Comunicato n° 328 del 8 agosto 2001
MINISTERO
DELLA SALUTE
Relazione
del Ministero sulla 194: diminuiscono le interruzioni volontarie di gravidanza
Il Ministero della Salute ha inviato al Parlamento la Relazione sulla attuazione della legge contenente "norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78)".
Secondo
i dati contenuti nella Relazione, aggiornati a tutto il 2000, le interruzioni
volontarie di gravidanza (IVG) in Italia continuano progressivamente a
diminuire. Infatti si sono registrati 134.828 interventi nel 2000 contro i
139.213 del 1999. La diminuzione percentuale delle IVG risulta pertanto del 3,1%
tra il 1999 e il 2000 e del 42,6% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato
il maggior numero di interventi di IVG.
L'analisi
dell'andamento del trend, in progressiva riduzione del numero di interruzioni
volontarie di gravidanza conferma che l'introduzione della legge, accompagnata
da campagne informative e di sensibilizzazione all'utilizzo di tecniche di
procreazione consapevole ha consentito la riduzione degli interventi e
soprattutto il fenomeno della clandestinità.
Anche
per il futuro, verranno promosse nuove campagne informative e preventive rivolte
alle coppie che si sposano, alle ragazze e ai ragazzi nelle scuole e nelle
università, alle donne che hanno già abortito, e in particolare alle donne
straniere (per le quali si è registrato una minore diminuzione del ricorso all'IVG).
Le
donne che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza sono sempre più
le giovani e le donne immigrate. Dal quadro dei dati che emergono dalla
Relazione del Ministero della Sanità, infatti, emerge una riduzione delle donne
sposate, seppure con differenze anche marcate tra le diverse aree del Paese.
Le
donne di nazionalità straniera che sono ricorse all’interruzione volontaria
di gravidanza sono passate da 8.967 nel 1995 a 18.806 nel ’99, un numero pari
al 13,7% del totale. Il fenomeno è legato all’aumento di popolazione
immigrata in Italia registrato negli ultimi anni.
Un
numero sempre minore di donne coniugate e con uno o più figli ricorre
all’aborto rispetto al numero di donne non coniugate e senza figli. Anche il
possesso di un’istruzione superiore e di un lavoro sembra essere collegato a
un minor ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Si
calcola che tra il 1981 e il 1991 la riduzione delle IVG sia stato del 13% nelle
donne senza titolo di studio o titolo elementare, del 35,5% nel gruppo con la
licenza media e del 36,6% in chi aveva la maturità o la laurea.
Per
quanto riguarda la distribuzione geografica del fenomeno, la diminuzione
maggiore tra 1983 e 1999 (44,4 e 43,2 per cento) si è registrata al Nord e al
Centro. Rispettivamente del 34,6% e del 29,1% al Sud e nelle isole.
Diminuiscono
anche le donne che ricorrono alla IGV più di una volta, anche se da circa un
decennio il fenomeno si è assestato intorno al 25-26% del totale delle IGV. Nel
meridione si nota un valore più alto pari al 29,8% nel 1999.
Le
donne tra i 20 e i 34 anni fanno registrare il numero maggiore di IGV, anche se
in costante diminuzione.
Ancora troppo elevato il numero delle IVG tra le adolescenti. Anche se in quantità inferiore rispetto ad altri Paesi, in Italia il numero delle ragazze che ricorrono all'interruzione di gravidanza tende ad aumentare. Nel 1999 le IVG per le minori di 20 anni sono aumentate del 10,6% rispetto al 1998, ma sono complessivamente diminuite del 8,8% rispetto al 1983.