Home page

Formazione Biblioteca e Cineteca Politiche e Leggi  Tracce e Sentieri

torna a Anni abbastanza crudeli

Dopo il richiamo del capo dello Stato al pluralismo
IO E LE PAROLE DI CIAMPI
di GIOVANNI SARTORI

 

dal Corriere - 21 febbraio 2002

 

Sono grato al presidente Ciampi di aver brevemente replicato al mio fondo di lunedì 18 febbraio ( La posta in gioco, tv e troppo potere ). Intanto perché il caso è raro. E poi perché mi consente di inquadrare meglio il problema. Premetto che io non ho «interpretato» il discorso di Genova, il richiamo al pluralismo. Ho scritto che lo condividevo di tutto cuore, e quindi in blocco. Pertanto quando il presidente dichiara che «ogni altra interpretazione del mio pensiero non è altro che un’affermazione personale soggettiva di chi la fa» si deve riferire non alla mia interpretazione di quel che lui dice, ma invece di quel che non dice, dei suoi silenzi. Berlusconi sta cercando di papparsi anche la Rai: e pluribus monopolium . Come si fa, in questa situazione, a salvare il salvabile? Sul problema concreto il capo dello Stato è restato maestosamente silenzioso. Il che ha consentito a Berlusconi di dargli ragione in sede di principio, per poi subito rovesciare il discorso a suo vantaggio.
Il che dimostra che il richiamo di Genova non è servito a nulla perché lasciato a mezz’aria, perché non dava nessuna indicazione di «buon daffare».
Come si fa, allora, a interpretare il silenzio? A scuola mi hanno insegnato, ed a mia volta l’ho insegnato anch’io, che dobbiamo osservare i comportamenti. Se il dire non dice, il fare «dice sempre». I presidenti della Repubblica non sono tigri di carta. Dispongono di quattro occasioni e strumenti di intervento: 1) possono negare la firma al decreto di nomina di un ministro; 2) devono autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge del governo; 3) possono sottoporre messaggi al Parlamento; 4) possono sospendere la promulgazione di una legge inviando un messaggio motivato alle Camere che ne chiede una nuova deliberazione.
Sta di fatto che sinora il presidente Ciampi è stato inerte su tutta la linea: 1) ha lasciato passare senza fiatare la nomina di Lunardi a ministro delle Infrastrutture, così avallando un caso clamoroso di conflitto di interessi; 2) non risulta che abbia mai usato lo strumento della autorizzazione; e se lo ha fatto, allora ha fatto cilecca, perché ha autorizzato leggi che sicuramente andavano modificate (sulle rogatorie e sul falso in bilancio); senza contare, lupus in fabula, che ha autorizzato senza batter ciglio la non-soluzione Frattini del conflitto di interessi; 3) non ha mai usato lo strumento del messaggio né (4) della sospensione della promulgazione.
Dunque, finora il comportamento del presidente Ciampi è stato di sistematica remissività. E se questo non-fare non rivela il suo pensiero (come mi auguro), allora il presidente ci dovrebbe illuminare un po’ meglio. Se chi tace non acconsente, allora lo deve dire e far capire.
Giovanni Sartori