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LA LEGGE
SULL'ABORTO. LA CHIESA
«Doveva
salvare vite umane
La 194 non è stata applicata»
Nuova presa di
posizione del Vaticano: «Poca prevenzione Volontari nei consultori? Era
già stabilito, nessuno scandalo»
Luigi Accattoli
CITTÀ DEL VATICANO — L'Osservatore
Romano riafferma la posizione cattolica sull'aborto, intervenendo a difesa del
cardinale Ruini, del ministro Storace e dell'Udc. E' la quarta volta in otto
giorni che il quotidiano torna sulla questione, alla quale domenica aveva
dedicato un forte titolo di prima pagina: «Difesa della vita misura della
civiltà». «Una normativa ancora non applicata» è il titolo dell'articolo di
oggi, mirato in particolare a rintuzzare le critiche alla proposta dell'Udc di
una «indagine conoscitiva sull'attuazione della legge 194», nata per
«legalizzare l'aborto», ma che «dovrebbe avere quale tendenziale obiettivo
addirittura la prevenzione dell'aborto stesso».
Facendo eco al cardinale Camillo Ruini, che venerdì ad Assisi aveva segnalato la
«carenza» dell'opera di prevenzione dell'aborto, pur prevista dalla legge,
l'Osservatore afferma che «la 194 è stata mal applicata, fino ad ora, nella sua
integrità, ne è stato violato lo spirito: si è ritenuto che l'unica forma di
prevenzione all'interruzione volontaria della gravidanza fosse la
contraccezione».
A questo punto il giornale vaticano oltre che il cardinale Ruini difende anche
il ministro Storace, sottoposti a critica congiunta per la faccenda dei
volontari cattolici nei consultori: «Si rimane altresì perplessi per chi si
scaglia contro quanti hanno auspicato la presenza di volontari del Movimento per
la vita nei consultori. Un'ipotesi prevista dalla legge 194, che indica
un'esigenza profonda del collegamento organico tra strutture pubbliche demandate
alla rimozione delle cause di aborto e quel volontariato che, in povertà di
mezzi, ha dimostrato in questi trent'anni di attività di svolgere un servizio di
altissimo valore sociale».
Il cardinale Ruini, da Assisi, aveva segnalato che quel Movimento, operando al
di fuori delle strutture pubbliche, aveva «in questi anni» aiutato «settantamila
donne a scegliere per la vita del bambino». «E ancora stupisce e ingenera
sospetto — continua il quotidiano — la "laicità" di chiunque si oppone
all'accertamento dell'applicazione di una legge. Così facendo pregiudica la
stessa laicità dello Stato eleggendo a "totem" intoccabile una normativa. Ma
ogni legge è migliorabile per il bene della comunità, per il bene della
democrazia». La conclusione riafferma il motto sulla «misura della civiltà» che
l'Osservatore ha scelto per questa battaglia: «Salvaguardare e promuovere la
vita umana dovrebbe essere interesse primario di ogni consorzio civile. La
tutela della vita costituisce la misura della civiltà e della democrazia. È
misura dell'autentica libertà».
LA
LEGGE SULL'ABORTO. I PARTITI
Inchiesta sull'aborto, è scontro tra i poli
Il
centrodestra plaude all'Udc. I cattolici dell'Unione: strumentale. I Ds:
offensiva integralista
Margherita De Bac
ROMA
— Lo scontro tra i poli sull'aborto prosegue senza sosta. Ora si litiga
sull'ipotesi di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta. Proposta che
ieri l'Udc ha formalizzato chiedendo di raccogliere dati, oltre che sullo stato
di applicazione della legge 194, anche sulla pillola abortiva. Il ministro della
Salute, Francesco Storace, non intende rassegnarsi al fatto che venga utilizzata
in Italia con procedure alternative, anche se non in commercio: in una riunione
tecnica è stato deciso di sottoporre al Consiglio Superiore di Sanità le
questioni legate all'acquisto all'estero. Storace va avanti anche sulla proposta
di mettere volontari nei consultori.
COMMISSIONE — Ci si interroga sulla fattibilità della commissione.
«Non potrebbe partire prima di metà gennaio — dice il presidente della
Commissione Affari Sociali, Giuseppe Palumbo, Fi —. Sulla carta in due settimane
ce la potremmo fare.
Chiederò di limitarci all'indagine sui consultori». Anche il ministero si muove.
Verrà preparata una bozza da proporre alle Regioni, per il monitoraggio
dell'attuazione dei primi 5 articoli «con particolare riferimento al ruolo dei
consultori e delle associazioni di volontariato». In quanto alla pillola, oggi
alcune Asl la importano sfruttando un decreto ministeriale del '97 che prevede
la possibilità di comprare all'estero un farmaco non registrato in Italia dopo
prescrizione per singola paziente. Ma è un sistema che vale solo in casi
eccezionali.
UNIONE ALL'ATTACCO — Il leader di Rifondazione Fausto Bertinotti scende in
campo: «La 194 non si tocca, anche la rinuncia a ogni atteggiamento
anticlericale rafforza la necessità di una difesa intransigente di una delle non
molte leggi che fanno onore al Paese. L'esperienza ne ha confermato utilità ed
efficacia». Per Barbara Pollastrini, Ds, «è in atto un'offensiva pesante e
integralista contro la libertà e la responsabilità femminili. Una destra
disperata cerca di rilanciarsi facendo da sponda alle posizioni più estreme». Ma
anche ai cattolici dell'Unione non piace l'atteggiamento della Cdl, e ritengono
l'iniziativa «strumentale». «Smettiamola con le contrapposizioni ideologiche e
consentiamo alla legge di essere correttamente applicata — afferma Beppe Fioroni
(Margherita) —. I consultori devono rappresentare un elemento fondamentale nel
quale la donna possa esprimere liberamente la propria scelta».
CDL An si schiera compatta con Storace. Il portavoce Andrea Ronchi ribadisce che
non è in gioco la legge 194 in quanto tale, ma la possibilità di «un pluralismo
nei consultori che fa bene quando si affronta un problema come questo». Da
Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Fi, una riflessione pacata:
«Un'inchiesta conoscitiva è ragionevole,è sbagliato respingerla con pregiudizi.
Bisognerebbe rafforzare la parte della legge sulla prevenzione perché l'aborto è
comunque un dramma».
PAROLE E PENSIERI
A
proposito di donne (cattoliche)
di MARIA LAURA RODOTA'
Quante divisioni
femminili ha il Papa? Meglio, fuori dalle parafrasi di vecchie battute,
lasciando fuori il Papa e il card. Ruini e la Cei, e tirando dentro il mondo
politico: quante donne, quante donne cattoliche, e quante donne cattoliche
praticanti sono favorevoli alla campagna antiabortista in corso? E poi: quante
di loro — tra le cattoliche — sceglieranno di votare per uno schieramento o per
l'altro in base all'impegno del Polo — o alla non belligeranza mostrata da
alcuni dell'Unione — nella suddetta campagna?
Non tantissime, se si parla in giro. Anzi, viene fuori che: (1) Il tifo pro
Papa, il vecchio e il nuovo, spesso convive con convinzioni private disapprovate
da ambedue. Sul sesso, le unioni non benedette dalla Chiesa, e l'aborto. Tanti
son tornati a messa, ma non cambiano stile di vita, per niente.
(2) Molte donne molto cattoliche (una minoranza in Italia ormai, comunque) non
abortirebbero mai. Ma se interrogate rispondono che non cancellerebbero la legge
194, magari la modificherebbero, magari però non la considerano tanto una
priorità; visto che (non avendo abortito) hanno tre figli, un mutuo, e scuole di
zona che funzionano sempre peggio. E vorrebbero sentir parlare di quello nei
programmi elettorali, grazie.
(3) Il « momentum » (direbbero i politologi americani) insomma lo slancio
individuato dai neo-teo-conservatori in tema di religiosità e vita nel
fallimento del referendum sulla fecondazione, forse è esagerato. Alla maggior
parte degli italiani/e quel referendum non interessava. L'aborto è un'altra
cosa.
Tutte conoscono qualcuna che ha abortito, o lo hanno fatto/dovuto fare.
Forse è un altro il referendum da ricordare, quello per l'abolizione della 194,
nel 1981; quando le nonne e prozie beghinissime di molte di noi andarono a
votare no, e per la prima volta pronunciavano la frase «è un diritto delle
donne». Non abortire clandestinamente, ché se ne sapeva qualcosa.
(4) Per l'Unione, la campagna antiaborto rischia di essere un trappolone; per
portare il dibattito lontano da economia, mutui, scuole ecc.
(oddio, può far comodo anche all'Unione, laddove non ha idee chiarissime). Però:
come gli Storace e i Cesa del partito devoto si accaniscono contro la 194 e la
Ru486 dando per scontate le cattoliche, i cauti — non necessariamente cattolici
— dell'opposizione reagiscono poco, dando per scontate le laiche di sinistra;
tanto si sa che li voteranno lo stesso. E' triste essere date per scontate, o fa
arrabbiare o deprime. Anche se si è cattoliche, pie, ratzingeriane, storaciane
(!), cesiane (?), giovanardiane (!?). No, davvero, perché nessuno chiede alle
donne cattoliche cosa ne pensano?
LE
DONNE DELLA CDL
Prestigiacomo: rischiamo i picchetti come negli Usa
Beccalossi (An): una figlia adolescente incinta? Penserei all'interruzione di
gravidanza
Angela Frenda
«Qui vogliono
tornare a una condizione medioevale della donna. Di questo passo arriveremo ai
picchettaggi, come in America». Stefania Prestigiacomo è indignata dal dibattito
che è maturato intorno alla 194, sia per la proposta di Storace di introdurre i
volontari cattolici nei consultori, sia per il clima di polemica su questa
legge: «L'idea dell'udc Cesa di sottoporla a una commissione? Non è una cosa che
può interessare questa legislatura».
Ma la ministra per le Pari opportunità nel Polo non è sola. Come lei, nel ruolo
di pasionaria, anche l'esponente di An Viviana Beccalossi, vicepresidente della
giunta regionale in Lombardia, che si interroga: «Che senso ha, e lo dico da
antiabortista, ridiscutere a oltre 20 anni di distanza dalla sua approvazione la
194? Vogliono prendersi beffe di nuovo di un referendum?». E poi provoca: «Se io
fossi stuprata e rimanessi incinta, abortirei. E se avessi una figlia
adolescente che rimanesse incinta, beh, ci rifletterei anche in questo caso.
Ecco perché, pur essendo personalmente contraria, sono per la libertà di
scelta».
C'è da dire che Stefania Prestigiacomo aveva avvisato tutti già durante la
campagna referendaria sulla fecondazione: «Vedrete, il secondo passo sarà quello
di mettere le mani sulla 194». E adesso incassa mestamente: «Detto, fatto. Sono
stata profetica. Era prevedibile che questo pericoloso tormentone sarebbe stato
riproposto. Ma io avviso tutti: questa legge non si tocca.
È una forzatura parlare, ad esempio, di volontari cattolici nei consultori. E lo
dico da cattolica: perché una donna dovrebbe trovarseli quando va lì? La legge
parla di volontari per assistere le madri in difficoltà dopo il parto, e non di
volontari cattolici. Mi spiace dirlo, ma questa visione della donna mi sembra
greve. Per carità, è nel diritto del ministro della Sanità, di Storace, avere
una sua linea. Solo che io non la condivido».
Come governo, secondo la ministra, ci si dovrebbe impegnare su tutt'altro: «Dare
sostegno alle donne che hanno avuto un bambino, non solo con il bonus. Ricordo
la nostra campagna contro l'abbandono nei cassonetti e, nell'ultima Finanziaria,
l'introduzione della deducibilità fiscale delle rette per gli asili nido». Per
Prestigiacomo, comunque, questa linea «è un grande errore politico: così i voti
si perdono, non si guadagnano. Se qualcuno pensa di usare questo tema ai fini
della propaganda, commette uno sbaglio impopolare. Lo ha capito bene Pier
Ferdinando Casini, che infatti ha avvertito subito che la 194 non sarà toccata».
Tra l'altro, «sono contraria anche a tutta questa storia dell'adozione degli
embrioni. Porterà inevitabilmente a situazioni paradossali: una single non potrà
adottare un bimbo abbandonato, ma potrà farsi impiantare un embrione».
A sua volta, su questo dibattito scoppiato intorno alla 194, Viviana Beccalossi
prova a dare una sua interpretazione: «È chiaro che qualcuno, nel fare queste
proposte, punta a portare a casa quei voti moderati così ambiti. Insomma, c'è
una forma di prostrazione verso la Chiesa».