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La teoria della "sincronicità"
"Ho scelto questo termine perché la contemporaneità di due eventi connessi quanto al significato, ma in maniera acausale, mi è sembrata un criterio essenziale. Io impiego dunque in questo contesto il concetto generale di sincronicità nell'accezione speciale di coincidenza temporale di due o più eventi non legati da un rapporto causale, che hanno uno stesso o un analogo contenuto significativo. Uso quindi il termine "sincronicità" in opposizione a "sìncronismo", che rappresenta la semplice contemporaneità di due eventi.
Sincronicità significa allora anzitutto la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che paiono paralleli significativi della condizione momentaneamente soggettiva e — in certi casi — anche viceversa.
IN CG JUNG, LA DINAMICA DELL'INCONSCIO, BORINGHIERI 1976, p. 471
"Il problema della sincronicità mi tiene occupato ormai da parecchio tempo. Ho cominciato a dedicarmici seriamente intorno al 1925 circa, quando durante le mie ricerche sui fenomeni dell'inconscio collettivo continuavo a urtare contro nessi che non potevo più spiegare come raggruppamenti casuali o come effetti di accumulazione. Si trattava infatti di "coincidenze" legate tra loro quanto al significato in modo che il loro coincidere "casuale" comporta un'improbabilità che andrebbe espressa mediante una grandezza incommensurabile. Mi limiterò a citare a titolo d'esempio un caso che ho osservato personalmente. Una giovane paziente fece un sogno, in un momento decisivo della cura. Nel sogno essa riceveva in dono uno scarabeo d'oro. Mentre mi raccontava questo sogno, io stavo seduto voltando la schiena alla finestra chiusa. D'un tratto udii alle mie spalle un rumore, come se qualcosa bussasse piano contro la finestra. Mi voltai e vidi un insetto alato che, dall'esterno, urtava contro la finestra. Aprii la finestra e presi al volo l'insetto. Era l'analogia più prossima a uno scarabeo d'oro che si possa trovare alle nostre latitudini, ossia uno scarabeide, una Cetonia aurata, il comune coleottero delle rose, che evidentemente proprio in quel momento si era sentito spinto a penetrare, contrariamente alle sue abitudini, in una camera buia. Devo aggiungere che un caso del genere non m'era mai successo prima né mi successe in seguito; anche quel sogno della paziente è rimasto un fatto unico nella mia esperienza."
IN CG JUNG, LA DINAMICA DELL'INCONSCIO, BORINGHIERI 1976, p. 467