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Corriere.it 16-11-2005
Revisione costituzionale (Devolution)
I tempi per l'entrata in vigore e quelli per il referendum
PERCHE' IL REFERNDUM - Per entrare in vigore, la riforma della Costituzione dovrà passare il giudizio del referendum confermativo. Il referendum è possibile quando, come è accaduto questa volta, la Costituzione è stata modificata senza il quorum dei due terzi dei votanti alla Camera e al Senato. Si tratta di un meccanismo di «difesa» della stessa Costituzione, che chiedeal Parlamento una maggioranza ampia per procedere a modifiche della Carta fondamentale che riguarda la vita e le regole di tutti i cittadini. Così non è stato in questo caso: la modifica è passata infatti a maggioranza semplice (per esempio l'ultimo voto al senato: 170 sì, 132 no, 3 astenuti)
I TEMPI PREVISTI : IN VIGORE DAL 2011 O DAL 2016 - Secondo quanto previsto
nel testo, le modifiche della Costituzione entreranno in vigore in tempi
diversi. Devolution, interesse nazionale e clausola di supremazia saranno
effettivi subito con l'entrata in vigore della riforma, mentre per il resto
dipenderà da quando si terrà il referendum confermativo. Se si terrà prima delle
prossime elezioni politiche, le norme entreranno in vigore dalla nuova
legislatura, però il Senato federale sarà effettivo nella sua composizione
soltanto a aprtire dal 2011. Invece, se il referendum si terrà dopo le elezioni
politiche del 2006, la riforma entrerà in vigore nel 2011 e il Senato federale
sarà effettivo dal 2016.
NESSUN QUORUM PER IL REFERENDUM - La richiesta dovrà essere presentata da 500mila elettori o da 5 consigli regionali o da un quinto dei componenti di ciascuna Camera. Per la validità del referendum confermativo sulle leggi di riforma della Costituzione non è previsto il quorum del 50% degli aventi diritto. Il referendum sarà valido anche in caso di bassa affluenza alle urne quindi nessuno potrà far leva sull'astensionismo
LA DATA POSSIBILE - Sarà certamente dopo le elezioni politiche per via dei tempi tecnici: 3 mesi per raccogliere le firme, un mese per il controllo da parte della Cassazione, poi il governo avrà due mesi di tempo per firmare il decreto che indice la consultazione. A quel punto il capo dello Stato potrà convocare il referendum in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno dal decreto. Quindi ci vorranno almeno 6 mesi, che portano la data possibile a metà di maggio 2006, cioè più di un mese dopo le elezioni politiche previste per il 9 aprile. L'orientamento prevalente è quello di far svolgere la consultazione a giugno, dopo l'insediamento del nuovo Parlamento, l'elezione dei nuovi presidenti delle Camere e del Capo dello Stato.