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Invece di «Junior» o «secondo» il padre ha scelto di aggiungere la sigla che designa le versioni dei software
Jon Blake Cusack, neopapà di Holland (Michigan), ha battezzato il primogenito «Jon Blake Cusack 2.0», come fosse la nuova versione d’un programma per computer. Amo l'America, ma ho sempre trovato riprovevole l'abitudine di chiamare i figli «Junior» o «II». Questo «2.0» mi sembra un passo avanti verso la crudeltà. Nemmeno tanto piccola, dato che la vittima dovrà portarsela appresso tutta la vita. Le spiegazioni del genitore costituiscono un'aggravante. Papà Cusack dice d'essere un appassionato di software e computer (non di bambini, certamente) Confessa che la moglie Jamie non ne voleva sapere (a dimostrazione che le donne con un bimbo in pancia hanno la testa sulle spalle). Spiega di aver tratto l’idea dal film «Novecento», il cui protagonista era stato chiamato così per via dell’anno di nascita (Baricco e Tornatore hanno perciò qualche responsabilità nella faccenda).
Non solo. Jon Blake Cusack racconta orgoglioso d’aver spedito agli amici email come questa: «Ci sono molte nuove features rispetto alla Versione 1.0 (lui stesso, ndr) con features addizionali di Jamie». La cosa più tremenda è che il padre sta già programmando - verbo impeccabile, considerate le circostanze - il futuro del neonato. «Se 2.0 avesse un figlio, potrebbe chiamarlo 3.0!», ha dichiarato al giornale locale.
Ve
li immaginate, fra trent'anni, i pranzi del Giorno del
Ringraziamento? «3.0 passami il tacchino, per favore». «Aspetta, 2.0.
Ho in braccio 3.1. Chiedilo a 1.0, appena smette di giocare col computer».
Forse una conversazione del genere piacerebbe a Bill Gates (che si chiama
William Henry Gates III, figlio di William Henry Gates II, avvocato di
Seattle). Ma la maggioranza degli americani, voglio sperare, preferirà
rimanere sul classico: «Figliolo, passami il tacchino, per favore». «Aspetta,
papà. Ho in braccio il cuginetto. Chiedilo al nonno». Potrebbe
attecchire, in Italia, una mostruosità del genere? Spero di no, anche
perché, in quanto autore di quest’articolo, mi sentirei responsabile
per la creatura in questione. Mai dire mai, però. Se il 50% degli
ingegneri, il 40% dei medici e dentisti e il 25% dei notai finiscono per
trasferire il lavoro ai figli, qualcuno sarà tentato di passargli anche
il nome.
«Dottor Mario Rossi - Medico Dentista» diventerà «Dottor Mario Rossi
2.0 - Medico Dentista». Non siamo ancora alla clonazione, ma si risparmia
qualcosa sulla targa d’ottone.