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Da Il Piccolo di Trieste, 7 luglio 2001

 

I plurigenitori del Terzo Millennio

Nell’ultimo numero di "Reset" un saggio della storica Agnès Fine sui mutamenti della famiglia

Nella vita di un bambino oltre ai legami di sangue contano anche quelli "sociali"


La famiglia in Occidente sta conoscendo importanti mutamenti. Oggi, sostiene la storica e antropologa Agnès Fine in un saggio che verrà pubblicato tra pochi giorni dalla rivista "Reset" diretta da Giancarlo Bosetti, è possibile scegliere il numero dei propri figli e il momento della loro nascita; è possibile diventare genitore con un nuovo congiunto, senza congiunto, pur essendo sterile o omosessuale. Nelle famiglie di nuova composizione dopo un divorzio, dove il bambino ha spesso a disposizione un padre e un patrigno, una madre o una matrigna alcuni genitori sociali vengono quindi ad aggiungersi a quelli di sangue, tanto che si può ormai parlare di plurigenitorialità.
Per gentile concessione di "Reset" anticipiamo una parte del saggio di Agnès Fine (tradotto da Silvana Mazzoni), dal titolo "Ma quanti genitori ho?".

Da alcuni anni, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, assistiamo alla nascita di un movimento che va nel senso del riconoscimento legale di situazioni di plurigenitorialità. E' questo il risultato dell'azione di gruppi di pressione a favore dell'interesse del bambino, al quale vengono riconosciuti nuovi diritti: il diritto ad essere allevato da buoni genitori pur conservando legami con la sua famiglia naturale, il diritto al mantenimento del suo livello di vita e dei suoi legami elettivi, o quello di conoscere le proprie origini.
Poniamo prima di tutto la questione del rispettivo posto del padre e del patrigno nelle famiglie di nuova composizione dopo un divorzio. Nei paesi anglosassoni si cerca di individuare delle soluzioni giuridiche che consentano al bambino di conservare dei legami con i suoi due genitori biologici, pur allacciando nuovi legami con il genitore aggiuntivo. Nel Regno Unito, il Children Act del 1989 (diventato esecutivo nel 1991), fondato sulla nozione di "responsabilità genitoriale", assegna al genitore aggiuntivo che si occupa quotidianamente di un bambino da almeno due anni diritti e doveri legalmente riconosciuti, fino al sedicesimo anno di età del bambino. Questi diritti e questi doveri non rimettono in discussione quelli dei due genitori legali del bambino. Del resto, dopo aver constatato che nella società americana sempre più spesso hanno fine anche le seconde unioni e che numerosi bambini vengono a subire un danno materiale dall'allontanamento del patrigno che sopperiva al loro mantenimento, alcuni giuristi propongono di attribuire a quest'ultimo lo status giuridico di genitore de facto, status che creerebbe per lui degli obblighi specifici.
Il riconoscimento della plurigenitorialità non è solo legato alla presenza sempre crescente delle famiglie di nuova composizione nella nostra società. Esso è anche il frutto della crescente consapevolezza del diritto del bambino adottato o di quello nato dalla procreazione assistita di conoscere le sue "origini". Negli Stati Uniti, le associazioni di adottati e le associazioni che raggruppano genitori naturali che hanno abbandonato i loro figli e che lottano per "ritrovarli", hanno fatto pressione sull'opinione pubblica e hanno ottenuto cambiamenti significativi, in particolare per quanto riguarda la legislazione sull'adozione e la sua realizzazione pratica. La Francia, contrariamente all'Inghilterra e alla Germania, rimane provvisoriamente in disparte rispetto a questa evoluzione benché, da una decina di anni, il fiorire di numerose associazioni di lotta per il diritto alle origini lasci presagire un'evoluzione nello stesso senso.
Il modello di "adozione aperta" consiste nel favorire la reciproca conoscenza tra genitori di sangue e genitori adottivi nelle forme più varie, che vanno dalla semplice informazione sulla loro rispettiva identità alla frequentazione regolare (con il dirittodi visita riconosciuto), grazie ad un contratto negoziato tra i partner. Al di là dell'obiettivo implicito - evitare i problemi di confusione identitaria per l'adottato nel momento dell'adolescenza - questo movimento di apertura ha un'altra funzione più nascosta: frenare la diminuzione del numero di bambini adottabili, conservando un ruolo più significativo per le madri naturali. Per il momento, la legislazione è molto diversa da uno Stato all'altro: alcuni Stati, tra cui la California e la Virginia, esigono che tutte le parti scambino alcune informazioni relative all'identità, mentre nella maggior parte degli Stati le modalità della reciproca conoscenza vengono lasciate alla discrezionalità delle parti.
Nel campo delle procreazioni assistite esiste un movimento d'opinione che va nello stesso senso. In Francia, ad esempio, da alcuni anni gli psicologi che sostengono le coppie che richiedono un'inseminazione eterologa le invitano a non mantenere il contesto familiare e il bambino stesso nell'ignoranza relativamente alla sua origine. L'anonimato del donatore o della donatrice di ovociti sembra essere in contraddizione con l'affermazione da parte della Convenzione internazionale dell'Aia del diritto dei bambini di conoscere la loro origine. L'attuale dibattito sulla materia fa prevedere, su questo punto, una modifica della legge del luglio 1994 sulla bioetica.
Infine, i recenti dibattiti promossi dalle coppie omosessuali che rivendicano il loro diritto all'adozione hanno messo in luce le diverse forme di co-genitorialità che si stanno sperimentando oggi. Benché in Francia non siano molto numerose, la loro grande diversità costituisce senza dubbio oggi uno dei "terreni" di osservazione più ricchi da questo punto di vista, in quanto, in questo caso, le situazioni di plurigenitorialità sono, per definizione, la regola, dato che la genitorialità e la situazione di coppia non coincidono quasi mai .
Nel caso in cui i bambini siano nati da un'unione eterosessuale precedente e che uno dei genitori viva attualmente con una persona dello stesso sesso, la questione dello status del "patrigno" o della "matrigna" rispecchia quella delle famiglie di nuova composizione, pur ponendo delle problematiche specifiche. Quando i bambini sono adottati da un'unica persona (come consente la legge) ma vengono allevati e a volte voluti da due persone dello stesso sesso si pone il problema dello status di "cogenitore", regolato in alcuni paesi seguendo il criterio del genitore adottivo. Quattro persone possono essere all'origine della nascita di un bambino: una coppia di genitori biologici, composta da una madre lesbica e da un padre gay, e i loro rispettivi partner. Questa co-genitorialità spesso praticata negli Stati Uniti, pone il problema del ruolo di ciascun protagonista, della costruzione delle diverse genitorialità, del concetto di filiazione di sangue e della problematica della convivenza.
Infine, alcuni bambini nascono anche grazie a gravidanze assistite o al ricorso a madri portatrici. Anche qui si tratta di situazioni che pongono il problema del ruolo rispettivo di tutti gli adulti che concorrono al concepimento, alla nascita e all'educazione dei bambini, sul versante legislativo e su quello pratico.