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DARE RAPPRESENTANZA AL CAPITALISMO PERSONALE: MASSIMO CACCIARI E ANDREA BONOMI ALLA COSTITUENTE DELLA "MARGHERITA"

in Il Gazzettino di Venezia, 29 Luglio 2001

C'è la grande impresa, ci so­no i lavoratori dipendenti: nes­suno vuole cancellarli dalla fac­cia della Terra. «Ma esistono an­che nuove figure, emergenti, di lavoratori. Non saranno lavora­tori tradizionali ma a loro va ri­conosciuta legittimità cultura­le, sociale, economica». E forse qualcuno non se n'è accorto: non sono i capitalisti di una vol­ta, ma sono portatori di un "capi­talismo personale" e forse più di altri possono interpretare i mutamenti economici, sociali e culturali del territorio. «A loro vogliamo dare ascol­to con il nostro progetto politi­co» ha annunciato Massimo Cacciali, leader veneto della Margherita, che, ieri a Padova, in preparazione della costituen­te veneta del nuovo movimento (domenica a Belluno alla pre­senza di Rutelli), ha organizza­to un incontro con rappresen­tanti di categorie e sindacati.

La modernità o post-modernità, ha chiarito Cacciari, non va più interpretata con l'idea del­l'egemonia di vecchio stampo. C'è una pluralità di luoghi e tem­pi nella quale oggi la società è immersa, la globalizzazione la dice lunga. Ma guai pensare che questa globalizzazione sia in contrasto con la dimensione locale. C'è il volontariato, ci so­no gli artigiani, i piccoli impren­ditori. Insomma quei "capitali­sti personali" «che chiedono una tutela diversa da quella uni­versalistica di una volta».

Con loro, è il messaggio-sfida che il filosofo lancia al centrosinistra, va cercata l'alleanza. Con bene in mente, ricorda Cacciar!, «che lo Stato si sta minimizzan­do (leggasi decentramento, fe­deralismo, ndr.)», E la politica deve porsi il problema: restau­rare lo Stato oppure accettare lo "Stato minimo". Se la scelta è la seconda (non può essere di­versamente), occorre allora porsi l'obiettivo della tutela di chi vive dentro la nuova forma «rafforzando le norme, il dirit­to, la valorizzazione dell'impre­sa. E non fare come fa la destra che dice sempre: vedremo».

Il messaggio che la Margheri­ta vuole lanciare è rivolto al ter­zo settore, all'associazionismo che esistono ma non hanno rap­presentanza politica. «Dovete creare una Compagnia delle Opera della del centrosinistra» consiglia Aldo Bonomi, il socio­logo autore di libri sul cambia­mento sociale del Nord, che per Cacciar! ha studiato il modello veneto.Una provocazione accolta dal politico-filosofo e che ha messo in antitesi allo storico as­sociazionismo comunista, la Le­ga delle cooperative. Roba vec­chia, non al passo con l'evoluzio­ne, con il modello Veneto. Un modello che la Margherita vuo­le aprire, e soprattutto mettere in rete locale e in rete globale. Che senso ha, si è chiesto Bono­mi, il piccolo imprenditore che si costruisce la villa, ha la mega ­auto in cortile e poi si riempie la casa di antifurto? È uno che pen­sa per sé, non fa "capitalismo personale", non fa da "molla" per il territorio. Anzi, fa da "tri­vella" pesando sul territorio, consumandolo, senza arricchir­lo.

Prima, annota il sociologo, il capitalismo prendeva corpo nel padrone e nella fabbrica, re­stando per il resto un'entità astratta, «oggi, invece, il capita­lismo è dentro di noi: siamo di­ventati imprenditori di noi stes­si per stare sul mercato e so­pravvivere». Una volta c'era lo Stato«checiaccompagnavadal-la culla alla tomba: non è più co­sì».

Di qui il ruolo della politica, dell'amministrazione: catalizza­re in "rete locale" quella poten­zialità di "capitalismo persona­le" e inserirlo in una scenario planetario. «Impresa difficile -ammette Cacciari - ma è l’unico modo per trasformare, innova­re l'individualismo».