
partecipanti: 25
LABORATORI
I laboratori
hanno l’obiettivo di fare in modo che i partecipanti possano cogliere come le
capacità di autosviluppo e la riflessione su di sé siano importanti per una comunicazione
efficace con l’altro.
1. Il sorriso di Narciso: dal corpo alla parola
Docente:
Attilio Gardino
Attilio Gardino, sociologo e psicologo, si è
specializzato in Analisi Bioenergetica a Roma. Svolge attività di
psicoterapeuta ed è iscritto all’albo degli psicologi. E’ docente di attività
motorie nel Corso di laurea per Educatore professionale della Facoltà di
Medicina dell’Università degli studi di Milano. Ha diretto scuole materne e si
è occupato di analisi organizzative nel settore pubblico.
Contenuti
- Il veggente Tiresia disse a Liriope: “Narciso
vivrà fino a tarda età, purchè non conosca mai se stesso”. Cosa muore
nella conoscenza del nostro sé.
- ‘L’amore della sapienza’
si riverbera nella risata della donna di Tracia che assiste alla caduta di Talete,
primo filosofo, in un pozzo mentre camminava con lo sguardo rivolto al cielo.
E’ la
caduta di senso di chi per vedere non guarda. E’ il paradosso attorno al quale
corriamo da secoli per fuggirlo, risolvendolo.
Il
laboratorio avrà come scopo quello di esplorare il legame sottile e a volte
conflittuale che lega il corpo, luogo dell’esperienza sensibile, alla parola,
artefice della rappresentazione dell’esperienza e della sua trasmissione.
Il sapere, l’immaginazione e la consapevolezza del proprio sé corporeo sono elementi
della nostra identità che possono operare in accordo o in conflitto,
trasformandosi da risorse a limiti coercitivi del nostro potenziale.
Il
laboratorio si articolerà in sessioni con proposte volte a incrementare la
consapevolezza corporea, a cui si alterneranno momenti di condivisione
dell’esperienza ed altri in cui si svilupperanno riflessioni inerenti
l’argomento trattato.
Il
laboratorio richiede ai partecipanti la disponibilità ad assumere il proprio
corpo come centro della propria attenzione in una dimensione di “assenza
temporanea” di giudizio sull’esperienza in corso. Il lavoro necessita di un
abbigliamento confortevole (tuta da ginnastica o simili), di un telo su cui potersi
coricare e di calzettoni da utilizzare al posto delle scarpe.
Bibliografia
A.Lowen, Bioenergetica,
Milano, Feltrinelli 1983.
A Lowen, Il narcisismo,
Milano, Feltrinelli 1985.
W. Reich, Teoria
dell’orgasmo, Milano Lerici 1961.
N.Duraz, I concetti di
narcisismo, Roma,Astrolabio, 1987
G. Lakoff, M.Johnson, Metafora
e vita quotidiana, Milano, Bopiani, 1998.
G. Durand, Le strutture
antropologiche dell’immaginario, Bari, Dedalo 1972.
J. Lacan, Lo
stadio dello specchio come formatore della funzione dell’io, Torino,
Einaudi, 1966, vol.1.
2. La (de)costruzione dell’ “Altro”
Docente: Simone
Ghezzi
Simone Ghezzi,, laureato in scienze politiche, ha conseguito il master
in antropologia sociale e successivamente il Ph.D in antropologia sociale e
culturale all’università di Toronto (Canada). Attualmente è post-doctoral
fellow al centro di studi internazionali Thomas Watson Institute, Brown
University (Providence, RI) e assegnista di ricerca
presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano -
Bicocca.
Contenuti
Dedicheremo
spazio alla discussione di “immagini discorsive” della nostra cultura, sulla
cui problematicità l’antropologia contemporanea offre un valido contributo
critico e decostruttivo. Questo ci servirà come momento propedeutico al lavoro
centrale del laboratorio, che si prefigge di far emergere in maniera
consapevole ciò che viene solitamente dato per scontato, anche con l’utilizzo di
tecniche dell’osservazione partecipante.
Le
esercitazioni di gruppo e singole, che si alterneranno ai momenti di lezione e
di discussione, avranno proprio la funzione di abituare le persone a mettere in
gioco certe categorie concettuali e, quindi, certe convinzioni (e convenzioni)
come gli stereotipi.. Ciò è particolarmente evidente ogniqualvolta abbiamo a
che fare con l’”Altro”, chiunque esso sia: l’outsider, lo straniero,
l’immigrato.
Anche
l’estetica corporea (il corpo nella società contemporanea) non fa eccezione.
Vedremo come vi sono anche in questo caso connessioni con il concetto di razza,
ma anche con il concetto di potere,. Infine affronteremo quello che da alcuni è
considerato forse il più alto livello di mistificazione dell’”Altro” mai
raggiunto: il cannibalismo tribale.
Bibliografia
Stocking,
George W., Razza, Cultura e evoluzione : saggi di storia
dell'antropologia a cura di F. Macello, Milano : il Saggiatore, 1985
(Solo il Capitolo 6: "Il selvaggio dalla pelle scura: l'immagine
dell'uomo primitivo nell'antropologia evoluzionista", pp.162-186.). Bordo, Susan, Il peso del
corpo, Milano : Feltrinelli, 1997. (Solo il capitolo 6: "'Material Girl':
ciò che
la cultura postmoderna cancella", pp.149-180)
Arens,
William E., Il mito del cannibale: antropologia e antropofagia,Torino: Bollati
Boringhieri, 2001 (Solo i capitoli 5 e 6)
3. Il sé corporeo nella relazione interpersonale
Docente:
Luciano Marchino
Luciano Marchino, psicoterapeuta e formatore, è direttore dell’Istituto
di Psicologia Somatica. E’ docente di Analisi Bioenergetica presso la Società
italiana di Analisi Bioenergetica e membro dell’International Institute for
Bioenergetic Analysis di New York. Insegna Psicologia clinica presso la Facoltà
di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca
Contenuti
Relazione
interpersonale e relazione intrapersonale. Le matrici biologiche fondamentali
della relazione. Endoderma, mesoderma, ectoderma.Il cervello triuno. Reti
neuronali e incorporamento della realtà. Carattere, personalità e disturbi del
comportamento. Residui relazionali ontogenetici e filogenetici.
L’atteggiamento positivo
incondizionato, l’empatia e la congruenza come esperienze psicobiologiche.
Il Grounding, il Facing e il Surrendering.
Le potenzialità
relazionali fondamentali archetipiche: attacco, fuga, congelamento. I
segnalatori psicobiologici di stato: sensazioni, sentimenti, cognizioni. I
piani di interazione: normativo, emotivo, attivo.
Attivazione
degli stati del corpo/mente nella relazione attraverso: esperienze guidate in diadi e triadi
di roleplayng, laboratori dia utoascolto, esercizi psicorporei individuali e di
gruppo seguiti da condivisione e integrazione cognitiva.
Bibliografia
A. Lowen, Il
narcisismo, Feltrinelli, Milano 1983.
J. Grossman, Vivere
e amare, Crisalide, Saturnia 1992.
4. Il clima relazionale in una professione d’aiuto
efficace: l’approccio centrato sulla
persona, di Carl Rogers.
Docente: Emilia
Ugolotti
Emilia Ugolotti, psicologa iscritta all’Albo, lavora
come libera professionista dal 1984, dopo aver concluso la formazione
quadriennale allo IACP (Istituto dell’Approccio Centrato Sulla Persona ,di Carl
Rogers) di Roma. Si occupa di consulenza e sostegno individuale, di gruppi
d’incontro rogersiani, metodo Gordon, programmi brevi e medi di formazione alla
relazione in ambito di professioni d’aiuto e dell’ educazione.
Pur conservando l’arrichimento
di anni di esplorazione teorica ed esperienziale in vari approcci si identifica
oggi principalmente con l’approccio rogersiano.
Contenuti
Si
tratta di un corso breve che, secondo la specificità della formazione
Rogersiana, privilegia l’aspetto esperienziale dei laboratori, ponendo
l’accento sul ruolo della congruenza e della capacità d’Ascolto degli
operatori, con i seguenti obiettivi:
1) Presa di coscienza
dell’impatto della qualità della relazione sulla facilitazione di persone in
difficoltà o in cambiamento.
2)
Implementazione della Relazione Efficace: tecniche di ascolto e di confronto
o/e qualità intrinseche del facilitatore. Empatia, Congruenza, Considerazione
Positiva Incondizionata. 3) Esplorazione delle proprie abilità, potenzialità, difficoltà,
nella relazione con sé e con l’altro. 4) Attraverso un processo di
integrazione cognitiva, acquisizione di strumenti atti a migliorare la qualità della
propria capacità relazionale con gli utenti, i colleghi, la struttura. 5) Utilizzo
del Gruppo d’Incontro: la multidimensionalità dell’Ascolto. Bibliografia
C.Rogers “Un
modo di essere” Martinelli
Pierre-Bernard Parquet
“Carl Rogers o la libertà della persona” Astrolabio
Valeria
Vaccari “Una teoria umanistica della personalità: la client centered therapy di
C. Rogers” da “Note su alcuni percorsi della personalità” QUEB (Bologna)
C. Rogers
“Libertà di apprendimento” Astrolabio
5.Storie d’ombre
Docente: Alberto Giasanti
Alberto Giasanti, sociologo del diritto,
insegna sociologia dei processi culturali presso la Facoltà di Sociologia
dell'Università degli studi di Milano-Bicocca. I suoi interessi attuali di
ricerca riguardano: le forme del controllo sociale, gli aspetti culturali e
simbolici delle migrazioni, i rapporti tra società civile, forme di devianza e
istituzioni carcerarie.
Contenuti
- “D’altronde, se
ognuno di noi è l’altro di qualcuno, c’è sempre qualcosa in noi in ballo nella
storia altrui. E viceversa (T. Maraini, Ultimo tè a Marakesh).
- “L’uomo senz’ombra è il tipo di uomo statisticamente più frequente che
vaneggia d’essere soltanto ciò che preferisce sapere di sé “(C.G.Jung, Aion).
Il laboratorio
intende guardare al tema dell’ombra sia nella dimensione di “parte inferiore
della personalità” sia nella dimensione di archetipo collettivo, come anche
nella sua dimensione sociale. E ancora. L’ombra come doppio. L’ombra in
culture diverse (il mito platonico della caverna, la sura della caverna
nel Corano). Riconoscimento dell’ombra come processo di trasformazione. L’ombra
come insieme di aspetti positivi e negativi. Le ombre nei sogni, nei miti,
nelle fiabe, nei racconti fantastici, nei romanzi. Corporeità dell’ombra (senza,
siamo piatti e inconsistenti). A momenti di riflessione su alcuni degli
elementi sopra indicati si alterneranno momenti nei quali i partecipanti
proveranno a raccontare/ascoltare, a coppie e a piccoli gruppi, storie
(d’ombre?) di vita quotidiana nella consapevolezza che le proprie esperienze
corrispondono al sentimento dell’”altro” in noi.
Bibliografia.
R. Bly, Il piccolo
libro dell’ombra, Red Edizioni, Como 1966.
P.A. Rovatti, “Riflessioni sull’ombra” in P.A.
Rovatti, L’esercizio del silenzio, Cortina, Milano 1965, pp. 43-60
C.G. Jung, Aion: ricerche sul simbolismo del
sé, vol. 9, Opere, Bollati Boringhieri 1997 (in particolare pp.1-109).