Sono grato al presidente Ciampi di aver brevemente replicato al
mio fondo di lunedì 18 febbraio ( La posta in gioco, tv e troppo potere ).
Intanto perché il caso è raro. E poi perché mi consente di inquadrare
meglio il problema. Premetto che io non ho «interpretato» il discorso di
Genova, il richiamo al pluralismo. Ho scritto che lo condividevo di tutto
cuore, e quindi in blocco. Pertanto quando il presidente dichiara che «ogni
altra interpretazione del mio pensiero non è altro che un’affermazione
personale soggettiva di chi la fa» si deve riferire non alla mia
interpretazione di quel che lui dice, ma invece di quel che non dice, dei
suoi silenzi. Berlusconi sta cercando di papparsi anche la Rai: e
pluribus monopolium . Come si fa, in questa situazione, a salvare il
salvabile? Sul problema concreto il capo dello Stato è restato
maestosamente silenzioso. Il che ha consentito a Berlusconi di dargli
ragione in sede di principio, per poi subito rovesciare il discorso a suo
vantaggio.
Il che dimostra che il richiamo di Genova non è servito a nulla perché
lasciato a mezz’aria, perché non dava nessuna indicazione di «buon
daffare».
Come si fa, allora, a interpretare il silenzio? A scuola mi hanno
insegnato, ed a mia volta l’ho insegnato anch’io, che dobbiamo
osservare i comportamenti. Se il dire non dice, il fare «dice sempre». I
presidenti della Repubblica non sono tigri di carta. Dispongono di quattro
occasioni e strumenti di intervento: 1) possono negare la firma al decreto
di nomina di un ministro; 2) devono autorizzare la presentazione alle
Camere dei disegni di legge del governo; 3) possono sottoporre messaggi al
Parlamento; 4) possono sospendere la promulgazione di una legge inviando
un messaggio motivato alle Camere che ne chiede una nuova deliberazione.
Sta di fatto che sinora il presidente Ciampi è stato inerte su tutta la
linea: 1) ha lasciato passare senza fiatare la nomina di Lunardi a
ministro delle Infrastrutture, così avallando un caso clamoroso di
conflitto di interessi; 2) non risulta che abbia mai usato lo strumento
della autorizzazione; e se lo ha fatto, allora ha fatto cilecca, perché
ha autorizzato leggi che sicuramente andavano modificate (sulle rogatorie
e sul falso in bilancio); senza contare, lupus in fabula, che ha
autorizzato senza batter ciglio la non-soluzione Frattini del conflitto di
interessi; 3) non ha mai usato lo strumento del messaggio né (4) della
sospensione della promulgazione.
Dunque, finora il comportamento del presidente Ciampi è stato di
sistematica remissività. E se questo non-fare non rivela il suo pensiero
(come mi auguro), allora il presidente ci dovrebbe illuminare un po’
meglio. Se chi tace non acconsente, allora lo deve dire e far capire.
Giovanni Sartori
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