Nella prolusione al Consiglio Permanente della
Cei intervento a tutto campo del cardinale
Nel mirino dei suoi attacchi coppie di fatto, matrimoni gay e
l'abbandono terapeutico
Ruini, nuovo attacco su
Pacs e eutanasia
"Sul funerale per Welby un no sofferto"
Il prelato difende la
scelta di negare esequie religiose al malato terminale
"Fino alla fine ha perseverato in un atteggiamento contrario alla
legge di Dio"
Il cardinale Ruini
ROMA - Nella prolusione al Consiglio permanente della Conferenza
episcopale italiana il presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini,
torna all'attacco delle coppie di fatto. I diritti dei conviventi e
dei loro figli sono già assicurati dal "diritto comune", dice il
porporato, e non c'è motivo di "creare un modello legislativamente
precostituito" che "inevitabilmente configurerebbe qualcosa di
simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero
uguali doveri".
"Quelle gay non sono famiglie". Alcune coppie gay spingono
per i Pacs, sostiene il prelato, perché con questi "intenderebbero
aprire, se possibile, anche la strada per il matrimonio"
omosessuale. Quest'ultime, secondo Ruini, non possono però essere
definite come famiglia in quanto gli manca il bene essenziale della
generazione dei figli "che è la ragione specifica del riconoscimento
sociale del matrimonio".
Chiusura totale sull'eutanasia. Quindi, il cardinale torna
sul rifiuto totale dell'eutanasia, "quali che siano i motivi e i
mezzi, addotti o impiegati al fine di ottenerla". "La rinuncia
all'accanimento terapeutico - spiega il cardinale - non può giungere
però al punto di legittimare forme più o meno mascherate di
eutanasia e quell'abbandono terapeutico che priva il paziente del
necessario sostegno vitale". Su questi temi, per Ruini, è "norma di
saggezza non pretendere che tutto possa essere previsto e regolato
per legge".
Welby ha perseverato nell'errore. Parlando di eutanasia, il
presidente della Conferenza episcopale italiana riapre la piaga
della vicenda Welby. Quella di dire no al funerale religioso, dice,
è stata una decisione sofferta nata "dal fatto che il defunto, fino
alla fine, ha perseverato lucidamente e consapevolmente nella
volontà di porre termine alla propria vita: in quelle condizioni una
decisione diversa sarebbe stata infatti per la Chiesa impossibile e
contraddittoria, perché avrebbe legittimato un atteggiamento
contrario alla legge di Dio". "Nel prendere una tale decisione -
sottolinea ancora il porporato - non è mancata la consapevolezza di
arrecare purtroppo dolore e turbamento ai familiari e a tante altre
persone, anche credenti, mosse da sentimenti di umana pietà e
solidarietà verso chi soffre".
La politica per le famiglie. Ruini interviene poi a tutto
campo sulla politica interna italiana, toccando i temi legati
all'andamento demografico, alla dialettica tra maggioranza e
opposizione e anche sulla legge finanziaria. L'adozione del
"quoziente familiare", secondo il cardinale, consentirebbe politiche
di "sostegno organico" alle famiglie. Benchè la famiglia in Italia
svolga un notevole ruolo, osserva ancora il presidente dei vescovi,
"siamo da molti anni alle prese con una gravissima crisi della
natalità, che minaccia il futuro del nostro paese". E invita a
sostenere praticamente la "famiglia legittima fondata sul
matrimonio", rimuovendo anche "tutti gli ostacoli di ordine pratico"
o giuridico che dissuadono i giovani dal matrimonio.
Ok alla Finanziaria. In questo quadro si inseriscono le
valutazioni di Ruini sui contenuti della legge finanziaria. A suo
avviso la manovra varata dal governo Prodi "dovrebbe contribuire non
poco al risanamento del debito", ma i progressi economici che il
Paese sta conoscendo rischiano secondo il porporato di essere
vanificato dal fatto che "i rapporti tra le forze politiche
rimangono altamente conflittuali, sia tra maggioranza e opposizione
sia all'interno dei due schieramenti, come ha ripetutamente
segnalato il capo dello Stato".
"Basta sfruttare gli immigrati". Tra i temi analizzati da
Ruini anche quello dell'immigrazione, in particolare quella
femminile. "L'uguaglianza tra le persone - ricorda il cardinale -
richiede di por fine allo sfruttamento delle donne e alle tante
mancanze di rispetto per la loro dignità, superando le visioni
antropologiche persistenti in alcune culture, che riservano alla
donna una collocazione ancora fortemente sottomessa all'arbitrio
dell'uomo". |