Scuola, ok del governo alla riforma Moratti. di Alberico Giostra e Mara Montanari
Dopo il primo stop, il Consiglio dei ministri dà semaforo verde al disegno di legge che ridisegna la riforma dei cicli. Cosa cambia per materne, elementari, medie e superiori. Berlusconi: riforma organica.
La tormentata storia della
riforma ROMA – “Il governo ha dato il via libera a
una riforma organica della scuola. La prima dopo quella di Gentile di 70
anni fa”. Silvio Berlusconi usa toni enfatici nell’annunciare
l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della discussa
riforma Moratti. Quasi il passaggio storico a nuova era, che avrà inizio
dall’anno prossimo, nel 2003. “Abbiamo coinvolto tutte le realtà
nella stesura di questa legge - spiega il premier – dai genitori alle
associazioni. E’ una riforma che parte del basso, su cui siamo riusciti
a convogliare il sì di tutte le forze politiche della maggioranza,
superando le iniziali remore di alcuni”.
I MALUMORI
DEI CENTRISTI. Una verità parziale
secondo i centristi della Casa delle Libertà. Ccd-Cdu si dicono
d’accordo con l’impianto della riforma, ma “considerano un torto
fatto al Parlamento” l’aver usato lo strumento della legge delega.
“Ora si impone il duplice dovere di fornire una spiegazione corretta
delle scelte contenute nel progetto e di ricercare un più vasto consenso
in Parlamento e nel Paese – osserva il capogruppo alla Camera del Ccd,
Luca Volontè - ed è soprattutto per questo che eravamo contrari al
provvedimento di delega”. SI TORNA
ALLA TRADIZIONALE RIPARTIZIONE DEI CICLI. Il
finanziamento per l’attuazione della legge è di 19mila miliardi da
investire in 4 anni, entro il 2007. “Una scuola per crescere”, è il
titolo dello schema appeso in sala stampa a Palazzo Chigi, in cui viene
sintetizzato il nuovo sistema di istruzione e formazione varato dal
governo Berlusconi. Sebbene di grandi rivoluzioni non ce ne siano: la
ripartizione dei cicli scolastici non è stata toccata. Tutto resta come
prima: 3 anni di materna, 5 di elementari, 3 di medie inferiori e 5 di
superiori. “LA
COMPETIZIONE NELLA SCUOLA E’ MORALE”. Ma il
premier parla soprattutto di spirito nuovo da imprimere alla scuola
italiana: “Questa riforma introduce una competizione sia tra scuola
pubblica e privata, che all'interno stesso della scuola pubblica. Credo
– insiste Berlusconi – che la competizione porti sempre risultati
positivi. L'ho sempre detto: la competizione è morale, e giusta in tutti
i settori. Quindi anche nella scuola dove porta maggiore qualità e
assicura un premio agli insegnanti migliori”. Il tutto in nome di una
modernizzazione della scuola che ha come pilastri le tre famose “I”
della campagna elettorale: impresa, inglese, internet. Questi gli
ingredienti per forgiare alunni più adatti a inserirsi nel mercato del
lavoro usciti dalla scuola. “Del resto i nostri ragazzi sono più pronti
all’apprendimento anche grazie alla televisione”, spiega il premier. ADDIO “PRIMINA”.
Le
famiglie che vogliono iscrivere i figli alla prima materna e elementare
prima dei 3 e 6 anni, ora lo potranno fare, senza dover ricorrere alle
scuole private. Non ci sarà più – per chi vorrà – la “primina”
negli istituto privati, ma ci si potrà iscrivere prima anche alla scuola
pubblica. DUE LINGUE
STRANIERE OBBLIGATORIE E COMPUTER. Si
inizia con una lingua straniera in prima elementare e in prima media si
aggiunge lo studio di una seconda lingua. “Finora solo il 30% dei bimbi
delle primarie studia una lingua straniera – dice la Moratti – e alle
medie solo il 20% ne studia due”. Dunque potenziamento dello studio
delle lingue e delle conoscenze informatiche. Attualmente. In media, c’è
un computer per ogni 29 studenti. Accanto alle innovazioni, il ministro
sottolinea che verrà rispettata la tradizione classico-umanistica della
scuola italiana. “UNA
SCUOLA FLESSIBILE”. Per i ragazzi che hanno scelto la scuola professionale (
durata 4 anni) e vogliono iscriversi all’università, basterà
fare un quinto anno integrativo e superare l’esame di maturità. PREMI AI
PROF. PIU’ BRAVI. I docenti più preparati
potranno fare carriera più velocemente. “Questa è la nostra intenzione
– dice il ministro Moratti – ma sarà materia da affrontare con i
sindacati”. Inoltre verranno fatte delle valutazioni nazionali per
verificare la qualità complessiva dell’offerta scolastica. Infine per
quanto riguarda il rinnovo del contratto degli insegnanti, Berlusconi si
dice “ottimista” sull’aumento degli stipendi. LE
CRITICHE DEL CENTROSINISTRA. Secondo la Margherita,
non cambia niente e per Marco Rizzo dei Comunisti Italiani si tratta “il
provvedimento del governo è un bulldozer” che smantellerà il sistema
della formazione pubblica. “Molto rumore per nulla, la montagna ha
partorito un topolino – critica l’ex-ministro dell’Istruzione Luigi
Berlinguer - Per fare questo
pasticcio, che non è affatto una riforma, bastavano due righe: si
cancellano le riforme dell'Ulivo e si ritorna al 1962, se non addirittura
indietro''. Berlinguer, oggi responsabile Scuola dei Ds, boccia senza
mezzi termini la riforma Moratti. “Più gravemente di ieri -lamenta- si
ripristinano due scuole, una per chi può continuare a studiare e l'altra
per l'addestramento al lavoro subito, fin dai 13-14 anni''.
WWW.ILNUOVO.IT (1
FEBBRAIO 2002; ORE 15:25, aggiornato ore 18:44) |