«Per chi non va in pensione ci sarà un incentivo esentasse pari al
32,7% dello stipendio, probabilmente da gennaio 2004». Lo ha
annunciato il ministro del Welfare Roberto Maroni, che ha promesso
anche interventi sulle «pensioni d’oro» e sui falsi trattamenti
di invalidità. Condono e aree protette. Prosegue il dibattito su
manovra e condono edilizio, da cui il Ministero dell’Ambiente
guidato da Altero Matteoli vorrebbe escludere le aree protette. I
tecnici del Tesoro lavorano sull’ipotesi di riaprire il condono
del ’94, più «largo».
«Ultima istanza». Maroni ha anche annunciato che la Finanziaria
prevederà un «reddito di ultima istanza» per i più poveri. Il
ministro dell’Economia Tremonti ha ridotto di 21 miliardi le
richieste di fondi degli altri ministeri.
Duello sui prezzi. Sull’aumento dei prezzi i commercianti accusano
la Confindustria: « I prezzi sono stati aumentati alla produzione»,
dice il leader dei negozianti Billè.
Alle pagine 2, 3, 6 e 27 Baccaro, Bagnoli, Cavallaro, Comegna Conti,
Rizzo, Sarcina, Sarzanini, Sensini
«Incentivi dal 2004 per chi
rinvia la pensione»
Maroni annuncia premi esentasse. Apre ai sindacati su neoassunti e
liquidazioni nei fondi. Arriva il reddito di ultima istanza
ROMA - Il bonus pari al 32,7%
dello stipendio per invogliare i lavoratori a rimandare la pensione,
avendone i requisiti, scatterà già dal prossimo primo gennaio. Lo
ha precisato il ministro del Welfare Roberto Maroni spiegando che
quella aliquota di reddito in più sarà netta, e quindi esentasse.
Ciò significa che l’aumento reale di stipendio potrebbe anche
risultare superiore a un terzo. Non è ancora chiaro se
l’operatività del super incentivo già a partire dal primo
gennaio possa essere stabilita con l’emendamento alla legge delega
giacente al Senato e che dovrebbe essere approvata, secondo quanto
ha annunciato il governo, insieme alla prossima Finanziaria. Oppure
se sia necessaria l’adozione di un provvedimento ad hoc.
CONFRONTO CON I SINDACATI - Anche di questo argomento, comunque,
Maroni parlerà all’incontro di mercoledì prossimo con i
sindacati.
Proprio in vista di quell’appuntamento il ministro del Welfare ha
annunciato aperture del governo, dando la disponibilità a possibili
modifiche al meccanismo di decontribuzione previsto dalla delega. E
ha definito «interessante» la proposta sugli oneri impropri
avanzata dai sindacati.
«La decontribuzione - ha affermato ancora Maroni - è una misura
aggiuntiva allo smobilizzo del Tfr, è un incentivo ad assumere, se
viene sostituito da un altro incentivo va bene altrimenti no». Il
ministro del Welfare ha quindi giudicato «legittimo» un eventuale
sciopero dei sindacati contro la riforma delle pensioni, augurandosi
tuttavia «che non avvenga».
FINESTRE APERTE E BONUS - Il ministro ha escluso il blocco alle
finestre per accedere alla pensione di anzianità. «Non sarà
chiusa nessuna finestra», ha detto Maroni. «Gli incentivi per
restare al lavoro saranno totalmente nella busta paga del lavoratore
e saranno esenti da imposte», ha detto il ministro, aggiungendo
tuttavia che nel caso in cui fosse previsto un prelievo, questo
sarebbe del tutto simbolico.
Maroni ha poi spiegato che il lavoratore potrà scegliere se tenere
tutto il bonus in busta paga o usarlo per versare altri contributi,
ricevendo comunque dall
'
Inps la «certificazione
del diritto acquisito a ricevere la pensione».
INVALIDITA’ E PENSIONI D’ORO - Tra gli altri interventi sulla
previdenza, il ministro del Welfare ha annunciato l’intenzione di
intervenire sulle pensioni di anzianità per eliminare situazioni
illecite: «Gli interventi vanno fatti non per modificare i
requisiti, ma per eliminare gli abusi esistenti, garantendo alle
Regioni autonomia funzionale sull’assegnazione dei benefici». Ma
sarà previsto anche un giro di vite sulle pensioni d’oro,
probabilmente inasprendo il prelievo già introdotto dal governo di
centrosinistra a carico dei trattamenti più ricchi. «Ci sono
pensioni - ha detto Maroni - che arrivano a superare 40 mila euro al
mese per 13 mensilità. Una pensione maturata con il vecchio sistema
retributivo e quindi senza aver pagato i contributi. Sono casi
limite, ma ci sono».
SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE - Il ministro del Welfare ha anche confermato
che la prossima Finanziaria conterrà forti interventi di sostegno
per le famiglie. Ha parlato dell’introduzione, come già previsto
dal Dpef, del reddito di ultima istanza (Rui) destinato a sostituire
il reddito minimo di inserimento che a gennaio scorso ha finito la
sua corsa. Così come, probabilmente, ci sarà un bonus particolare,
sul modello francese, per i neonati. Maroni non è voluto entrare
nei particolari di questi progetti, ma ha detto che «tra lunedì e
martedì» definirà «una proposta di intervento in questa
direzione». Il monte finanziario destinato alle famiglie che Udc,
Lega e An hanno strappato al ministro dell’Economia Giulio
Tremonti ammonta a circa 540 milioni. Buona parte dovrebbe servire
per sostenere la distribuzione di un bonus per ogni neonato che,
probabilmente, sarà inferiore agli 800 euro ipotizzati in un primo
momento, visto che ogni anno nascono 500 mila bambini.
REDDITO DI ULTIMA ISTANZA - Un conto a parte dovrebbe servire per
sostenere il progetto Rui che, secondo indiscrezioni, non sarà
comunque inferiore, come erogazione ai fondi previsti dal reddito
minimo di inserimento, il cui periodo di sperimentazione è finito
con gli accordi del Patto per l’Italia. Secondo le cifre fornite
dal nucleo di valutazione sulla sperimentazione, il reddito minimo
(dal 1998 al 2002) ha riguardato circa 200 mila persone con una
spesa complessiva pari a 210 milioni di euro, 360 euro al mese per
famiglia. Al ministero del Welfare stanno lavorando all’ipotesi di
collegare l’erogazione del Rui e del bonus per il neonato al
famoso Ise, versione più moderna del vecchio redditometro che sta
per «indicatore della situazione economica». Il principio vale per
«selezionare» gli importi a seconda del reddito «equivalente»,
cioè modulato sul nucleo familiare.
Roberto Bagnoli
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