torna a Anni abbastanza crudeli
Borrelli:
"Ciampi protegga i giudici"
Il pg milanese si rivolge al capo dello Stato perché difenda le toghe tirate in ballo per due presunti incontri segreti "anti-Berlusconi" a Lugano. Intanto il premier tira dritto: "Giustizia da cambiare".
ROMA - I magistrati di Milano tirano in ballo
direttamente il Quirinale sulla delicata questione della giustizia.
Evidentemente non paghi delle prove tecniche di dialogo fra i Poli, non
soddisfatti del documento unanime di replica del Csm all'ordine del giorno
votato dalla maggioranza al Senato, e accusati ancora oggi di essere al centro
di un complotto contro il governo, si rivolgono direttamente a Carlo Azeglio
Ciampi (che proprio oggi riceve anche i vertici dell'Anm dimissionari) per
essere tutelati. A dar voce a questa richiesta è il procuratore generale di
Milano, Francesco Borrelli, che preannuncia addirittura "iniziative
istituzionai" per ottenere un pronunciamento da parte del Quirinale.
Le parole di Borrelli sono durissime. Mi
rivolgerò, dice il pg milanese, ''al Csm e al Capo dello Stato per
chiedere una netta presa di posizione a tutela della onorabilità della
dottoressa Ilda Boccassini e del prestigio dell'intera magistratura e di quella
milanese, presentata come cospiratrice internazionale contro il premier".
Una vera e propria dichiarazione di guerra,
un precedente assoluto, che va a rinfocolare polemiche già roventi, e che trae
origine da due articoli, uno pubblicato su Panorama l'altro sul Giornale, che
citano un presunto incontro segreto a Lugano tra magistrati italiani e stranieri
(Ilda Boccassini, Elena Paciotti, Carla Del Ponte e il giudice spagnolo Carlo
Castresana) organizzato per esaminare la possibilità di arrestare Berlusconi. Un
incontro che Borrelli definisce "una menzogna, talmente colossale che
non può non essere conosciuta come tale anche da chi l'ha pubblicata, sebbene
al momento rimanga relativamente oscuro il fine di tale pubblicazione, al di là
del generico obiettivo di gettare manate di fango sulla magistratura in genere e
su Ilda Boccassini in particolare''. Tocca poi al procuratore di Milano, Gerardo
D'Ambrosio, diretto superiore della Boccassini, smentire che il summit si sia
mai svolto."Per quel che mi riguarda - dice D'Ambrosio - non c'e' mai
stato." E, dalla Spagna, anche Castresana smentisce.
In serata, poi, Borrelli rincara la dose e
attacca direttamente Berlusconi e il suo ruolo di editore. ''Ritengo che dietro
questi attacchi alla dottoressa Boccassini, che provengono da due testate edite
da ambienti vicini alla famiglia Berlusconi, ci sia il fatto che ella
rappresenta la pubblica accusa in processi in cui sono imputati l'on.Cesare
Previti e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi'', dice il Procuratore
generale. Che aggiunge sibillino: "Altrimenti, e sarebbe ancora più grave,
dovrei pensare che sia attaccata per le indagini che in passato ha svolto contro
la mafia''.
Berlusconi rilancia
- Il premier tiene comunque dritta la barra sulla riforma della giustizia.
E i segnali di dialogo che arrivano da alcuni settori dell'opposizione lo
incoraggiano. "Il governo e la maggioranza hanno un programma organico e
completo nel settore della giustizia. Un programma che nel corso del prossimo
anno troverà attuazione per garantire a tutti i cittadini quel giusto processo
di cui auspichiamo l'attuazione". Il Cavaliere trova il tempo, seppur
impegnato nella intensissima due
giorni europeista di Laeken , di
scrivere al Presidente dell'Unione delle Camere Penali Giuseppe Frigo. E lo fa
innanzitutto per garantire al leader degli avvocati italiani che le riforme
urgenti del codice penale e di quello di procedura penale sono in cima ai
pensieri dell'esecutivo.
"Inciucio sulla giustizia" - Frigo dal canto suo
incassa questa dichiarazione programmatica con piacere, e intanto fa visita al
presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Il quale si riconferma il grande
tessitore di quel rinnovato dialogo fra mondo giudiziario e politico. Visto che
solo tre giorni fa si era premurato di incontrare a Montecitorio la Giunta
dimissionaria dell'Associazione Nazionale Magistrati. Anche lì con l'intento di
rasserenare il clima generale sui temi della giustizia. Se poi si
considera che Piero Fassino non smentisce la voglia del suo partito di trovare
punti di incontro con la maggioranza sugli stessi temi, i segnali di una
possibile comunicazione fra centrodestra e centrosinistra si fanno evidenti.
Anche se il segretario dei Ds ci tiene a sottolineare che non si sono intese
sottobanco in corso. "Ho letto - dice - che qualcuno già parla di inciucio.
E' incredibile: dire che la giustizia va riformata è solo una questione di buon
senso. Nessuno pensa di interferire nei processi che riguardano Berlusconi. Noi
vogliamo dare una risposta alla domanda di giustizia più efficiente".
Lega in trincea- Sulla
via del dialogo si mettono però di mezzo due macigni. Innanzitutto le dure
prese di posizione della Lega. Per nulla satollo per la conseguita riforma
devolutiva il Senatùr torna sparare contro il mandato di cattura Ue.
"Stanno cercando di portarci via i diritti sovrani di Paese. - tuona il
leader leghista - Ma se accettare il mandato d'arresto europeo significa mandare
qualche povero diavolo ad affrontare un processo a tremila chilometri di
distanza in un paese comunista questo non passerà". Ma
anche il Ministro della Giustizia, Castelli si fa
notare in queste ore per la difesa strenue delle sue posizioni intransigenti
durante le trattative con i partner europei per il fatidico mandato d'arresto.
L'altro macigno è il via parlamentare dato alla proposta di legge per
istituire una commissione d'inchiesta ''sull'uso politico della giustizia''. La
proposta di legge, presentata a novembre dai deputati di Forza Italia Cicchitto
e Saponara tra critiche e polemiche, è stata assegnata oggi alla commissione
Giustizia della Camera. E nel prossimo ufficio di presidenza della commissione,
previsto per lunedì, si dovrebbe fissare la data di inizio dell'esame.
Un'accelerazione che fa gridare allo scandalo all'opposizione.
"Evidentemente sulla giustizia quelli del Polo vogliono la rottura a tutti
i costi", dice il responsabile Giustizia della Margherita Giuseppe Fanfani
(14 DICEMBRE 2001, ORE 13:49, aggiornato alle 20:57)