PRESENTAZIONE

L’Università degli studi di Milano Bicocca, istituendo il Corso di laurea specialistica in programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali, innovativo nel panorama universitario italiano, intende preparare figure professionali esperte capaci di operare con un elevato grado di autonomia e di svolgere funzioni di direzione, di management e di coordinamento di programmi di servizi sociali e di politiche sociali in vari settori quali l’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, servizi alla persona e alle famiglie, migrazioni e relazioni interculturali, esclusione e marginalità sociale, soggetti deboli e politiche di welfare in genere.

Queste competenze specialistiche sono collegate al nuovo contesto dei servizi e degli interventi che vede un forte sviluppo del terzo settore e delle connessioni tra quest’ultimo e il settore pubblico, sia sul piano dell’erogazione che su quello della pianificazione, progettazione e valutazione dei servizi. Si è ritenuto quindi opportuno che il profilo professionale di riferimento comprenda la dirigenza e il management del settore pubblico e del terzo settore, assumendo e favorendo, già nell’ambito formativo, forme di cooperazione nel rispetto dei diversi ruoli e funzioni. Il corso di studi ha durata biennale e si articola in due curricula formativi: management dei servizi sociali e relazioni interculturali.

Esso è organizzato per moduli didattici caratterizzati da specifiche aree tematiche, con un approccio multidisciplinare. Accanto ai moduli sono previsti inoltre seminari, laboratori, gruppi di lavoro, tirocini di ricerca.

La frequenza non è obbligatoria, ma è opportuna e vivamente consigliata, dato il livello di sperimentazione che il corso di laurea intende esprimere, favorendo l’apprendimento attivo delle competenze e il continuo confronto con le esperienze formative e lavorative dei partecipanti, e proponendo, inoltre, laboratori esperienziali che possono essere utilmente fruiti solo attraverso comportamenti agiti direttamente. Per questo è richiesto ai frequentanti di iscriversi ai diversi moduli.

Per quest’anno accademico 2002/2003 tutte le attività didattiche, seminariali e di laboratorio saranno concentrate in tre giorni alla settimana, (mattino e pomeriggio) e precisamente giovedì, venerdì e sabato (di regola solo al mattino); le verifiche/esami/prove avverranno, oltre che nella consueta forma orale, attraverso la redazione di paper al termine di ogni modulo e/o di gruppi di moduli oppure anche attraverso lavori in classe.

.Nel primo anno il percorso formativo è in sostanza comune ai due curricula (management dei servizi sociali e relazioni interculturali) sulla base della considerazione che la dimensione interculturale nella società attuale è riferimento imprescindibile sia per la lettura del contesto che per la programmazione e gestione degli interventi a qualsiasi livello.

Per facilitare la comprensione della proposta formativa i moduli didattici sono raggruppati facendo riferimento ad aree tematiche: da un lato le aree relative alle specifiche competenze funzionali di programmazione e gestione dei servizi, dall’altro lato le grandi trasformazioni socio-economiche­culturali e normative che costituiscono il quadro di sfondo in cui tali competenze si collocano e da cui vengono influenzate.

Nel secondo anno il percorso formativo è in parte curriculare. Si ritiene infatti che l’acquisizione di competenze vada anche radicata rispetto alla specificità dell’area e della materia in cui si lavora o s’intende lavorare a un livello specialistico, sia essa area funzionale oppure legata a fasce problematiche/aree di intervento.

In questa prospettiva il secondo anno potrà essere organizzato in modo da sostenere il lavoro di approfondimento su aree tematiche che troverà sbocco nella tesi finale. Sono anche previsti cinque laboratori sulle relazioni interpersonali..

 

Il coordinatore del corso di laurea Alberto Giasanti


INDICE

PRIMO ANNO

1. Le grandi trasformazioni socio-economiche e culturali come quadro di sfondo 1.Sistemi di welfare comparati ( Docente:Enzo Mingione) 2.Nuove forme di identità collettive (Docente:Mariuccia Giacomini) 3.I sistemi di solidarietà familiari (Docente:Carla Facchini) 4.L’integrazione tra le politiche sociali (Docente:Ota De Leonardis)

2.. Le trasformazioni istituzionali e normative

1.Le politiche sanitarie (Docente: Mara Tognetti)

2.Le politiche globali per la salute (Docente: Eduardo Missoni) 3. La legislazione sociale e sanitaria (Docente: Paolo Ferrario) 4. La gestione delle politiche sociali (Docente: Cristiano Gori)

3. La programmazione e la progettazione in ambito sociale

1.La programmazione sociale (Docente:Giuliana Carabelli)

2.La costruzione e la valutazione di progetti (Docente: Lavinia Bifulco) 3. La dimensione della progettazione (Docente: Maria Cacioppo)

4. La gestione dei servizi sociali

1.La gestione e la valutazione di qualità (Docente: Antonella Pagliarani)

2.La gestione dei gruppi di lavoro -curriculum management-(Docente:Gianni Del Rio)

5. La gestione delle relazioni e dei processi comunicativi

1.Le forme della mediazione (Docente: Adolfo Ceretti)

2.La comunicazione interculturale (Docente:Ida Castiglioni)

3.La comunicazione nell’organizzazione (Docente: Franca Olivetti Manoukian)


4.Lo spirito della mediazione (Docente: Jacqueline Morineau)

 

5.La gestione della differenza culturale -curriculum relazioni interculturali­( Docente: Milton Bennett)

SECONDO ANNO

 

 

Moduli comuni

 

 

1. Le trasformazioni istituzionali e normative

 

1. I diritti di cittadinanza ( Docente: Alberto Giasanti)

 

2. Le riforme della Pubblica Amministrazione (Docente: Alberto Zucchetti) 2. La programmazione e la progettazione in ambito sociale 1. La dimensione della programmazione (Docente: Pia May)

 

 

3. La gestione dei servizi sociali

 

1.Il management dei servizi (Docente: Federico Butera) 2. Il controllo di gestione (Docente: Francesco Silva)

 

Curriculum management

 

1. Servizio sociale in Europa (Docente: Raffaella Puccio)

 

2. Il management dei servizi -corso progredito- (Docente: Donatella Barberis) 3. La gestione delle risorse umane (Docente:Grazia Gacci) Curriculum relazioni interculturali

 

1. La comunicazione interculturale -corso progredito - (Docente: Ida Castiglioni) 2. La competenza interculturale nelle relazioni (Docente: Milton Bennett) 3 La pedagogia dell’altro (Docente: Elisabetta Nigris)

 

4 La salute dell’altro (Docente: Mariella Pandolfi)


Laboratori sulle relazioni interpersonali

 

1. Il sorriso di Narciso: dal corpo alla parola (Docente: Attilio Gardino)

 

2. La (de)costruzione dell’ “Altro” (Docente: Simone Ghezzi)

 

3. Il sé corporeo nella relazione interpersonale (Docente: Luciano Marchino)

 

4. Il clima relazionale in una professione d’aiuto efficace: l’approccio centrato sulla persona di Carl Rogers (Docente: Emilia Ugolotti)

 

5. Storie d’ombre (Docente: Alberto Giasanti)


PROGRAMMI DEI MODULI DIDATTICI

PRIMO ANNO

1.Le trasformazioni socio-economiche e culturali come
quadro di sfondo

Sistemi di welfare comparati

Docente: Enzo Mingione. Tutor: Alberta Andreotti, Barbara Da Roit

Enzo Mingione è docente di sociologia e vicepreside della Facoltà di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca. E’ il coordinatore del Dottorato Europeo European Local and Urban Studies consorziato con la London School of Economics a Londra, la Humboldt University a Berlino e la Fondation Nazionale de Sciences Politiques a Parigi. I suoi principali interessi di ricerca sono: welfare comparato, mercato del lavoro, povertà, sociologia urbana.

 

Obiettivi

Il modulo si propone di presentare le trasformazioni, le tensioni e le riforme che attraversano oggi i sistemi di protezione sociale europei, assumendo un’ottica comparativa. Contenuti

Il modulo si articola in tre parti:

1) Analisi della costruzione storica differenziata dei sistemi di welfare, con particolare attenzione al significato che hanno assunto le differenze in un’ottica comparata. Analisi dei modelli di welfare capitalism in riferimento a tre principali aree: mercato del lavoro, famiglia e reti sociali, politiche sociali. All’interno di questa analisi saranno analizzate le caratteristiche comuni e le divergenze dei regimi di breadwinner; il differente grado di de­familizzazione e lo sviluppo dei programmi pubblici di protezione sociale con il conseguente impatto socio-economico.

2) Le attuali trasformazioni demografiche, economiche e politiche hanno messo in crisi i precedenti equilibri raggiunti dai modelli di breadwinner. In questa parte del modulo si analizzeranno le attuali tensioni nelle tre aree precedenti – mercato del lavoro, famiglia e reti sociali, politiche sociali – con particolare riferimento ad alcune tematiche: questione migratoria in Europa, esclusione sociale e povertà urbana nei diversi contesti europei e in Italia con la divisione tra Nord e Sud del paese. Prendendo come esempio l’Italia vedremo la centralità dei nuovi programmi assistenziali, e l’importanza della dimensione locale sia per la costruzione dei sistemi che per l’attuazione delle politiche.


3) Analisi delle riforme e dei cambiamenti del welfare in Italia in prospettiva comparata: persistenza delle diversità e/o convergenza europea. La configurazione istituzionale tra Unione Europea, stato nazionale e enti locali (dialettica tra quadro regionale e pratiche municipali).

Valutazione

La prova consiste in un esame scritto articolato in due domande sui testi indicati. Esiste la possibilità, per gli studenti che lo desiderino, di redigere una tesina di 5/6 cartelle su un argomento da concordare con il docente in sostituzione di una delle due domande.. Bibliografia

1)         Enzo Mingione, 1997, Sociologia della vita economica, Carocci (capitolo 2)

Gosta Esping Andersen, 2000, I fondamenti sociali delle economie post-industriali, Il Mulino (pp. 33-85)

2)        Enzo Mingione, 1997, Sociologia della vita economica, Carocci (capitolo 4) II parte Gosta Esping Andersen, 2000, I fondamenti sociali delle economie post-industriali, Il Mulino (pp. 241- 304)

Enzo, Mingione; Alberta Andreotti, 2001 “Esclusione urbana e sistemi locali di welfare in Europa”, in Argomenti, 2, pp. 23-44.

3)        David Benassi, Enzo Mingione, 2002, La sperimentazione del reddito minimo d’inserimento nel sistema di welfare italiano, rapporto preparato per l’International Labour Organisation. Enzo Mingione, 2002, Il lato oscuro del welfare, Trasformazioni delle biografie e strategie familiari e sistemi di garanzia”, in Atti del Convegno Tecnologia e Società 2, Accademia dei Lincei, Roma.

Ulteriori articoli e materiali didattici saranno segnalati durante il corso.

Nuove forme di identità collettive

Docente: Mariuccia Giacomini

Mariuccia Giacomini insegna antropologia culturale nella formazione delle professioni sociali presso la Scuola Regionale per Operatori Sociali del Comune di Milano, la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e la Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano. Ha svolto ricerche sui temi della differenza di genere e delle migrazioni in una prospettiva interculturale.

 

Obiettivi

1. Acquisire strumenti interpretativi relativamente ai processi di costruzione delle identità in connessione ai fenomeni migratori e alle realtà culturali “in movimento”.

2. Sviluppare capacità relazionali orientate a pratiche di socialità e aggregazione aperte alla comunicazione e alle ibridazioni.

Contenuti

Il “discorso sull’identità” ha suscitato negli ultimi anni un’esplosione di interessi e un ampio ventaglio di interpretazioni. Oggetto della ricerca antropologica non sono più tanto le diversità tra culture lontane, ma piuttosto i nuovi nomadismi che percorrono le società, l’emergere di forme sincretiche, le questioni legate alle identità collettive e alla continuità/discontinuità culturale.

Il “catalogo” delle identità muta, cresce, si sviluppa, in rapporto alle scelte suggerite dalla dinamica del locale e del globale e non solo dai modelli della cultura alla quale si “appartiene”. Esperienze


ripetute di “sradicamento”, coesistenza di molte affiliazioni, collettività svincolate dall’appartenenza a un luogo fisico, culture della dislocazione e del trapianto, pongono oggi nuove sfide e dilemmi, così come il continuo riemergere di identità comunitarie sospese tra innovazione e “ritorno dell’etnicità”.

L’attenzione a questo campo complesso, attraverso l’analisi concreta di soggetti, di pratiche, di casi significativi, costituirà il filo conduttore per una riflessione più ampia intorno agli scenari del mondo in via di globalizzazione e delle forze che vi si oppongono.

Valutazione

La prova di esame consisterà in una relazione scritta ( di 4/5 pagine per i frequentanti e di 6/7 pagine per i non frequentanti), con la possibilità di una integrazione orale al momento della restituzione.

Bibliografia (per gli studenti non frequentanti)

Bauman Z., Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Laterza, Roma-Bari, 2001.

Bauman Z., Voglia di comunità, Laterza, Roma-Bari, 2001.

Fabietti U., Il traffico delle culture in Fabietti U., Malighetti R., Matera V., Dal tribale al globale, Bruno Mondadori, Milano, 2000, pp. 165-232.

Remotti F., Contro l’identità, Laterza, Roma-Bari, 1996

Ulteriori indicazioni bibliografiche saranno fornite durante il corso.

I sistemi di solidarietà familiari

Docente: Carla Facchini

Carla Facchini insegna sociologia della famiglia ed è coordinatrice del corso di laurea triennale in servizio sociale della Facoltà di sociologia.

 

Obiettivi

Il primo obiettivo del corso è quello di analizzare i principali mutamenti in atto nelle strutture e nelle reti di solidarietà familiari; il secondo è quello di cogliere l’intreccio tra tali mutamenti e le politiche pubbliche

Contenuti

Negli ultimi decenni, in tutti i paesi industrializzati, le famiglie sono state coinvolte in importanti mutamenti, sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto riguarda le modalità di funzionamento, sia infine per quanto riguarda il rapporto con il sistema socio-economico e col sistema dei servizi.

Anzitutto si è assistito ad un processo di transizione demografica, segnato da un forte aumento della speranza di vita e da una forte diminuzione dei tassi di natalità. Altrettanto importanti i mutamenti sul versante della nuzialità, sintetizzabili in una diminuzione dei quozienti, in un aumento dell’età al matrimonio, in un aumento di matrimoni ‘misti’ e di convivenze, in aumento dell’instabilità coniugale e di secondi matrimoni. Infine, sono mutati ruoli e relazioni all’interno delle famiglie e,


dunque, i suoi modi di funzionamento (da modelli basati su rigide differenziazioni per sesso e su valori quali il ‘rispetto’, a modelli basati su differenziazioni per generazioni e su di una centralità della dimensione amorosa-affettiva).

Questi mutamenti hanno portato, da un lato, ad un processo di differenziazione delle tipologie familiari, dall’altro ad una trasformazione dei modelli di solidarietà.

Nel modulo ne saranno analizzati gli elementi portanti:

1. rilievo crescente acquisito dal tema della cura e della vicinanza affettiva e ridimensionamento del vettore economico;

2. trasformazione dei modelli di solidarietà nella coppia e ridimensionamento (anche a seguito

dell’affermazione di un modello di ‘doppia presenza’ femminile), di un’impostazione basata

su nette dipendenze reciproche e su aspettative fortemente normate;

3. ‘verticalizzazione’ delle relazioni e delle solidarietà familiari, effetto della coesistenza di più

generazioni e del ridotto numero di soggetti appartenenti ad ogni generazione; 4. ‘femminilizzazione’ della solidarietà tra le generazioni;

5. mutamento del modo di porsi rispetto ai Servizi sociali, sia per quanto riguarda la loro esistenza, sia per quanto riguarda la loro ‘qualità’.

Valutazione

La valutazione avviene in base a due possibili modalità. La prima è una prova scritta; la seconda modalità prevede invece una prova orale e la presentazione di una tesina su di un tema concordato con la docente.

Bibliografia (per i non frequentanti)

C.Saraceno, E.Naldini, Sociologia della famiglia, Il Mulino, Bologna, 2001,

C.Saraceno, Mutamenti della famiglia e politiche sociali in Italia, Il Mulino, Bologna, 1998.

L’integrazione tra le politiche sociali

Docente: Ota de Leonardis

Ota de Leonardis è docente di Sociologia dei processi culturali e coordinatore del Master in Sviluppo Locale e Qualità Sociale della Facoltà di Sociologia.

 

Obiettivi

Il modulo è organizzato in tre giornate dedicate al tema delle politiche sociali di nuova generazione che, anche sotto la spinta dei programmi europei, sono orientate a superare la tradizionale impalcatura categoriale dei servizi e delle competenze e a disegnare in varie forme interventi integrati.

Contenuti

Le tre giornate saranno dedicate ciascuna al seguente argomento:

1. L’integrazione tra le politiche a livello locale.

Questa giornata sarà dedicata all’analisi ai programmi d’intervento in contesti urbani e all’integrazione tra politiche urbane e politiche sociali.


2. L’integrazione tra gli attori delle politiche.

Questa giornata sarà dedicata all’analisi delle forme di cooperazione tra attori pubblici, mercato e terzo settore nella costruzione di progetti di impresa sociale.

3. Scelte pubbliche, pratiche di giustizia sociale e variabili organizzative: il rapporto tra integrazione tra le politiche e integrazione sociale.

Questa giornata sarà dedicata a mettere a fuoco le responsabilità pubbliche che la funzione dirigente comporta in materia di scelte di giustizia sociale, e il ruolo che svolge la configurazione organizzativa dei servizi nel tradurre e realizzare queste scelte.

Il percorso di ogni giornata prevede, dopo un inquadramento delle tendenze in corso, analisi di caso

di progetti o servizi e momenti esercitativi.

Valutazione

La prova di modulo consisterà nella elaborazione di una tesina sul seguente argomento: “Come configurare servizi sociali coerenti, nelle logiche di azione e nei loro risultati, con politiche sociali integrate a livello locale?”. La tesina, di un massimo di 4 pagine dattiloscritte, dovrà essere consegnata in forma cartacea entro una settimana prima della data fissata per la registrazione. In quella occasione si potrà avere, su richiesta da parte dello studente, un colloquio sulla tesina stessa. L’elaborazione della tesina deve basarsi sui materiali compresi nella dispensa disponibile presso la copisteria Fronteretro. La tesina verrà valutata in base ai seguenti criteri: I) corretta comprensione del quesito; II) applicazione appropriata dei concetti per impostare la risposta; III) un linguaggio appropriato per sviluppare l’argomentazione.

2. Le trasformazioni istituzionali e normative

Le politiche sanitarie

Docente:Mara Tognetti

Mara Tognetti docente di politica sanitaria esperta di temi della salute e in particolare della salute straniera. Ha svolto numerose ricerche nel campo, e ha rivestito numerosi incarichi di consulenza per enti pubblici sia sul tema delle politiche migratorie che delle politiche sanitarie

Obiettivi

Il modulo è finalizzato a discutere e a mettere a confronto, secondo l’approccio comparativo, i grandi cambiamenti delle politiche sanitarie e i suoi intrecci con le politiche sociali negli ultimi decenni, sia per quanto riguarda il contesto italiano che quello europeo.Si tratterà di individuare


alcuni nodi principali e di esaminarli cercando di evidenziarne i limiti e le potenzialità, nonché le tendenze future.

Contenuti

1) Nuovi e vecchi attori nelle trasformazioni delle politiche sanitarie, innovazione e continuità. Un’analisi comparata. Dopo un’introduzione sul metodo comparato in politica sociale, saranno analizzate le principali riforme che hanno interessato il Servizio Sanitario Nazionale e i sistemi sanitari di alcuni paesi europei. Sarà dato spazio agli elementi di specificità e di continuità, nonché di innovazione.

2) Sistemi sanitari in Europa: modelli e spesa per la salute, a partire dai dati di ricerca Saranno messi a confronto alcuni sistemi sanitari europei con particolare attenzione alla comprensione dei meccanismi di spesa. Saranno descritti i principali meccanismi di costruzione e di riparto della spesa sanitaria. Le forme di partecipazione diretta e indiretta dei cittadini.

3) Il processo di privatizzazione nelle politiche sanitarie, con particolare attenzione ai temi della qualità e dell’equità, si cercherà di individuare anche degli indicatori compatibili con la materia sociale. Saranno analizzati i principali fattori che stanno alla base del processo di privatizzazione dei sistemi sanitari, i diversi modelli di mercato in sanità, le applicazioni italiane ed europee. Particolare attenzione sarà dedicata alla Lombardia.

4) I sistemi sanitari e di cura di fronte all’utenza che cambia: gli utenti immigrati Saranno delineate le principali tendenze future e i nodi problematici , derivanti da una sempre più elevata presenza di utenti immigrati e di culture sanitarie articolate e complesse. Saranno analizzate alcune realtà operative al fine di delineare possibili strategie, sono previste simulazioni in aula

Il modulo di 24 ore sarà articolato in tre incontri di otto ore ciascuno. In ogni incontro saranno analizzate le tendenze in atto e le principali posizioni teoriche ed operative, cioè ciò che è stato possibili implementare e perché. Si tratterà di individuare i punti di forza e i punti di debolezza di ogni questione affrontata, coinvolgendo i frequentanti, con attività di gruppo, anche per delineare linee operative utili. Lo sforzo sarà quello di fornire un quadro il più possibile completo e sempre in chiave comparata e applicativa. Il docente sarà affiancato da testimonianze di esperti Valutazione:

Per i frequentanti le modalità saranno definite in aula. Per i non frequentanti l’esame si svolgerà in forma orale.

Bibliografia

(nel corso degli incontri saranno indicati i capitoli utili ai fini didattici) Un testo a scelta tra:

G.Giarelli, Sistemi sanitari. Per una sociologia comparata, Angeli, Milano, 1998 F.Maino, La politica sanitaria, Il Mulino, Bologna, 2001

M.Tognetti Bordogna, Lineamenti di politica sociale, Angeli, Milano, 2002 ( aggiornato e ampliato)

G.Vicarelli, Alle radici della politica sanitaria in Italia, Il Mulino, Bologna, 1997 Un testo a scelta tra:

P.Calza Bini (a cura di), Lo stato sociale in Italia:rapporto annuale Iridiss-Cnr 200-2001, Donzelli , Roma, 2002 G.Corio et al., Mutamenti nella politica sanitaria. Le prospettive in alcuni paesi europei, Donzelli Editore, Roma, 1999

N.Falcitelli, M.Trabucchi, F.Vanara, Rapporto sanità, Il Mulino, Bologna 2002 G.Fiorentini, ( a cura di), I servizi sanitari in Italia, Il Mulino, Bologna 2001 V.Mapelli, Il sistema sanitario italiano, Il Mulino, Bologna, 1999

Un testo a scelta tra:

M. Tognetti Bordogna, Organizzare i servizi per tutti:l’esperienza degli Spazi per donne immigrate e i loro bambini, nell’ambito dei consultori familiari della Regione Emilia Romagna, in “Quaderni di Servizi Sociali” , Fondazione Zancan, Padova, 1998


M. Tognetti Bordogna, Politiche sanitarie e transcultura, relazione al convegno Internazionale: Cultura, salute, Migrazioni, Roma, 29-30-31 ottobre 2001, Roma , Istituto San Gallicano M.Tognetti Bordogna, La relazione tra immigrati e servizi socio sanitari: da servizi speciali a

servizi per tutti, in A. Campanili, “Il servizio sociale nella società multiculturale”, Unicopli, Milano,

2002, pp.150-184.

Le politiche globali per la salute

Docente: Eduardo Missoni

Eduardo Missoni, medico, è docente di politiche e strategie globali per la salute presso l’Università di Milano-Bicocca e presso la SDA-Bocconi, dove insegna anche politiche e management nei Paesi in via di sviluppo. Collabora come docente con numerosi altri istituti accademici e di formazione. Ha lavorato come volontario medico in Nicaragua e come funzionario dell’UNICEF in Messico, quindi, per sedici anni, presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, come esperto responsabile delle iniziative di cooperazione socio­sanitaria con l'America Latina e gran parte dell'Africa Subsahariana, nonché come liaison officer per le relazioni con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

 

Obiettivi

L’obiettivo principale di questo modulo è di acquisire la conoscenza dell’evolversi dello scenario internazionale in relazione alle politiche per la salute, nonché la capacità di leggerne criticamente gli effetti sui sistemi sanitari dei paesi più poveri e conoscere strumenti e significato della cooperazione internazionale nel settore, anche con riferimento alle modalità adottate dall’Italia. Contenuti

1.L’evoluzione delle politiche per la salute nel quadro delle politiche per lo sviluppo

1. Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo alla Dichiarazione di Alma Ata 2. Dall’approccio integrato all’approccio selettivo: gli anni ‘80

3. Gli Organismi Finanziari Internazionali, i Piani di Aggiustamento Strutturale e la

Riforma dei Sistemi sanitari: gli anni ‘90

4. La salute nei negoziati sul commercio e l’avvento delle Partnership Globali Pubblico­Privato: l’agenda globale all’alba del nuovo millennio

5. La situazione sanitaria mondiale attuale e le nuove sfide

2. Le strategie globali per la salute: gli attori

1. OMS e il Sistema delle Nazioni Unite

2. La Banca Mondiale

3. L’OMC e il settore privato corporate

4. Il no-profit

5. Le GPPP

6. L’Unione Europea e le agenzie bilaterali

3. Le strategie a livello Paese

1. La salute nei piani di lotta alla povertà. Gli approcci di settore. 2. La questione dell’ownership

3. Casi Paese


4. L’Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Nozioni Generali

5. La Cooperazione italiana allo sviluppo nel settore socio-sanitario

1. Principi guida e strategie

2. Esperienze

3. Situazione e prospettive

Valutazione

La valutazione consiste nella scrittura di un elaborato finale su uno dei temi trattati.

Bibliografia

Berlinguer, G., Bioetica Quotidiana, Giunti ed., Firenze, 2000

Stefanini, A., Salute e Mercato, EMI ed., Bologna, 1997

Brauman, R. (a cura di), Utopie Sanitarie, Feltrinelli, Milano 2002

siti web delle principali organizzazioni internazionali (WHO; UNICEF; WTO; World Bank; UE)

Missoni, E., La Cooperazione internazionale per la salute, Salute e territorio, n.127, luglio-agosto 2001, pp.198-202 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)

Missoni, E., Il Fondo Globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria, Salute e Sviluppo, n. 3/2001, pp.33-37 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)

Berlinguer, G., Missoni, E., I G8 e la sfida della salute globale, Qualità Equità, 2001, n.23-24, pp. 74-90

Missoni, E., Il fondo globale contro Aids, tubercolosi e malaria, Qualità Equità, 2001, n.23-24, pp. 91-96 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)

Missoni, E., La Cooperazione italiana allo sviluppo in sanità al bivio, Tendenze, n.3/2002 (http://www.eduardomissoni.net/CV/pubblicazioni.html)

Aggiornamenti e indicazioni bibliografiche forniti dal docente

La legislazione sociale e sanitaria

Docente: Paolo Ferrario

Paolo Ferrario, sociologo, attualmente svolge attività di formazione, consulenza e ricerca nel settore dei servizi socio-sanitari

 

Obiettivi

Il modulo didattico ha i seguenti obiettivi:

1.esplorare, con riferimento ad alcuni temi-chiave, i processi di regolazione del sistema dei servizi sociali e sanitari nel nuovo quadro istituzionale;

2.rendere disponibili alcune tecniche e metodologie per l’analisi delle regole normative. Contenuti

Le lezioni ed i materiali di studio tratteranno i seguenti punti:


1. assetti normativi dello stato italiano dagli anni ’90 e sistema dei servizi socio-sanitari: i fattori del mutamento; gli attori; le riforme amministrative; l’analisi inter-istituzionale e le connessioni fra stato, regioni e soggetti locali; gli effetti della riforma costituzionale; la transizione in atto;

2. il sistema sanitario italiano e le Aziende sanitarie locali: contenuti e tendenze della legislazione; processi decisionali; le norme sull’integrazione sociosanitaria e sull’accreditamento; tendenze e tensioni nella sanità regionalizzata;

3. i processi di riforma del sistema dei servizi sociali: quadro normativo; posizione istituzionale e comportamenti dei soggetti produttori di servizi; i Comuni nella pubblica amministrazione italiana; gli strumenti di gestione dei servizi (diretta, indiretta, associata); fasi e processi connessi alla esternalizzazione dei servizi; le relazioni inter­istituzionali;

4. analisi di un processo istituzionale ed organizzativo: la politica di sviluppo delle “Carte dei servizi”.

Valutazione

Avviene attraverso la stesura di una relazione scritta da sviluppare attorno ad un tema fra quelli proposti nel corso e in ogni caso centrata sulle modalità di regolazione normativa dei servizi socio­sanitari. In alternativa è possibile effettuare un esame orale relativo agli argomenti trattati nel corso ed allo studio dei testi indicati in bibliografia. Sul sito www.segnalo.it curato dal docente sarà possibile reperire informazioni relative al corso ed altre fonti bibliografiche sugli argomenti trattati. Bibliografia

I materiali di studio sono costituiti da:

1)Dossier formativo elaborato dal docente per il corso

2) Paolo Ferrario, Politica dei servizi sociali – strutture, trasformazioni, legislazione, Carocci editore, Roma 2001, p. 498 (capitoli 4° e 5° e un’area problematica a scelta fra quelle dei capitoli dal 6° al 10°)

3)Paolo Ferrario, Marisa Bianchi, Luciana Quaia, Lo sviluppo della qualità nei servizi socio­sanitari: processi di costruzione della Carta dei servizi in una RSA, Carocci editore, Roma 2002 (una delle tre parti, a scelta)

4)Altri riferimenti bibliografici proposti durante le lezioni.

La gestione delle politiche sociali

Docente: Cristiano Gori

Cristiano Gori insegna e svolge attività di ricerca presso l’Università di Milano Bicocca, il Politecnico di Milano e l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS). I suoi principali interessi di ricerca sono i servizi sociali e le politiche per gli anziani

Obiettivi

Il modulo si propone di esaminare e confrontare le alternative disponibili al fine di affrontare le sfide cui i servizi sociali sono oggi chiamati. Per ogni soluzione ed ipotesi presentata si analizzeranno i principali punti di forza e punti di debolezza della sua applicazione. Sì intende così


costruire un insieme di strumenti conoscitivi utili al fine di valutare le diverse scelte che si possono oggi compiere nei servizi sociali.

Contenuti

Il modulo si dividerà in sei parti, ognuna organizzata con una struttura simile: si inizierà con un’analisi delle tendenze in atto, per poi passare ad esaminare le principali posizioni e proposte che oggi si confrontano. Lo sforzo principale consisterà nel mettere in evidenza e discutere aspetti di forza ed aspetti di debolezza di ognuna di queste. Così facendo, si intende offrire ai partecipanti un quadro il più possibile completo, in cui siano considerati molteplici punti di vista. I temi delle singole parti saranno:

1. La spesa pubblica per le politiche sociali.

2. Universalismo, selettività, diritti.

3. Programmazione e livelli di governo.

4. Gli interventi preventivi.

5. L’ integrazione tra servizi e tra prestazioni.

6. Mercati, competizione, libertà di scelta.

Valutazione

Gli studenti frequentanti potranno scegliere tra redigere una relazione di 7/8 cartelle o svolgere un colloquio orale. Gli studenti non frequentanti svolgeranno un colloquio orale. Bibliografia

Bimbi, F, Bosi, P, Ferrera, M e Saraceno, C, 1997, La spesa per l’assistenza, Documento di base della Commissione per le compatibilità macroeconomiche dello stato sociale.

Battistella, A, 2001, “L’accreditamento istituzionale: una sfida difficile”, in Prospettive sociali e sanitarie, 21, pp 1-6.

Breda, MG, Micucci, D e Santanera, F, 2001, La riforma dell’assistenza e dei servizi sociali, Torino: UTET, capitoli 1 (pp 5-12), 7 (pp 29-34), 10-13 (45-57).

Gori, C, 2001, “I dilemmi della selettività”, paper non pubblicato.

Gori, C, 2001a, “Libertà di scelta e competizione nei servizi che cambiano. La diffusione di voucher ed assegni di cura in Italia”, in L’assistenza sociale, 4, pp 105-126. Lombardi, A, 2001, “Programmazione sociale di territorio”, in Prospettive sociali e sanitarie, 22, pp 1-7.

Longo, F, 2000, “Logiche e strumenti manageriali per l’integrazione tra settore socio-assistenziale, socio-sanitario e sanitario”, Paper presentato al workshop nazionale dell’Associazione Italiana Economisti Sanitari, Padova, 13-14 ottobre.

Piva, P, 1999, “Comprare servizi sociali: se e quando conviene passare dal regime di convenzione all’accreditamento”, in Forum, 4, pp 9-14.

Ranci Ortigosa, E, 1998, “Servizi sociali e servizi sanitari: quale integrazione?”, in Prospettive sociali e sanitarie, 9, pp1-2.

Regoliosi, L, 1994, La prevenzione del disagio giovanile, Roma: NIS, capitoli 2, 4 e 6.

Vernò, F, 2001, “I ‘piani di zona’: prime indicazioni”, in Autonomie locali e servizi sociali, 2, pp 295-30.


3. La programmazione e la progettazione in ambito sociale

La programmazione sociale

Docente: Giuliana Carabelli

Giuliana Carabelli, sociologa, si occupa di organizzazione, programmazione e valutazione di servizi nell’ambito della formazione degli operatori, della ricerca e della consulenza. Ha avuto anche un’esperienza diretta di gestione.

 

Obiettivi

Il modulo si propone da un lato di delineare i nuovi e anche contraddittori modelli di

programmazione che seguono alla messa in crisi del modello razional-comprensivo tipico degli anni ’70, dall’altro di fornire un impianto metodologico che sostenga lo svolgimento delle funzioni di programmazione ai diversi livelli della programmazione sociale. Contenuti

A questo fine i punti trattati nei sei incontri saranno:

1) Programmare oggi: punti di forza e elementi di criticità.

La costruzione di nuove teorie, modelli, metodi e pratiche di programmazione a partire dal superamento dell’approccio razional-sinottico. I cambiamenti nel rapporto tra programmazione e mercato. Le tappe cruciali della programmazione in Italia. 2) La programmazione sociale a livello nazionale e regionale: compiti e strumenti. Gli attori e l’assetto istituzionale della programmazione del sistema sociale secondo la legge quadro 328/2000 e le modifiche costituzionali al titolo V: innovazioni e criticità. La rete di “servizi alla persona” all’interno dei diritti di cittadinanza.

3) La programmazione sociale a confronto con la programmazione sanitaria: specificità e differenze.

I rapporti tra i diversi livelli della programmazione in un sistema federale. I rapporti tra i diversi soggetti: forme di governo e modelli di funzionamento ipotizzabili. Il nodo dell’integrazione.

4) L’impianto metodologico della programmazione a livello regionale.

Gli elementi fondamentali per la costruzione di un Piano. In particolare le fasi del processo programmatorio. La loro declinazione in diversi modelli di programmazione a livello regionale in riferimento ai concetti di government e governance. 5) L’impianto metodologico della programmazione a livello locale. I fattori costitutivi del processo programmatorio locale: soggetti, fasi, processo. Piano sociale di zona e Piano per la salute. Come sviluppare le azioni e le relazioni capaci di indirizzare le scelte che si pongono nell’ambito di un processo programmatorio a livello territoriale.

6) Il Piano socio-sanitario della Regione Lombardia


A confronto con il Piano Socio-sanitario della Regione Lombardia come strumento di programmazione. Le specificità per quanto riguarda l’ambito e per quanto riguarda l’impianto, i compiti e gli strumenti di programmazione.

Ogni incontro è strutturato in modo simile: nella prima parte si terrà la lezione/esposizione della/del docente; seguirà un lavoro di gruppo per far emergere quesiti e riscontri dei partecipanti anche con riferimento ad esperienze dirette; infine, esiti e quesiti del lavoro di gruppo verranno posti a confronto tra loro e con la/il docente. Per quattro unità didattiche è prevista la presenza di un esperto qualificato che fornirà un apporto sia sul piano teorico che metodologico, ancorato alla esperienza diretta di funzioni di programmazione nell’ambito e nel livello specifico.

Valutazione

Prova scritta per i frequentanti prova scritta; per i non frequentanti scelta tra prova scritta integrata da colloquio oppure solo prova orale.

Bibliografia

(va intesa come provvisoria. La bibliografia definitiva verrà indicata a inizio corso e sarà differenziata per frequentanti e non, sia dal punto di vista quantitativo che del tipo di materiali) BALDUCCI A., Disegnare il futuro. Il problema dell’efficacia nella pianificazione urbanistica, Bologna, Il Mulino, 1991, Introduzione e Cap. I-IV.

BERTELLI B. (a cura), La pianificazione sociale. Teoria, metodi e campi di applicazione, Milano, F. Angeli, 1998.

BERTIN G., Decidere nel pubblico, Etas libri, Milano, 1989

FAZZI L., Quasi mercati nei servizi sociali, in Prospettive sociali e sanitarie, 4/2000, pp. 2-5. KHAN A.J., Teoria e pratica della pianificazione sociale, Fondazione Zancan, Padova, 1974. MAGGIAN R., Il sistema integrato dell’assistenza. Guida alla legge 328/2000, Roma, Carocci, 2001.

VERNO’ F., Piani di zona, in Studi Zancan – Politiche e servizi alle persone n° 2/2001, Fondazione E. Zancan, Padova.

IL PIANO SOCIO SANITARIO REGIONALE 2002-2004 della REGIONE LOMBARDIA, in Sito www/ RegioneLombardia.it oppure BURL (EURO 16.52)

La costruzione e la valutazione di progetti nel sociale

Docente: Lavinia Bifulco

Lavinia Bifulco è ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano - Bicocca e insegna Politica Sociale presso la Facoltà di Sociologia Si occupa di politiche e servizi sociali, amministrazioni pubbliche, processi di governance nei sistemi locali di welfare.

Obiettivi

Il modulo ha l’obiettivo principale di approfondire e fissare i criteri relativi alla costruzione e alla valutazione di progetti nel campo delle politiche sociali e di precisare un repertorio di base di strumenti di governo dei processi applicabile alle differenti articolazioni di questo campo.


Contenuti

La prima fase del lavoro sarà incentrata sui seguenti temi e problemi:

1. i differenti approcci alla progettazione: dall’approccio razionale                              all’approccio partecipato;

2. le differenti fasi della progettazione: dalla progettazione ex-ante alla valutazione dei progetti;

3. finalità, problemi e possibilità della progettazione partecipata;

4. gli snodi critici della progettazione: la definizione dei problemi e dei destinatari, la

precisazione degli obiettivi e risorse, l’individuazione degli strumenti di governo dei

processi;

5. le linee di finanziamento europeo alla progettazione in campo sociale.

La seconda fase si concentrerà sui temi e problemi relativi alla valutazione con la seguente scansione:

1. i differenti approcci alla valutazione: dal modello positivista alla valutazione come apprendimento e come processi sociali;

2. le tipologie della valutazione: valutazione ex ante, valutazione in itinere, valutazione ex post;

3. gli snodi della valutazione: gli attori; perché, cosa e come valutare

Nell’insieme il modulo dedica una grande attenzione alle pratiche concrete della progettazione e della valutazione in corso oggi in Italia nell’ambito delle “nuove” politiche sociali, soprattutto al livello locale, e alle esperienze che i frequentanti fanno in questo campo. La metodologia didattica punta, perciò, a facilitare la possibilità di discutere e vagliare gli argomenti trattati attraverso esercitazioni di gruppo.

Valutazione

Modalità d’esame: un elaborato scritto, sia per i frequentanti che per i non frequentanti. Bibliografia

L. Leone, M. Prezza, Costruire e valutare i progetti nel sociale, Milano, Angeli, 2002 (parti scelte) Altre letture saranno indicate nel corso del modulo.


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La dimensione conoscitiva della progettazione

Docente: Maria Cacioppo

Maria Cacioppo, sociologa, si occupa di metodologia e tecniche della ricerca sociale con particolare riferimento al rapporto tra forme di intervento (servizi e professioni sociali) e bisogni sociali. Svolge attività di insegnamento e di ricerca presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e la Scuola regionale per Operatori sociali del Comune di Milano.

 

Obiettivi

La dimensione conoscitiva interviene in diverse forme e con diverse funzioni nel lavoro di progettazione (le conoscenze preliminari che fondano la promozione del progetto, i saperi professionali e non degli attori coinvolti, la raccolta di informazioni come azione strumentale e/o come obiettivo), che rimandano alla questione del rapporto tra conoscenza ed intervento, nelle fasi di un progetto come nei diversi modelli di progettazione.

Contenuti

I diversi temi verranno considerati soprattutto sul piano metodologico, con attenzione in particolare alla rilevazione e all’analisi dei bisogni e delle risorse nei luoghi dell’intervento sociale, e agli approcci e ai metodi sia qualitativi che quantitativi.


L’evoluzione dei modelli interpretativi, attraverso la riflessione sui concetti rilevanti, i riferimenti teorici, le esperienze significative (bisogni e diritti, domanda e offerta di servizi, bisogni soggettivi e bisogni oggettivi, unità di offerta e reti informali, ecc).

 

Lo strumento dell’analisi secondaria per la lettura e la costruzione di ipotesi e di indicatori rilevanti a livello locale. Si prenderanno in considerazione a) rapporti sociali, indagini ad hoc, documentazione e piani di zona; b) informazioni prodotte dai soggetti erogatori di servizi/interventi.

 

- Le rilevazioni dirette, nelle loro forme standard ma anche non-standard. Ci si occuperà

quindi di ricerche a breve e medio raggio, di integrazione e sinergia di rilevazioni

quantitative e qualitative, di predisposizione di strumenti e di prodotti ad hoc.

Il corso utilizzerà la presentazione di esperienze significative, oltre a momenti di esercitazione guidata. Il modulo è organizzato in 6 incontri di 4 ore.

Ogni incontro è organizzato in tre tempi:

- una presentazione dell’argomento da parte della docente - una esercitazione in piccolo gruppo

- un momento di conclusione/discussione/sistematizzazione

L’esercitazione sui temi del giorno può essere svolta sia sui materiali distribuiti dalla docente, sia sul progetto scelto per l’esame. Quindi i frequentanti hanno a disposizione i tempi di esercitazione per lavorare in vista della prova di esame, individualmente o in piccolo gruppo – con l’avvertenza che il commento deve risultare in ogni caso individuale.

Valutazione

La prova d’esame consiste in:

a) una parte scritta comune a frequentanti e non frequentanti:


1) schedatura (max 3 cartelle/pagine) di un progetto, seguendo le indicazioni (griglia con le voci che evidenziano gli aspetti metodologici connessi alla dimensione conoscitiva) che saranno fornite dalla docente entro la fine del modulo

2) commento critico (max 5 cartelle)

E’ quindi necessario individuare un progetto su cui condurre il lavoro.

Il progetto può essere scelto dagli iscritti in base alla propria esperienza/conoscenza diretta e/o ai propri interessi – in questo caso deve comunque essere concordato con la docente prima dell’appello d’esame; oppure può essere proposto dalla docente stessa. I requisiti minimi del progetto sono relativi alla disponibilità di materiali / documentazione o almeno informazioni sufficienti sulle fasi di avvio e di realizzazione (anche se non deve essere necessariamente concluso) Per la schedatura ed il commento si può fare riferimento a:

- i temi trattati in aula

- le sintesi ed i materiali distribuiti in aula

- le indicazioni bibliografiche “di supporto”

b) per coloro che non hanno frequentato o sono stati presenti per meno di tre incontri

l’esame prevede una integrazione orale che consiste in una breve presentazione del lavoro svolto. c)per coloro che sono stati presenti ad almeno tre incontri la verbalizzazione del voto avverrà contestualmente ad una restituzione commentata del lavoro da parte della docente. Bibliografia

Presso la copisteria Fronte Retro di V.le Sarca sarà disponibile e aggiornata periodicamente fino al termine del corso una cartelletta con i materiali del modulo: programma generale e dei singoli incontri, materiali distribuiti e indicazioni bibliografiche, indicazioni per la prova di esame, ecc.

4. La gestione dei servizi sociali

La gestione e la valutazione di qualità

Docente: Antonella Pagliarani

Antonella Pagliarani, laureata in Lingue e Letterature Straniere e diplomata in Master in Business Administration presso la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, dal 1989 si occupa di

formazione mirata a soddisfare le esigenze aziendali; in particolare: di progettazione e di docenza nell’area dei comportamenti organizzativi e delle tematiche afferenti alla qualità. Dal 1996 opera

nella progettazione ed implementazione di sistemi organizzativi conformi alla Norma UNI EN ISO 9001. Svolge inoltre attività di valutazione di parte terza, per conto di un organismo di

certificazione. E’ socia dell’AICQ (Associazione Italiana Cultura Qualità).

Obiettivi

Il modulo si propone di mettere in grado i partecipanti di acquisire le logiche in merito agli orientamenti/approcci alla qualità nonché di fornire metodologie e strumenti che, opportunamente tarati, possano essere applicati alla realtà operativa dei partecipanti.

Contenuti

I temi trattati saranno:

1. Le logiche della Qualità: concetti base del Total Quality Management – TQM


2.La Qualità nei servizi: le caratteristiche, la definizione, la misurazione della qualità del servizio, l’orientamento al cliente. Il processo di Customer Satisfaction: identificazione del sistema cliente, la qualità misurata dal cliente, la pianificazione del monitoraggio della soddisfazione del cliente, tecniche/strumenti di rilevazione dei dati.

3.Riferimenti legislativi concernenti l’istituto dell’accreditamento.

4.La famiglia di Norme UNI EN ISO 9000:2000: quadro normativo di riferimento, definizioni, principi ed evoluzione, la coppia coerente. Analisi dei requisiti della Norma UNI EN ISO 9001:2000. La certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità: obiettivi e iter. Lo stato dell’arte della certificazione in Italia nei Servizi Sociali.

5.Approcci alla valutazione della qualità nel settore dei servizi sociali: accreditamento, certificazione, bilancio sociale, carta dei servizi. La Carta dei Servizi: la valutazione della qualità dei servizi, analisi dell’approccio adottato in ambito socio-assistenziale. 6.La qualità etico-sociale: la “Responsabilità Sociale” dell’organizzazione/impresa. Le unità didattiche prevedono, oltre all’inquadramento teorico, attività di confronto e di esercitazioni di gruppo.

Valutazione

La prova d’esame consisterà in una prova scritta e sarà strutturata sotto forma di test composto da domande aperte.

Bibliografia

Per la prova d’esame, è stata predisposta una raccolta di articoli e sezioni di testi che fornisce il supporto teorico e documentale all’amplia panoramica delle tematiche trattate e risulta comprensiva di tutti gli argomenti sviluppati nel corso (sia per i frequentanti che per coloro che non frequentano).

La gestione dei gruppi di lavoro

Docente: Gianni Del Rio

Gianni Del Rio, psicologo psicoterapeuta. è docente nel Corso di Laurea in servizio sociale della Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e nel Corso di laurea in Educatore Professionale della Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano. Oltre al lavoro terapeutico, svolge attività di formazione e supervisione di gruppi di lavoro nei servizi alle persone. Da trent’anni circa si occupa di temi connessi agli aspetti psicologici del lavoro d’aiuto su cui ha pubblicato numerosi contributi.

 

Obiettivi

Scopo del contributo formativo è l’acquisizione di un atteggiamento più consapevole attorno alle strutture e ai processi che determinano lo sviluppo e il funzionamento di un gruppo di lavoro e le relazioni tra i partecipanti alla situazione, teso alla produzione e alla manutenzione di una condizione di gruppo adeguata. Si ritiene, in tal senso, che l’attenzione debba centrarsi sulla necessaria integrazione tra dimensione relazionale e dimensione operativa del gruppo di lavoro. Contenuti

Il discorso proposto poggia su alcune acquisizioni di base a proposito dei gruppi: la loro imprescindibilità, sia come dimensione dell’esistenza di ciascuno in tutte le sue fasi, sia in particolare come ambito e come strumento di lavoro. Come luogo di produzione e di fruizione di culture da parte dei membri, con esiti di segno diverso. Come possibile fonte di sostegno ma anche


di importanti vissuti di sofferenza individuali e collettivi. La riflessione e la ricerca sui gruppi suggeriscono inoltre che, attraverso un’adeguata comprensione delle dinamiche in atto, è possibile indurre e gestire nel gruppo opportuni processi finalizzati al cambiamento. Si indicano i focus su cui verterà la riflessione:

·        Il processo di formazione di un gruppo di lavoro.

·        Ruoli e relazioni; la leadership.

·        Scopi, bisogni e risorse; la definizione dell’obiettivo.

·        La gestione del conflitto.

·        Vita privata e vita lavorativa; il gruppo tra compito e cura di sé.

·        Stress e mobbing.

Il modulo è strutturato come un Workshop: input teorico, lavoro in gruppo e discussione. Valutazione

La procedura di valutazione è differenziata per i frequentanti e i non frequentanti.

I frequentanti possono optare tra la stesura di un elaborato scritto (da due a quattro cartelle pari a 6000 – 12000 battute) su un tema relativo agli argomenti trattati nel corso e concordato col docente, o l’esame orale previsto per i non frequentanti.

I non frequentanti sosterranno un esame orale sulla bibliografia sottoindicata. Bibliografia

Del Rio,G. (1995), Percorsi di vita, percorsi di stress, percorsi di lavoro. Stress, soddisfazione lavorativa e qualità dei servizi, in “Rassegna di Servizio Sociale”, (4), 26-40; e in: “Prospettive Sociali e Sanitarie”, (19), 1-6.

Del Rio,G. (2002), Il gruppo tra compito e cura di sé, in: M. Tognetti Bordogna (a cura), “Promuovere i gruppi di self help”, Angeli, Milano.

Del Rio,G., Giorgetti,E. (2001), Il gruppo vuoto. Osservazione dell’assunto di base di Meità in un’équipe, in: “Prospettive Sociali e Sanitarie”, (31) 12, 8-13.

Quaglino,G.P., Casagrande,S., Castellano,A. (1992), Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo, Cortina, Milano.


5. La gestione delle relazioni e dei processi comunicativi

Le forme della mediazione

Docente: Adolfo Ceretti. Tutor: Federica Brunelli , Francesco Di Ciò

Adolfo Ceretti è docente di Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza, Università di Milano-Bicocca. Dal 1992 al 2001 è stato Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano. Dal 1998 è Coordinatore Scientifico dell’Ufficio di Mediazione Penale di Milano. E’ Segretario Generale Aggiunto della Società Internazionale di Prevenzione e Difesa Sociale.

 

Obiettivi

Consentire agli studenti di in-contrare le teorie e le prassi della mediazione penale e sociale. Contenuti

La parola mediazione ha ormai conquistato uno spazio rilevante nel lessico degli operatori sociali, anche se la plurivocità dei suoi significati rinvia a campi di applicazione che attendono ancora, almeno in Italia, di essere definiti nel loro intreccio istituzionale. Il corso intende avvicinare, far conoscere e approfondire gli ambiti teorici e pratici di due forme di mediazione: quella penale e quella sociale, mediazioni che negli ultimi anni hanno provato a ergersi quali forme alternative alla risoluzione dei conflitti che nascono in seguito alla commissione di un reato o all’interno della vita sociale quotidiana. Ma che cosa è un conflitto ? E quali conflitti possono essere mediati ? E ancora, con quali forme e con quali procedure la mediazione penale pone autore di reato e vittima l’uno di fronte all’altra in spazi che si collocano a margine della sfera della giustizia penale ? E infine, con quali forme e con quali procedure la mediazione sociale fa appello a modalità di risoluzione consensualmente affrontate, basate sulla esplicitazione dei processi di comunicazione ?

Il corso affronterà questi temi proponendo ai partecipanti di entrare nello spirito della mediazione anche attraverso un coinvolgimento diretto, attraverso “giochi di ruolo”. Programma d’esame per gli studenti frequentanti

La preparazione dell’esame dovrà essere effettuata su almeno tre dei seguenti testi a scelta del candidato:

1) Scaparro F. Il coraggio di mediare, Guerini e Associati, Milano, 2001

2) Morineau J., Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano, 1999.

3) Ceretti A., Mediazione penale e giustizia. In-contrare una norma, in Ceretti A. (a

cura di), Studi in ricordo di GianDomenico Pisapia, Volume III, “Criminologia”,

fotocopie in segreteria.

4) Mazzucato C., L’esperienza dell’Ufficio per la mediazione a Milano, in AA.VV., La mediazione penale in ambito minorile: applicazioni e prospettive, Franco angeli, Milano, 1999, fotocopie in segreteria.


5) Brunelli F., Le tecniche della mediazione, in Picotti L. (a cura di), La mediazione nel sistema penale minorile, Cedam, Padova, 1998, fotocopie in segreteria. Modalità di valutazione per l’esame

Relazione scritta fatta di almeno n. 5 pagine di 30 righe per 60 battute a partire dai testi scelti e dagli appunti delle lezioni.

Programma d’esame per gli studenti non frequentanti

La preparazione dell’esame dovrà essere effettuata sul seguente testo: 1)Scaparro F. Il coraggio di mediare, Guerini e Associati, Milano, 2001; oppure su tre dei seguenti testi:

1) Morineau J., Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano, 1999.

2) Ceretti A., Mediazione penale e giustizia. In-contrare una norma, in Ceretti A. (a cura di), Studi in ricordo di GianDomenico Pisapia, Volume III, “Criminologia”, fotocopie in segreteria.

3) Mazzucato C., L’esperienza dell’Ufficio per la mediazione a Milano, in AA.VV., La mediazione penale in ambito minorile: applicazioni e prospettive, Franco angeli, Milano, 1999, fotocopie in segreteria.

4) Brunelli F., Le tecniche della mediazione, in Picotti L. (a cura di), La mediazione nel sistema penale minorile, Cedam, Padova, 1998, fotocopie in segreteria. Modalità di valutazione per l’esame

Relazione scritta di almeno n. 8 pagine di 30 righe per 60 battute a partire dai testi scelti. Eventuale integrazione orale.


La comunicazione interculturale

Docente: Ida Castiglioni

Ida Castiglioni è docente di comunicazione interculturale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca e presso l’Istituto di comunicazione interculturale di Portland, Oregon. Insegna inoltre presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Milano e nel Master interuniversitario in analisi e gestione di progetti di sviluppo. E’ consulente di formazione e progettazione interculturale per vari enti profit e non-profit in Italia e all’estero.

 

Obiettivi

L’obiettivo principale di questo modulo è acquisire la capacità di prendere prospettiva da un punto di vista interculturale: pertanto il corso intende fornire i concetti di base della comunicazione interculturale e gli adeguati strumenti di osservazione e rielaborazione delle variabili culturali di ogni contesto.

Contenuti

Il modulo di base di comunicazione interculturale passa in rassegna i concetti principali che consentono la comprensione di un contesto culturale, dai modelli di percezione, alla descrizione delle dimensioni e variabili, all’analisi dell’interazione comunicativa, allo shock culturale e al modello dinamico di sensibilità interculturale. Il modulo intende inoltre fornire una prospettiva storica dell’evoluzione degli studi di comunicazione interculturale e un’impostazione di base secondo i principali filoni teorici.

La metodologia didattica prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti nelle discussioni e nelle esercitazioni pratiche che completano le spiegazioni teoriche. Pertanto si consiglia vivamente la partecipazione attiva al corso.

Valutazione

La valutazione degli studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula. La valutazione degli studenti non frequentanti consiste in una prova d’esame orale. Bibliografia

Milton Bennett (a cura di), Principi di comunicazione interculturale, Franco Angeli, 2002 Paolo Balboni, Parole comuni culture diverse, Marsilio, 1999

Edward T. Hall, La dimensione nascosta, Bompiani, 1991

Pierre-Andrè Taguieff, La forza del pregiudizio, Il M

Mulino, 1994

Dispense fornite dalla docente


La comunicazione nell’organizzazione

Docente: Franca Olivetti Manoukian

Franca Olivetti Manoukian da circa trent’anni svolge attività di formazione, consulenza organizzativa e ricerca in particolare presso organizzazioni che producono servizi. E’ socia e presidente dello Studio APS, società di consulenza che opera presso aziende sanitarie locali, enti pubblici, aziende private. Ha pubblicato vari articoli e testi sui servizi.

 

Obiettivi

Nel funzionamento dei Servizi pubblici e privati e nella produzione di servizi alle persone si sviluppano una pluralità di comunicazioni spesso non congruenti con le esigenze di realizzazione efficace delle attività e con le attese di chi lavora. Il modulo si propone di : - offrire dei riferimenti concettuali che permettano di cogliere la centralità dei processi di

comunicazione per la produzione di servizi e di leggere alcuni modelli culturali che tendono

ad orientarli e caratterizzarli;

- affrontare la questione della gestione delle comunicazioni nell’esercizio di ruoli di responsabilità nelle organizzazioni dei Servizi;

- presentare alcune strumentazioni che possono sostenere e facilitare comunicazioni. Contenuti

Nel modulo saranno trattati alcuni temi/problemi centrali per la gestione di interazioni e comunicazioni nei Servizi, attraverso presentazioni di analisi e di ipotesi ricollegabili ad un quadro di riferimento psico-sociologico:

 

- I processi di comunicazione tra Servizi e contesto territoriale indispensabili per individuare obiettivi pertinenti e condivisi e promuovere integrazioni tra diverse istituzioni e organizzazioni pubbliche e private

- Evoluzioni e modificazioni possibili rispetto a modalità tradizionali di comunicare all’interno dei Servizi, ancorate a impostazioni amministrative e/o professionali, con frequenti scissioni tra dimensioni formali e informali

- La gestione delle comunicazioni da parte di ruoli di direzione e di coordinamento (che svolgono funzioni di progettazione e gestione) e l'acquisizione di competenze per l’ascolto e l’elaborazione di elementi assai vari , anche impliciti , carichi di ambivalenze

- Diversi tipi di gruppi e di riunioni e diverse modalità di conduzione e preparazione

- Letture e strategie di azione nelle situazioni conflittuali che inevitabilmente si manifestano nelle relazioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione e che vanno gestiti, piuttosto che rinviati o esportati.

Valutazione

Agli studenti frequentanti sarà richiesto di predisporre un breve elaborato scritto, in cui siano presentati alcuni interrogativi o alcune riflessioni che colleghino i contenuti trattati nel modulo con alcuni aspetti dell’esperienza lavorativa . Per chi non ha possibilità di frequentare la valutazione avverrà attraverso un esame in cui sarà richiesto di esporre analisi ed ipotesi sulla comunicazione nelle organizzazioni, proposte in uno dei testi indicati nella bibliografia. Bibliografia

A.A.V.V. La progettazione sociale, Quaderni di Animazione sociale, Torino 2000


A.G.Gargani, L’organizzazione condivisa, Guerini, Milano 1994

C.Kaneklin, F. Olivetti Manoukian, Conoscere l’organizzazione, Carocci, Roma 1999 (prima parte) F.Olivetti Manoukian, Produrre servizi, il Mulino, Bologna, 1999

Lo spirito della mediazione (tre edizioni, per un massimo di 15 persone ciascuna, denominate rispettivamente lo spirito della mediazione/le forme della mediazione penale/la mediazione dei conflitti) Docente: Jacqueline Morineau

Jacqueline Morineau ha fondato e dirige il Centro di mediazione e di formazione alla mediazione di Parigi che lavora in stretto contatto con il Tribunale di Parigi. La passione per la mediazione l’ha portata ad elaborare nel corso degli anni un metodo originale, attingendo alla sua formazione classica con particolare attenzione alla tragedia greca, per formare mediatori in vari paesi del mondo.

 

“La mediazione accoglie il disordine. E’ un momento e un luogo in cui è possibile esprimere le nostre differenze e riconoscere quelle degli altri”

 

Obiettivi

Il modulo intende favorire l’esperienza di un luogo di incontro durante il quale capire i meccanismi che stanno all’origine dei conflitti interpersonali e scoprire come essi possano essere anche generatori di un nuovo rapporto.. E’ un lavoro di autoresponsabilizzazione che permette agli attori del conflitto di trovare loro stessi soluzioni e riparazioni adeguate.

Contenuti

1. La mediazione. Il conflitto perenne. Il rifiuto del disordine. Sapere accogliere il disordine. 2. Le fasi della mediazione: la teoria, la krisis, la catarsi.

3. Il ruolo del mediatore e le sue virtù: lo specchio, il silenzio, l’umiltà 4. La mediazione: un rito di trasformazione

5. Esercitazioni pratiche e giochi di ruolo.

6. Esposizione dello sviluppo di una mediazione (quattro fasi):

a) l’accoglienza: spiegazione alle parti in conflitto della procedura di mediazione, delle regole comuni di comportamento da tenere, del carattere confidenziale della mediazione;

b) l’esposizione da parte di ciascun attore del conflitto del suo punto di vista e sintesi da parte di un mediatore di tutto quello che è stato detto;

c) il percorso delle parti in conflitto per arrivare a dialogare: presa di coscienza di una nuova visione del conflitto e scoperta dei punti comuni e di un possibile accordo;

d) la valutazione del pregiudizio: riparazione materiale o simbolica. Valutazione

I partecipanti devono seguire interamente il modulo (24 ore), alla fine del quale conseguiranno l’idoneità di partecipazione.

Bibliografia

J. Morineau, Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano 1999.



La gestione della differenza culturale

Docente: Milton Bennett

Milton J. Bennett ha fondato e dirige l’Istituto di Comunicazione interculturale di Portland in Oregon; è stato volontario per il Peace Corps in Micronesia e professore di comunicazione alla Portland State University in Oregon. Tiene corsi e conferenze sulla comunicazione interculturale in tutto il mondo.

 

Obiettivi:

1. Approfondire il modello di sensibilità interculturale.

2. Apprendere in che misura la competenza interculturale è correlata alla sensibilità interculturale.

3. Partecipare a esercitazioni che sviluppano diversi aspetti del modello di sensibilità interculturale.

4. Mettere in pratica le competenze acquisite.

Contenuti

Il modulo si basa sul modello dinamico di sensibilità interculturale (MDSI), che è ritenuto a livello internazionale uno dei migliori approcci per capire e migliorare la competenza interculturale. Approfondire questo modello significa comprenderne i fondamenti teorici basati su una prospettiva costruttivista, capire il significato dell’esperienza interculturale e la differenza tra visioni del mondo etnocentriche e etnorelative. Esercitazioni strutturate forniscono l’opportunità di “fare esperienza” di ogni stadio evolutivo: l’esperienza di percepire la differenza culturale; l’esperienza di creare categorie; l’esperienza del contesto culturale; l’esperienza di frames culturali alternativi; l’esperienza del cambiamento di frame. Inoltre i partecipanti esploreranno il loro vissuto di identità culturale.

La metodologia didattica del corso prevede alcune presentazioni e discussioni iniziali, seguite da una serie di esercitazioni strutturate. Ogni esercitazione crea l’opportunità di mettere in pratica una diversa competenza e di discuterne le sue implicazioni sia a livello personale che professionale. Valutazione

I partecipanti devono seguire interamente il modulo (24 ore), alla fine del quale conseguiranno l’idoneità di partecipazione.

Bibliografia

La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.

Limite di partecipanti: 25


PROGRAMMI DEI MODULI DIDATTICI

SECONDO ANNO

1. Le trasformazioni istituzionali e normative

I diritti di cittadinanza Docente: Alberto Giasanti

Alberto Giasanti, sociologo del diritto,insegna sociologia dei processi culturali presso la Facoltà di Sociologia dell'Università degli studi di Milano-Bicocca. E’ segretario scientifico del Centro interuniversitario di studi su la giustizia e la cittadinanza. Relazioni interculturali. I suoi interessi attuali di ricerca riguardano: le forme del controllo sociale, gli aspetti culturali e simbolici delle migrazioni, i rapporti tra società civile, forme di devianza e istituzioni carcerarie.

 

Obiettivi

Il modulo intende analizzare in che modo la crisi dello Stato nazione abbia modificato il concetto stesso di cittadinanza e come oggi si possa declinare il tema della cittadinanza come processo sociale nel quale ridefinire i nuovi legami comunitari.

Contenuti

Verranno affrontati i temi della compresenza di sistemi culturali e normativi diversi sia in termini di riflessioni teorico-pratiche sui conflitti che sorgono sia con l’analisi di casi concreti in cui l’ottemperanza ad una regola di un dato sistema normativo implica la violazione di un’altra regola afferente ad altro ordinamento normativo compresente al primo.

Si darà conto, esaminando le normative in materia e tenendo presente le dinamiche istituzionali in corso, dei processi reali e simbolici di costruzione dei diritti a partire dai contatti tra culture diverse nella considerazione che anche le società europee sono il prodotto di commistioni etniche e di apporti culturali differenziati.

Valutazione

Per gli studenti frequentanti la valutazione riguarda i lavori d’aula su “diritti di cittadinanza e alcune comunità straniere”. Per gli studenti semi frequentanti la valutazione riguarderà la stesura di un paper di 4/5 pagine sul tema “I diritti di cittadinanza alla luce delle riflessioni che emergono dal


testo di A. Sayad, La doppia assenza (in particolare dal 7° al 13° capitolo)” con eventuale integrazione orale. Per gli studenti non frequentanti la valutazione sarà solo orale. Bibliografia

J. Kristeva, Stranieri a se stessi, trad.it., Milano:Feltrinelli, 1990 (testo di lettura). A. Sayad, La doppia assenza, Milano: Cortina 2002 (testo d’esame).

Materiali presso la copisteria Fronteretro (testi di lettura):

T. Pitch, “L’antropologia dei diritti umani” in I diritti nascosti a cura di A.Giasanti e G.Maggioni, Milano: Cortina, 1996.

La dichiarazione universale dei diritti umani.

I diritti di cittadinanza europea.

La normativa riguardante l’attribuzione della cittadinanza in Italia (legge n.91 del 1992).

Le riforme della pubblica amministrazione

Docente:Alberto Zucchetti.

Alberto Zucchetti è avvocato cassazionista, professore a contratto di diritto pubblico e di diritto degli enti locali presso il corso di laurea in servizio sociale della Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e docente in numerosi corsi di formazione di personale della pubblica amministrazione. Autore di articoli e monografie in materia di diritto amministrativo ed in materia di enti locali

 

Obiettivi

Il corso è diretto ad operatori che quotidianamente svolgono la propria attività nell’ambito delle pubbliche amministrazioni. Di conseguenza, proprio in considerazione che i partecipanti sono già a conoscenza di nozioni e di problemi di base quali i principi che disciplinano il diritto amministrativo e gli istituti di tale disciplina, le tematiche che verranno affrontate non seguiranno il nesso sistematico che si rinviene nei tradizionali manuali di diritto amministrativo. Il corso, difatti, è caratterizzato dalla peculiarità di essere diretto ad approfondire aspetti specifici e problemi nuovi che emergono dall’introduzione, nel nostro sistema giuridico, di recenti leggi. I partecipanti al corso, pur avendo un certo livello di preparazione giuridica, possono incontrare numerose difficoltà di fronte alle nuove leggi amministrative: è necessario, quindi, un approfondimento, con gli orientamenti emersi dalla dottrina e dalla giurisprudenza, delle nuove tematiche che emergono dalla più recente legislazione.

Contenuti

Gli argomenti, che verranno trattati con un taglio teorico-pratico ed in modo da agevolare la discussione tra i partecipanti, saranno i seguenti:

1. La nuova disciplina sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso ai documenti (l. 241/1990, con le modifiche in via d’approvazione).

2. La disciplina della “privacy” (l. 675/1996, con le successive modifiche e con le decisioni del Garante).

3. La riforma dei servizi pubblici locali (art. 35 l. finanziaria 2002). I rapporti tra Stato – Regione – enti locali nella riforma costituzionale (l.cost. 3/2001 e ddl “La Loggia” ,atti Senato,n.1545).


4. I regolamenti di disciplina dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi. La posizione dei regolamenti nel nuovo sistema delle fonti del diritto alla luce della riforma costituzionale La nuova disciplina del pubblico impiego (l. 145/2002).

Valutazione

L’esame consisterà in una prova scritta e in un colloquio orale. La prova scritta consisterà in un quiz a risposta multipla ed in alcune domande aperte sugli specifici argomenti trattati. Bibliografia

1. In argomento vedasi AA.VV.,Procedimento amministrativo e diritto d’accesso,Milano,1995

2. In argomento vedasi AA.VV., Privacy ed accesso ai documenti amministrativi, Milano,1999; AA.VV., Dati sensibili e soggetti pubblici, Milano,2000

3. In argomento vedasi AA.VV. I servizi pubblici locali, Milano, 2002

4. In argomento, oltre alla monografia di V.Italia, I regolamenti dell’Ente Locale,

Milano,2000, è in preparazione una monografia nella collana Giuffrè “Le nuove leggi

amministrative”.

2.La programmazione e la progettazione in ambito sociale

La dimensione della programmazione

Docente: Maria Pia May

Maria Pia May, sociologa, docente di Metodologia della ricerca sociale, ha lavorato alla messa a punto di sistemi informativi e banche dati nell'ambito dei servizi sociali. Ha condotto ricerche su famiglie, operatori, servizi, anche in relazioni a specifiche fasce d'utenza.

 

Obiettivi

Per supportare adeguatamente sul piano conoscitivo l’attività di programmazione sono sempre più necessarie competenze ed abilità che permettano di sfruttare appieno l’ampliarsi della disponibilità di informazioni e di tecnologie che ne facilitano l’accesso e l’elaborazione. Il modulo intende pertanto potenziare, anche attraverso momenti esercitativi, le capacità logiche ed operative necessarie ad individuare, selezionare, costruire strumenti efficaci da utilizzare nel proprio ambito di programmazione.

Contenuti

Il programma di lavoro ruota intorno a tre fuochi:

- la ricerca e l’individuazione delle fonti dei dati di interesse sociale, intese non solo come statistiche ufficiali, ma come sedi di produzione e di accumulo, non sempre consapevole, di informazioni a livello locale;

- la costruzione di panieri di indicatori sociali relativi ai diversi livelli e ambiti della programmazione;


- l’analisi delle strutture e delle potenzialità di banche-dati, osservatori, sistemi informativi.

Valutazione

La valutazione prevede la presentazione scritta dei risultati delle esercitazioni proposte nel corso e una discussione orale in merito. Per i non frequentanti è necessario contattare la docente per la messa a punto dei contenuti delle esercitazioni che verranno pubblicati nell’apposito sito di facoltà Bibliografia

La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.

3.La gestione dei servizi sociali Il management dei servizi

Docente: Federico Butera

Federico Butera insegna Sociologia dell’organizzazione presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca. E’ presidente dell’Irso (Istituto di ricerca intervento sui sistemi organizzativi) e della Butera e Partners (società di consulenza di direzione). E’ direttore della rivista Studi Organizzativi. E’ autore di 21 libri e di oltre 100 articoli sui temi dell’organizzazione, del lavoro e delle professioni.

Al corso prenderanno parte come docenti anche: Maurizio Catino (docente di Sociologia dell’impresa e delle Professioni, Milano-Bicocca); Bruno Coppola (esperto di Service Mangement); Maurizio Carbognin (esperto di Servizi e Organizzazioni Pubbliche) Marco Tottoli (esperto di pianificazione e controllo); Sara Albolino, (esperta di metodologie di user driver design).

 

Obiettivi

L’obiettivo principale di questo modulo è di far acquisire ai partecipanti la capacità di analizzare e di progettare un sistema di servizi, sia sotto il profilo delle attività da realizzare sia sotto il profilo dell’organizzazione nelle sue componenti principali (persone, tecnologie, strutture, processi). I contenuti presentati e le diverse attività didattiche (esercitazioni, studi di caso, testimonianze professionali) svolte in aula saranno infatti finalizzati all’acquisizione da parte dei partecipanti: delle conoscenze teoriche di base necessarie per concepire e gestire i servizi: cosa è un servizio; la “service idea”; i fattori strategici del servizio, i modelli di rappresentazione del ciclo di servizio; la rilevanza della qualità del servizio; i fattori determinanti la qualità del servizio; la centralità del cliente, i processi e metodi di gestione dei servizi, i metodi e gli strumenti di progettazione; delle capacità operative di base per analizzare e progettare un servizio o un sistema di servizi: saper elaborare la concezione di un servizio a partire dalle esigenze dell’utente; saper progettare la relazione erogatore-cliente in una modalità “user centred” in un’ottica multicanale (Customer Relationship Management).

Contenuti

Il modulo affronterà in particolare i seguenti temi: a) idea di servizio e valore economico e sociale del servizio; b) i processi del service management: metodi e strumenti; c) la qualità nelle


organizzazioni di servizio: metodi e strumenti; d) la gestione della conoscenza nei servizi: tecnologia, organizzazione e competenze; e) il caso di un’impresa sociale eccellente; f) le organizzazioni a rete e le reti di organizzazione di servizio; g) il controllo di gestione ed il monitoraggio nelle organizzazioni di servizio, h) il tema del valore nei servizi e l’attivazione della “doppia catena del valore”; organizzazioni di servizio come organizzazioni “attorno al cliente” (customer centric).

Caratteristica fondamentale del corso è l’utilizzo di un metodo didattico attivo che richiede una frequenza assidua alle lezioni; una partecipazione alle esercitazione e ai lavori d’aula, alle discussioni e alle simulazioni di situazioni di lavoro professionale. In particolare il corso prevede: lezioni frontali d’aula; esercitazioni e lavori in sottogruppo; studio individuale; discussione di casi. Valutazione

La valutazione degli studenti frequentanti sarà operata sulla base di una prova che consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula. La valutazione degli studenti non frequentanti sarà basata su una prova d’esame orale.

Bibliografia

I testi d’esame saranno specificati all’inizio del modulo e una selezione reading sarà fornita dal docente assieme ai lucidi didattici delle lezioni.

Il controllo di gestione

Docente: Francesco Silva

Obiettivi:

Gli obiettivi previsti per il modulo in oggetto sono i seguenti:

·          consentire ai partecipanti di acquisire la conoscenza dei principali strumenti di Controllo di Gestione,

·          avviare un processo di sviluppo delle competenze acquisite, attraverso l’analisi di una realtà

di servizi sociali per la quale verrà studiato ed elaborato un sistema di Controllo di Gestione,

·          favorire il lavoro in team ed il confronto costruttivo tra i partecipanti.

Contenuti:

Nel modulo verranno presentate le principali fasi che conducono allo studio, definizione ed implementazione di un sistema di Controllo di Gestione.

Particolare attenzione verrà inoltre data all’approfondimento degli elementi peculiari di simili modelli di gestione, ovvero alla loro funzione:

·          informativa,

·          di valutazione delle determinanti dei risultati ottenuti,

·          di orientamento dei comportamenti.

La metodologia didattica prescelta tende a favorire la partecipazione attiva dei presenti attraverso la discussione di casi pratici, nonché il lavoro in team per la predisposizione dell’elaborato finale che verrà presentato in sede di valutazione.

Valutazione:


Agli studenti frequentanti sarà richiesto di predisporre un breve elaborato scritto, frutto di un lavoro di gruppo svolto principalmente in aula, che verrà presentato al termine del corso. L’elaborato consiste nella progettazione e definizione di un sistema di Controllo di Gestione. Gli studenti non frequentanti dovranno predisporre autonomamente e singolarmente un elaborato scritto senza però avere la possibilità di presentarlo.

Bibliografia:

La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.

Collaborano alle attività didattiche: Alberto Poli e Susanna Colombo.

Curriculum: Management

Il servizio sociale in Europa

Docente: Raffaella Puccio

Raffaella Puccio, assistente sociale iscritta all’Albo degli assistenti sociali e membro eletto del Consiglio Regionale degli assistenti sociali della Regione Lombardia, è docente di Servizio Sociale presso la Scuola Regionale per operatori sociali di Milano e docente di metodi e tecniche del servizio sociale e tirocinio presso il Corso di Laurea in servizio sociale dell’Università degli studi di Milano-Bicocca. Svolge inoltre attività di formazione permanente, di consulenza e di supervisione di assistenti sociali.

 

Obiettivi:

Il modulo intende fornire una prospettiva storica dell’evoluzione del servizio sociale in alcune delle sue differenti forme europee per esaminarne le relative diversità nazionali, sia all’interno della UE che dell’Est Europa. La conoscenza di tali realtà, accanto a quella italiana, può sollecitare interrogativi e accrescere la capacità strategica degli operatori sociali nel far fronte ai dilemmi che riguardano il loro ruolo e la loro operatività concreta.

Contenuti

Verranno presentati studi e analisi, prodotti in questi anni a livello europeo, del servizio sociale in una prospettiva comparata e verranno approfondite le esperienze di alcuni paesi. Da questi primi studi emerge quanto lo sviluppo del servizio sociale, fortemente incardinato nelle realtà dei diversi paesi, abbia per sua natura prodotto esperienze e forme organizzative profondamente differenziate, anche sul fronte specificamente professionale, con differenti configurazioni professionali di social worker.

Il modulo è articolato in 6 incontri di 4 ore ciascuno, strutturati in comunicazione, lavoro di gruppo e dibattito.

Il docente responsabile del modulo sarà affiancato da studiosi e formatori, esperti delle tematiche relative ai paesi considerati.


Valutazione

La valutazione dei frequentanti avverrà attraverso la produzione di una tesina/paper (da 3 a 5 cartelle) con eventuale integrazione orale. I non frequentanti sosterranno un esame orale. Bibliografia

Benvenuti Pierangela, Segatori Roberto (2000), Professione e genere nel lavoro sociale, Franco Angeli, Milano, 2000.

Lorenz Walter (1994), Il servizio sociale e la nuova Europa, ECIG, Genova, 1995.

Il management dei servizi - corso progredito

Docente: Donatella Barberis

Donatella Barberis collabora con lo Sudio Aps Analisi psicosociologica di Milano svolgendo attività di consulenza , ricerca e formazione presso organizzazioni di servizi sia pubbliche che private. In particolare si è occupata negli ultimi anni di progetti di formazione/ricerca e progettazione organizzativa in ambito socio-sanitario e ospedaliero sui temi dell’integrazione organizzativa; più in generale sui temi del lavoro in rete e delle connessioni organizzative nella produzione di servizi e/o in casi di riprogettazione o di avvio di nuovi servizi Svolge attività di docenza sul tema di “ Psicosociologia dell’organizzazione” nei corsi avanzati per operatori del settore socio-sanitario presso Enaip di Bergamo. Ha ricoperto ruolo di responsabile della Formazione e dello Sviluppo Organizzativo presso multinazionali di servizi.

 

Obiettivi

L’obiettivo del modulo in oggetto sarà quello di favorire nei partecipanti l’attivazione di un processo di rielaborazione e riflessione della loro pratica lavorativa attraverso chiavi di lettura e spunti collocabili all’interno della prospettiva psicosociologica; uno dei risultati attesi sarà quello di sviluppare processi conoscitivi e di ri-conoscimento degli elementi e delle principali connessioni presenti nella produzione di servizi.

La metodologia didattica prevede di poter contare sulla attiva partecipazione dei presenti e di poter lavorare su materiale tratto dall’esperienza per procedere a rielaborazioni integrate da sistematizzazioni teoriche.

Contenuti

Il modulo affronterà in particolare i seguenti temi:

a) il prodotto , gli esiti della produzione di servizi, il lavoro con oggetti immateriali b) la rappresentazione dell’oggetto di lavoro

c) la valutazione in ottica dialogica

d) l’approccio ai problemi e al loro trattamento

e) la complessità organizzativa nell’erogazione dei servizi

Valutazione

La valutazione degli studenti frequentanti avverrà in sede di colloquio individuale e verterà principalmente sulla discussione di un elaborato che sarà realizzato durante il percorso formativo.


La valutazione degli studenti non frequentanti sarà basata su una prova d’esame orale. Bibliografia

I testi d’esame saranno concordati in modo differenziato per il gruppo di iscritti frequentanti e quello dei non frequentanti

Ciò che segue è una prima indicazione bibliografica , eventualmente da integrare sulla base degli interessi e delle elaborazioni che avverranno durante il percorso formativo:

D’Angella F. e Orsenigo A. (a cura di), La progettazione sociale , Quaderni di Animazione sociale edizioni Gruppo Abele Torino, 1999.

Olivetti Manoukian Franca , Produrre servizi , Il Mulino Bologna, 1998.

Gargani Aldo G., L’organizzazione condivisa , Guerini e Associati Milano, 1994 . Fabbri Donata , La memoria della regina , Guerini e Associati Milano, 1990.

Kaneklin C. e Olivetti Manoukian F. , Conoscere l’organizzazione, La Nuova Italia , Roma , 1990.

La gestione delle risorse umane

Docente: Grazia Gacci

Grazia Gacci è socia dello Studio APS (Analisi PsicoSociologica) di Milano presso cui svolge attività di consulenza, formazione e ricerca nell’ambito dei servizi sociali, educativi e sanitari del pubblico e del privato.

 

Obiettivi

Questo modulo ha l’obiettivo di favorire l’acquisizione di alcune competenze cruciali per la gestione dei processi di lavoro nelle organizzazioni che producono servizi. Il modulo, in particolare, favorirà:

l’acquisizione e le padronanza di modalità di lettura dei microcontesti organizzativi e relazionali più articolate e adeguate, in funzione del fatto che tali contesti richiedono ridefinizioni e modificazioni significative dei comportamenti lavorativi;

lo sviluppo di competenze per formulare e proporre obiettivi lavorativi realistici;

la verifica e l’affinamento di orientamenti e stili gestionali attraverso i quali promuovere la partecipazione da parte delle persone rispetto agli obiettivi e accompagnare il perseguimento dei risultati.

Contenuti

Il modulo offre a ciascun partecipante la possibilità di rielaborare creativamente diversi elementi che provengono dalla propria esperienza, da quella di altri partecipanti, da quadri di riferimento teorico e da indicazioni metodologiche presentate dalla docente; ciò al fine di mettere a punto una propria capacità di lettura delle problematiche connesse alla gestione delle risorse umane pertinente rispetto della complessità delle questioni che la realizzazione di cambiamenti lavorativi richiede di affrontare.

Nel percorso è data particolare attenzione a tre temi:la lettura e la comprensione dei contesti organizzativi per sviluppare azioni progettuali, l’uso dei dati come strumenti per orientare gli interventi, per monitorare le evoluzioni dei processi di lavoro e verificare i risultati raggiunti, la


conduzione di riunioni e gruppi di lavoro come strumenti interessanti ma anche problematici per la gestione delle relazioni e per il coinvolgimento sugli obiettivi e sui risultati. La metodologia proposta richiede una partecipazione attiva sia rispetto ai contributi teorici che verranno presentati che ai momenti di discussione.

Valutazione

La valutazione dei partecipanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula e in un colloquio di approfondimento sulle tematiche trattate nell’elaborato. Bibliografia

La bibliografia di riferimento sarà fornita all’inizio del corso.

Curriculum: relazioni interculturali La comunicazione interculturale- corso progredito

Docente:Ida Castiglioni

 

Ida Castiglioni è docente di comunicazione interculturale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi Milano-Bicocca e presso l’Istituto di comunicazione interculturale di Portland, Oregon. Insegna inoltre presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano e nel Master interuniversitario di cooperazione internazionale. E’ consulente di formazione e progettazione interculturale per vari enti profit e non-profit in Italia e all’estero.

 

Obiettivi

Fornire una conoscenza teorica approfondita della comunicazione interculturale, delle pratiche e dei problemi relativi alla ricerca interculturale. Fare acquisire una competenza di analisi e di intervento di tipo interculturale all’interno dei contesti operativi.

Contenuti

L’obiettivo principale di questo modulo è acquisire una conoscenza approfondita delle teorie e dei modelli che spiegano come le culture influenzano lo stile comunicativo, lo stile di apprendimento, lo stile di conflitto e mediazione, le aspettative relazionali e i processi di adattamento. Saranno prese in considerazione le tre prospettive teoriche principali (neo-positivista, critica e costruttivista) che influenzano in maniera più significativa il panorama attuale degli studi di comunicazione interculturale.. Particolare attenzione è assegnata inoltre a far acquisire ai partecipanti la capacità di creare, all’interno dei contesti lavorativi loro pertinenti, percorsi di sensibilizzazione interculturale e interventi di cambiamento in favore di una maggiore diversificazione dei servizi e della loro offerta. La metodologia didattica prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti nelle discussioni e nelle esercitazioni pratiche che completano le spiegazioni teoriche. Pertanto si consiglia vivamente la partecipazione attiva al corso. Si consiglia inoltre agli studenti di partecipare al corso del Prof. Milton Bennett, in quanto concepito come uno sviluppo del corso qui presentato. Valutazione

La valutazione degli studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula. La valutazione degli studenti non frequentanti consiste in una prova d’esame orale. Bibliografia

La bibliografia sarà comunicata durante la prima lezione del corso.


La competenza interculturale - corso progredito

(Progettare e fornire interventi interculturali) Docente:Milton Bennett

 

Milton J. Bennett ha fondato e dirige l’Istituto di Comunicazione interculturale di Portland in Oregon; è stato volontario per il Peace Corps in Micronesia e professore di comunicazione alla Portland State University in Oregon. Tiene corsi e conferenze sulla comunicazione interculturale in tutto il mondo.

 

Obiettivi

1. Approfondire le differenze culturali negli stili di apprendimento, negli stili cognitivi e di comunicazione

2. Partecipare a diverse esercitazioni che dimostrano i vari stili

3. Apprendere come fare progettazione e come erogare formazione interculturale nell’ambito di contesti culturali diversi

4. Capire il processo di cambiamento nelle organizzazioni riguardo ai problemi interculturali

5. Acquisire alcune competenze di base per diventare un agente del cambiamento interculturale Contenuti

Questo corso avanzato è destinato a persone che saranno dei professionisti di comunicazione interculturale. I partecipanti avranno l’opportunità di prendere in considerazione il loro stile personale e culturale di apprendimento, pensiero e comunicazione. In seguito apprenderanno un modello di formazione interculturale e di progettazione educativa che si basa sulla differenza culturale dei vari stili; inoltre i partecipanti metteranno in pratica la capacità di riconoscere e di adattare gli interventi educativi al fine di renderli efficaci in diversi contesti culturali. Infine il laboratorio pone l’attenzione sull’introduzione di problematiche interculturali nelle organizzazioni, ossia come valorizzare un potenziale di diversità culturale e come fare fronte alle inevitabili resistenze al cambiamento.

La metodologia didattica prevede presentazioni e discussioni, riflessione personale, esercitazioni strutturate e la pratica di alcune competenze.

Valutazione

La valutazione del corso consiste nell’elaborazione di uno scritto in italiano che comprenda l’applicazione dei concetti e dei modelli passati in rassegna durante il corso mirato all’analisi o alla creazione di un progetto di intervento.

Bibliografia

La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.

Limite di partecipanti: 25


La pedagogia dell’altro

Docente: Elisabetta Nigris

Elisabetta Nigris è docente di Didattica generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Milano Bicocca. Collabora con Università europee e statunitensi ed è coordinatrice nazionale del Progetto Dilemi, sulla didattica interculturale. Inoltre si occupa di formazione degli insegnanti e degli operatori dei servizi socio-assistenziali nel campo dell’educazione interculturale.

 

Obiettivi

L’obiettivo del corso è quello di promuovere la riflessione dei partecipanti rispetto a rappresentazioni, atteggiamenti che caratterizzano il rapporto con la diversità, e in particolare con le minoranze etniche, allo scopo di individuare modelli di organizzazione istituzionale e di intervento socio-educativo che favoriscano le pari opportunità.

Contenuti

Partendo dall’analisi del concetto di diversità, straniero e cultura, questo modulo intende fornire strumenti di analisi delle rappresentazioni di insegnanti e degli operatori della scuola e dei servizi socio-educativi nei confronti delle minoranze etniche. Inoltre verranno presi in rassegna i principali modelli di intervento adottati da istituzioni educative e sociali nei paesi di più antica immigrazione nelle diverse. A completamento delle spiegazioni teoriche frontali, è previsto il coinvolgimento attivo dei partecipanti mediante attività esperienziali (simulazioni, role play, analisi di casi,...), esercitazioni e discussioni di piccolo e grande gruppo, che permetteranno ai corsisti di analizzare e mettere in gioco le loro rappresentazioni e le loro competenze. Pertanto si consiglia vivamente la partecipazione attiva al corso.

Valutazione

La valutazione degli studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula, che si baserà su due dei testi della bibliografia di riferimento (uno indicato dalla docente e uno a scelta dello studente). Gli studenti non frequentanti svolgeranno il compito richiesto basandosi su tre testi (due a scelta dello studente).

Bibliografia

E.Nigris, Educazione interculturale, Bruno Mondadori, Milano, 1996

M. Giusti, Educazione interculturale nella scuola di base, Nuova Italia, Firenze, 2002 G Giovannini Allievi in classe, stranieri in città, Franco Angeli - Milano 1996

G. Favaro e M. Napoli (a cura di) Come un pesce fuor d'acqua. Il disagio nascosto dei bambini e dei ragazzi immigrati, Guerini e Associati, Milano, 2002

P. Tabet, La pelle giusta, Einaudi, Torino

Tarozzi, La mediazione culturale, Clueb Bologna, 1997


La salute dell’altro

Docente: Mariella Pandolfi

Mariella Pandolfi è docente di Antropologia all’ Università di Montreal. Visiting Professor nelle Università di Siena, Bologna, Tarragona, Harvard, Centre National de la Recherche Scientifique e Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, ha introdotto in Italia l'antropologia medica nordamericana e l'etnopsichiatria francese. E' stata consulente delle Nazioni Unite e dell'IOM in Kosovo e Albania negli anni 1999-2001.

Obiettivi

L'obiettivo di questo modulo è di fornire strumenti teorici e metodologici per una lettura critica e pluridisciplinare della categoria di "salute" (antropologia medica, etnopsichiatria, antropologia del corpo. )

Contenuti

Il modulo introdurrà gli studenti ad una delle stagioni più fertili dell'antropologia medica contemporanea, spazialmente localizzata in nordamerica, ma la cui influenza si è estesa progressivamente nell'ultimo decennio in tutta Europa e ancor più incisivamente in quei settori della psichiatria, della medicina e dell'antropologia italiana sensibili alla dimensione "socio­politica" della salute e della sofferenza.

Le diverse direttrici interpretative, che negli ultimi due decenni hanno sviluppato la riflessione sulla salute, sulla sofferenza sulla dimensione sociale della malattia in contesti occidentali o post­coloniali, saranno messe a confronto con gli aspetti contemporanei e istituzionali della biomedicina, fino ad includere lo scenario più ampio dei diritti umani e della logica degli interventi umanitari. In particolare sarà preso in considerazione , nei mondi contemporanei, il complesso rapporto fra cittadinanza, diritto universale alla salute e figure dell'alterità (il rifugiato, il clandestino, l'immigrato). Un'attenzione particolare, infine, sarà data , utilizzando la categoria del bio-politico (da Michel Foucault a Giorgio Agamben) alle politiche dell'organizzazione mondiale della sanità, dei diversi organismi internazionali e delle organizzazioni non governative sui territori delle crisi umanitarie.

La metodologia didattica prevede un' attiva partecipazione degli studenti, la visione di film e inoltre esercitazioni pratiche complementari agli orientamenti teorici introdotti. La presenza degli studenti è obbligatoria.

E' consigliabile leggere i testi suggeriti prima dell'inizio del corso

Valutazione

La valutazione del corso sarà cosi distribuita:

1) Presenza attiva durante il corso

2) Esercitazioni pratiche durante il corso

3) Bibliografia commentata (testi e ricerca su internet ) su un argomento da scegliere con il docente durante il corso.

Bibliografia

Agamben, Giorgio. Homo sacer. Torino: Bollati Boringhieri,1995 Agamben, Giorgio. Mezzi senza fine. Torino: 1996


Foucault, Michel (1975-1976) Difendere la società. Dalla guerra delle razze al razzismo di stato. Firenze,:Ponte alle Grazie, 1990

Good, Byron "Narrare la malattia lo sguardo antropologico sul rapporto medico paziente" Edizioni Comunità , 2000

Losi Lino, Vite altrove - Milano: Feltrinelli 2001

Nathan Tobie, Principi di etnopsicanalisi Torino : Bollati Boringhieri, 1996

Pandolfi Mariella , Perchè il corpo. Utopia, sofferenza, desiderio , Roma: Meltemi 1996 Dispense fornite dalla docente

Limite di partecipanti: 25


LABORATORI

I laboratori hanno l’obiettivo di fare in modo che i partecipanti possano cogliere come le capacità di autosviluppo e la riflessione su di sé siano importanti per una comunicazione efficace con l’altro.

1. Il sorriso di Narciso: dal corpo alla parola

Docente: Attilio Gardino

Attilio Gardino, sociologo e psicologo, si è specializzato in Analisi Bioenergetica a Roma. Svolge attività di psicoterapeuta ed è iscritto all’albo degli psicologi. E’ docente di attività motorie nel Corso di laurea per Educatore professionale della Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano. Ha diretto scuole materne e si è occupato di analisi organizzative nel settore pubblico.

 

Contenuti

- Il veggente Tiresia disse a Liriope: “Narciso vivrà fino a tarda età, purchè non conosca mai se stesso”. Cosa muore nella conoscenza del nostro sé.

- ‘L’amore della sapienza’ si riverbera nella risata della donna di Tracia che assiste alla caduta di Talete, primo filosofo, in un pozzo mentre camminava con lo sguardo rivolto al cielo. E’ la caduta di senso di chi per vedere non guarda. E’ il paradosso attorno al quale corriamo da secoli per fuggirlo, risolvendolo.

Il laboratorio avrà come scopo quello di esplorare il legame sottile e a volte conflittuale che lega il corpo, luogo dell’esperienza sensibile, alla parola, artefice della rappresentazione dell’esperienza e della sua trasmissione. Il sapere, l’immaginazione e la consapevolezza del proprio sé corporeo sono elementi della nostra identità che possono operare in accordo o in conflitto, trasformandosi da risorse a limiti coercitivi del nostro potenziale.

Il laboratorio si articolerà in sessioni con proposte volte a incrementare la consapevolezza corporea, a cui si alterneranno momenti di condivisione dell’esperienza ed altri in cui si svilupperanno riflessioni inerenti l’argomento trattato.

Il laboratorio richiede ai partecipanti la disponibilità ad assumere il proprio corpo come centro della propria attenzione in una dimensione di “assenza temporanea” di giudizio sull’esperienza in corso. Il lavoro necessita di un abbigliamento confortevole (tuta da ginnastica o simili), di un telo su cui potersi coricare e di calzettoni da utilizzare al posto delle scarpe.

Bibliografia

A.Lowen, Bioenergetica, Milano, Feltrinelli 1983.

A Lowen, Il narcisismo, Milano, Feltrinelli 1985.

W. Reich, Teoria dell’orgasmo, Milano Lerici 1961.

N.Duraz, I concetti di narcisismo, Roma,Astrolabio, 1987

G. Lakoff, M.Johnson, Metafora e vita quotidiana, Milano, Bopiani, 1998.

G. Durand, Le strutture antropologiche dell’immaginario, Bari, Dedalo 1972.

J. Lacan, Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell’io, Torino, Einaudi, 1966, vol.1.


2. La (de)costruzione dell’ “Altro”

Docente: Simone Ghezzi

Simone Ghezzi,, laureato in scienze politiche, ha conseguito il master in antropologia sociale e successivamente il Ph.D in antropologia sociale e culturale all’università di Toronto (Canada). Attualmente è post-doctoral fellow al centro di studi internazionali Thomas Watson Institute, Brown University (Providence, RI) e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca.

 

Contenuti

Dedicheremo spazio alla discussione di “immagini discorsive” della nostra cultura, sulla cui problematicità l’antropologia contemporanea offre un valido contributo critico e decostruttivo. Questo ci servirà come momento propedeutico al lavoro centrale del laboratorio, che si prefigge di far emergere in maniera consapevole ciò che viene solitamente dato per scontato, anche con l’utilizzo di tecniche dell’osservazione partecipante.

Le esercitazioni di gruppo e singole, che si alterneranno ai momenti di lezione e di discussione, avranno proprio la funzione di abituare le persone a mettere in gioco certe categorie concettuali e, quindi, certe convinzioni (e convenzioni) come gli stereotipi.. Ciò è particolarmente evidente ogniqualvolta abbiamo a che fare con l’”Altro”, chiunque esso sia: l’outsider, lo straniero, l’immigrato.

Anche l’estetica corporea (il corpo nella società contemporanea) non fa eccezione. Vedremo come vi sono anche in questo caso connessioni con il concetto di razza, ma anche con il concetto di potere,. Infine affronteremo quello che da alcuni è considerato forse il più alto livello di mistificazione dell’”Altro” mai raggiunto: il cannibalismo tribale.

Bibliografia

Stocking, George W., Razza, Cultura e evoluzione : saggi di storia dell'antropologia a cura di F. Macello, Milano : il Saggiatore, 1985 (Solo il Capitolo 6: "Il selvaggio dalla pelle scura: l'immagine dell'uomo primitivo nell'antropologia evoluzionista", pp.162-186.). Bordo, Susan, Il peso del corpo, Milano : Feltrinelli, 1997. (Solo il capitolo 6: "'Material Girl': ciò che la cultura postmoderna cancella", pp.149-180)

Arens, William E., Il mito del cannibale: antropologia e antropofagia,Torino: Bollati Boringhieri, 2001 (Solo i capitoli 5 e 6)


3. Il sé corporeo nella relazione interpersonale

Docente: Luciano Marchino

Luciano Marchino, psicoterapeuta e formatore, è direttore dell’Istituto di Psicologia Somatica. E’ docente di Analisi Bioenergetica presso la Società italiana di Analisi Bioenergetica e membro dell’International Institute for Bioenergetic Analysis di New York. Insegna Psicologia clinica presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca

Contenuti

Relazione interpersonale e relazione intrapersonale. Le matrici biologiche fondamentali della relazione. Endoderma, mesoderma, ectoderma.Il cervello triuno. Reti neuronali e incorporamento della realtà. Carattere, personalità e disturbi del comportamento. Residui relazionali ontogenetici e filogenetici.

L’atteggiamento positivo incondizionato, l’empatia e la congruenza come esperienze psicobiologiche. Il Grounding, il Facing e il Surrendering.

Le potenzialità relazionali fondamentali archetipiche: attacco, fuga, congelamento. I segnalatori psicobiologici di stato: sensazioni, sentimenti, cognizioni. I piani di interazione: normativo, emotivo, attivo.

Attivazione degli stati del corpo/mente nella relazione attraverso: esperienze guidate in diadi e triadi di roleplayng, laboratori dia utoascolto, esercizi psicorporei individuali e di gruppo seguiti da condivisione e integrazione cognitiva.

Bibliografia

A. Lowen, Il narcisismo, Feltrinelli, Milano 1983.

J. Grossman, Vivere e amare, Crisalide, Saturnia 1992.


4. Il clima relazionale in una professione d’aiuto efficace: l’approccio centrato sulla persona, di Carl Rogers.

Docente: Emilia Ugolotti

Emilia Ugolotti, psicologa iscritta all’Albo, lavora come libera professionista dal 1984, dopo aver concluso la formazione quadriennale allo IACP (Istituto dell’Approccio Centrato Sulla Persona ,di Carl Rogers) di Roma. Si occupa di consulenza e sostegno individuale, di gruppi d’incontro rogersiani, metodo Gordon, programmi brevi e medi di formazione alla relazione in ambito di professioni d’aiuto e dell’ educazione.

Pur conservando l’arrichimento di anni di esplorazione teorica ed esperienziale in vari approcci si identifica oggi principalmente con l’approccio rogersiano.

 

Contenuti

Si tratta di un corso breve che, secondo la specificità della formazione Rogersiana, privilegia l’aspetto esperienziale dei laboratori, ponendo l’accento sul ruolo della congruenza e della capacità d’Ascolto degli operatori, con i seguenti obiettivi:

1) Presa di coscienza dell’impatto della qualità della relazione sulla facilitazione di persone in difficoltà o in cambiamento.

2) Implementazione della Relazione Efficace: tecniche di ascolto e di confronto o/e qualità intrinseche del facilitatore. Empatia, Congruenza, Considerazione Positiva Incondizionata. 3) Esplorazione delle proprie abilità, potenzialità, difficoltà, nella relazione con sé e con l’altro. 4) Attraverso un processo di integrazione cognitiva, acquisizione di strumenti atti a migliorare la qualità della propria capacità relazionale con gli utenti, i colleghi, la struttura. 5) Utilizzo del Gruppo d’Incontro: la multidimensionalità dell’Ascolto. Bibliografia

C.Rogers “Un modo di essere” Martinelli

Pierre-Bernard Parquet “Carl Rogers o la libertà della persona” Astrolabio

Valeria Vaccari “Una teoria umanistica della personalità: la client centered therapy di C. Rogers” da “Note su alcuni percorsi della personalità” QUEB (Bologna)

C. Rogers “Libertà di apprendimento” Astrolabio


5.Storie d’ombre

Docente: Alberto Giasanti

 

Alberto Giasanti, sociologo del diritto, insegna sociologia dei processi culturali presso la Facoltà di Sociologia dell'Università degli studi di Milano-Bicocca. I suoi interessi attuali di ricerca riguardano: le forme del controllo sociale, gli aspetti culturali e simbolici delle migrazioni, i rapporti tra società civile, forme di devianza e istituzioni carcerarie.

 

Contenuti

- “D’altronde, se ognuno di noi è l’altro di qualcuno, c’è sempre qualcosa in noi in ballo nella storia altrui. E viceversa (T. Maraini, Ultimo tè a Marakesh).

- “L’uomo senz’ombra è il tipo di uomo statisticamente più frequente che vaneggia d’essere soltanto ciò che preferisce sapere di sé “(C.G.Jung, Aion).

Il laboratorio intende guardare al tema dell’ombra sia nella dimensione di “parte inferiore della personalità” sia nella dimensione di archetipo collettivo, come anche nella sua dimensione sociale. E ancora. L’ombra come doppio. L’ombra in culture diverse (il mito platonico della caverna, la sura della caverna nel Corano). Riconoscimento dell’ombra come processo di trasformazione. L’ombra come insieme di aspetti positivi e negativi. Le ombre nei sogni, nei miti, nelle fiabe, nei racconti fantastici, nei romanzi. Corporeità dell’ombra (senza, siamo piatti e inconsistenti). A momenti di riflessione su alcuni degli elementi sopra indicati si alterneranno momenti nei quali i partecipanti proveranno a raccontare/ascoltare, a coppie e a piccoli gruppi, storie (d’ombre?) di vita quotidiana nella consapevolezza che le proprie esperienze corrispondono al sentimento dell’”altro” in noi.

Bibliografia.

R. Bly, Il piccolo libro dell’ombra, Red Edizioni, Como 1966.

P.A. Rovatti, “Riflessioni sull’ombra” in P.A. Rovatti, L’esercizio del silenzio, Cortina, Milano 1965, pp. 43-60

C.G. Jung, Aion: ricerche sul simbolismo del sé, vol. 9, Opere, Bollati Boringhieri 1997 (in particolare pp.1-109).