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Dal mio articolo
sull'ecm pubblicato sul numero scorso è scaturito un dibattito fra i colleghi a
voce, per posta e
attraverso le mailing list professionali; segno, forse, che non è stato inutile
affrontare l'argomento. Diamo
quindi spazio alle diverse voci di questo confronto pubblicando i due articoli
che ci sono arrivati in
disaccordo con la mia posizione e brevi stralci di alcune fra le lettere e mail
ricevute invece_a sostegno
del mio scritto. Naturalmente non
commento in alcun modo le opinioni espresse dai colleghi. Mi limito a una
precisazione di carattere giuridico, proprio perché il diritto - invece - non
è un'opinione: una precisazione che prescinde completamente dalla posizione di
ognuno di noi di fronte all'ECM o a un'altra questione
professionale. Riaffermo che non
esiste attualmente obbligo giuridico ecm per la nostra categoria, esclusi i
lavoratori del SSM, perché, fino quando il nostro paese sarà un paese
democratico, non sarà mai possibile che una circolare ministeriale abroghi di
diritto o di fatto - e neppure parzialmente - una legge votata dal Parlamento
eletto dal popolo sovrano. E per fortuna. Questa
affermazione, che avevo sperato condivisa da tutti, non la formulo né come
iscritta, né come consigliere dell'Ordine, né come direttore della newsletter,
ma come semplice cittadina, consapevole che la difesa della democrazia si
esprime, nel nostro ambito professionale come dovunque, anche nel riconoscimento
e nella difesa della separazione dei poteri dello Stato e nel principio
della certezza del diritto. Marina Valcarenghi
in NewsLetter
dell'Ordine degli psicologi della Lombardia. n. 3 2003