ROMA - Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha promulgato
la cosiddetta legge Cirami, che introduce il «legittimo sospetto» fra le
cause di spostamento di un processo da una sede giudiziaria a un’altra.
Oggi la legge sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale , domani entrerà
in vigore, secondo quanto stabilisce l’articolo 6 della stessa legge,
che riduce l’ordinario periodo di vacatio legis da 15 giorni a 24 ore.
La firma di Ciampi era scontata, anche alla luce dell’incessante e
informale lavorio di correzione del testo che il Quirinale ha condotto
nelle ultime settimane. Un’attenzione che non ha comunque smorzato le
critiche a un testo di legge che per l’opposizione è stato varato «ad
personam», ovvero per condizionare le vicende giudiziarie del premier
Silvio Berlusconi.
È «apprezzabile» che la legge sia stata modificata «anche alla luce
delle osservazioni mosse dal Quirinale», attraverso «la correzione degli
aspetti di evidente incostituzionalità, ma resta una cattiva legge»,
dichiara il vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati Pietro
Martello: «È una legge - spiega Martello - che non aumenta le garanzie e
accresce l’incertezza giuridica. Senza contare il rischio che sia usata
per allungare i tempi dei processi con istanze pretestuose. Stando alla
dottrina restano dei profili di incostituzionalità».
Dubbi di costituzionalità che nonostante le «correzioni» del Quirinale
sono molto forti per l’intera Anm. La giunta dell’associazione
reagisce così alla notizia della firma di Ciampi: «Da oggi non vi è più
garanzia, ma solo più incertezza giuridica. Entra in vigore una legge
contraddittoria e oscura in diversi passaggi di difficile interpretazione,
di dubbia costituzionalità sotto diversi profili». Valutazioni critiche
che arrivano anche dal Csm, il Consiglio superiore della magistratura: la
promulgazione - secondo il laico Ds Luigi Berlinguer - era «un atto
scontato», meno scontato è il futuro della legge: «Spetta alle diverse
giurisdizioni valutarne ora l’eventuale illegittimità costituzionale».
Esprime delusione invece il movimento dei girotondi: «Siamo amareggiati e
colpiti come cittadini comuni - dichiara Marina Astrologo, fra le
animatrici dei "girotondini" -. Il presidente voleva evitare
conflitti istituzionali con il Parlamento, ma così si è chiusa una porta
in faccia a tanti cittadini. Resta il fatto che non c’è più un
italiano che non si rende conto per quali finalità questa legge è stata
approvata così in fretta. Una legge che è l’ultimo e il peggiore dei
mali che questa maggioranza fa al Paese».
Intervengono anche due ex presidenti della Repubblica. Oscar Luigi
Scalfaro per ribadire che la legge «è stata fatta con una spinta marcata
per un interesse personale». Francesco Cossiga, con una interpellanza
rivolta al premier Berlusconi, per chiedere se è vero che c’è stata «una
continua e impropria trattativa» tra governo e Quirinale, attraverso la
quale la Presidenza della Repubblica, «interferendo nel processo
legislativo in modo incostituzionale, ha imposto modifiche». Cossiga
ricorda che «il capo dello Stato non è più il re» e non ha «il potere
di sanzionare le leggi».
Ieri infine è stato lo stesso presidente della Corte Costituzionale a
commentare l’inizio dell’esame del ricorso presentato dai difensori di
Berlusconi. Oggetto, che ora non ha più attualità giuridica, il presunto
«buco» del Codice di procedura penale sul legittimo sospetto. Cesare
Ruperto ha confermato che la Corte restituirà gli atti alla Cassazione, e
sarà quest’ultima a verificare se l’istanza mantiene rilevanza.
Esclusa invece l’ipotesi che la Consulta possa sollevare d’ufficio una
questione di incostituzionalità sulla legge Cirami.
Marco Galluzzo
Oggi a Milano riprende il processo Imi-Sir Lodo Mondadori:
probabile la sospensione
Ciampi firma la Cirami
La Consulta pronta a bocciare la Cassazione
LIANA MILELLA
da Repubblica
- 8 novembre 2002
ROMA - Da ieri la
Cirami è legge a tutti gli effetti. Il capo dello Stato l´ha
sottoscritta e oggi il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Da
domani, nei tribunali d´Italia, chi vorrà potrà dubitare dell´imparzialità
dei giudici e sfruttare il principio del legittimo sospetto. Nelle stesse
ore in cui Carlo Azeglio Ciampi firmava la legge, nel palazzo della
Consulta - che dista solo pochi metri dal Quirinale - i 15 giudici
chiudevano la discussione segreta sul dubbio di costituzionalità
sollevato dalle difese di Berlusconi e Previti, e fatto proprio dalla
Cassazione. Che, alla fine di giugno, aveva posto il problema se l´assenza
del legittimo sospetto nel codice di procedura penale non fosse frutto di
un´inadempienza del governo rispetto alla volontà del Parlamento che l´aveva
invece previsto.
Dopo due giorni di conclave e una discussione accalorata, i 15 hanno
deciso di rimandare le carte alla Suprema corte e hanno definito il
quesito inammissibile. La Cirami stavolta non c´entra nulla: secondo la
Consulta, il quesito della Cassazione sarebbe stato motivato in modo
insufficiente. Le Sezioni unite non avrebbero spiegato concretamente perché
è "rilevante" il dubbio di costituzionalità ai fini del
processo. Secondo l´espressione tecnica usata alla Corte, ci sarebbe una
inammissibilità per difetto di "rilevanza".
Questo era lo stato degli atti fino a ieri. Presa la decisione, si dovrà
scrivere la motivazione, ridiscuterla, approvarla. Il presidente della
Corte Cesare Ruperto, ieri sotto i riflettori per un volume sulla Consulta
distribuito in tutte le scuole d´Italia, ha annunciato che la Consulta
depositerà l´ordinanza «al massimo tra 15 giorni». Ruperto, riservato
come sempre, ci ha tenuto ad aggiungere che la Corte «sta discutendo sull´ammissibilità
per poi, eventualmente, passare al merito». Il presidente ha spiegato che
solo le motivazioni finali possono chiarire la scelta della Consulta. Solo
in quella fase si può capire se le motivazioni effettivamente reggono
rispetto alla tesi individuata. Nel caso Berlusconi-Previti, se la
Cassazione non ha dimostrato con i fatti l´effettiva
"rilevanza" del quesito sollevato. Tra i 15 giudici ci sono
state divergenze. C´è chi avrebbe voluto tener subito conto della Cirami
e rinviare il fascicolo alla Cassazione. Chi voleva verificare in via
preliminare l´ammissibilità del quesito. Il risultato, per gli imputati
di Toghe sporche, non cambia: tutto tornerà alla Corte che dovrà
decidere se sospendere il processo Imi-Sir. Già oggi, durante l´udienza,
il presidente Paolo Carfì potrebbe accettare una richiesta delle difese
di rinviare le arringhe.
Sono dunque due le decisioni importanti. Quella dell´Alta corte e quella
di Ciampi. La seconda non ha mancato di suscitare polemiche. Protesta il
politologo Giovanni Sartori, che trova «inconsueta» e «non necessaria»
la fretta con cui il presidente ha firmato una legge definita «pessima e
dalle gravi conseguenze». «Se uno si può scegliere il giudice questo è
molto grave - dice Sartori - perché si viola un principio addirittura
medievale. Ma non mi risulta che Ciampi sia un grande esperto, forse non
ha questa sensibilità». L´ex presidente Oscar Luigi Scalfaro è
durissimo contro la Cirami, «una legge fatta per un interesse personale».
E un altro ex presidente, Francesco Cossiga, chiede conto al Quirinale di
«una continua e impropria trattativa con palazzo Chigi» per modificare
la legge. Si lamenta Marina Astrologo dei Girotondi che sperava in una
mancata firma, ma dal Csm il diessino Luigi Berlinguer trova che la firma
di Ciampi sia «un atto scontato». Resta il giudizio durissimo dell´Anm:
«Da oggi non vi è più garanzia, ma solo più incertezza giuridica».
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