La norma abolita in Italia dal referendum del 1993.
Allarme internazionale per gli stupefacenti di nuova generazione
«Droga,
ripristinare la dose minima giornaliera»
Il vicepremier Fini alla
conferenza di Vienna: attualmente ci sono spazi di impunità per gli
spacciatori
DAL NOSTRO INVIATO
VIENNA - La platea è internazionale, il palco delle Nazioni Unite, ma
parlando di droga Gianfranco Fini non esita a puntare il dito sui problemi
di casa nostra: «In Italia c’è un vuoto legislativo che colmeremo
presto». Ovvero: verrà ripristinato il concetto di dose minima
giornaliera. Spiega infatti il vicepremier: «Il vuoto nella legge è
quello creato dal referendum che nel 1993 ha abolito la dose minima
giornaliera, lasciando così inaccettabili spazi di impunità per gli
spacciatori».
Non ha dubbi Fini: «Non ritengo sia possibile lasciare alla
discrezionalità di un pretore di stabilire se una persona trovata in
possesso di droga, la usi per motivi personali o per spacciarla. Questa
situazione crea paradossi assurdi e non più proponibili. Come è successo
di recente. Un signore che è stato trovato in possesso di centinaia di
spinelli: è riuscito a convincere il giudice e a trovare il suo appoggio,
affermando che quelli erano spinelli per uso personale in previsione di
una lunga vacanza. Il governo sta lavorando per rimediare a questo
problema».
EMERGENZA ECSTASY - Alla conferenza mondiale sulla droga qui a Vienna, il
vicepremier Fini è arrivato con il sottosegretario agli Interni Alfredo
Mantovano e con il capo del dipartimento nazionale antidroga, il prefetto
Pietro Soggiu, ma sul palco dell’assemblea plenaria si trova accanto
anche Antonio Maria Costa, il nuovo direttore esecutivo dell’Undcp,
l’organismo dell’Onu di contrasto e prevenzione delle droghe. Il suo
esordio dal palco è un grido di preoccupazione: «Ho esaminato le cifre
del rapporto Oics (l’organo internazionale di controllo sugli
stupefacenti), per quel che riguarda l’utilizzazione di tutte le droghe
nel mondo. Ma l’allarme è, soprattutto, per la diffusione delle droghe
della nuova generazione, come l’ecstasy e il crack».
La diffusione dell’ecstasy cresce nel mondo e dall’Onu segnalano che
ultimamente ha raggiunto persino i Paesi del Terzo Mondo, come il Brasile
e, addirittura, qualche Paese dell’Africa. Ma in Italia stiamo
assistendo ad una vera e propria esplosione del consumo: soltanto
nell’ultimo anno si è quadruplicato, come ha detto una settimana fa il
prefetto Soggiu.
NUOVE TABELLE - E’ facile s pacciare ecstasy. Ancora più facile
produrlo. «Non servono grandi laboratori, bastano piccole cucine per
sintetizzare la molecola», ha detto il prefetto Soggiu spiegando la
difficoltà delle forze di polizia nel trovarli questi minuscoli
laboratori che riescono a sfuggire ai controlli, in grado come sono di
spostarsi in continuazione. Ma c’è un problema ancora più grave legato
alla produzione dell’ecstasy, quello della variazione chimica delle
molecole. E’ il sottosegretario Mantovano che lo spiega, annunciando una
nuova iniziativa del governo: «Le sostanze stupefacenti illecite sono
contenute in apposite tabelle. L’ecstasy, ovvero l’Mdma, è dichiarata
illecita insieme ad altre sostanze simili. Ma basta una modifica
molecolare minima e, purtroppo, molto semplice perché l’Mdma diventi
un’altra cosa altrettanto devastante, ma a questo punto non più
illegale. Per questo vareremo delle nuove tabelle di legge. Tabelle
allargate che possano comprendere tutte queste modifiche molecolari».
EROINA ALLE STELLE - C’è stato un crollo mondiale della produzione di
eroina. E’ stato l’Afghanistan a determinarlo: qui, dove abitualmente
si produce l’oppio che basta per l’80 per cento dei consumi europei di
eroina e per il 100 per cento di quelli turchi, pakistani, iraniani,
centro-asiatici, l’editto del mullah Omar insieme ad una forte carestia
ha decretato un crollo verticale delle coltivazioni. E alla commissione
mondiale di Vienna sono stati i paesi del G8 a discutere le conseguenze di
questo crollo. «A cominciare dalla possibile invasione sul mercato di
droghe sostitutive dell’eroina, come l’ecstasy o la cocaina», ha
detto il sottosegretario Mantovano che come capo della delegazione
italiana ha partecipato alla riunione dove si è decisa la strategia per
aiutare l’Afghanistan a trovare produzioni alternative. E ha aggiunto:
«Un’altra cosa che il mondo teme è che entro l’estate i prezzi
dell’eroina possano arrivare alle stelle, con una possibile
recrudescenza della criminalità diffusa. Per capire: un tossicomane che
deve comprare un’eroina molto più cara si trova a commettere molti più
furti, scippi, rapine». C’è anche il problema di una eroina cattiva:
non essendo stata prodotta, si stanno intaccando le scorte dei depositi, lì
dove la droga si danneggia».
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